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L'introduzione del culto: motivazioni e aspetti fondant

III.3. La devozione femminile di casa Gonzaga: la Santa Casa annessa al monastero mantovano delle clarisse osservanti d

III.3.3. a La Loretokirche di Anna Caterina Gonzaga a Thaur

Divenuta arciduchessa del Tirolo e dell‟Austria Anteriore dopo le nozze nell'aprile del 1582 con lo zio materno Ferdinando II, figlio dell‟imperatore, Anna Caterina lascia la corte di Mantova per trasferirsi a Innsbruck, dove resterà fino alla fine dei suoi giorni nel 1621273.

Rispetto al dissoluto Vincenzo e alla devota, ma pur sempre mondana, Margherita, la terzogenita di Guglielmo Gonzaga ed Eleonora d'Austria è forse quella più vicina allo spirito

272 Il duca favorisce anche i pellegrinaggi altrui, come dimostra l'elargizione di sei lire a «Cingar

Trombetta» per il suo viaggio a Loreto, cfr. ASMn, AG, b. 401, c. 470v (Progetto Collezionismo Gonzaghesco©).

273 Le gesta dell'arciduchessa, con dettagliate digressioni sulla fanciullezza e sulle inclinazioni

spirituali influenzate dalla madre, sono raccolte nel 1623 dal confessore servita G.M.BARCHI, Vita e

morte della re[verendissi]ma e Ser[enissi]ma Madama suor Anna Giuliana Gonzaga, arciduchessa d'Austria & c. del terz'ordine de' Servi di Maria Verg. restauratrice della detta S. Religione in Germania, in Mantova appresso Aurelio & Lodovico Osanna fratelli stampatori ducali. Per il profilo biografico, con bibliografia di riferimento, dell'arciduchessa si veda R.BECKER,voce Gonzaga, Anna

Caterina, in Dizionario..., 57 (2001), consultabile online all'indirizzo http://www.treccani.it/enciclopedia/ gonzaga-anna-caterina-arciduchessa-del-tirolo-e-dell-austria-anterioore_%8_Dizionario_Biografico%2 29/.

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religioso, al limite del fanatismo, della madre, dalla quale mutua gli aspetti più estremi come la reiterata volontà di ritirarsi dal mondo e le durissime pratiche ascetiche. L'accesa devozione mariana di Anna Caterina matura fin dalla tenera età, quando viene miracolosamente guarita da una grave idropisia nel 1571: da quel momento vota la sua vita alla Vergine, accarezzando il sogno di prendere i voti. Ma le necessità della politica superano quelle dello spirito: per rinsaldare i legami dinastici, la giovane Gonzaga viene data in sposa all'arciduca d'Austria e si trasferisce oltralpe, lasciando un segno indelebile a corte e importando gusti, mode e tendenze spirituali tipicamente italiane274.

Nell'austera capitale austriaca, la Gonzaga trova terreno fertile per intraprendere una sistematica campagna di promozione religiosa: preso atto dell'impossibilità di prendere i voti e ritirarsi in convento, l'arciduchessa trova un modo ottimale di convogliare le sue tensioni spirituali aderendo in modo totale allo spirito della Controriforma, condividendo lo zelo religioso con il marito Ferdinando, sempre disposto ad assecondare gli slanci pietistici della moglie. L'opera di conversione delle masse è vissuta come una missione: sebbene l'Austria e la vicina Baviera siano territori di salda fede cattolica, l'intento dell'arciduchessa, apertamente allineato alla politica religiosa promossa in quegli anni dagli Asburgo, è quello di elevare lo spirito dei suoi sudditi per respingere qualsiasi minaccia eretica, applicando in modo rigoroso i precetti conciliari di controllo sociale275.

Sull'esempio della cara madre e delle zie, ancora vivo a corte, Anna Caterina si divide fra impegni ufficiali e opere di bene a cui dedica anima e corpo impegnando non poche energie e altrettante risorse: l'arciduchessa agevola l'ingresso in Austria di cappuccini e serviti, così come la madre aveva fatto con i gesuiti e la sorella farà con i teatini a Mantova, ordini monastici riformati di recente acquisizione espressioni palpitanti della Riforma Cattolica destinati a influenzare per secoli la vita religiosa del Tirolo, potenziando al contempo alcune devozioni popolari come il culto del presepe e la pratica del pellegrinaggio presso i santuari locali più importanti.

Anna Caterina è anche ricordata come committente di chiese ed ex voto architettonici di notevole interesse, fondazioni intese come espressione massima della celebrazione del culto dei santi sul territorio: in questo contesto di fervore religioso, si colloca la fondazione, negli anni Ottanta del Cinquecento, di una copia della Santa Casa di Loreto a Thaur, località nel distretto di Hall a pochi chilometri da Innsbruck di cui Anna Caterina deteneva la signoria,

274 E.T

ADDEI,Anna Caterina Gonzaga und ihre Zeit: der italienische Einfluss am Innsbrucker Hof,

in Der Innsbrucker Hof. Residenz und höfische Gesellschaft in Tirol vom 15. bis 19. Jahrhundert, herausgegeben von H. Noflatscher, J.P. Niederkorn, Wien 2005, pp. 213-240.

275 Per un inquadramento generale si veda il capitolo di J. R

AINER, L'assolutismo politico e

confessionale in Austria dei secoli XVI e XVII, in Controriforma e monarchia assoluta nelle province austriache: gli Asburgo, l'Europa centrale e Gorizia all'epoca della Guerra dei Trent'anni, a cura di S. Cavazza, Gorizia 1997.

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primo esempio di replica architettonica di area germanofona ancora oggi esistente276 (fig.

33). Nel 1583, mentre è incinta della prima figlia, l'arciduchessa vuole rendere grazie alla Vergine per la subitanea gravidanza dedicandole una Santa Casa, edificio simbolo della maternità in cui è stata concepita la salvezza del mondo. Dopo un consulto con il marito, che si affianca volentieri in veste di promotore ufficiale, Anna Caterina decide di fondare il sacello «non lungi dalla città di Hala» lungo la via principale che collega il piccolo borgo alla capitale, l'attuale Bundesstra e; il 21 novembre 1589, a quattro anni dall'inizio della fabbrica, gli arciduchi applaudono con soddisfazione alla consacrazione del santuario alla presenza del vescovo di Bressanone preoccupandosi, l'anno seguente, di fondare una cappellania e dotare la chiesa del necessario.

La fondazione «in der Haller Au»277, immersa nella campagna in un'area isolata e

paludosa, si impone come centro nevralgico del sentimento mariano locale: grazie alla collocazione strategica la Loretokirche diventa un luogo di pellegrinaggio di grandissimo richiamo fino a quando, verso la fine dell'Ottocento, verrà soppiantata dalla Marienbasilika di Absam, salita alla ribalta delle cronache a seguito di un evento miracoloso. Il circuito si attiva immediatamente e vede più volte la partecipazione a piedi degli stessi arciduchi, che con il loro pio esempio rinfrancano i cuori di sudditi e fedeli. A fianco della chiesa viene fabbricato un edificio con fienile, granaio e portico destinato in parte ad alloggio per il cappellano e il sacrestano e in parte a ricovero per i pellegrini, regnanti compresi; per il sostentamento del luogo, l'arciduca fa infine piantare filari di vite e installa una peschiera di carpe nelle vicinanze, sfruttando in questo modo l'abbondanza di acque propria di quell'area. Chiesa e residenza del custode esistono ancora oggi, seppur pesantemente rimaneggiate: la prima, vittima di un rovinoso incendio all'inizio del secolo scorso e più volte rimaneggiata fino al pesante restauro del 1962, sorge lungo la Lorettoumgebung Stra e in posizione leggermente defilata e ribassata rispetto al piano stradale, mentre la seconda ospita un ristorante.

L'eccezionale fondazione di Anna Caterina testimonia da un lato la centralità assunta nella sua vita dal culto mariano-lauretano, al quale può essersi avvicinata in patria all'interno della cerchia famigliare, dall'altro il sorprendente livello di aggiornamento culturale e devozionale decisamente precursore dei tempi, se si considera la data di fondazione della Santa Casa: gli anni Ottanta del Cinquecento. Servendosi abilmente degli strumenti forniti

276 Secondo padre Grimaldi, la prima cappella costruita oltralpe a imitazione della Santa Casa di

Loreto sarebbe quella eretta nel 1584 da Krystof Lobkovic a Horovice, nella Repubblica Ceca, a ricordo del suo pellegrinaggio, cfr. GRIMALDI, 2001, p. 23. La chiesa della città «di Ala» viene citata da

SERRAGLI, 1682, p. 70 ed è ricordata come uno dei momenti più alti dell'attività devozionale

dell'arciduchessa, cfr. G.F.FONTANA, Storia degli ordini monastici, religiosi, e militari [...], III, in Lucca

per Giuseppe Salani e Vincenzo Giuntini, 1738, pp. 350-354, al quale si rimanda per le citazioni in testo. Il principale studioso della Loretokirche è lo storico locale Josef Bertsch, che ha recentemente dedicato alla fondazione mariana un volume riassuntivo contenente il frutto delle ricerche degli ultimi anni, cfr. J.BERTSCH, Maria Loreto in der Haller Au, Thaur 2010.Per la sua importanza, la cappella viene citata anche daSTANNEK, 1997, p. 310.

277 B

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dalla propaganda tridentina e sfruttando la forte valenza politica assunta dal culto, la Gonzaga mette in atto una manovra di rafforzamento del cattolicesimo volta a cementare il sentimento mariano popolare rafforzando al contempo lo status della casata regnante.

Come già notato, la visita ufficiale di Anna Caterina a Loreto cade nell'anno giubilare del 1600, una decina di anni dopo la fondazione di Thaur, assieme alla sorella Margherita278. Se

per quest'ultima l'interesse lauretano sembra essere uno dei tanti, così non deve essere stato per Anna Caterina: alla volta del 1600 la più religiosa dei tre fratelli Gonzaga aveva già ampiamente dimostrato un attaccamento al culto ed è probabile che il suo pellegrinaggio abbia avuto risvolti più profondi e consapevoli.

Tuttavia, non è da escludere che un contatto con Loreto fosse già avvenuto negli anni cruciali della fondazione. Da una missiva inviata da Gabriele Calzoni al duca di Mantova il 30 giugno 1584, si apprende che erano in quei giorni attesi a Venezia, diretti a Loreto, gli arciduchi Ferdinando e Carlo con le relative consorti, accompagnati dai duchi di Baviera279;

non è dato sapere se il viaggio sia stato o meno effettuato anche se, in data 31 marzo 1584 e nell'anno seguente, i registri lauretani segnalano la presenza di doni preziosi a nome del duca di Baviera (documenti 9). Anna Caterina potrebbe aver approfittato di questo primo pellegrinaggio per prendere, o far prendere, visione del sacello originale al fine di riprodurlo fedelmente in patria, in tempi in cui tale pratica non era ancora diventata una consuetudine.

Per strappare la Loretokirche all'isolamento, gli arciduchi trasformano la chiesa nella tappa finale di un innovativo circuito di pellegrinaggio celebrante i misteri mariani. Lungo la via, fino a quel momento secondaria, che collega Mühlau, presso Innsbruck, al sacello vengono erette quindici colonne lignee recanti raffigurazioni su rame dei Misteri del Rosario, mantenendo fra di esse una distanza di dieci Ave Maria «also im Ganzen einen Pslater, dies sind drei Rosenkränze, beten konnte»280: la coppia ducale si appropria del territorio

installandovi segnali evidenti della politica devozionale di corte, con l'intento di assimilare la Santa Casa al paesaggio urbano e al vissuto religioso locale. A causa del veloce degrado e di un atto vandalico, le stazioni vengono sostituite nel 1628 da Leopoldo V con cippi votivi in pietra reggenti un tabernacolo superiore, all'interno del quale vengono dipinti i vari Misteri; di tale suggestivo percorso non restano oggi che cinque colonne-stazione, dalla nove alla tredici, dislocate lungo la Bundesstra e, i cui brani pittorici sono stati sostituiti negli anni Cinquanta del secolo scorso.

278 Il giubileo giustifica il lungo e dispendioso viaggio di Anna Caterina, per sostenere il quale,

considerata la sua condizione vedovile, interviene direttamente l'imperatore Ferdinando III creando non pochi malumori a corte. L'arciduchessa passa il 13 aprile 1600 per Marmirolo, dove viene ricevuta con gran pompa dai fratelli e dalla cognata Eleonora, i quali ricambieranno la visita recandosi ad Innsbruck nel 1606 in occasione delle nozze della figlia Margherita con Enrico II di Lorena, cfr. G.B. VIGILIO,La insalata: cronaca mantovana dal 1561 al 1602, a cura di D. Ferrari-C. Mozzarelli, Mantova

1992, pp. 114.

279 ASMn, AG, b. 1514, fasc. I, cc. 234-235 (Progetto Collezionismo Gonzaghesco©).

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Occorre precisare che, come sospinta da un irrefrenabile impeto religioso volto a dimostrare la sua intraprendenza nei primi anni della reggenza tirolese, Anna Caterina aveva già in precedenza deciso di promuovere un percorso devozionale gemello: fortemente colpita da un pellegrinaggio di massa svoltosi nella località montana di Seefeld, nota per un miracolo dell‟Eucarestia, al quale partecipa con il marito e un seguito di duemila persone, fra il 1583 e il 1584 sostiene la fondazione, nei pressi di Innsbruck, di un Santo Sepolcro con annessa abitazione per sette romiti, mantenuti a spese dell'arciduca; da questo nucleo architettonico si svilupperà, un secolo più tardi, la complessa struttura devozionale dedicata alle Sette Cappelle di Gerusalemme. Similmente al successivo percorso lauretano di Thaur, l'arciduchessa fa erigere, lungo la strada che da Innsbruck conduce alla nuova chiesa, una sorta di Via Crucis composta di sette cappelle commemoranti i misteri della Passione di Gesù.

Lo scopo di una simile campagna promozionale è, evidentemente, quello di contrastare le eresie celebrando una sorta di patriottismo religioso attraverso la riscoperta delle proprie radici spirituali, traslando in territorio austriaco due grandi reliquie della cristianità: la Santa Casa di Loreto, dove la storia della salvezza ha avuto inizio, e il Santo Sepolcro, dove tutto si è compiuto.

I due cammini sono speculari e intimamente legati: sul fronte lauretano le tappe del pellegrinaggio sono scandite da semplici cippi votivi afferenti alla tradizione più arcaica del genere, su quello ierosolimitano le cappelle e la loro intitolazione sembrano riecheggiare l'esempio, al tempo ormai consolidato sull'arco alpino occidentale, dei Sacri Monti e delle Vie Dolorose, fenomeno che esploderà in tutta la sua evidenza oltralpe solo in epoca barocca281.

In tal senso, non è da escludere che l'arciduchessa conoscesse l'illustre modello del Sacro Monte di Varallo282, da cui potrebbe aver mutuato l'ispirazione per la creazione di un

percorso devozionale a tappe: dal 1536 i Gonzaga detenevano la signoria del Monferrato ed è noto quanto il vicino percorso di padre Caimi abbia indirizzato negli anni a venire le scelte di politica devozionale dei duchi mantovani presso il Sacro Monte di Crea, senza dimenticare

281 La prima Via Dolorosa di cui si ha notizia in zona è quella fondata nel ducato di Stiria, nei

pressi di Graz, dalla granduchessa Anna Maria di Wittelsbach, originaria della Baviera cattolica e moglie del granduca Carlo II. Per una panoramica sul fenomeno dei Monti Calvari europei si veda Linee di integrazione e sviluppo all'Atlante dei Sacri Monti, Calvari e complessi devozionali europei, atti del convegno internazionale (Varallo, 17-18-19 aprile 1996), a cura di A. Barbero-E. De Filippis, Ponzano Monferrato (Al), 2006. Si deve, naturalmente, ai francescani la diffusione in Europa di disegni dei Luoghi Santi, con particolare riferimento all'opera di padre Bernardino Amico, cfr. B.AMICO,

Trattato delle piante & imagini de sacri edifizi di Terra Santa, disegnate in Ierusalemme secondo le regole della prospettiva & vera misura della lor grandezza da Bernardino Amico da Gallipoli, in Firenza appresso Pietro Cecconcelli, 1620. Per i significati spirituali associati a questo tipo di percorsi cfr.A. DA ZEDELGEM,Saggio storico sulla devozione alla Via Crucis. Evocazione e rappresentazione degli

episodi e dei luoghi della Passione di Cristo, a cura di A. Barbero-P. Magro, Casale Monferrato (Al) 2004.

282 D.T

UNIZ, La fortuna del Sacro Monte di Varallo nel sistema dei santuari prealpini, in I Sacri Monti…, 2005, pp. 103-115.

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la pubblicazione nel 1587 da parte del generale dell'ordine francescano e futuro vescovo di Mantova Francesco Gonzaga, l'ispiratore a inizio Seicento della regola riformata in Sant'Orsola, di un'interessante descrizione del sito varallese, che non può essere passata inosservata in famiglia. In un simile contesto, nel 1589, anno di consacrazione della

Loretokirche, il fratello di Anna Caterina, il duca Vincenzo I, concepisce il primo progetto di

un circuito di cappelle a Crea dedicato ai misteri mariani: il primo novembre si svolge una processione per celebrare l'avvio del cantiere, durante la quale vengono collocate quindici croci nei punti in cui sarebbero sorte le cappelle283.

Di nuovo, appare evidente quanto le relazioni famigliari e private, le cui dinamiche spesso esulano dalla produzione documentaria ufficiale, abbiano determinanti ricadute sul vissuto quotidiano e sulla circolazione di idee, artisti e iconografie: attraverso i canali personali, Anna Caterina potrebbe aver familiarizzato con la tradizione lauretana di Varallo e Roccapietra, ricavando l'idea di allestire un percorso di catarsi spirituale a tappe e di costruire un edificio a intitolazione lauretana isolato in aperta campagna. In tal senso, l'arciduchessa anticipa di molto i tempi conferendo oltralpe una forma definitiva a suggestioni e soluzioni architettoniche di recente acquisizione, destinate a diventare un punto di riferimento in Tirolo.

Anna Caterina passerà gli anni a venire dedicandosi alla gestione di opere pie e al mantenimento di altari, cappelle, chiese e monasteri, interessandosi al restauro di edifici di culto particolarmente cari alla devozione locale e continuando a coltivare la pratica dei pellegrinaggi, con particolare riferimento alla chiesa della Madonna sul monte Waltraft. La sua irreprensibilità diventa proverbiale e si acuisce con la morte del marito nel 1595: ritiratasi nel castello di Thaur e rifiutate due prestigiose proposte di matrimonio, l'arciduchessa realizza finalmente il sogno, coltivato fin dalla giovinezza, di ritirarsi dalla vita pubblica. Dopo aver indossato velo nero e rosario, Anna Caterina si chiude con la corte e le figlie, di salute cagionevole, nella Ruhelust, la residenza costruita nel giardino di corte lasciatale in eredità dal marito, vivendo umilmente e dedicandosi agli esercizi dello spirito; nonostante il ritiro, la Gonzaga non abbandona la pratica dei pellegrinaggi, come dimostra il viaggio a Loreto nel 1600, durante i quali alloggia le figlie presso il Damenstift di Hall.

Sicuramente sollecitata da quest'illustre esempio, ma forse molto più da quello entusiasmante della sorella Margherita, nel 1606 Anna Caterina decide, dopo aver avuto una sorta di rivelazione mentre era in preghiera a Waltraft nel giorno dell'Annunciazione, di fondare a Innsbruck un proprio monastero, coronando il sogno di prendere i voti. Il legame

283 Il percorso sorge come esaltazione di una chiesa dedicata alla Vergine già esistente, cfr. Sacro Monte di Crea, a cura di A. Barbero-C. Spantigati, Alessandria 1998, in particolare i saggi di G. GENTILE, I misteri mariani del Sacro Monte di Crea dal trattato di Costantino Massino alla breve Historia e descrittione di Michel AngeloCultella e C. BONARDI, La realizzazione del Sacro Monte tra Cinque e Seicento, pp. 81-92 e 93-103.

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con Sant'Orsola è palese: l'arciduchessa promuove una sorta di monastero-residenza dove è contemplata la presenza di un nucleo monastico fisso e di un educandato per giovani nobildonne, chiamato Regelhaus284. La fondazione, riccamente dotata e alla quale la

Gonzaga destina la sua eredità e alcuni possedimenti, fra cui la signoria di Thaur, viene sottoposta alla regola di uno dei suoi ordini favoriti, il terz'ordine dei serviti, che mai prima d'allora aveva avuto un proprio istituto al di là delle Alpi e che in seguito a questa fondazione metterà radici in Austria285. L'approccio di Anna Caterina è, tuttavia, completamente

differente rispetto a quello della sorella: il Regelhaus riflette l'austerità morale della fondatrice tanto nell'organizzazione e nel decoro delle architetture quanto nella condotta di vita all‟interno dell‟istituto, che prevede spazi fra religiose e signore rigidamente separati con la chiesa come unico ambiente comune. Il semplice fatto che sia la fondatrice che la figlia prendano i voti al momento del loro ingresso in comunità, rinunciando a tutti gli agi della loro condizione, mangiando con le consorelle e vivendo una vita di preghiere e abnegazione, attesta l'enorme differenza di carattere fra le due sorelle Gonzaga286.

Nel 1610, mentre fervono i lavori, Margherita esce da Sant'Orsola, da poco fondata, per raggiungere la sorella a Innsbruck. Il motivo della visita viene svelato dal biografo di Madama Serenissima, don Guarini:

«Ma qui è bene dire anche il viaggio, che in questo tempo fece l‟Altezza Serenissima in Ispruch, la quale partì da Mantova per andare a rivedere madama archiduchessa Anna Gonzaga d‟Austria sua sorella, il 6 giugno 1610; et questa visita fu fatta, si per godere della presenza della sorella, e due nipote, una delle quali in quel tempo si trattava dover essere imperatrice, come fu poi, ma fu anche fatta, perché già l‟anno 1600, anno del giubileo, venne madonna arciduchessa sudetta a Mantova, et tutte due sorelle fecero il viaggio della Santa Casa di Loreto, nel qual viaggio passorno tra loro tanti disgusti, che se fossero state nemiche occulte, non che sorelle, vi haverebbe potuto essere più concordia, et pace, questo fu cagionato da certi servitori dell‟una, et altra parte, quali poco curando la pace, che doveva essere tra quelle Serenissime signore, fecero delle impertinente poco convenienti al grado loro; Io mi vi trovai presente, et ne saprei dir molto, ma non si conviene, basta, che in quest‟andata di Madonna di Ferrara alla sorella si pacificorno in modo, che l‟una non avrebbe mai

284 Ottenute le licenze dal vescovo di Bressanone e, per sua intercessione, dal pontefice, Anna

Caterina avvia il cantiere della Regelhaus: la prima pietra viene posata nel luglio del 1607 e già nel