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Cronache Economiche. N.007-008, Anno 1976

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(1)

CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA

DI TORINO

7/8

SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE (IV GRUPPO) / 70 . 2° SEM.

ANNO 1976

(2)
(3)

Analizziamo l'aria

di Torino per ridurre

l'inquinamento

Fiat a Torino :

1 stazione di rilevamento

e analisi aria sulla

mole antonelliana e altre 13

nei punti chiave della città

anno

Centro Ricerche

(4)

Filiale di Torino v. S. Fr. Paola 27 Tel. 512912 - Borsino Tel. 519941 - Agenzie in v. Micca, str. S. Mauro e a Collegno. Prossima apertura: Carmagnola e Borgaro.

LA TERRA HA BISOGNO

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Da oltre mezzo secolo

ci occupiamo di agricoltura, un settore sempre più di attualità economica per il Paese,

e ben conosciamo

le sue legittime crescenti esigenze. Dalla semina al raccolto siamo tradizionalmente presenti

con la nostra esperienza

BANCA NAZIONALE DELL' AGRICOLTURA

pensateci bene

è tempestività

tutta la produzione italiana

sempre sulla scrivania

degli operatori economici

di tutto il mondo

(5)

cronache

economiche

rivista della camera di commercio industria artigianato e

agricol-tura di forino

numero 7/8 anno 1976

Corrispondenza, manoscritti, pubblicazioni deb-bono essere indirizzati alla Direzione della Ri-vista. L'accettazione degli articoli dipende dal giudizio insindacabile della Direzione. Gli scritti firmati o siglati rispecchiano soltanto il pen-siero dell'Autore e non impegnano la Direzione della Rivista né l'Amministrazione Camerale. Per le recensioni le pubblicazioni debbono es-sere inviate in duplice copia. È vietata la ri-produzione degli articoli e delle note senza l'autorizzazione della Direzione. I manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

Direttore responsabile : Giancarlo Biraghi Vice direttore: Franco Alunno Redattore capo: Bruno Cerrato

sommario

A. Frignani

3 La tutela del consumatore nella Comunità Economica Europea

F. Testore

11 L'industria e la tecnologia tessile di fronte a nuove realtà

M . Bianchi

26 Valorizzazione zootecnica delle terre abbandonate e marginali

G. Colosi - A. Lofaro

30 Premesse per una rilettura critica della funzione dei gruppi d'acquisto

A. Salvo

43 L'università nei piani regionali piemontesi

A. Trincheri

48 Un credito orientato senza troppi vincoli

S. Briccarello

51 Le « conferenze tripartite » sul cammino dell'Europa

M . Colombano

65 Tempo di ferie

F. Fox

68 Un problema: la rottamazione delle auto

P. Condulmer

74 Alla Mandria nel tempo * * *

78 Un po' più pluralistica l'economia piemontese 80 Tra i libri

87 Dalle riviste

Figura in copertina:

Enrico Reycend, Dalle alture torinesi, 1906. (Galleria civica d'arte mo-derna di Torino).

D i r e z i o n e , r e d a z i o n e e a m m i n i s t r a z i o n e

(6)

C A M E R A DI COMMERCIO

I N D U S T R I A A R T I G I A N A T O E A G R I C O L T U R A

E U F F I C I O P R O V I N C I A L E I N D U S T R I A COMMERCIO E A R T I G I A N A T O

Sede: Palazzo degli Affari - Via S. Francesco da Paola, 24

Corrispondenza: 10123 Torino - Via S. Francesco da Paola, 24

10100 Torino - Casella Postale 413.

Telegrammi: Camcomm. Telefoni: 57161 (10 linee). Telex: 21247 CCIAA Torino.

C/c postale: 2/26170.

Servizio Cassa: Cassa di Risparmio di Torino.

- Sede Centrale - C/c 53.

BORSA V A L O R I

10123 Torino - Via San Francesco da Paola, 28.

Telegrammi: Borsa.

Telefoni: Uffici 54.77.04 - Comitato Borsa 54.77.43

- Ispettore Tesoro 54.77.03.

BORSA MERCI

10123 Torino - Via Andrea Dorla, 15.

Telegrammi: Borsa Merci - Via Andrea Doria, 15. Telefoni: 55.31.21 (5 linee).

G A B I N E T T O CHIMICO MERCEOLOGICO

(presso la Borsa Merci) - 10123 Torino - Via Andrea Doria, 15.

(7)

La tutela del consumatore

nella Comunità Economica Europea

Aldo Frignarti

Il tema che si intende affrontare in questa re-lazione è reso più difficile dal fatto che entrano in considerazione argomenti di natura economica, politica e sociale che possono dar luogo a rispo-ste diverse.

In secondo luogo si tratta di definire alcuni concetti che, finché rimangono nebulosi o sono assunti con diversi significati, contribuiscono a complicare il discorso. Intendiamo riferirci so-prattutto al « consumatore ». Non si tratta di una particolare « parte sociale », non si tratta di una particolare categoria di cittadini poiché tutti quanti (lavoratori, imprenditori, politici, uomini di governo, ecc.) possono essere consumatori: consumatori di beni o di servizi, di beni privati o di beni sociali, quali la cultura, l'assistenza so-ciale e cosi via.

In sostanza non si tratta di mettere una cate-goria di persone contro l'altra, ma di tener conto che secondo le nostre funzioni o il ruolo che noi occupiamo nella società ciascuno di noi può es-sere, di volta in volta, consumatore, distributore o produttore.

Non si può farne un problema di classe. A no-stro parere si tratta invece di risolvere dei rap-porti differenti tra produzione, distribuzione e consumi, come funzione essenziale della moderna società, perché gli stessi soggetti possono essere di volta in volta produttori, consumatori o distri-butori .

È una esigenza oggettiva, che tende anche a superare schemi politici che, con una mentalità un po' manicheistica, tendono a dividere il mon-do e cioè capitalista da una parte e non capita-lista (o sociacapita-lista) dall'altra; i problemi che si pongono per la tutela del consumatore sono, per buona parte, validi anche nei Paesi cosiddetti so-cialisti.

Il secondo rilievo preliminare è che i

consuma-tori in quanto tali invocano una tutela dall'esterno e cioè molte volte invocano una nuova disciplina giuridica oppure qualcuno che faccia osservare le leggi stabilite (')• Ma raramente si pone l'accento su un minimo di diligenza che ogni singolo con-sumatore dovrebbe impiegare. In realtà non esiste sistema o tecnica, completamente estranea al con-sumatore stesso, che sia in grado di esaudirne le esigenze o tutelarlo nella sua richiesta tesa a sop-perire ad una sua mancanza di attenzione e di-ligenza.

Incombe infatti a tutti noi il dovere di batterci (nei limiti in cui crediamo ad una diversa qualità di vita) per migliorare la situazione presente (im-piegando maggiore diligenza, facendo delle scelte razionali e non irrazionali e pertanto premiando i produttori ed i distributori onesti e non quelli disonesti); come d'altra parte incombe agli organi che istituzionalmente ne hanno il dovere di fare quanto è possibile per evitare gli abusi, colmare le lacune, disciplinare situazioni nuove, ciascun organo nella sua propria competenza: il che vuol dire il Parlamento con delle leggi aggiornate e chiare; l'esecutivo con norme di attuazione im-mediate e di facile esecuzione, con controlli se-veri, ecc.; il giudiziario con applicazioni severe di tale normativa.

In sostanza un discorso sulla tutela del consu-matore che non voglia essere puramente ideolo-gico richiede da parte di tutti noi (come singoli o come associazioni di categoria) uno sforzo di maggior diligenza, di maturazione e di riflessione.

(8)

* * >}:

Venendo alla situazione legislativa e giudizia-ria attuale va sottolineato che rimane comunque un amplissimo spazio per migliorare la situazione presente. E qui la situazione varia da Stato a Stato. In Italia poco si è fatto (o lo si è fatto confu-samente, senza un disegno ampio e con norme di-sarticolate) anche se la dottrina negli ultimi 10 anni ha dato luce a contributi stimolanti se non provocatori.

È inevitabile che il problema finisse sul tavolo degli organi comunitari, seppure con un po' di ritardo, poiché nel Trattato di Roma il migliora-mento della « qualità della vita » è posto come uno degli obiettivi principali da raggiungere e poiché l'art. 2 fissa come compito della Comunità quello di promuovere « uno sviluppo armonioso dell'attività economica, una stabilità accresciuta, un miglioramento sempre più rapido del tenore di vita ».

Nei primi 15 anni della CEE tale problema non è stato affrontato in modo deciso e in un quadro programmatico ben delineato, ma ci si è limitati ad operare settore per settore con provvedimenti slegati e che, pur tendendo ad un unico fine, non si componevano in un quadro armonioso.

Finalmente l'impatto di alcune iniziative cla-morose, la stampa, la voce dei consumatori (rag-gruppamenti di varie associazioni e rappresentan-ze) si è fatta sentire, tanto che nella riunione dei Capi di Stato e di Governo tenuta a Parigi nell'ot-tobre del 1972 fu solennemente riaffermato che « l'espansione economica non è un fine a sé stan-te, essa deve tradursi in un miglioramento del te-nore di vita », e si invitarono gli organi comuni-tari a coordinare le azioni di protezione del con-sumatore. Si arriva cosi alla risoluzione del Con-siglio della CEE, approvata il 14 aprile 1975, riguardante un « programma preliminare della CEE per una politica di protezione e di formazio-ne del consumatore », che può essere considerata la magna charta dei consumatori in Europa, e che in un certo senso riecheggia i famosi quattro

rights che costituiscono gli obiettivi del consu-mer ism aconsu-mericano (2).

In essa vengono fatte una serie di affermazioni circa i diritti fondamentali dei consumatori e sul-la base di questi si delineano una serie di provve-dimenti da prendere, di traguardi da raggiungere onde garantire agli stessi completa attuazione.

Il programma si apre con alcune considerazioni di base circa il consumatore e l'economia. Si

co-mincia con l'osservare che « il consumatore non è più in grado di svolgere pienamente la propria funzione di fattore di equilibrio » (e non è chi non ricordi in proposito la famosa frase di Einau-di, secondo cui il consumatore è il re del mondo economico), e si rileva che oggi egli è un destina-tario passivo delle grandi decisioni in materia eco-nomica e commerciale, tanto da diventare « og-getto di campagne pubblicitarie e di pressioni da parte di gruppi di produzione e di distribuzione estremamente organizzati ». Si noti l'uso della pa-rola « oggetto »: delle persone sono diventate degli oggetti.

Si aggiunge poi che « il produttore e il distri-butore hanno sovente maggiori possibilità del con-sumatore di determinare le condizioni di mer-cato ».

Come si vede, si tratta di un'analisi in termini generalissimi dei rapporti tra il consumo e la pro-duzione, alla base dei quali ci sono delle osser-vazioni di carattere storico circa il diverso rap-porto tra produttore e consumatore che si è ve-nuto evolvendo rapidamente negli ultimi tempi, soprattutto con la produzione di massa, che se-gna un traguardo necessario nello sviluppo del-l'economia neocapitalistica e che evidenzia l'esi-genza per i produttori-distributori di avere una programmazione; il che vuol dire essere abba-stanza sicuri che una volta messo in produzione un certo bene, e cioè acquistate le materie prime, assunti i dipendenti per fabbricarlo ed i collabo-ratori per distribuirlo, ci sarà la domanda dello stesso e una domanda a certe condizioni. Oggi si nota una esigenza, che è diventata quasi dramma-tica, di forzare in un certo senso la mano al con-sumatore, cioè di far sorgere o canalizzare dei bi-sogni da soddisfare che altrimenti sarebbero ri-masti latenti.

Lo sviluppo attuale dell'economia ha portato ad una specializzazione accentuata di queste for-me, ad una specie di « dominio » di una parte sull'altra, con abusi, di fronte ai quali non si può più rimanere insensibili. Tali abusi sono stati rea-lizzati mediante schemi giuridici o tecniche com-merciali diversi: si pensi alle pratiche commer-ciali, alle condizioni contrattuali, al credito al consumo, alle campagne pubblicitarie. Di tali stru-menti giuridici, in sé stessi leciti, si è poi

abu-(2) CEE — Risoluzione del Consiglio — 14 aprile 1975, in

Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee, n. C 92 del 25

(9)

sato, piegandoli alla conquista ed allo sfruttamen-to del consumasfruttamen-tore.

Per superare, seppure gradualmente, questo sta-to di cose, la CEE ha individuasta-to alcuni obiettivi fondamentali della propria politica nei confronti dei consumatori e cioè:

A) efficace protezione contro i rischi per la salute e la sicurezza del consumatore;

B) efficace protezione contro i rischi che pos-sono nuocere ai suoi interessi economici;

C) mezzi adeguati per la consulenza, l'as-sistenza e il risarcimento danni;

D) informazione ed educazione del consu-matore;

E) consultazione e rappresentanza dei con-sumatori.

Per ognuno di questi 5 obiettivi il Consiglio della CEE ha fissato dei principi: ecco perché pri-ma si parlava di « pri-magna charta ». Si tratta in al-tri termini di affermazioni-base, sulle quali non si può non convenire e che rappresentano — ci si permetta l'analogia — qualcosa di simile ai di-ritti costituzionali.

All'individuazione dei principi fa seguito lo studio dei mezzi e delle tecniche attraverso le quali arrivare alla soddisfazione di tali esigenze basilari. Nella pluralità dei mezzi e delle tecni-che, e per essere realisti, il Consiglio individua delle « azioni prioritarie »; l'aggettivo « priorita-rie » opportunamente sta ad indicare che con ciò non si intende esaurire la gamma dei mezzi attra-verso i quali raggiungere gli obiettivi fissati.

A) Salute e sicurezza.

Fra i principi, sottolineiamo i seguenti: i beni e i servizi offerti al consumatore non devono pre-sentare pericoli per la sua salute e sicurezza. Si tratta di un dato fondamentale e forse anche ri-voluzionario in un documento giuridico, in quan-to se ciò corrisponde ad una istanza profonda-mente matura nell'ambito sociale, non se ne tro-vano tracce concrete nel quadro normativo di mol-ti ordinamenmol-ti giuridici dove una regola del ge-nere non è codificata in nessuna legge positiva.

Come conseguenza, una volta che i beni e i servizi presentano tali vizi devono essere ritirati dal mercato con procedure rapide e celeri: il che si chiama essere concreti e non utopistici nella proposizione di certi obiettivi e nel modo di rag-giungerli.

Per quanto concerne le sostanze o preparati che possono far parte o essere aggiunti a prodotti ali-mentari, il loro impiego deve essere disciplinato mediante elenchi positivi, chiari e precisi da redi-gere a livello comunitario. Non può sfuggire l'im-portanza del rispetto di simile esigenza per la gra-vità degli effetti che sostanze ingerite da organi-smi giovani o debilitati o malati possono provo-care.

Infine si stabilisce che le macchine e le attrez-zature tecniche non devono, vuoi per il modo con il quale vengono impiegate, vuoi per il loro uso, danneggiare la sicurezza e la salute del consuma-tore.

Per raggiungere questi obiettivi la Comunità si prefigge di operare attraverso il ravvicinamento delle legislazioni. Tale scelta si spiega perché l'adozione di una legge uniforme, seppure sotto forma di convenzione, avrebbe creato forti dif-ficoltà sul piano politico-costituzionale. D'altron-de sul piano D'altron-del contenuto non avrebbe potuto adeguarsi a condizioni diverse nei singoli Stati, nei singoli settori e cosi via. La tecnica del ravvi-cinamento implica evidentemente periodi più lun-ghi per arrivare a una situazione soddisfacente, però lascia anche ai singoli Stati l'autonomia nel-la scelta dei modi per raggiungere tali obiettivi, nel rispetto delle peculiari disposizioni costitu-zionali. L'importante è che entro un determinato periodo si adottino misure tali da modificare nel senso voluto dalla Comunità il quadro giuridico. Questo è forse il punto nel quale la Comunità ha fatto maggiori passi avanti, avendo emanato direttive per quanto concerne la protezione della salute e sicurezza nei settori alimentare, cosme-tici e detergenti, utensili e beni di consumo dure-voli, tessili, giocattoli, sostanze pericolose, medi-cinali, concimi e antiparassitari, ecc.

B) Interessi economici.

È questo un punto che talvolta è dimenticato nelle discussioni sulla tutela dei consumatori, nel-le quali fanno premio temi più appariscenti quali la pubblicità, l'inquinamento e cosi via. È qui evidente il riferimento alla esperienza del m o n d o anglosassone, e soprattutto quella americana, do-ve il problema è talmente sentito da costituire

uno dei punti fondamentali della battaglia per gli

equal rights.

(10)

Co-munque la Comunità ha individuato i seguenti principi :

1) Gli acquirenti devono essere protetti con-tro gli abusi di potere del venditore, che si mani-festano mediante contratti tipo unilaterali, clau-sole giugulatorie, condizioni abusive di credito, metodi di vendita non ortodossi.

2) Il consumatore inoltre deve essere pro-tetto dai danni provocati da un prodotto difet-toso. Questo principio si differenzia da quello vi-sto sub A) per il fatto che la sfera della tutela si allarga dalla salute fìsica alla perdita di carattere economico.

3) Vengono infine fìssati tre principi tutti riconducibili al fenomeno della pubblicità: la presentazione e la propaganda dei beni e dei servi-zi non deve essere fuorviante (si noti che l'espres-sione impiegata è diversa da altre espressioni usa-te di solito, quali « mendace » o « falsa »: il si-gnificato della parola ci sembra molto pregnante ed incisivo pur non richiedendo valutazioni asso-lute, ma riferite agli effetti che la stessa può pro-durre sul consumatore che ne è destinatario); in particolare l'autore della pubblicità audiovisiva, oltre che essere sottoposto all'obbligo di non fuor-viare, deve poter dimostrare la fondatezza di quanto affermato. Si tratta di un principio che ancora non si trova codificato nell'ordinamento degli altri Stati membri, ma che è presente per esempio, negli Stati Uniti, nel settore medicinali e alimentari. Tutte le informazioni devono essere esatte. 11 principio qui è diverso: prima abbiamo l'esaltazione dei prodotti o servizi che non deve essere fuorviante; ora, per quanto riguarda le in-formazioni, e cioè le affermazioni specifiche e po-sitive circa la qualità o gli effetti del bene, che devono essere esatti; il che implica non solo il di-vieto di affermare cosa falsa ma anche l'obbligo di non nascondere, per esempio, effetti collaterali, particolari modalità di impiego che, nascosti, po-trebbero indurre il consumatore a fare una scelta errata.

Come si vede si sono toccati una serie di punii ciascuno dei quali richiederebbe u n discorso mol-to lungo. In effetti le azioni prioritarie indivi-duate dal Consiglio sono le seguenti:

a) Armonizzare le condizioni generali per la concessione di crediti al consumo comprese quelle relative alla vendita rateale. L'espressione « credito al consumo », ancora ignota al

legisla-tore italiano, ha^invece una sua identificazione precisa nel mondo statunitense, dove senza dub-bio si è raggiunto il grado di tutela più alto. È chiaro tuttavia che più si restringe l'area del con-cetto di consumo che si intende tutelare (per esem-pio, l'acquisto della casa di abitazione, della mac-china per recarsi sul posto di lavoro, dell'arreda-mento per chi intende formarsi una famiglia, e così via), più ci sarà unanimità di consensi per quanto concerne le ragioni sociali che militano a favore di questa maggiore tutela. Occorre in ef-fetti eliminare le discriminazioni, evitare condi-zioni giugulatorie relative agli interessi o al ri-servato dominio in caso di vendita a rate e così via.

b) Altra azione prioritaria della Comunità consiste nel proteggere il consumatore mediante provvedimenti contro la pubblicità falsa o ingan-nevole e qui ci si rivolge agli Stati che sono invi-tati a stabilire principi che consentano di valu-tare il carattere falso o ingannevole o sleale di una pubblicità e a studiare le procedure per far cessare rapidamente le false campagne pubblici-tarie ed eliminarne gli effetti, vuoi con l'istituzio-ne dell'obbligo di pubblicare messaggi di rettifica vuoi con l'inversione dell'onere della prova.

Dobbiamo qui rilevare en passant che il do-cumento a questo punto perde un po' di vista l'esigenza di precisione terminologica perché, a proposito della pubblicità mescola, accanto al concetto di « fuorviare » sopra commentato, altri e diversi concetti quali la pubblicità falsa, ingan-nevole, sleale, veritiera, ecc. In ogni modo la Com-missione alla fine del 1975 ha già pubblicato u n primo progetto di direttiva sulla « pubblicità in-gannevole e sleale », ora all'esame dei competenti uffici.

c) Al punto terzo ci si propone di proteg-gere il consumatore contro le pratiche commer-ciali abusive, con particolare riferimento alle clau-sole contrattuali, alle condizioni di garanzia, alla vendita a domicilio ed alle vendite a premio, alle consegne di merci non richieste, all'indicazione sulle etichette e sugli imballaggi.

(11)

corrispon-denza o su catalogo e alle vendite a domicilio. Innanzitutto le persone che si recano al domicilio dei consumatori devono essere munite di un tesse-rino di riconoscimento e devono ottenere una autorizzazione che può essere negata per ragioni penali; in secondo luogo le imprese che esercitano la vendita a domicilio, rispondono degli effetti civili dell'attività di queste persone; in terzo luo-go le vendite devono essere coperte da assicura-zione per i danni ai consumatori; infine quando i prodotti non corrispondono alle ordinazioni de-vono essere sostituiti o ne deve venire rimbor-sato il prezzo.

Quanto al primo punto si deve poter consen-tire all'acquirente di risalire alla fonte, per esem-pio per controllare che non si tratti di merce ru-bata, contraffatta o altro: ecco perché è estrema-mente utile una chiara identificazione di coloro che si presentano a domicilio e di coloro che essi rappresentano.

Va infine rilevato che per le particolari moda-lità di svolgimento delle vendite a domicilio o per corrispondenza era frequente il pericolo di acquisti senza un minimo di esame per scoprire se avevano difetti, per scoprire se erano perico-losi o meno: ecco l'utilità dell'assicurazione ob-bligatoria.

Quanto all'obbligo di loro sostituzione in caso di non corrispondenza all'ordinazione, oppure di rimborso della spesa relativa, non sarà inutile ri-cordare che già questo principio si poteva rite-nere presente nel codice civile in materia di con-segna di aliud prò alio e non ci si può non ram-maricare per il fatto che il legislatore italiano non ha avuto il coraggio manifestato dal legislatore francese, il quale ha espressamente previsto un « periodo di pentimento » di 8 giorni entro il qua-le l'acquirente può restituire al mittente i beni venduti al di lui domicilio.

d) Il Consiglio prevede poi una armoniz-zazione delle disposizioni sulla responsabilità per danni da prodotti. Si tratta della cosiddetta « re-sponsabilità oggettiva » per la quale in sede co-munitaria è già stato predisposto un progetto di direttiva e in sede di Consiglio d'Europa è stato elaborato un progetto di legislazione uniforme.

La situazione italiana sul punto è, più che ca-rente, contraria alle esigenze oggi universalmente sentite. Basti pensare alla formulazione dell'arti-colo 2054 per quanto concerne i danni provocati dalla circolazione delle automobili, dove sono

ri-tenuti responsabili solidalmente proprietari e con-duttori con esclusione della responsabilità del fab-bricante, che gli sforzi di una recente dottrina e giurisprudenza, volti ad una « rilettura » dello stesso non riescono tuttavia a superare completa-mente.

È chiaro che in questa materia si tratta di trova-re un criterio di imputazione della trova-responsabilità che permetta un facile e totale risarcimento alla vittima innocente, e ciò si potrà trovare solo cer-cando di fissare preventivamente i principi di una responsabilità del fabbricante, tenendo presente che ciò ricadrà in ultima analisi (contrariamente a quanto ritiene una dottrina che non pecca di ec-cessivo realismo) sulla intera collettività dei con-sumatori perché inevitabilmente il « costo » di tale responsabilità verrà ripianato sull'insieme dei prodotti di quell'impresa.

Si tratta comunque di una esigenza fondamen-tale di tutela del consumatore alla quale si è per-venuti, seppure con strumenti giuridici diversi, in molti Paesi di post-capitalismo quali Stati Uni-ti, Inghilterra, Francia, Germania.

C) Assistenza e consulenza.

Il terzo punto è dedicato all'assistenza e alla consulenza e qui entriamo direttamente nel vivo di quel miglioramento della « qualità culturale », di quella maturazione critica del consumatore in quanto tale, che costituisce, a nostro parere, uno dei due pilastri fondamentali sui quali può esse-re costruita una miglioesse-re situazione nella materia di cui trattasi.

Assistenza e consulenza, per esempio, in caso di reclamo, in caso di danni inerenti all'acquisto di prodotti difettosi o di servizi inadeguati: in primo luogo per mettere a disposizione una con-sulenza preventiva e, nel caso di risarcimento, per adottare delle procedure rapide, efficaci e poco dispendiose.

(12)

In questo campo siamo ancora molto indietro e pertanto la Comunità si prefigge di studiare i sistemi di assistenza e di consulenza in uso negli Stati membri, i mezzi di reclamo, poi metterà i vari sistemi a confronto, vedrà il migliore e pre-senterà delle proposte tendenti a migliorare i si-stemi esistenti.

D) Informazione ed educazione del consumatore.

Si è già detto prima che senza l'aiuto del con-sumatore, il problema non potrà mai essere ri-solto in modo soddisfacente. L'informazione e l'educazione avranno un significato ristretto, se fossero confinate agli strumenti pubblicitari del-l'informazione e dell'educazione a carattere ge-nerale; è un modo di cultura, che si deve acqui-sire (e deve essere formata) a partire dai primi anni scolari. Si tratta di un programma a lunga attuazione, e senza limiti di tempo tanto che da taluni si è parlato di « educazione permanente ». Le azioni prioritarie si svolgeranno in varie di-rezioni; innanzitutto per consentire la conoscenza delle caratteristiche (natura, qualità e quantità, prezzi, modalità dell'impiego) dei beni e servizi offerti e consentire una scelta razionale fra pro-dotti e servizi concorrenti, in rapporto all'esigen-za che il singolo prodotto deve soddisfare nella singola fattispecie. Inoltre elaborare programmi di formazione anche a livello scolastico, miglio-rando le prove comparate (Warentest).

E) Consultazione e rappresentanza dei consumatori.

Il principio base è che « nella preparazione delle decisioni che li riguardano i consumatori devono essere ascoltati, in particolare attraverso le associazioni interessate alla protezione e all'in-formazione del consumatore ». Nonostante le pre-cisazioni fatte all'inizio, è chiaro che è possibile identificare alcune categorie di consumatori per così dire « puri »: si pensi ai bambini, ai pen-sionati, ai malati e così via. Tali categorie sono soltanto consumatori e cioè non producono, non danno, almeno allo stato attuale. È pertanto giu-sto che ci siano delle rappresentanze dei consu-matori a tutti i livelli decisionali dove si pren-dono delibere che li interessano direttamente.

In questa materia la Comunità europea ha già provveduto a istituire un comitato consultivo dei consumatori in data 25 settembre 1973, anche se si deve rilevare che, per una articolazione

plu-ralistica di tale organismo di sintesi si devono det-tare norme circS^la « rappresentatività » di tali associazioni, onde evitare che vi sia il predominio dell'una sull'altra.

Quanto poi al momento della consultazione, se è giusto sentire i consumatori, non si deve esclu-dere la controparte naturale, e cioè i produttori ed i distributori.

È chiaro infatti che ogni volta che si tratta di deliberare circa l'aumento di un prezzo i rap-presentanti dei consumatori si opporranno (e dal loro punto di vista ne hanno tutte le ragioni) ma è altrettanto evidente che, per un serio dibattito, bisognerà sentire anche le motivazioni di coloro che propongono l'aumento del prezzo, perché es-so (salvo abusi) è in genere dettato dalla lievita-zione di qualche costo.

$ # *

Prima di chiudere mi sia consentito aggiungere un breve cenno su alcune recenti realizzazioni ne-gli USA, dove il problema è, assieme a quello eco-logico, al centro del dibattito, tanto è vero che viene visto nell'ambito della battaglia in atto per i civil e gli equal rights. Intendo riferirmi al

Co-dice uniforme per il credito al consumatore,

non-ché alla Legge uniforme sulle pratiche di vendita

al consumatore. Si tratta di leggi-modello

prepa-rate da organizzazioni private, ma sulle quali già esistono una legislazione federale e molte legisla-zioni statali.

L'Uniform Consumer Credit Code è inteso ad

evitare una serie di pratiche ingannatrici messe in atto soprattutto dai commercianti ai danni del consumatore. Esso prende in esame tre grossi set-tori:

a) le vendite a credito; b) i prestiti al consumatore;

c) l'assicurazione del credito al consuma-tore.

(13)

Quanto aWUnijorm Consumer Sales Practices

Act, dopo aver dichiarato illecito ogni atto

ingan-nevole compiuto dal venditore prima, durante e dopo la vendita al consumatore, detta una serie di norme processuali, fra le quali le famose class

actions.

La peculiarità delle due leggi citate risiede nel fatto che esse cercano di razionalizzare e di sus-sumere in un quadro unico una miriade di leggi, leggine e principi giurisprudenziali (molte delle quali amministrate dalla Food and Dnig

Admini-stration, altre dalla Federai Trade Commission,

ecc.) che vedevano il problema settorialmente (come avviene oggi in Italia). Ed in questo sforzo immane di ricondurre la materia a pochi principi sembrano aver successo, tanto che oggi non solo si parla, come slogan, di una « consumer law », ma la si insegna come tale all'Università, in quan-to divenuta parte integrante del corso di « diritquan-to commerciale ».

È ben vero che ciò non esaurisce la serie degli interventi del legislatore USA a tutela del consu-matore, avendo già percorso altre strade (leggi ri-gide e dettagliate sugli alimenti, sui tessili, sugli elettrodomestici, ecc.; produci liability, allarga-mento del concetto di damages, le micidiali class

actions, ecc.) (e questa serie di possibili interventi

in varie direzioni è ben illustrata dalla risoluzione del Consiglio CEE sopra commentata), ma tende a predisporre un quadro normativo di base, sul quale potranno trovar posto le singole leggi disci-plinanti singole materie.

In sostanza, l'ordinamento statunitense si avvia verso una tutela sempre più matura del consuma-tore, basata sulla convinzione che la libertà con-trattuale tra un uomo di affari ed un consumatore significa libertà per il venditore e soggiogamento per il consumatore.

Se ne conclude altresì che il movimento a tu-tela dei consumatori non è stato passivo nei con-fronti di questa nuova disciplina giuridica, ma vi ha svolto un ruolo attivo.

Qual è il ruolo giocato dagli ambienti più di-rettamente toccati da queste norme restrittive?

È abbastanza curioso rilevare un generale favo-re verso questa disciplina, in quanto pratiche frau-dolente, disoneste o comunque ingannevoli non facevano altro che gettare discredito nei confronti degli imprenditori che si attenevano a principi di correttezza professionale molto rigidi. Si fa rile-vare, in sostanza, che è da temere non una legisla-zione rigida, bensì' una legislalegisla-zione

discriminato-ria (ciò che è spesso avvenuto in Italia), abbastan-za nebulosa da permettere atti di pirateria com-merciale o di disinvolto inganno del consumatore attraverso mass media.

Dal punto di vista legislativo l'Italia è ancora molto indietro in questa direzione. Il legislatore è stato più volte chiamato in causa per la sua as-senza: tuttavia sarebbe fuorviante sopravvalutare l'importanza della sua funzione: credo infatti che le leggi non risolvano, da sole, tutti i problemi. Peraltro in molti settori le leggi (forse già trop-pe) esistono. Si pensi alle leggi sugli alimentari (per raccogliere le quali, e non compiutamente, si sono stampati volumi enormi), sui medicinali, sulle etichettature dei tessili, sulle denominazioni di origine, ecc. Si pensi ancora alle disposizioni contenute nel codice penale relative alle frodi in commercio (art. 515); alimenti non genuini ven-duti come genuini (art. 516); prodotti con segni mendaci (art. 517) ed altre. Il problema riguarda piuttosto l'applicazione puntuale delle stesse. E qui si apre il doloroso discorso delle autorità o degli organi preposti alla messa in opera di con-trolli e divieti: è stato da alcuni suggerito il ricorso al difensore civico (ombudsman) o ad un organo amministrativo ad hoc: sono anch'io convinto che gli organi esistenti hanno fallito il loro compito, ma attenti a crearne dei nuovi o a moltiplicare i vecchi, visto come funzionano (o non funzionano) gli organi ed enti pubblici in Italia, a meno che si dia loro — come negli Stati Uniti — un quadro normativo di riferimento sicuro entro il quale muoversi senza incertezze, né eccessiva discre-zionalità.

Altre lacune tuttavia potrebbero con poco sfor-zo essere colmate: intendo riferirmi ad una legge sulla pubblicità ed all'introduzione del diritto di azione per i consumatori nell'ambito delle norme contro la concorrenza sleale. Quanto alla prima, prendo atto dei risultati positivi del Codice di autodisciplina pubblicitaria; ma non posso far a meno di sottolineare che esso ha almeno tre limiti fondamentali (a prescindere dal fatto che non vin-cola chi non vi aderisce): a) non offre alcuna tu-tela preventiva (difficile, ma non impossibile per un ordinamento giuridico evoluto); b) non può fondare l'azione di risarcimento danni od altre azioni giudiziarie consegucnziali all'accertamento dell'illecito; c) non offre gli strumenti per una ese-cuzione coattiva delle decisioni del Giuri.

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at-tuali artt. 2598 e seguenti, nonostante i lodevolis-simi sforzi (che in parte condivido) della dottrina più recente {in primis Ghidini e Santagata) per scorgervi una possibilità di tutela anche degli in-teressi dei consumatori, accanto a quelli dei con-correnti, per i quali ultimi primariamente f u det-tata la disciplina del codice civile. Peraltro anche neli'introdurre questo diritto di azione ai consu-matori bisogna essere molto cauti a non andare troppo in là, concedendo spazio alla demagogia: per tutti insegni l'esperienza delle class actions statunitensi, da cui si tenta oggi disperatamente di fare marcia indietro, per le conseguenze dirom-penti di un loro uso non rigidamente disciplinato.

A parte i due punti sopra accennati, ciò che manca oggi in Italia è un quadro preciso, sicuro e non nebuloso come pure un'impostazione ra-zionale e generale di tutto il problema della tu-tela dei consumatori, affrontato in una visione globale, che non può esaurirsi nell'emanazione di tante leggi, leggine-stralcio e decreti, spesso per accontentare istanze corporative (vedi il tste precedente della legge 426 sulla (pseudo) ri-forma del commercio), bensì nell'individuare al-cuni punti focali e disciplinarli in modo chiaro e coerente.

B I B L I O G R A F I A I T A L I A N A R E C E N T E

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L'industria e la tecnologia tessile

di fronte a nuove realtà

Franco Testore

5. Tessitura (*).

Nel vasto campo comprendente la eterogenea gamma di operazioni denominate genericamente per la preparazione alla tessitura, non sono ap-parsi sviluppi sensazionali, o procedimenti o di-spositivi rivoluzionari, bensì si è constatato un continuo e costante progresso: aumento sensibile delle velocità di lavoro, riduzione delle cause di fermata, controlli più precisi sulla qualità del semi-lavorato, tendenza all'adozione di programmatori sugli orditoi e sulle incollatrici, maggiore versati-lità di impiego per le annodatrici e le incorsatrici.

In orditura si sono raggiunte ormai velocità di avvolgimento dell'ordine di 1000 mt al minuto, e confezione di subbi del diametro di 1000 mm con-tro i 750 massimi di pochi anni addiecon-tro; i pro-grammatori elettronici governano in maniera auto-matica l'esecuzione delle varie fasi del ciclo. Le cantre dotate di guardiafilo tribo-elettronico, con un tempo di reazione dell'ordine di pochi centesi-mi di secondo, consentono l'arresto immediato del tamburo orditore alla rottura di un filo, mentre può rivelarsi ausilio indispensabile per fili deli-cati un dispositivo che regola contemporanea-mente e singolarcontemporanea-mente la tensione di tutti i fili, in modo da mantenerla costante a qualunque velo-cità, sia di regime che all'avviamento o in fase di frenata.

Ingegnosi dispositivi provvedono automatica-mente al cambio del subbio pieno con uno vuoto, altri ad annodare i capifilo provenienti da rocche quasi esaurite con quelli delle rocche piene.

Un interessante tentativo, suscettibile di svilup-pi, è costituito dall'impiego di un incollante elimi-nabile, nel successivo finissaggio del tessuto, con un solvente anziché in acqua, come da segnalare è lo sviluppo della tecnica di effettuare in serie la tintura e l'imbozzimatura di fili sintetici.

Le macchine annodatrici sono passate da 400 a 600 nodi al minuto, mentre notevoli progressi hanno fatto registrare le incorsatrici semi-auto-matiche, ideali per le tessiture di media e piccola dimensione, ora anche esse dotate di dispositivi per la preselezione dei licci da incorsare, e per la posa delle lamelle.

Dopo la filatura, la tessitura è stata, tra tutti i comparti in cui si suddivide il macchinario tessile, la più interessante per le novità presentate.

Appare netta e chiara la tendenza, da parte dei costruttori di telai, a ragionare in termini di ve-locità di inserzione di trama al minuto più che in colpi al minuto, e ciò da un lato favorisce lo sviluppo di telai alti, e dall'altro quello dei telai a passo ondulante, così denominati per l'anda-mento sinusoidale assunto dai denti del pettine durante il passaggio dei vettori porta-trama.

I telai a passo ondulante, che appartengono alla terza generazione dopo i telai a navetta e quelli cosiddetti senza navetta, hanno costituito una del-le più ghiotte novità dell'ITMA, con quattro co-struttori che esponevano altrettanti modelli di ese-cuzione sensibilmente divergenti tra di loro, e con un quinto che presentava un nuovissimo telaio di forma circolare, che tesse contemporaneamente quattro pezze, di struttura tradizionale, con tra-ma e catena tra di loro diverse ed indipendenti, inserendo, con una serie di navettine che si inse-guono silenziosamente, ben 3000 metri al minuto! Si tratta, è vero, di un avanprototipo ben lontano dalla produzione commerciale; ma esso può indi-care una promettente direzione di sviluppo della tessitura nel prossimo decennio.

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Un'altra interessante tendenza rilevata è diretta conseguenza della crisi del tessuto a maglia doppio jersey per l'abbigliamento, dopo il boom di alcuni anni or sono; cosi si sono notati tentativi di alcuni ben noti costruttori di macchine di maglieria dop-pio jersey di fornire telai che producano tessuti a maglia inserendovi una trama ed a volte anche fili di catena; e ciò costituisce il completo rove-sciamento di una situazione ancora recente in cui i tessitori cercavano di produrre stoffe che asso-migliassero in qualche modo ai tessuti a maglia.

I telai a passo ondulante hanno confermato le caratteristiche che li misero in evidenza al primo apparire, cioè l'alta velocità d'inserzione, la silen-ziosità, la modesta sollecitazione sui fili di ordito per la piccola apertura della bocca, la pratica as-senza di rotture in trama per la bassa ed uniforme velocità dei singoli porta-trama (pochissimi metri al secondo, contro punte di 30 mt nei telai a pinza e a proiettile e livelli ancora maggiori nei telai a getto). Per contro le limitazioni iniziali sono state quasi tutte superate: la varietà di trame non è più un ostacolo, ma anzi oggi è superiore a quella dei telai con e senza navetta, come pure la possi-bilità di elevate riduzioni di fili e trame al cm. Finora si possono tessere soltanto armature sem-plici, ma i costruttori affermano di avere già mes-so a punto telai con 10 e 14 licci, il che permette di coprire quasi per intero la gamma degli articoli producibili con tali macchine.

1 telai a proiettile, presentati nella versione clas-sica non solo dal ben noto costruttore svizzero, ma anche da uno italiano, che è passato ormai alla produzione industriale, fanno registrare maggiore versatilità e aumenti di velocità dell'ordine di un 10-20%, fino a raggiungere 850-900 metri al

mi-nuto di trama inserita; una interessante variante del principio a proiettile, proposta da un costrut-tore americano, lanciava la navettina nella bocca dell'ordito a mezzo di aria compressa.

I telai a getto, sia d'aria che d'acqua, presenta-vano importanti progressi. Più geniali e sofisticati quelli ad aria, nei quali l'altezza di lavoro non è più una limitazione: sviluppando il principio proposto a Parigi, sono stati posti lungo il percor-so della trama più ugelli che agiscono non tanto come spinta, ma sopratutto come sostegno, impe-dendo la caduta di velocità, e nello stesso tempo contenendo sensibilmente il consumo d'aria.

Più spettacolari invece i telai ad acqua che, su prototipo, raggiungevano i 1000 inserzion al mi-nuto, costituendo il record assoluto di velocità di colpi della cassa battente. Con alcuni modelli è ormai possibile tessere con 20 lame e 4 colori in trama; con altri si arriva ad inserire ben 1500 mt di trama al minuto. L'unica limitazione è costitui-ta dalla necessità di impiegare esclusivamente fili continui idrofobi in catena; sarebbe auspicabile un approfondimento degli studi iniziati anni ad-dietro, con lo scopo di trovare un prodotto per ricoprire, a mo' di guaina, i filati, e renderli idro-repellenti ed adatti al telaio ad acqua.

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abbandonata per le difficoltà di rilevare i difetti nella pezza inferiore, e riparare le rotture. Oggi molte di tali difficoltà sembrano risolte, e si ha il vantaggio, rispetto ai telai a grande altezza che tessono due pezze, di risparmiare spazio e di au-mentare notevolmente le velocità, poiché il per-corso delle pinze è assai più breve.

Il telaio a navetta, esposto ancora da molti co-struttori, e tuttora adottato per la sua semplicità e il suo costo contenuto, dimostra una insospettata vitalità, ed è richiesto specialmente dai cotonifici di nuova installazione nei paesi emergenti, nei quali il costo della mano d'opera ha un'incidenza relativamente modesta, mentre una macchina de-licata, sofisticata e rigida, dà sovente più proble-mi che vantaggi.

Comunque, all'indomani dell'ITMA, appare chiaro che sia i telai a navetta, sia quelli senza na-vetta, per lo stesso principio del movimento inter-mittente a cui si ispirano, sono vicini al limite meccanico nell'incremento della velocità, e che ci si può attendere nel futuro soltanto progressi pro-duttivi di un modesto ordine di grandezza.

Inoltre, conseguenza del movimento intermit-tente è la creazione del rumore a livelli che in un futuro non lontano saranno sempre meno agevol-mente tollerati dalle maestranze. Pertanto i tessi-tori ed i costruttessi-tori si stanno convincendo che oc-corre trovare vie nuove per costruire un tessuto, ed il telaio a passo ondulante può essere una solu-zione senza dubbio valida.

Una speciale menzione merita una originale ap-plicazione sui telai per nastri. Dovendo tessere nastri elastici, occorre con un'operazione prelimi-nare rivestire i fili di gomma con un filato di co-tone a mezzo della spiralatura, e poi montare le rocche con i fili di ordito cosi ottenuti sulla cantra del telaio; un costruttore ha proposto di compiere le due operazioni sequenzialmente sulla stessa macchina, che è dotata di alcune testine spirala-trici. Tra gli accessori dei telai da segnalare i pro-gressi nei dispositivi per il controllo della tensione e della presenza della trama, durante l'inserzione, e soprattutto negli alimentatori della trama, i quali ultimi sono sempre più indispensabili a mano a mano che aumenta la velocità dei telai, e pertanto l'accelerazione che il filato subisce ad ogni battuta.

La relativamente breve permanenza dello scri-vente nei padiglioni destinati alle macchine per maglieria, dovuta alla scarsità del tempo

disponi-Fig. 2 - Principio d'inserzione idraulica della trama nel telaio mod. L 5000 della Ruti.

bile, costringe a compilare una rassegna limitata e forzatamente lacunosa in questo settore; e si esprime il rincrescimento di essere passati con ogni probabilità senza fermarsi davanti a mac-chine di grande interesse, e che avrebbero meri-tato una visita accurata.

Nelle numerosissime macchine rettilinee assai frequentemente i dispositivi meccanici di coman-do sono sostituiti con comandi elettromeccanici od elettronici, trasmessi da banda perforata; nel-le macchine circolari sono apparsi modelli pro-dotti in serie con 84 e 96 cadute, e prototipi con

120 cadute, mentre la velocità di rotazione, per macchine di diametro 30", è passata da 20 fino a 26 giri al minuto.

Diffusissimi i programmatori del disegno con selezione elettronica degli aghi applicati sulle cir-colari jacquard, mentre spettacir-colari passi in avan-ti sono staavan-ti compiuavan-ti nelle apparecchiature per la lettura elettronica del disegno, anche con molti colori, e la riproduzione di esso, o attraverso la perforazione di una banda, o direttamente sulla macchina stessa.

Molti esprimono dubbi sulla convenienza eco-nomica, allo stato attuale, dell'adozione di tali meravigliosi lettori ottici, dato il loro elevatissi-mo costo, e la diffusione della stampa transfer anche per le piccole serie che costituisce un'alter-nativa al disegno jacquard. Ma certamente essi so-no interessanti per le grandi aziende, e possoso-no di-ventarlo per ditte che lavorino per terzi, fornendo il nastro perforato da montare sulla macchina cir-colare partendo dai disegni del cliente.

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quat-Fig. 3 - Procedimento della Baxter Corp. per la riproduzione dei di-segni.

tro anni or sono sono diventati 800 ed oltre per merito di un costruttore italiano che produce la macchina più veloce del mondo in questo com-parto.

11 principio di inserzione frontale della trama sui telai catena, che a Parigi aveva destato molto interesse e facili entusiasmi, non ha riscosso in seguito un successo pari alle aspettative: tutta-via a Milano alcuni costruttori hanno riproposto all'attenzione del visitatore versioni migliorate di macchine adatte a tale tecnica di formazione del tessuto.

Un capitolo a sé costituisce una nuova mac-china circolare, che consente l'inserzione, nel tes-suto di fondo a maglia, di fili di trama, di fili di ordito, e di fili di legatura, in modo da unire alla produzione elevata una assoluta stabilità dimen-sionale.

Altissime produzioni sono ottenibili con le mo-derne macchine per tessuti a pelo alto, unite alla versatilità, ed alla possibilità di impiego di nastri di carda in molti colori. I prodotti di peluche sono in promettente sviluppo ed al settore, seppu-re limitato, si offrono a medio termine inteseppu-ressanti prospettive.

Nei telai tufting nessuna innovazione rivoluzio-naria; i costruttori si sono soprattutto sforzati nel semplificare i compiti dell'operatore, sovente svol-ti in condizioni disagevoli e a volte in posizioni ve-ramente scomode; inoltre nell'aumentare l'am-piezza dei disegni ottenibili (si raggiungono ormai 3 metri in lunghezza, su una larghezza di 4 metri)

e nel dar maggiore flessibilità al telaio, ad esem-pio la possibilità di imitare articoli producibili fi-nora soltanto sul telaio a navetta, quali i tessuti con una trama a pelo riccio ed una a pelo tagliato. I telai tufting hanno ricevuto un attacco indi-retto, in un settore di loro dominio, cioè quello delle moquette, da parte di alcuni modelli di telai Raschel, i quali presentano il vantaggio che tutto il filato d'effetto rimane in vista, e pertanto il tes-sitore può realizzare un'economia più o meno sen-sibile, ma certo non trascurabile, nella materia prima.

La tecnica Mali ha consentito la presentazione di nuovi articoli, alcuni assai interessanti quali certi tessuti a spugna: questa tecnologia di fabbri-cazione, che si pone in posizione intermedia tra la maglieria ed i non tessuti, continua ad interes-sare ed a meravigliare, anche se nell'Europa Oc-cidentale ha finora raccolto un successo limitato e comunque notevolmente inferiore alla diffusione registrata negli Stati Uniti, dove il consumatore è assai meno tradizionalista.

Infine le feltratrici ad aghi per non tessuti agu-gliati erano presenti in numerose e perfezionate versioni: tali articoli hanno ormai conquistato un mercato stabile e crescente sia nell'arredamento che in molti usi industriali. Interessanti sono i di-spositivi per saldare, all'uscita del treno di forma-zione del manufatto, questo alla carta di suppor-to, per ottenere già il prodotto finito per il rivesti-mento di pareti; oppure per realizzare una super-ficie ad effetto strutturato, cioè di diverso spesso-re in modo da formaspesso-re disegni geometrici; oppuspesso-re ancora per tagliare con grande precisione il rotolo grande in più rotoli di altezza predeterminata fondendo le fibre sintetiche componenti. Per aumentare la produzione delle agugliatrici i co-struttori hanno adottato diverse soluzioni, o incre-mentando il numero di colpi degli aghi, o l'altezza di lavoro della macchina, oppure sottoponendo il materasso ad un pretrattamento di feltratura, po-sto in serie alla agugliatrice vera e propria.

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adatta-mento di tecniche da un tipo di industria ad un altro permette talvolta di ottenere, uscendo dagli schemi classici, progressi sensibilissimi, assai mag-giori che perfezionando tecniche tradizionali.

6. Rifinizione.

11 vastissimo settore della rifinizione tessile ab-braccia un campo cosi eterogeneo di operazioni e di macchinari, che non è possibile individuare una netta trasformazione od evoluzione tecnologica in una certa direzione ben definita e tanto meno la macchina rivoluzionaria, in quanto non ne esi-ste una tipica nel comparto, contrariamente a quanto avviene in filatura con il filatoio, o in tes-situra con il telaio.

Comunque si sono osservati progressi specifici, sovente veramente notevoli, su quasi tutti i fronti; e contemporaneamente, quasi per una ta-cita intesa tra i costruttori, sono apparse evidenti alcune nuove linee direttrici, divenute mature nel-l'attuale momento che sta attraversando l'industria della nobilitazione tessile.

Tra le principali tendenze di carattere generale, emerge lo sforzo di compiere il maggior numero di operazioni in continuo, su treni di macchine poste in serie, e sincronizzate con dovizia, a volte perfino eccessiva, di motori a corrente continua che adattano, istantaneamente, la velocità di ogni coppia di cilindri trascinatori al rientro o all'allun-gamento del tessuto avvenuti nel passaggio imme-diatamente a monte.

Tali complessi di macchinari, regolati da sofi-sticati programmatori, sono convenienti soltanto per produzioni di grande serie in un'economia di scala; perciò i vantaggi, che essi offrono in termi-ni di riduzione drastica del costo utermi-nitario del trattamento, accelerano da un lato per le grandi aziende il processo di concentrazione del modello produttivo, scartando gli articoli marginali, e dal-l'altro, per le aziende medie e piccole, la chiu-sura del reparto rifmizione con l'affidamento a terzisti di tutte le operazioni della nobilitazione. Nei trattamenti ad umido, il mezzo acquoso è ancora di gran lunga il più adottato, ma grandi progressi sono stati realizzati per ridurne drasti-camente il consumo, e di conseguenza il costo della depurazione dei liquidi di scarico. I lavaggi in continuo comportano, per la loro stessa natura, un forte risparmio di acqua, specialmente per il movimento del tessuto in controcorrente; oggi i modernissimi sistemi escogitati per accrescere al

massimo il contatto e l'interscambio liquido deter-gente-merce, imprimendo al mezzo acquoso vibra-zioni e pulsavibra-zioni ad alta frequenza, fino a sotto-porre il tessuto ad un vero martellamento, consen-tono di riflesso una purga assai più rapida, e pro-duzioni a velocità dell'ordine di 100 mt al mi-nuto. I costruttori cercano di ridurre al minimo le tensioni sul tessuto in avanzamento, con vari ac-corgimenti o dispositivi meccanici, in modo da permettere il rilassamento della stoffa e da evi-tare il pericolo di formazione di pieghe; program-matori governano tutte le varie fasi del ciclo, men-tre apparecchiature elettroniche controllano gli aspetti qualitativi dell'operazione, misurando ad esempio il pH o il grado di sporco del liquido, e variando automaticamente la velocità del tessuto o l'aggiunta di sostanze detergenti.

Notevoli i miglioramenti sulle macchine lava-folla discontinue, quali la maggior versatilità, la possibilità di trattare contemporaneamente più pezze con regolazioni individuali, i controlli più precisi nella misura delle lunghezze follate e nel numero dei giri delle pezze; assai interessanti gli impianti per la follatura in continuo: quando la percentuale di rientro non supera limiti medio-bassi essi possono essere messi in serie alle linee di lavaggio, consentendo forti economie di ge-stione, in termini di acqua, vapore, detergenti, mano d'opera, nelle rifinizioni che lavino molte migliaia di metri al giorno.

Da segnalare ancora, per questo tipo di mchine, l'adozione di catene trasportatrici che ac-compagnano positivamente la pezza nella folla, evitando cosi spelature e bastonature.

Più modesta la presenza di lavaggi di tessuti in mezzo solvente, nonostante i vantaggi che essi pre-sentano, in particolare le tensioni ridottissime a cui sottopongono i delicati tessuti a maglia, e la eliminazione dell'inquinamento idrico. Vi sono ancora difficoltà di carattere sia tecnologico sia economico per sostituire l'acqua con solventi; si

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Fig. 5 - Schema del lavaggio in solvente per tessuto della Rimar di Tris-sino (Vicenza).

sono comunque ammirati alcuni impianti nelle fa-si di prelavaggio nei quali il solvente è forzato attraverso il materiale e in cui il consumo di pro-dotto non supera il 4 % sul peso del tessuto.

Particolare interesse ha suscitato un lavaggio in continuo in cui il freon, solvente a basso punto di ebollizione, è ricuperato sotto la zona di va-porizzo, senza richiedere distillazione o acqua di raffreddamento per la condensazione; il consumo di solvente dovrebbe scendere sotto il 3 % sul peso merce.

Un'originale impregnatrice sotto vuoto consen-te di dosare sulla stoffa, con grande precisione ed uniformità, il quantitativo di prodotti chimici quali impermeabilizzanti, ammorbidenti, antimac-chia, antipiega, ecc. senza necessità di immersione in vaschette e successiva spremitura, e costosa asciugatura dell'eccesso di liquido.

Sempre più giganteschi e produttivi appaiono gli essiccatoi, ed i macchinari per il termofissag-gio, per la vaporizzazione di tessuti stampati e per il fissaggio dei coloranti, che per stoffe leggere su-perano ormai velocità dell'ordine di 100 metri al

minuto; la loro sofisticazione raggiunge limiti im-pensabili solo alcuni anni addietro, ed i controlli automatici, in tutti i punti nevralgici, della tempe-ratura, della sovraalimentazione, del rientro, della tensione, del tenore di umidità, dell'ortogonalità delle trame rispetto alla catena, sono sempre più numerosi e perfezionati.

I decatissaggi in autoclave sono divenuti ormai impianti complessi, in cui tutte le fasi, compreso il carico e lo scarico, sono compiute automatica-mente secondo un ciclo rigidaautomatica-mente programmato e perfettamente riproducibile. I risultati sul tes-suto trattato non sono più messi in discussione dagli esperti, sia per quanto si riferisce alla sta-bilità dimensionale, sia alla permanenza del tipo finale di mano impartita al tessuto.

Le rifinizioni laniere sono vicine alla soluzione di un problema che, dopo molti anni di tentativi, sembrava più un pio desiderio che una possibile realtà: l'esecuzione in continuo di tutte le opera-zioni del finissaggio secco, e la messa in serie dei principali gruppi.

Affermata da anni ormai la cimatura in con-tinuo ad alta velocità e con regolazione automa-tica dell'altezza di taglio, rimanevano due gravi limitazioni: la calandra, il cui basso sviluppo avrebbe condizionato la produzione di u n treno di macchine messe in serie, e il decatissaggio, ti-pica operazione compiuta in modo discontinuo. Oggi sembra che le difficoltà siano superate: le ca-landre consentono velocità del tessuto dello stesso ordine di grandezza delle altre macchine per la rifinizione a secco, a parità d'effetto, ed i deca-tissaggi trattano le pezze in continuo, con risultati pratici molto simili a quelli ottenibili con le mac-chine tradizionali.

Notevoli risultati hanno raggiunto gli studi e gli sforzi per sottrarre all'empirismo l'operazione che forse è ancora oggi quella più largamente affidata all'abilità e all'esperienza del « praticone », e cioè la garzatura. I dispositivi per controllare e variare automaticamente il grado di garzatura sono numerosi, e basati su principi differenti e geniali: parecchi assicurano un'ottima riprodu-cibilità unita ad un'elevata affidabilità.

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va-riazione dell'altezza, come pure della velocità di avanzamento delle pezze, i rilevatori del passag-gio della cucitura o le taglierine per rifilare con precisione i bordi dei tessuti.

7. Tintoria.

Il processo di tintura del materiale tessile, in qualunque stadio della lavorazione, sia in fiocco, sia in tow, sia in filato o in pezza, si evolve net-tamente verso cicli più brevi, con conseguente ri-sparmio in tempo, in energia, in acqua.

Con pompe di grande portata si ottengono ele-vate velocità di circolazione del bagno, rapido riscaldamento ed, entro certi limiti, rapido raf-freddamento. La durata complessiva dell'opera-zione scende a limiti estremamente ridotti, dell'or-dine di qualche decina di minuti, variabili entro una gamma relativamente ristretta a seconda della natura delle fibre da tingere e della tonalità dei colori.

Decisivi passi in avanti sono stati realizzati nella tintura del tow e nella tintura e nel candeg-gio del top in continuo, con perfezionamenti nella riproducibilità delle tonalità e nel controllo assai accurato della temperatura e della pressione, come pure delle operazioni successive di vaporizzo, purga e lavaggio.

Interessante lo sviluppo dei dispositivi per mantenere costante il rapporto bagno per mate-riale sciolto, in top o in fiocco, qualunque sia la quantità di merce da tingere in un determinato apparecchio, a mezzo di un cuscino di aria com-pressa, con altissime frequenze nella circolazione del bagno, fino a sei-sette volte al minuto; come lo sviluppo delle cosiddette cucine colori, in cui sono preparate le soluzioni di coloranti ed i pro-dotti ausiliari che verranno immessi negli appa-recchi, in seguito al comando di un programma-tore installato su ogni singola macchina.

La tintura del filato in matasse conferma il suo progressivo declino causato dagli alti costi del trat-tamento della confezione in aspatura e dipanatura, ed è sostituita gradualmente non solo dalla tintura in rocche, per i filati stabilizzati, ma da quella in focacce o in forma di tubo spiralato, per conferire al filato l'aspetto di gonfiezza richiesto dai produt-tori di maglie e di tappeti.

Assai interessanti gli impianti per la tintura del filato in continuo, sia in unito che in colori fantasia, tipo « space dyeing », con ugelli spruz-zatori che lavorano ad intermittenza, o a mezzo

di stampa con una serie di cilindri sagomati che si sollevano e si abbassano, secondo una frequenza prestabilita sul fascio di fili che avanza; come pure degni di rilievo sono i vari apparecchi per la tintura, o per la stampa a strisce differenziate, dei filati in matasse giganti.

Notevolissimi perfezionamenti sono stati rea-lizzati nella mercerizzazione in continuo dei filati di cotone, con ottimi risultati non solo produttivi-stici, ma anche qualitativi.

Per la tintura discontinua dei tessuti il metodo jet prosegue nell'estensione progressiva a sempre nuovi settori, facendo registrare importanti mi-glioramenti nell'applicazione industriale.

Il movimento del tessuto in corda, negli appa-recchi più moderni e sofisticati, non è soltanto dato dal liquido, ma assai facilitato dal lento spo-stamento del tamburo contenitore o da un tappeto mobile, su cui poggiano le falde della pezza; ciò evita gli strappi bruschi creati dal richiamo del capo sospinto dal getto violento, e di conseguenza le possibili spelature a cui sono sovente soggette le stoffe tinte con questo sistema. Inoltre la forma più compatta dell'apparecchio e pompe ad alta portata consentono di accrescere la velocità di lavoro del tessuto dai 150-200 metri al minuto, fino a 300 e 400 metri, con una contemporanea riduzione del rapporto bagno a livelli davvero impensabili soltanto pochissimi anni addietro, cioè compresi tra 1 : 7 ed 1 : 5 ed anche meno.

Pure il problema del prelievo del campione dal jet, senza togliere la pressione e pertanto con gran-de rapidità, è risolto adottando campionatori ap-positamente studiati e genialmente realizzati, che compiono l'operazione fermando il movimento delle pezze soltanto per pochi istanti.

Per la tintura di tessuti composti da fibre che non richiedono temperature superiori ai 100" C, si afferma con prepotenza il jet in versione soft,

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Fig. 7 - Schema del «tunnel» della Serracant per la tintura in continuo di top e tow.

in cui la stoffa è ancora mossa dal bagno, ma non in autoclave, con sensibilissimo risparmio nel co-sto dell'apparecchio: appaiono evidenti le vantag-giose applicazioni nel campo della tintura della maglieria tubolare in acrilico o dei tessuti di lana, articoli cioè soggetti a spelature nel jet sotto pres-sione o a bastonature nei mulinelli.

Per la tintura dei tessuti merita una segnala-zione un apparecchio in cui molte pezze, cucite in una lunghissima corda, avvolte attorno ad un aspo a spirale, si muovono come filetti di una vite senza fine: tale principio è noto, ma la novità è costi-tuita dal fatto che la vasca lavora sotto pressione e che il tessuto è mosso dal bagno più che dal-l'aspo.

In declino appaiono i jigger; un'epoca nella tintura degli articoli cotonieri volge al tramonto. Pochi gli impianti esposti per la tintura delle pezze in continuo, mentre con una certa sorpresa è stata notata l'assenza di qualsiasi apparecchia-tura in solvente: evidentemente sono lungi dal-l'essere superate le grandi difficoltà che essa com-porta, sia nell'esecuzione di macchine adatte, sia nella produzione di coloranti che assicurino so-lidità normali e in una sufficiente gamma per le principali classi di fibre e nelle tinte fondamen-tali.

La stampa a quadri rotanti, che nell'ultimo de-cennio ha rivoluzionato e in gran parte sostituito i sistemi classici di stampa realizzata a mezzo di cilindri o a mezzo di quadri piani, continua a per-fezionare le tecniche, sia come rapidità di lavoro, fino a 120 mt al minuto, sia come versatilità, sia come perfezione di esecuzione.

Il movimento di rotazione dei quadri non è più rigidamente collegato al comando principale della macchina, ma viene regolato istante per istante in

funzione della velocità di avanzamento del tap-peto, e con essa esattamente sincronizzato; inoltre, per ottenere rapporti di disegno molto lunghi, un programmatore digitale mette in movimento al-cuni cilindri ciascuno dei quali è a comando indi-pendente ed inciso solo parzialmente, poi li fa individualmente arrestare e sollevare non appena concluso l'angolo di rotazione utile, mentre altri iniziano a stampare continuando sul tessuto il disegno con lo stesso colore. Per tenere il tessuto bene aderente ai quadri rotanti, alcuni costruttori adottano il principio del cuscino d'aria; lo stesso sistema viene anche adoperato nella stampa trans-fer, per assicurare il contatto perfetto tra carta e stoffa.

Le macchine a quadri rotanti, con opportune modifiche, servono anche a preparare la carta per la stampa transfer, e ciò da un lato riduce no-tevolmente il costo di quest'ultima e dall'altro rende le grandi stamperie in grado di preparare internamente le carte con i propri disegni, senza dipendere da fornitori.

La stampa transfer continua a guadagnare po-polarità, anche perché non richiede il supporto di macchinari costosi quali vaporizzatori, lavaggi ed essiccatoi, e non solo sui tessuti in pezza, ma anche su parti di capi confezionati.

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Appare pertanto comprensibile che, di fronte ai progressi e alle prospettive della stampa transfer e a quadri rotanti, i costruttori abbiano mostrato scarso interesse per le classiche linee per la stampa a quadri piani, di impiego ormai limitato alla pro-duzione artigianale o di piccole serie.

Sensazione hanno suscitato due giganteschi im-pianti per la stampa dei tappeti, tessuti su telai tufting, in modo da riprodurre disegni orientali a grande rapporto con incredibile precisione, spruz-zando con un getto finissimo e violento la sostanza colorante sui fili di pelo, seguendo le istruzioni di un programmatore.

Le meravigliose possibilità che offrono la nobi-litazione dei tessuti in generale, e la stampa in particolare, non cessano di stupire.

8. Apparecchi di controllo e di misura.

Gli espositori di apparecchiature e strumenti di controllo e di misura, sia per laboratorio che da installare sulle macchine stesse, o comunque nei reparti di lavorazione, specializzati specifica-mente nel settore tessile, erano oltre un centinaio, e la vastità e la qualità della loro partecipazione non hanno riscontro nelle precedenti manifesta-zioni.

Ciò costituisce un indice significativo di una tendenza che si delineò verso gli anni cinquanta, e che si sviluppò rapidamente in quelli successivi, cioè il controllo di un processo o di un semilavo-rato è un fattore indispensabile per ottenere, al tempo stesso, maggiore affidabilità e riproducibi-lità fedele, più elevata produttività sia delle mac-chine che degli addetti, migliore qualità e minori scarti.

Gli affermatissimi e ormai sofisticatissimi rego-larimetri per filati erano presentati anche in ver-sione per fili continui sintetici, e dotati di estrema sensibilità. La maggioranza dei dinamometri, ab-bandonato il principio del costante incremento di carico, molto in voga negli anni cinquanta e ses-santa, ha generalmente adottato il principio del costante incremento di allungamento, e ciò do-vrebbe preludere, in un f u t u r o non lontano, ad una unificazione dei metodi per il controllo della resistenza e dell'allungamento dei materiali tessili. Numerose apparecchiature erano dotate di mi-nicalcolatori che elaborano i risultati rilevati e forniscono il valore medio, il coefficiente di varia-zione o altri dati di particolare interesse specifico;

come interessante è l'evoluzione, in alcune appli-cazioni, della tecnica di misura, per esempio della lunghezza delle fibre o della loro danaratura rile-vata sottoponendo la bavella a vibrazioni ad altis-sima frequenza, o del coefficiente di frizione dei filati in funzione di diversi oleanti od antistatici o infine per rilevare il comportamento del filo testurizzato sotto una tensione predeterminata e variabile.

I tensiometri erano presenti in una vasta gam-ma, taluni assai sofisticati; scegliendo il tipo adat-to, oggi è possibile misurare e registrare, con pron-tezza e precisione, la variazione di tensione di un filo nel corso della lavorazione, anche in posizioni particolarmente poco accessibili.

Si è pure rilevata una crescente diffusione degli apparecchi che riproducono, in piccola scala, per laboratorio, grosse macchine di rifinizione e tin-toria; con esse si possono effettuare prove e studi rapidamente e con minimo spreco di materiale, pur ottenendo una soddisfacente riproducibilità delle condizioni operative.

Gli autoregolatori applicati alle macchine di filatura per ridurre al minimo le variazioni di titoli ed i difetti dei semilavorati, siano essi nastri, stoppini o filati, hanno fatto molta strada negli ultimi anni, e la loro diffusione continua a mac-chia d'olio, inserendosi in macchine o in cicli che fino a ieri ne erano privi.

I perfezionamenti registrati negli apparecchi per la misurazione del tenore di umidità del mate-riale tessile all'uscita di un essiccatoio, per rego-larne automaticamente la velocità, dovrebbero consentire un'applicazione assai più generalizzata di tali dispositivi, e garantire un'affidabilità che

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