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La chiesa di Santa Maria di Loreto fra storia e tradizione

I.3. Fra tensioni religiose e rinnovamento delle coscienze

Caratterizzato da uno stato di crisi permanente e da contraddizioni profonde, il Cinquecento rappresenta un secolo di svolta: l‟avvento dirompente della riforma protestante e delle conseguenti guerre di religione definisce in Europa una nuova geografia politica e culturale, lacerando le coscienze e provocando la netta divisione fra territori di fede protestante, situati nelle aree centro-settentrionali, e stati roccaforte del cattolicesimo, in

primis Italia e Spagna98. Per la prima volta nella sua secolare storia, l'unità religiosa del

cristianesimo d'Occidente s'infrange e la Chiesa di Roma perde, per sempre, il primato spirituale.

In ambito cattolico, la diretta conseguenza di questa frattura è l'avvio di una riforma interna alla Chiesa che trova nel Concilio di Trento, e nella cosiddetta Controriforma che ne consegue, la sua massima espressione99. Indetto nel 1545 da Paolo III e concluso, fra

alterne vicende, nel 1563, il Concilio esclude a priori la possibilità di un incontro con la controparte protestante, riunendo al tavolo di lavoro quasi esclusivamente esponenti del cattolicesimo romano. Di fronte alla demolizione del sistema dogmatico, gerarchico e dottrinale da parte della dilagante eresia protestante, le gerarchie ecclesiastiche individuano debolezze e problematiche sospese, da secoli evidenti ma mai seriamente affrontate, reagendo duramente e chiudendo di fatto le porte a un possibile confronto con le nuove confessioni: il miraggio, più volte sfiorato nel secolo precedente, della possibilità di convivenza fra eredità classica e realtà cristiana si infrange di fronte alla totale, e intenzionale, incapacità di dialogo fra le parti.

Scopo principale delle varie sedute è quello di conferire veste giuridica alle istanze di rinnovamento, esprimendo sottoforma di decreti la nuova struttura della Chiesa e disciplinando, senza possibilità di errore, ogni settore della vita spirituale e morale tanto del clero quanto del popolo dei fedeli, intervenendo anche sul problema dell‟arte e dell'architettura in rapporto alle funzioni devozionali e liturgiche. L'azione di riforma dei

98 Per uno sguardo generale si veda R.D

E MATTEI,A sinistra di Lutero. Sette e movimenti religiosi nell‟Europa del „500, Roma 1999; P.MIQUEL,Le guerre di religione, Firenze 1981.

99 Le questioni del controverso significato del termine Controriforma e delle sue declinazioni nella

storia sociale europea sono state approfondite da H. JEDIN, Riforma cattolica o controriforma? Tentativo di chiarimento dei concetti con riflessioni sul Concilio di Trento, Brescia 1967, pp. 7-69. Si veda anche M.BENDISCIOLI,Dalla Riforma alla Controriforma, Bologna, 1974.

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vescovi tridentini è principalmente rivolta alla normalizzazione delle espressioni devozionali, troppo spesso legate ad antiche superstizioni e poco chiare radici paganeggianti, tramite il ridimensionamento delle manifestazioni della pietà popolare e l'eliminazione degli abusi che allontanano l‟attenzione dai significati profondi e reali del culto100. Le tradizioni cattoliche,

divenute bersaglio di aspre critiche da parte dei protestanti, vengono purificate dagli aspetti più folkloristici e controversi; ciononostante il culto della Vergine, dei santi, delle reliquie e molte pratiche devote quali processioni, pellegrinaggi e indulgenze vengono sostanzialmente riconfermati nel sistema religioso post-tridentino come componenti integranti e ineludibili della spiritualità cattolica. In parallelo viene messa in atto una profonda campagna moralizzatrice volta a disciplinare la vita dei laici, che avrà non poche ripercussioni sugli usi e i costumi dei fedeli europei dei secoli XVI e XVII.

Il santuario di Loreto riveste un ruolo determinante nella polemica in corso, inaugurando una fase completamente nuova della sua storia che lo porterà in breve tempo a diventare il polo d'attrazione mariano più importante d'Europa. La rinnovata devozione tridentina nei confronti di Maria si sposa a Loreto con la necessità di ribadire le verità di fede, rifiutate dagli eretici d'oltralpe, dell‟incarnazione di Gesù e dell‟esenzione dal peccato della Vergine: facendo leva su tali contenuti dottrinari, strettamente connessi all'episodio del volo angelico, nell'arco di nemmeno due secoli il sacello lauretano si trasforma da semplice centro taumaturgico in reliquia d'Oriente, prima, e in faro del cattolicesimo riformato, poi101. La

Chiesa avvia una sistematica campagna promozionale del culto funzionale alla promulgazione delle istanze conciliari, coinvolgendo in questa operazione, di chiaro stampo politico, i potentati dell'Europa cattolica. Del resto, non è la prima volta che il santuario estende le sue prerogative oltre i limiti territoriali della Marca in difesa della cristianità minacciata: la Santa Casa assurge in piena epoca moderna a simbolo metastorico dell'identità delle genti di fede cattolica costantemente vessate dagli infedeli, siano essi l'antico e mai sconfitto nemico musulmano o la nuova minaccia protestante, caricando la devozione di significati dottrinari e dogmatici di pregnante rilevanza tuttavia estranei all'originaria matrice taumaturgica.

Un altro evento storico contribuisce, in quegli anni tormentati, all'esaltazione lauretana: la Battaglia di Lepanto, evento bellico di notevole portata, tuttavia non risolutivo, ampiamente strumentalizzato da Pio V per promuovere l‟immagine della Chiesa di Roma vittoriosa sull‟infedele e, per estensione, su qualsiasi scisma che ne attenti il primato. La Vergine di Loreto, tradizionalmente riconosciuta come patrona dei navigatori in virtù del suo volo sui

100 Esemplare in tal senso è l'azione di riforma intrapresa dall'arcivescovo di Milano Carlo

Borromeo, cfr. A.AGNOLETTO,Religione popolare, folklore e magia nei documenti borromaici, in San

Carlo e il suo tempo, atti del convegno internazionale nel IV centenario della morte (Milano, 21-26 maggio 1984), I, Roma 1986, pp. 866-888.

101 C.A

MMANNATO, L'immagine lauretana nell'età della Riforma, in Loreto crocevia…, 1997, pp. 349-362.

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mari, viene eletta dal pontefice protettrice delle vittoriose armate cristiane di ogni tempo e luogo, destinando il culto alla perpetua gloria. Consapevoli della potenza dell'intercessione di Maria, nel 1571, alla vigilia della battaglia, il generale capo della spedizione - don Giovanni d‟Austria figlio di Carlo V - e tre rappresentanti dell‟alleanza cristiana - la sorella Margherita d‟Asburgo, Giovanna d‟Austria granduchessa di Toscana, figlia del futuro imperatore Ferdinando I, e Cristina di Lorena - fanno voto di visitare la Santa Casa in caso di vittoria; il giuramento sarà sciolto nel 1575 quando, ottenuta la grazia, il capitano si presenterà con un corteo di ufficiali reduci e migliaia di schiavi cristiani liberati, offrendo come ex voto i ceppi e le catene con i quali erano stati imprigionati102. Anche il comandante della flotta pontificia,

Marcantonio Colonna, durante il viaggio di ritorno da Lepanto decide di sbarcare nel porto di Recanati per raggiungere quanto prima il santuario, accompagnato da numerosi armati.

Fra Cinque e Seicento il fenomeno del pellegrinaggio, vivamente consigliato dalle autorità ecclesiastiche in quanto considerato strumento privilegiato di purificazione dell‟anima e di espiazione delle colpe, conosce un ulteriore e definitivo sviluppo. A causa dell'endemica tensione fra cristiani e musulmani, i viaggi in Terrasanta sono ormai divenuti impraticabili e la carta geografica delle vie sacre viene completamente ridisegnata: durante l‟età moderna si tracciano nuovi itinerari lungo i quali, oltre alle tradizionali e irrinunciabili mete di Roma e Santiago di Compostela, cominciarono a proliferare nuovi luoghi sacri, generalmente santuari mariani presso i quali si sono verificati eventi miracolosi. Testimonianza diretta e tangibile di un oriente mitico e agognato, oltre che luogo di antiche e comprovate grazie e intercessioni, il santuario di Loreto entra a pieno titolo nella nuova mappa dei circuiti spirituali europei: in breve tempo la fama del centro marchigiano supera i confini della penisola imponendosi all'attenzione del mondo intero come meta di pellegrinaggio obbligata per chiunque intenda dimostrare, in tempi di diffuso sospetto, la propria adesione alla fede cattolica.

In virtù dei recenti riconoscimenti, nel 1576 Loreto ottiene un proprio anno giubilare, proclamato da Gregorio XIII, evento che scatena un pellegrinaggio di massa da parte dei cristiani di tutta Europa riuniti sotto l'invocazione lauretana103. Le istituzioni del santuario, in

previsione dell‟enorme afflusso di visitatori, si organizzano per l‟accoglienza: sono anni di grande fermento logistico ed editoriale, durante i quali vengono ristampati e tradotti gli antichi racconti di fondazione del sacello e compilati manuali di viaggio per compiere un buon

102 I ferri saranno fusi per la fabbricazione delle cancellate delle cappelle interne della basilica, in

seguito sostituite con balaustre di marmo.

103

Don Giovanni d‟Austria ne approfitterà per tornare nel mese di maggio, cfr. GRIMALDI,2001, pp.

233,651; LEOPARDI,II,pp. 260-261. Nel suo manuale stampato a utilità dei pellegrini e dei confessori lauretani, padre Luis De Granada sostiene che ogni anno si confessavano a Loreto circa sessantamila pellegrini, cfr. GRIMALDI,1991,p. 226.

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pellegrinaggio, testi che conoscono una notevole fortuna nei quali indicazioni pratiche convivono con preghiere, penitenze e pratiche devote104.

Sostenuti dalla propaganda tridentina, per un certo periodo i nuovi contenuti dottrinali sembrano prendere il sopravvento sull‟originaria connotazione taumaturgica. Ciononostante, il successo cinque-seicentesco della Madonna di Loreto non può essere pienamente compreso se slegato dalla sua connotazione salvifica: in caso di crisi sanitaria, malattia, incidente, calamità naturale o naufragio gli antichi significati continuano ad affiorare e a qualificare le manifestazioni devozionali e iconografiche lauretane, non solo fra le frange più umili della società. Con l'avvento della peste di manzoniana memoria i tradizionali poteri taumaturgici della Madonna di Loreto tornano in auge, rilanciando la fama del culto in un periodo storico in cui era opinione comune che le epidemie, e la peste in particolare, altro non fossero che una punizione divina nei confronti dell‟umanità peccatrice e che per debellarle fosse necessario innescare un processo di radicale redenzione spirituale che facesse appello alla protezione di santi, in primis la Madre di Dio105. Il culto lauretano resta,

nella sua essenza, intimamente legato al dramma umano; a conferma di ciò, con il miglioramento delle condizioni igieniche e la scomparsa delle epidemie, in epoca contemporanea la partecipazione dei fedeli è andata progressivamente diminuendo, ponendo la devozione di fronte a nuove sfide.

Considerati tali presupposti, non stupisce il fatto che il fenomeno delle repliche architettoniche sia sorto in piena Controriforma come manifestazione definitiva di adesione al culto: la costruzione di una copia della Santa Casa nazarena in anni di instabilità sociale, allarmi sanitari e deriva religiosa corrisponde a una moltiplicazione sul territorio del santuario centrale e delle sue prerogative, una sorta di atto di fede in un momento in cui la spiritualità mariana vede la sua massima fioritura e si configura come elemento centrale della liturgia romana.

104 A.T

URCHINI,Pellegrinaggi e voti, itinerari di disciplina e devozione a Loreto nella Controriforma,

in Loreto crocevia…, 1997, pp. 545-561. Per l'anno giubilare viene ristampato a Macerata l‟antico racconto di Bernardino Cirillo, nel quale per la prima volta compaiono le nome per compiere bene e con maggior frutto spirituale il pellegrinaggio lauretano, cfr. GRIMALDI, 2001, p. 43. Dal canto suo, Gregorio XIII ordina la traduzione della Translatio in ben otto lingue e la fa affiggere all‟interno della basilica di Loreto affinché la vera origine del sacello fosse compresa senza fraintendimenti da tutti i visitatori d'Europa; qui sarà vista dai già citati visitatori stranieri Fynes Moryson e Joseph Furttenbach.

105 Come dichiara il vescovo di Cremona Pietro Campori nel 1630 in un opuscolo penitenziale

redatto in tempo di crisi, cfr. P.CAMPORI, Dialogo amoroso della B.V. Madre di gratie con l‟afflitta città di Cremona, in Cremona [s.e.], 1630.

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II

Il sacello della Santa Casa.