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Prevenzione dell’obesità e del sovrappeso

Già il PSSR 2007-2009 prevedeva l’implementazione di interventi di educazione sanitaria e in particolare alimentare in numerose fra le sue nove “linee di intervento prioritario”. Nelle Determinazioni in ordine alla gestione del Servizio Socio Sanitario Regionale per l’esercizio 2008, approvate con DGR n. 5743 del 31/10/2007, si prescrive – relativamente alle attività di promozione della salute – che “le ASL, a partire dai Dipartimenti Medico e Veterinario, ma con l’obiettivo di estendere ad altre strutture aziendali, predisporranno per le attività di prevenzione specifici indirizzi […] relativi alle aree di prevenzione e profilassi delle malattie infettive, promozione della salute, con particolare riguardo a corretti stili di vita, diagnosi precoce e screening oncologici, prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro, prevenzione veterinaria”, da allegare al documento di Programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e socio- sanitari che ciascuna ASL ha l’obbligo di predisporre annualmente.

Infine, la Regione si impegna a finanziare “progetti innovativi nell’ambito dell’educazione alla salute e della prevenzione primaria dei tumori”.

Le Determinazioni in ordine alla gestione del Servizio Socio Sanitario Regionale per l’esercizio 2009 (DGR n. 8501 del 26/11/2008) prescrivono alle ASL di predisporre un vero e proprio Piano integrato per le attività di promozione della salute, prevenzione e controllo, che dia evidenza di:

1. “ 1. analisi del contesto sotto il profilo epidemiologico e del territorio, con individuazione delle priorità di salute e indicazione delle relative motivazioni;

2. attività, in coerenza con le priorità di cui al precedente punto, e rispettivi obiettivi che comprendano: – attività di sorveglianza e analisi epidemiologica, comprendente i sistemi di rilevazione/registri

di patologia, le caratteristiche demografiche e territoriali, le prestazioni erogate; – attività di promozione della salute, con particolare riguardo a corretti stili di vita […];

– attività di profilassi e controllo delle malattie trasmissibili sia nel settore umano che in quello zootecnico;

– attività di screening oncologico, in linea con i provvedimenti regionali con particolare riguardo ai requisiti di qualità;

– attività di vigilanza e controllo negli ambienti di vita e di lavoro e nel settore della sicurezza alimentare e della sanità veterinaria;

L’obbligo per le ASL della redazione del Piano Integrato viene confermato per il 2009 e il 2010. La politica di prevenzione dell’obesità in Regione Lombardia si basa sul sostegno metodologico alle ASL in chiave di intersettorialità, integrazione ed efficacia in un’ottica di promozione della salute.

Al fine di promuovere la Prevenzione dell’obesità sono stati predisposti interventi di politiche di promozione della salute ed è stato monitorato il fenomeno mediante il recupero e l’integrazione dei dati epidemiologici disponibili sull’obesità diretti o derivati dalle patologie ad essa correlate.

In particolare per favorire l’integrazione è stata emanata la seguente normativa:

– Decreti n. 2078 del 27/2/2006 e n. 7953 dell’11/7/2007 “Istituzione della Commissione regionale interistituzionale “Promozione della salute e stili di vita sani”.

– Decreto n. 7953 dell’11/9/2006 “Linee di indirizzo per le ASL – con relativi finanziamenti vincolati – per la predisposizione di un “Programma di promozione di stili di vita sani”.

– Protocollo d’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale per le attività di promozione ed educazione alla salute nelle scuole siglato il 22/3/2006.

– DGR VIII/6222 del 19/12/2007, allegato “Valutazione d’efficacia e definizione di un modello integrato di promozione della salute”.

– Circolare 21130, del 28/05/08 “Linee di indirizzo per la prevenzione e la gestione integrata ospedale-territorio del sovrappeso e dell’obesità 2008-2010.”

– Circolare 21/san/2008 del 3/12/2008 “Linee di indirizzo per la stesura dei Piani Integrati Locali degli interventi di Promozione della Salute”.

Linee di indirizzo della Regione Lombardia per la “Prevenzione e gestione integrata Ospedale- Territorio del sovrappeso e dell’obesità in Lombardia” per il Triennio 2008-2010, che prevedono che ogni azienda sanitaria definisca un programma di interventi finalizzati a prevenire e trattare il sovrappeso e l’obesità, indirizzate alle ASL, alle Aziende Ospedaliere, IRCCS pubblici e privati, Case di Cura private accreditate e Ospedali Classificati.

Il documento raccomanda di garantire l’appropriatezza e la continuità di cura tra ospedale e territorio per la prevenzione e il trattamento dell’obesità/sovrappeso nell’adulto.

Ai medici delle strutture ospedaliere la Regione Lombardia chiede, in occasione di ogni ricovero, di verificare sistematicamente lo stato nutrizionale mediante il calcolo della massa corporea.

Prevenzione della disabilità degli anziani

Si vuole qui sottolineare una serie di azioni e di progettualità volte a consolidare e potenziare la rete dei servizi sociosanitari al fine di consentire una reale continuità e completezza della presa in carico degli anziani e a favorire un invecchiamento in salute. Tra le più recenti, vanno citate quelle previste dal Piano Regionale di Prevenzione 2010-2012, approvato con DGR del 29/12/2010, n. 1175, nel quale sono stati codificati vari interventi:

– Progetto: Prevenire le lesioni in seguito ad incidenti in ambiente domestico (target anziani e target pediatrico).

- Per il target anziani mira a consolidare i progetti realizzati in ambito locale negli anni passati a livello locale (es. Progetto tartaruga) nonché promuovere interventi favorenti attività motoria e finalizzati al miglioramento dell’equilibrio posturale quale fattore protettivo delle cadute, con particolare attenzione ai gruppi di cammino.

– Programma: Contribuire al miglioramento della rete dei servizi di assistenza ad anziani e disabili Analizzare i dati epidemiologici e delle prestazioni fornendo un quadro complessivo ai decisori. Prevenire le complicanze e la disabilità per patologie cronico-degenerative attraverso:

- L’approfondimento di indicatori epidemiologici sull’impatto derivante dall’invecchiamento, dalla disabilità, esito spesso di patologie che precedentemente portavano alla morte;

- la protezione e la promozione della salute negli anziani che sono una risorsa potenziale per la collettività;

- la prevenzione di fattori comportamentali di rischio e biomedici (modificabili e prevenibili) che possono favorire una rapida progressione verso la fragilità e la disabilità;

- l’introduzione di elementi favorenti l’integrazione dell’anziano e disabile nella pianificazione urbanistica ed edilizia (strutture abitative ma anche residenziali collettive).

Promozione attività fisica

Nella Regione Lombardia, pur risultando dati meno negativi rispetto alla media nazionale, le ultime rilevazioni (ISTAT 2008) evidenziano che tra le persone di 18 anni e oltre vi era il 9,6% di obesi e il 33% di sovrappeso.

Gli effetti positivi dell’attività fisica sulla patologia cronica non trasmissibile (da quella cardiovascolare, al diabete, all’obesità, alla osteoporosi e ad alcune patologie neoplastiche quali il cancro del colon e della mammella) sono solidamente documentati. All’inverso, sono altrettanto ben noti il peso epidemiologico delle malattie croniche e il ruolo di fattore di rischio nei confronti delle stesse rappresentato dalla sedentarietà.

Appunto per tale duplice motivo, la promozione dell’attività fisica, da una parte rientra tra le “priorità chiave” nelle politiche di sanità pubblica dell’Unione Europea e dell’OMS e, dall’altra rappresenta una direttrice lungo la quale si è già instradato il nostro Paese, come può ben dedursi sia dai Piani regionali di prevenzione (scaturiti dal Piano nazionale della prevenzione e che hanno generalmente previsto specifici interventi volti ad aumentare l’attività fisica nella popolazione generale e in specifici gruppi a rischio), sia dalle indicazioni dei vigenti Piano Socio-Sanitario regionale che esprimono la necessità che, nell’ambito della promozione della salute, particolare rilievo sia rivolto all’attività motoria.

La DGR del 22/12/2011, n. 9/2734 Testo unico delle regole di gestione del sistema sociosanitario regionale, prevede che nell’ambito degli obiettivi generali è stata indicazione alle ASL che il Documento di Programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e sociosanitari contenga il “piano integrato locale degli interventi di promozione della salute” che sulla base di criteri di appropriatezza professionale (coerenza con i dati di contesto del territorio di riferimento, esistenza di prove di efficacia o in loro assenza il riferimento a “buone pratiche”, sostenibilità) e organizzativa (integrazione e intersettorialità) declini:

– scala di priorità; – obiettivi di salute;

– indicatori di risultato misurabili anche in termini di guadagno di salute atteso.

Gli interventi saranno rendicontati annualmente mediante strumenti messi a disposizione dalla Direzione Generale Sanità; in particolare gli indicatori previsti sono per l’area della promozione dell’attività fisica: adottare il progetto “scale per la salute” nelle sedi/presidi della azienda sanitaria locale, incrementare i piedibus attivi sul territorio, avviare i piedibus sul territorio laddove non ancora attivati, incrementare i gruppi di cammino attivi sul territorio, avviare i gruppi di cammino sul territorio laddove non ancora attivati.

Attuazione a livello territoriale di progetti piedibus/walkingbus e Gruppi di cammino per la promozione dell’attività fisica di bambini, adulti e anziani, infatti è stato attuato da circa il 40% delle ASL il Progetto “Pedibus”, per promuovere una regolare l’abitudine all’attività fisica nei bambini e nelle famiglie ed è stato attuato da circa il 50% delle ASL il progetto “Gruppi di cammino”, per promuovere una regolare abitudine all’attività fisica nelle persone anziane. Questi progetti consentono di raggiungere obiettivi importanti: la promozione dell’attività fisica, dell’autonomia, la socializzazione, il rispetto per l’ambiente, recuperando una semplice abitudine: camminare.

Dall’analisi dei Piani, partendo dal Piano Sociosanitario regionale 2007-2009 si sono posti l’obiettivo prioritario di promuovere nuovi stili di vita attivi per i cittadini; in questo ambito l’attività fisica regolare viene riconosciuta come fattore determinante per il miglioramento e il mantenimento della salute dalle più consolidate ricerche scientifiche.

Infatti, i principali obiettivi che l’attività fisica e motoria si pone sono il miglioramento delle competenze fisiche e lo sviluppo delle modalità di accettazione del proprio corpo e di fiducia nei confronti della propria capacità corporea; l’aumento della sensazione di benessere e la riduzione del rischio di depressione; la prevenzione della perdita di autonomia nelle attività quotidiane; il rivolgersi verso l’esterno e riconsiderare questa meta come fonte di rilancio personale; il frequentare gruppi amicali, reinserendosi nel tessuto sociale al di fuori della propria casa; l’aumento della capacità di comunicare con gli altri.

Recentemente la DGR n. IX/2056 del 28/7/2011 “Progetto Sperimentale Sulla Prescrizione dell’esercizio fisico come strumento di Prevenzione e Terapia in Lombardia in attuazione dell’accordo tra Ministero della Salute e Regione Lombardia del 23 dicembre 2010”, è finalizzato al raggiungimento

dell’obiettivo generale di implementare in sede regionale e valutare la funzionalità di una struttura organizzativa attraverso la quale la pratica terapeutica e preventiva dell’esercizio fisico è correttamente prescritta e somministrata alla popolazione eligibile. La sperimentazione lombarda vede il coinvolgimento dell’ASL di Brescia, di Como, di Milano, Monza Brianza e di Varese cui assegna i compiti di governo per l’attuazione del progetto a livello territoriale, nonché l’individuazione dei Servizi/UO di Medicina dello Sport da coinvolgere relativamente alle prestazioni di 1° e/o 2° livello, e delle strutture di allenamento per l’erogazione dell’attività fisica prescritta. Per la prescrizione dell’esercizio fisico sono state impegnate nella definizione dei principi e criteri generali per la presa in carico di persone che presentano fattori di rischio e di quelle affette da condizioni patologiche, che possono trarre giovamento da un esercizio fisico correttamente prescritto e somministrato in modo controllato e per sperimentare programmi di prevenzione e cura basati sull’esercizio fisico, approntando le modalità organizzative all’interno delle quali avvengono sia la prescrizione di attività fisica, personalizzata sulle caratteristiche del singolo, sia la somministrazione attraverso percorsi che garantiscano il raggiungimento e il mantenimento nel tempo dei livelli di attività prescritta.