Le Iniziative di Transizione
2. Fra teoria e prassi: Le Iniziative di Transizione.
2.5 La Transizione: motore dell’innovazione sociale.
2.5.1 La relazione tra incertezza ed innovazione e la logica della narrazione.
Un ingrediente essenziale dell’innovazione sono i processi cognitivi e comunicativi che sottendono al funzionamento del sistema emergente (Lane e Maxfield, 2010)101, formulati dai protagonisti del cambiamento.
101 Il contributo di Lane e Maxfield (2010) si riferisce all’incertezza degli “agenti” che
innovano e il modo in cui l’incertezza influenza la loro azione nei sistemi di mercato. Il loro saggio rappresenta una riflessione teorica sull’innovazione come processo sociale che caratterizza il cambiamento strutturale nello spazio degli “agenti” e degli “artefatti”. Infine dimostrano l’inefficacia delle politiche per l’innovazione che si occupano soltanto di promuovere la creazione di nuove entità nello spazio degli artefatti senza considerare le trasformazioni nello spazio degli agenti.
Ogni azione è inevitabilmente legata all’incertezza:
Qualunque azione intenzionale umana è compiuta nel tempo. È compiuta nel presente, è diretta verso una trasformazione futura di certi aspetti della situazione attuale, e il modo con cui è compiuta dipende dall’esperienza passata dell’attore. Possiamo immaginare l’azione come un ponte che gli attori costruiscono nel presente, collegando il loro passato con un futuro desiderato. Ovviamente le conseguenze di qualunque azione dipendono dalle azioni e dalle attribuzioni altrui, oltre che dalle leggi immutabili della fisica e della chimica102, e i nuovi contesti in
cui gli attori vengono a trovarsi in seguito alle loro azioni possono quindi essere lontani dalle intenzioni degli attori stessi. E il processo va avanti: in questi nuovi contesti, gli attori agiscono, ancora una volta, basandosi sulla loro esperienza passata, incrementata ora da ciò che è appena successo, dirigendosi verso trasformazioni future che possono differire da quanto poco prima avevamo pensato. (Lane, Maxfield, 2010: 10)
Il modo in cui gli attori interpretano la loro situazione attuale, i desideri e le modalità di trasformazione e l’efficienza delle strategie, rappresenta l’incertezza dell’azione.
Si possono distinguere tre tipi di incertezza che differiscono su cosa l’attore è incerto: incertezza epistemologica, semantica ed ontologica. Nell’incertezza epistemologica, gli attori sono incerti sulla veridicità delle posizioni assunte; nell’incertezza semantica, gli attori dubitano del significato delle proprie azioni103; l’incertezza ontologica è legata al concetto di ontologia degli attori ossia: «quali tipi di entità abitano il loro mondo; quali tipi di interazioni queste entità possono avere fra loro; in che modo le entità e i loro modi di interazione cambiano come risultato di queste interazioni.» (Lane, Maxfield,
2010: 13).
Per affrontare l’incertezza ontologica – che a differenza di quella epistemologica e di quella semantica può paralizzare l’azione, poiché impedisce la formazione di posizioni rilevanti sulle conseguenze future – secondo la “teoria alternativa dell’azione”, proposta da Lane e Maxfield (2010), l’analisi delle conseguenze future è sostituita da una narrazione:
Il concetto centrale di tale teoria è l’idea di narrazione: gli attori tengono a bada temporaneamente l’incertezza ontologica interpretando i contesti in cui devono agire in termini di storie la cui struttura è basata sulla loro esperienza passata, e,
102 N.d.A.: E della sociologia e dell’economia, le cui «leggi» possono non essere
immutabili, ma possono comunque influenzare ciò che accade.
103 Possono conseguirne fraintendimenti dovuti all’attribuzione di significato da parte di
differenti attori: un partecipante arriva a capire che un altro assegna un differente significato ad uno stesso termine, frase o evento.
quindi, seguono una logica narrativa, recitando il loro ruolo in quella storia. (Lane, Maxfield, 2010: 14).
Sul piano dell’azione sociale i processi di influenza delle minoranze conflittuali orientate al cambiamento (Moscovici, 1976; Moscovici, Nemeth, 1974)104 possono essere letti nel quadro della “teoria alternativa dell’azione”.
Il racconto, usato nella forma linguistica per comunicare un’esperienza umana, collega una serie di eventi e di personaggi; non solo riporta una storia ma ne offre una spiegazione. L’efficacia di un racconto dipende dalla credibilità del narratore che dovrà essere capace di presentare le storie come successione di eventi in cui interagiscono i diversi personaggi; definire nel modo più appropriato il contesto degli eventi in armonia con il passato e le credenze condivise con l’ascoltatore; infine, ogni azione dovrà essere presentata come conseguenza della propria identità, ossia all’interno di una struttura narrativa nella quale riconoscere l’azione di chi espone la storia (Lane, Maxfield, 2010:18)105:
La logica narrativa permette agli attori di “sapere” molto più di quanto essi possano effettivamente osservare, e di conseguenza di compiere azioni, determinate dalla logica delle loro storie, con più fiducia di quanto avrebbero fatto basandosi solo su quanto accaduto “nei fatti”. È possibile sostenere che questa maggior fiducia si possa tradurre in un’azione più efficace.
La “logica della narrazione” rischia però di determinarsi come un confine. Un racconto è destinato a funzionare all’interno di una “comunità narrativa” in cui un gruppo di persone condivide un orizzonte di senso che coincide con dei fatti culturali comuni.
Controllare l’incertezza ontologica, avvalendosi della strategia della narrazione, potrebbe dunque richiamare alla costruzione di storie in grado di accordare potenzialmente più comunità narrative.
104 Sui processi di influenza delle minoranze conflittuali si legga 4.1.
105 Lane e Maxfield (2010) sottolineano l’importanza della variabile temporale
nell’esercizio di controllo dell’incertezza ontologica attraverso la narrazione. Chiariscono come gli attori, non potendo usare le previsioni di conseguenze future delle azioni compiute nel presente attraverso la logica narrativa, propongono una modalità alternativa entro cui creare nuovi percorsi narrativi, altrettanto capaci di sostenere la coerenza del legame tra personaggio ed epilogo.