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Stati Uniti ed “Europa” tra cambiamento e continuità

ATLANTISTI, POST-ATLANTISTI E RELAZIONI ATLANTICHE ALL’INIZIO DEL XXI SECOLO

2. Stati Uniti ed “Europa” tra cambiamento e continuità

Il punto di partenza ineludibile, per qualunque analisi delle relazioni atlanti-che sul finire del secondo decennio del XXI secolo, è la constatazione atlanti-che, con Donald Trump, si è installato alla Casa Bianca un Presidente che ha manifestato negli anni il proprio disinteresse, quando non la propria esplicita ostilità, per i principi del liberalismo e per le istituzioni multilaterali, in larga misura ispirate da Washington, che di quei principi hanno sorretto l’avanzata a partire dalla se-conda guerra mondiale 16. Presidente dai tratti scopertamente padronali, razzisti e misogini in politica interna, Trump aveva espresso con chiarezza l’intenzione di cambiare radicalmente il corso della politica estera statunitense già nel corso della campagna elettorale del 2016, improntata alla retorica “America first” con un esplicito richiamo al movimento dai forti tratti antisemiti di cui fu portavoce l’aviatore Charles Lindbergh nel periodo tra le due guerre 17. Dalla data della

15 Sulla rilevanza di Stati Uniti e Unione europea nelle statistiche dei commerci e degli inve-stimenti mondiali: ILIAS AKHTAR S., US-EU Trade and Investment Ties: Magnitude and Scope, in

Congressional Research Service Paper, 9 July 2019, https://fas.org/sgp/crs/row/IF10930.pdf. Per

il potere, grandezza più difficilmente misurabile, si vedano gli indicatori delle “capacità” militari dei vari attori “globali” in POSEN B., Restraint: A New Foundation for US Grand Strategy, Cor-nell University Press, Ithaca-London, 2014, pp. 12, 88 e 92. Una lettura politica sintetica di tali dati si trova in DI NOLFO E., Il mondo atlantico e la globalizzazione, Mondadori Università, Mila-no, 2014.

16 Un ritratto del presidente è in WOLFF M., Fire and Fury. Inside the Trump White House, Little Brown, Boston, 2018.

17 Transcript: Donald Trump’s Foreign Policy Speech, in The New York Times, 27 April

2016. Un tentativo di inquadrare intellettualmente la politica estera di Donald Trump è quello di BRANDS H., American Grand Strategy in the Age of Trump, Brookings Institution Press, New York, 2018.

sua entrata in carica, hanno fatto le spese degli attacchi di Trump tanto le istitu-zioni globali come le Naistitu-zioni Unite e l’Organizzazione mondiale del commer-cio, quanto varie organizzazioni e trattati di carattere regionale o specifico: in tre anni il Governo degli Stati Uniti si è ritirato dal Joint Comprehensive Plan of

Action (meglio noto come accordo sul “nucleare iraniano”) e dalla Trans-Pacific Partnership (TTP) e ha imposto la rinegoziazione del Trattato di libero

commercio del Nord-America (NAFTA). Washington ha poi aumentato le ma-novre destabilizzanti contro il governo “chavista” in Venezuela e ristabilito nu-merose restrizioni agli scambi economici con Cuba (rimosse da Barack Obama negli anni precedenti); ha spostato a Gerusalemme l’ambasciata statunitense in Israele e avviato una dura guerra tariffaria con la Repubblica popolare cinese; ha infine annunciato l’intenzione di ritirarsi dagli accordi di Parigi sulla mitiga-zione dei cambiamenti climatici 18.

In questo contesto, già in campagna elettorale Trump si era schierato aper-tamente a favore dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, aveva accu-sando i Paesi europei di essere free rider delle spese militari statunitensi e aveva dichiarato la NATO “obsoleta” 19. Con il suo arrivo alla presidenza, il Partena-riato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP), a lungo negozia-to dall’amministrazione Obama, fu lascianegozia-to immediatamente cadere 20. La prima

National Security Strategy dell’amministrazione Trump, licenziata a dicembre

2017, spiegava che per anni gli Stati Uniti avevano subito una “condivisione in-giusta degli oneri con i [loro] alleati” e che ciò, insieme a un “inadeguato inve-stimento” nelle forze armate statunitensi, aveva aumentato i pericoli per il Pae-se 21. Senza che sia qui possibile rendere conto di ogni tweet o dichiarazione presidenziale, con relativa coda di eventuali correzioni di rotta, è poi sufficiente ricordare come, alla vigilia di un summit con il suo omologo russo Vladimir Pu-tin, a luglio 2018 Trump abbia indicato la UE come il principale “nemico” [foe]

18 Per un quadro d’insieme: TOOZE A., Crashed: How a Decade of Financial Crises Changed

the World, Penguin, London, 2018, cap. 24.

19 PARKER A., Donald Trump, in Scotland, Calls ‘Brexit’ Result ‘a Great Thing’, in The New

York Times, 24 June 2016; HABERMAN M.,SANGER D., Transcript: Donald Trump Expounds on

His Foreign Policy Views, in The New York Times, 26 March 2016. Nel suo libro-programma

elettorale del 2015, Trump scriveva delle alleanze statunitensi: “Se dobbiamo continuare a essere i poliziotti del mondo, dobbiamo farci pagare per farlo. […] Difendiamo la Germania. Difendia-mo il Giappone. DifendiaDifendia-mo la Corea del Sud. Sono Paesi potenti e ricchi. Non otteniaDifendia-mo niente da loro in cambio”: TRUMP D., Crippled America. How to Make America Great Again, Simon & Schuster, New York, 2015, poss. 477 e 500 (edizione Kindle).

20 GOODMAN P., On Trade, a Politically Feisty Trump Risks Economic Damage, in The New

York Times, 30 April 2017.

21 TRUMP D., National Security Strategy of the United States of America, December 2017, p. 1, https://www.whitehouse.gov/articles/new-national-security-strategy-new-era/.

degli Stati Uniti, “per ciò che [essa fa] nel commercio”, ribadendo poi il concet-to a maggio 2019 con un attacco personalizzaconcet-to alla Commissaria europea alla concorrenza 22.

D’altro canto, sul finire del 2019, a fronte dell’aumento delle tensioni geopo-litiche su molti fronti (incluso quello con la Russia, rispetto alla quale Trump ha ritirato gli Stati Uniti dal Trattato INF del 1987), gli effetti pratici di questo in-negabile cambiamento erano relativamente limitati. Il ritiro dall’accordo sul nu-cleare iraniano ha condotto a un deciso aumento delle tensioni nel Golfo persi-co 23. Il boicottaggio degli accordi sul clima ha complicato il raggiungimento di obiettivi già ritenuti insufficienti da numerosi commentatori 24. Infine, l’abban-dono del confine turco-siriano da parte delle forze speciali statunitensi, a ottobre 2019, ha costituito la “luce verde” per un’aggressione turca all’Amministrazio-ne Autonoma del Nord-Est della Siria a maggioranza curda, segnando l’avvio di un ulteriore e drammatico avvitamento della guerra in corso da anni nel Paese mediorientale 25. Eppure, sebbene in relativa discontinuità rispetto alle scelte di Obama, la tensione con l’Iran, l’ostilità per i trattati sul clima e l’alleanza con la Turchia non sono certo novità strutturali nella politica estera statunitense. Inol-tre, la rinegoziazione del NAFTA ha prodotto un nuovo Trattato, per certi versi simile al vecchio 26; la guerra tariffaria con la Cina ha condotto all’avvio di un pur difficile negoziato tra le parti 27; la diplomazia spregiudicata con la Corea del Nord, pur allentando le tensioni con il Paese asiatico, non ha prodotto risul-tati concreti 28.

Nelle relazioni atlantiche, nel 2019 la guerra tariffaria restava una possibilità

22 ROTH A. et al., Trump Calls European Union a ‘Foe’ – Ahead of Russia and China, in The

Guardian, 15 July 2018,

https://www.theguardian.com/us-news/2018/jul/15/donald-trump-vladimir-putin-helsinki-russia-indictments; DALLISON P., Trump: Europe Treats Us Worse than

China, in Politico, 26 June 2019,

https://www.politico.eu/article/trump-europe-treats-us-worse-than-china/.

23 JAFFE A., Hormuz and Oil: The Global Problem of a Global Market, in Council of Foreign

Relations, 24 July 2019, https://www.cfr.org/blog/hormuz-and-oil-global-problem-global-market. 24 DUKE R., Leaving the Paris Agreement Is a Bad Deal for the United States, in Foreign

Pol-icy, 19 May 2019,

https://foreignpolicy.com/2019/05/19/leaving-the-paris-agreement-is-a-bad-deal-for-the-united-states/.

25 KIRKPATRICK D.,HUBBARD B.,HALBFINGER D., Trump’s Abrupt Shifts in Middle East

Un-nerve U.S. Allies, in The New York Times, 13 October 2019.

26 KRUGMAN P., America, the Cowardly Bully, in The New York Times, 4 March 2019.

27 BRADSHER K.,SWANSON A., For Both Trump and Xi, Trade Deal Comes amid Growing

Pressures at Home, in The New York Times, 12 October 2019.

28 HIRSH M., Trump Just Gave North Korea More Than It Ever Dreamed of, in Foreign

Poli-cy, 30 June 2019,

concreta, ma i flussi bilaterali di beni, investimenti e capitale finanziario, già storicamente massicci, registravano valori in ulteriore crescita 29. In varie dichia-razioni, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron hanno avanzato il progetto di un’“Europa della difesa” implicitamente finalizzata a controbilanciare gli Stati Uniti 30. Ma già nel 2018 la NATO cele-brava l’aumento delle spese militari dei propri membri europei secondo i desi-derata trumpiani, notando con soddisfazione che, se ancora gli Stati Uniti copri-vano il 70% del bilancio militare dell’Alleanza (a fronte del 50% del PIL),

in real terms, defence spending among European Allies and Canada increased by almost 4% from 2017 to 2018. Furthermore, in the period from 2016 to 2018, they have contributed an additional cumulative spending of over USD 41 billion 31

.

Inoltre, come ha osservato Benjamin Haddad, malgrado gli attacchi di Trump alla NATO, la stessa amministrazione statunitense ha in realtà accresciuto il proprio impegno militare in Europa, portando il bilancio della European

Deter-rence Initiative a 6,5 miliardi di dollari nel 2019 (circa il doppio di quanto a suo

tempo stanziato da Obama) e aumentando il numero di soldati statunitensi effet-tivamente presenti sul suolo europeo 32. Se quindi non ci sono elementi suffi-cienti per ritenere che quella trumpiana sia solo retorica, né per escludere che la tensione accumulata si scarichi in futuro in terremoti politici o economici deva-stanti, non è possibile nemmeno escludere che retorica e tensione siano soprat-tutto strumenti negoziali, utilizzati spregiudicatamente dall’autore (quanto meno nominale) di The Art of the Deal per cambiare una serie di accordi senza neces-sariamente stravolgerne il senso 33.

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