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Il Quadro Strategico Nazionale e i territori rurali

Capitolo 5 Strumenti e settori regolamentati: lo sviluppo della

6.3 Il Quadro Strategico Nazionale e i territori rurali

L’elaborazione del Quadro strategico nazionale si fonda sull’idea che la politica regionale possa incidere in maniera rilevante sulla competitività e produttività a livello nazionale e ridurre la persistente sotto utilizzazione di risorse del Mezzogiorno. Gli effetti delle politiche dei precedenti periodi di programmazione e le indicazioni contenute negli Orientamenti Strategici

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per la Politica di Coesione hanno rafforzato la necessità di declinare le

priorità comunitarie tenendo conto della dimensione territoriale in modo che le politiche elaborate siano il più possibile rispondenti ai reali bisogni dei diversi contesti territoriali.

Con riferimento alle aree rurali, gli Orientamenti Strategici per la Politica

di Coesione enfatizzano la promozione della diversificazione economica,

perseguibile attraverso una vigorosa integrazione fra politica di sviluppo rurale e regionale. In particolare la politica regionale gioca un ruolo fondamentale su due piani principali:

- deve garantire un livello minimo di accesso ai servizi di interesse economico generale, nella prospettiva di migliorare la qualità della vita e le condizioni di contesto, attrarre imprese e personale qualificato e contenere l’emigrazione;

- deve rafforzare le capacità endogene dei territori rurali

favorendo l’innovazione a livello locale e promuovendo aggregazioni sinergiche tra comuni, gruppi economici, enti territoriali al fine di offrire servizi efficienti.

Il raggiungimento di questi obiettivi può essere perseguito soltanto attraverso un coordinamento delle diverse azioni programmate per un dato territorio, seppur finanziate con fondi diversi. Ciò comporta una definizione sinergica degli inteventi a livello centrale e la declinazione nel

Quadro strategico nazionale e nel Piano strategico nazionale per lo

sviluppo rurale degli orientamenti principali relativi ai meccanismi di coordinamento tra gli interventi finanziati con i diversi Fondi.

Un’analoga attenzione ai temi dell’integrazione è presente negli orientamenti strategici della Commissione specifici per lo sviluppo rurale che evidenziano l’assoluta necessità di sviluppare sinergie tra le politiche

strutturali, la politica dell‟occupazione e la politica dello sviluppo rurale.

Ciò viene confermato dal fatto che in termini di declinazione territoriale delle priorità, la tematica delle aree rurale è stata ritenuta materia trasversale a tutti gli ambiti di intervento, all’interno dei quali sono emerse le diverse problematiche in riferimento alle aree rurali.

Il Quadro strategico nazionale individua dunque i campi di attività in cui è prioritaria per le due politiche una ripartizione degli obiettivi da raggiungere. In particolare per quanto riguarda:

- l’obiettivo Competitività della filiera agro-alimentare viene individuata come prioritaria l’integrazione per l’innovazione, la ricerca e sviluppo, le infrastrutture, la logistica e il capitale umano: la politica regionale può facilitare il recepimento di temi cruciali per le aree rurali, per l’agro-industria e per le foreste; può migliorare il raccordo, sul territorio, tra gli operatori economici; può rendere le aree rurali attrattive per quegli attori, anche esterni, capaci di pro- durre e diffondere innovazione;

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- l’obiettivo del Miglioramento della gestione del territorio e

dell‟ambiente, all’interno dei campi di attività individuati (miglio- ramento delle condizioni di vita delle popolazioni rurali; migliora- mento della commercializzazione dei prodotti locali; valorizzazione in modo integrato delle risorse umane, naturali e culturali, compre- se quelle paesaggistiche e delle produzioni di qualità) la politica re-

gionale deve contribuire alla costruzione di filiere strategiche; - l’obiettivo dello Sviluppo rurale, il Quadro strategico nazionale

accoglie e integra le indicazioni e gli Orientamenti strategici dell’Unione in relazione allo sviluppo rurale e afferma che la politi-

ca regionale, a sua volta, potrà impegnarsi nelle seguenti direzioni: migliorare l‟offerta e l‟accesso dei servizi essenziali nelle aree ru- rali (con particolare attenzione a quelle marginali), anche attraver- so la realizzazione di infrastrutture materiali e immateriali che sia- no strumento di facilitazione per l‟accesso ai servizi stessi e dunque consentano di rallentare lo spopolamento e di favorire lo sviluppo di nuove attività; e mettere in atto adeguate politiche, in coordina- mento e con un ruolo aggiuntivo rispetto alla politica ordinaria per il lavoro regolare, l‟occupazione, le pari opportunità di genere e per l‟istruzione, per il miglioramento dei livelli di istruzione nelle aree rurali”.

Oltre a questi riferimenti espliciti riportati nella sezione del Quadro strate-

gico nazionale dedicata all’integrazione tra la politica di sviluppo rurale e

quella regionale, le aree rurali sono richiamate più volte, nell’ambito delle diverse priorità, come aree di intervento prioritario4 e, anche in mancanza di un riferimento esplicito, ci sono importanti aree di intervento della poli- tica regionale che possono incidere in maniera significativa sullo sviluppo delle aree rurali5.

Oltre all’individuazione dei campi di raccordo, il Quadro strategico nazio-

nale fornisce una serie di indicazioni, sul piano operativo, per agevolare il

processo di integrazione tra la politica regionale e quella di sviluppo rurale. A livello nazionale e regionale si consigliano soluzioni di governance in

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Si trovano riferimento ad esempio:

- nella priorità Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l‟attrattività territo-

riale, nella quale vengono considerati prioritari gli interventi nei territori interni e rurali

e le realtà comunali scarsamente abitate; - nella priorità dedicata alla diffusione delle ICT;

- nella priorità dedicata al miglioramento e alla valorizzazione delle risorse umane - nella priorità dedicata alle reti e al miglioramento della mobilità.

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Si tratta soprattutto degli interventi per l’applicazione della priorità Garantire le condizioni di

sostenibilità ambientale dello sviluppo e livelli adeguati di servizi ambientali per la popolazione e le imprese e quelli per l’applicazione della priorità Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani, specialmente in riferimento all’obiettivo specifico dedicato alla diffusione di ser- vizi avanzati di qualità nei bacini territoriali sovra-comunali e regionali di riferimento.

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grado di agevolare l’integrazione della fase di attuazione dei programmi (coordinamento tra i comitati di gestione dei diversi fondi; definizione di gruppi di lavoro ad hoc, ecc...), mentre a livello locale si punta sull’esperienza della progettazione integrata e del Leader attraverso il con- solidamento dei partenariati migliori.

Per quanto riguarda il coordinamento finanziario, le indicazioni contenute nel Quadro suggeriscono di individuare modalità specifiche di incentiva- zione finanziaria, all’interno dei limiti stabiliti dai regolamenti, per progetti che prevedano uno stretto collegamento funzionale tra interventi finanziati dai diversi programmi all’interno di una stessa area; di combinare i diversi fondi all’interno della progettazione integrata;di evitare, a livello regiona-