• Non ci sono risultati.

Oltre il 2013: i nuovi sviluppi dello sviluppo rurale alla luce

Capitolo 3 Dalla riforma Fischler all’Health Check

3.6 Oltre il 2013: i nuovi sviluppi dello sviluppo rurale alla luce

Dalle analisi delle politiche di sviluppo rurale emerge ancora una distribu- zione asimmetrica delle risorse tra il primo e il secondo pilastro della Pac (rispettivamente 80% e 20%). Il problema della redistribuzione della spesa della Pac, infatti, non è stato risolto neanche con l’introduzione del paga- mento unico aziendale e il meccanismo della modulazione. La definizione settoriale e la mancata integrazione con le altre politiche locali hanno in- debolito il coordinamento tra i fondi strutturali: il risultato è stato quello di premiare lo status quo. Con i reg. (Ce) 73/2009 e reg. (Ce) 74/2009 si da attuazione alla nuova riforma della Pac sancita con il cosiddetto Health

check della Pac. Le novità più rilevanti riguardano il nuovo sistema di

modulazione dinamica e i nuovi indirizzi della politica dello sviluppo rurale.

3.6.1 La modulazione dinamica

Nelle proposte iniziali della Commissione era previsto un aumento del 2% annuo dal 2010 al 2013 per la modulazione obbligatoria. Percentuale da sommare al 5% già previsto dalla riforma Fischler del 2003, con una mo- dulazione complessiva del 13% nel 2013 e il mantenimento della franchi- gia per gli aiuti inferiori ai 5000 euro. Tale franchigia viene riconfermata anche nelle decisioni finali, cosa che non accade per le proposte iniziali circa le percentuali da modulare. Nell’art 7 del reg. (Ce) 73/2009 viene in- fatti stabilito che tutti gli importi dei pagamenti diretti che superano i 5.000 euro, da erogare annualmente agli agricoltori, devono essere ridotti pro- gressivamente dal 7% nel 2009 al 10% nel 2012. Queste percentuali devo- no essere incrementate di quattro punti percentuali per gli importi che su- perano 300.000 euro.

Le risorse derivanti dall’applicazione della modulazione dinamica spettano allo Stato membro nel quale sono state raccolte. Esse devono essere indi- rizzate da ciascuno Stato membro, ad eccezione dei nuovi aderenti, alle misure previste dalla programmazione dello sviluppo rurale, finanziate con il FEASR in attuazione del reg. (CE) n.1698/2005. I criteri distributivi per le risorse preesistenti vengono riconfermati28. Per quanto riguarda il cofi-

84

nanziamento è previsto un aumento del tasso comunitario del 75% che sa- le al 90% per le regioni dell’Obiettivo convergenza29

: in altre parole, ai fondi aggiuntivi derivanti dall’aumento del tasso di modulazione deciso con l’Health check, gli Stati membri dovranno aggiungere una quota na- zionale più bassa, pari al 25%, che scende al 10% per le regioni dell’Obiettivo convergenza.

Sono altresì previste altre fonti di finanziamento della politica di sviluppo rurale:

- la prima decreta la possibilità di utilizzare la differenza tra i massi- mali concessi a ciascuno Stato e i pagamenti diretti elargiti fino ad un massimo del 4%;

- la seconda prevede di eliminare il pagamento accoppiato per il ta- bacco e di destinare la metà di queste risorse risparmiate a pro- grammi di ristrutturazione nelle zone produttrici.

Tuttavia sia nel primo che nel secondo caso è difficile riuscire a quantifica- re l’ammontare delle risorse che si renderanno disponibili e quindi poter esprimere un giudizio di valore su tali provvedimenti. Per quanto riguarda le decisioni in termini di modulazione esse hanno contribuito solo al com- pletamento della riforma Fischler senza apportare contributi significativi al finanziamento dello sviluppo rurale. Tuttavia è anche vero che un tasso di modulazione più elevato avrebbe generato difficoltà nel recepire e gestire efficacemente una massa troppo grande di risorse finanziarie aggiuntive all’interno dei Piani di sviluppo rurale, da poco approvati e non ancora del tutto operativi.

3.6.2 I nuovi obiettivi della politica di sviluppo rurale

La definizione dei nuovi obiettivi dello sviluppo rurale è avvenuta conte- stualmente alle soluzioni individuate sul fronte del primo pilastro e in par- ticolare in termini di disaccoppiamento; la portata dei cambiamenti intro- dotti è stata però ancora più ridotta rispetto a quelli inseriti in materia di modulazione. Nel documento finale dell’Health check si ritrovano sia in- dirizzi strategici che indirizzi cogenti.

I primi riguardano le cosiddette nuove sfide che l’Unione europea deve af- frontare in termini di cambiamento climatico, energie rinnovabili, gestione

delle risorse idriche, conservazione della biodiversità. Per questi obiettivi

tuttavia non è stata prevista l’introduzione nei Piani di sviluppo rurale in quanto si è ritenuto che la normativa fosse già abbastanza ricca in queste materie e gli strumenti legislativi consentissero quindi un pieno raggiun- gimento degli obiettivi senza necessità di ritocchi se non nelle dotazioni fi- nanziarie. Infatti nell’allegato dell’articolo unico riguardante la Modifica

29 In Italia sono Sicilia, Calabria, Campania, Basilicata e Puglia. Quelle di competitività sono tut-

85

degli orientamenti strategici comunitari (Decisione 2009/61/CE del Con- siglio del 19 gennaio 2009) si legge che il sostegno deve essere mirato a tipi di operazioni che siano coerenti con gli obiettivi e le disposizioni del regolamento (CE)n. 1698/2005 e che producano effetti potenzialmente po- sitivi in relazione alle nuove sfide.

Gli indirizzi cogenti rappresentano invece una serie di nuove misure previ- ste per il raggiungimento di obiettivi transitori, di breve durata, riguardanti l’accompagnamento del settore lattiero-caseario; innovazione in discipli-

ne specifiche (non chiaro se ci riferisca alle nuove sfide o ad altro); coo- perazione per nuovi prodotti, nuovi processi e nuove tecnologie nel settore agricolo e forestale; “aiuti transitori alla ristrutturazione” se i pagamenti diretti vengono diminuiti per un importo maggiore del 25% sulla base dei seguenti massimali di aiuto per azienda: 4.500 euro nel 2011, 3.000 euro nel 2012 e 1.500 euro nel 2013. Gli Stati membri dovranno introdurre nei

propri Psr le nuove sfide e le altre nuove misure previste entro la fine del 2009 in modo che esse possano essere attivate dall’inizio del 2010. Per quanto riguarda il set aside, la posizione della Commissione non è molto chiara così come non c’è una netta individuazione dei provvedimenti og- getto di finanziamento delle nuove dotazioni assegnate agli Stati membri in virtù della modulazione dinamica. L’Unione europea, infatti, ha escluso la possibilità che tali fondi possano contribuire al finanziamento della pro- grammazione già definitivamente approvata nei Psr, ma ha lasciato massi- ma discrezionalità agli Stati membri nell’indirizzare le risorse verso le

nuove sfide. Gli indirizzi della nuova politica agricola dopo-2013 sembra-

no convergere verso tre questioni chiave: la competitività, la ricerca e l’innovazione; l’ambiente e il cambiamento climatico; l’energia. Questi o- biettivi strategici sono stati ribaditi anche in occasione delle Revisione di Bilancio del 2009 in cui si è anche riaffermata la necessità di una politica agricola comunitaria che non si estranei dal processo di riforma complessi- vo ma che contribuisca ad esso in maniera significativa.

In particolare lo sviluppo rurale nasce dalla combinazione di fattori con- nessi alle specificità sociali, economiche e ambientali del territorio a cui si aggiungono i processi negoziali che intercorrono tra attori locali e soggetti portatori di interessi. Quindi un piano di sviluppo rurale dovrebbe intrec- ciarsi con le altre politiche presenti sul territorio, coinvolgere tutti i settori produttivi, le infrastrutture, i servizi, la qualità della vita, la natura, il pae- saggio, integrare tutte le risorse disponibili (comunitarie, nazionali, regio- nali o locali), riassegnare le competenze in una logica di sussidiarietà, av- valersi di esperienze significative come i programmi LEADER. Insomma tale politica dovrebbe essere solo una tra le pedine di un quadro comples- sivo ispirato al principio del learning by doing che contribuisce ad un co- stante arricchimento delle politiche integrandole laddove necessario.