Capitolo 5 Strumenti e settori regolamentati: lo sviluppo della
5.6 Agricoltura ambiente
La nascita della politica agricola comunitaria ha determinato il passaggio dall’agricoltura tradizionale postbellica ad un’agricoltura moderna, con la scomparsa dei contadini e la nascita delle aziende agricole. Da un punto di vista ambientale, i cambiamenti strutturali più rilevanti avvenuti in agricol- tura possono essere ricondotti sia alla concentrazione, specializzazione e
intensificazione dell’attività agricola di ogni singola azienda che alla pola- rizzazione territoriale e all'integrazione verticale delle attività a livello re-
gionale e settoriale.
Da un punto di vista aziendale, la nascita dell’agricoltura moderna ha de- terminato un orientamento al mercato della produzione più che all’autoconsumo, con l’introduzione di drastici cambiamenti nelle tecniche produttive, una crescente meccanizzazione delle pratiche agricole, una mi- nore varietà nelle tipologie coltivate, un impiego crescente di prodotti chi- mici a discapito della tradizionale rotazione colturale e una netta separa- zione tra produzioni vegetali e animali. Da un punto di vista aggregato, le nuove politiche agricole hanno contribuito ad una concentrazione delle at- tività nelle aree più produttive e ad una progressiva marginalizzazione dei sistemi agricoli non competitivi, di solito situati nelle regioni più svantag- giate, anche da un punto di vista socio-economico. Un ulteriore aspetto del
17 Nel 1993 viene istituita la Carta di Casablanca che viene poi viene inclusa nella Dichiarazio- ne euro-mediterranea di Barcellona del 1995. Nel 1997, in occasione della Conferenza sul Turi- smo e sviluppo sostenibile nel bacino mediterraneo si redige la Dichiarazione mediterranea sul turismo mediterraneo in cui si auspica l’impegno locale attraverso l’implementazione delle A- gende 21 locali e il supporto comunitario attraverso il programma di cooperazione comunitaria,
denominato Meda.
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cambiamento strutturale agricolo è stato introdotto dall'integrazione verti-
cale, che ha reso l'agricoltura sempre più dipendente da input esterni non-
ché dalla lavorazione industriale e dalla distribuzione commerciale dei prodotti agricoli, con un forte impatto a livello di inquinamento ambienta- le.
Questi meccanismi hanno dato vita ad interazioni tra agricoltura ed am- biente notevolmente complesse, dato che esse si manifestano sia nel senso di impatti dell’agricoltura sull’ambiente, sia, in quello opposto, di effetti della qualità ambientale sull’agricoltura.
I primi interessano tutte le componenti dell’ambiente: aria, acqua, suolo, biodiversità e paesaggio:
- la specializzazione e la concentrazione delle produzioni agricole de- terminano un aumento delle dimensioni degli appezzamenti, la ri- mozione della vegetazione naturale e degli elementi separatori (fos- si, siepi, muretti, alberi). Questa omologazione del territorio com- porta la scomparsa di habitat naturali e semi-naturali con conse- guente perdita di biodiversità sia animale che vegetale;
- la fertilizzazione e l’applicazione di pesticidi sono pratiche agricole a forte impatto ambientale. La concimazione organica con letame e liquami presenta impatti sulla componente atmosferica (impatto ol- fattivo, emissioni di ammoniaca e protossido d’azoto), idrica (eutro- fizzazione delle acque di superficie e costiere ed inquinamento delle falde) ed edafica (concentrazione di metalli pesanti e fosforo nel suolo). La concimazione minerale invece è la principale responsabi- le dell’eutrofizzazione dell’habitat e dei biotopi. Infatti molte specie di piante europee sono associate ad ambienti poveri di azoto. Tutta- via l'evoluzione nei sistemi di coltivazione ha portato ad un'intensi- va fertilizzazione azotata: dal 1950 al 1990 l'impiego di fertilizzanti azotati è cresciuto in media di quattro volte passando da meno di 25 chilogrammi di azoto per ettaro (KgN/ha) a circa 100 KgN/ha. Tut- to ciò incrementa la ricchezza nutritiva dell'habitat e mette a rischio le specie adattate a biotopi a basso livello nutritivo. L'eutrofizzazio- ne è chiaramente una delle maggiori cause del rischio di estinzione delle specie, aggravata da una crescente eccedenza di azoto emessa dal sistema agricolo che contribuisce anche all’inquinamento azota- to delle falde e all’acidificazione del terreno. L’uso di pesticidi, in- vece, è direttamente responsabile della riduzione della biodiversità contribuendo da un lato all’eliminazione di alcune specie con alte- razione delle catene alimentari, e dall’altro ad una selezione di spe- cie più resistenti ai pesticidi, che ne richiedono sempre di più un maggiore impiego;
- le pratiche agricole hanno impatti sia sull’aria sia sul suolo. Gli al- levamenti intensivi sono la principale causa delle emissioni di me-
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tano ed ammoniaca nell’atmosfera contribuendo ad incrementare l’effetto serra e l’acidificazione delle piogge, mentre le coltivazioni intensive comportano un peggioramento delle caratteristiche agro- nomiche dei terreni con aumento dello scorrimento superficiale, e- rosione e perdita di sostanza organica;
- la meccanizzazione incide sul compattamento dei suoli e l’aumento dello scorrimento superficiale a favore della loro erosione, oltre a contribuire ai processi di omologazione del territorio e conseguente perdita di biodiversità;
- le operazioni di bonifica, drenaggio e irrigazione peggiorano le ca- ratteristiche agronomiche dei terreni e la qualità delle acque profon- de; a ciò va aggiunta l’alterazione di alcuni habitat (zone umide) e la conseguente perdita di biodiversità.
Gli impatti negativi delle condizioni ambientali sull’agricoltura sono mol- teplici. Essi riguardano principalmente l’inquinamento urbano che con l’emissione di sostanze tossiche provoca le piogge acide e la crescente ur- banizzazione di alcune zone rurale che ha effetti inevitabili sugli habitat naturali e ne compromette la loro conservazione, condizione necessaria per la sostenibilità dell’agricoltura.
Da ciò nasce l’esigenza di una programmazione congiunta sia a livello a- gricolo che a livello ambientale: misure isolate porterebbero ad interventi parziali e frammentati i cui risultati sarebbero scarsamente interpretabili in termini di esternalità positive per l’ambiente, l’agricoltura e i cittadini dell’Unione. I settori di intervento della politica ambientale comunitaria sono numerosi (aria, biotecnologie, sostanze chimiche, cambiamento cli- matico, economia ambientale, gestione del territorio, sviluppo sostenibile, rifiuti e acqua). Il punto centrale delle strategie ambientali europee è quello di coniugare le politiche ambientali con quelle dei diversi comparti eco- nomici (agricoltura, energia, trasporti) e con le esigenze di sviluppo e oc- cupazione. Le misure agro ambientali adottate nel corso degli anni sono state discusse nei capitoli precedenti in quanto parte integrante delle rifor- me di politica comunitaria in materia agricola.