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Capitolo 5 Strumenti e settori regolamentati: lo sviluppo della

6.2 Il Quadro Strategico Nazionale

Il Quadro strategico nazionale (QSN) è un documento di orientamento che gli Stati Membri devono elaborare e sottoporre ad approvazione della Commissione Europea in linea con le indicazioni previste per la realizza- zione della politica di coesione comunitaria. Esso, formalmente, è previsto dall’art. 27 del Regolamento generale CE 1083/2006 sui Fondi Strutturali e trova fondamento sia nel Trattato dell’Unione Europea sia nella Costitu- zione italiana (art.119, comma 5) in quanto volto alla realizzazione di poli- tiche e di interventi per rimuovere gli squilibri economici e sociali presenti tra le varie aree territoriali attraverso specifiche politiche regionali.

2 Il DSPN è il documento prodotto dalle amministrazione centrali nella prima fase del processo di

costruzione del QSN in funzione delle “Linee Guida per l‟elaborazione del Quadro strategico

nazionale per la politica di coesione 2007-2013” e in accordo con i Documenti strategici predi-

sposti dalle singole Regioni e con il Documento Strategico per il Mezzogiorno, predisposto dalle otto regioni del Sud assieme al Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione del Ministe- ro per lo Sviluppo Economico. Lo scopo di tale documento è quello di realizzare un confronto tra i diversi livelli di governo e le parti economiche e sociali in vista della stesura del QSN.

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Il documento è stato approvato dalla Commissione Europea il 12 giugno 2007; le scelte strategiche, le priorità di intervento, le modalità attuative in esso indicate sono il frutto di un processo di approfondimento e condivi- sione che ha coinvolto tutte le istituzioni regionali, le Amministrazioni centrali, le Autonomie Locali ed i rappresentanti degli esponenti del parte- nariato economico e sociale.

Le analisi delle politiche di intervento predisposte negli anni precedenti (periodo di programmazione 2000-2006) hanno consentito una valutazione dei risultati raggiunti e l’individuazione dei fattori che hanno impedito il conseguimento degli obiettivi prefissati. Nell’ultimo decennio l’Italia si è sviluppata molto al di sotto del proprio potenziale in quanto non sono state adeguatamente sviluppate le competenze nella competitività di sistema e non è stata favorita adeguatamente la crescita dei mercati e delle imprese, garantendo al contempo adeguate condizioni di concorrenza e di sviluppo dei servizi pubblici di qualità. A ciò si sono aggiunte le storiche forti diffe- renze nei livelli di sviluppo tra le regioni italiane; in particolare, nelle re- gioni più svantaggiate la politica regionale ha incontrato difficoltà ad inno- varsi in modo radicale soprattutto per una mancanza di coordinamento con le politiche centrali, ma anche per la mancata individuazione degli stru- menti più adatti per il conseguimento degli obiettivi individuati e per un’analisi tardiva sia dei fenomeni rilevanti sia dei tempi necessari per at- tuare gli interventi programmati.

È emersa, quindi, la necessità di una politica regionale di sviluppo orienta- ta da criteri di valutazione, monitoraggio e premialità e regolata attraverso una governance multilivello, per consentire il coordinamento e la predispo- sizione di piani di indirizzo comune nei diversi territori.

Per questo sono stati individuati nel Quadro Strategico Nazionale quattro macro-obiettivi all’interno dei quali si individuano le dieci priorità strate- giche al fine di raggiungere una maggiore integrazione tra attori e territori diversi, favorire processi di innovazione e competitività nei mercati, mi- gliorare complessivamente la coesione economica, sociale e territoriale del Paese.

Macro-obiettivi Priorità di riferimento:

Sviluppare i circuiti della conoscenza

miglioramento e valorizzazione delle risorse umane (Priorità 1);

promozione, valorizzazione e diffusione della Ricerca e dell’innovazione per la competitività (Priorità 2). Accrescere la qualità della

vita, la sicurezza e

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territori inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale (Priorità 4).

Potenziare le filiere produtti- ve, i servizi e la concorrenza

valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività per lo sviluppo (Priorità 5);

reti e collegamenti per la mobilità (Priorità 6);

competitività dei sistemi produttivi e occupazione (Priorità 7);

competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani (Priorità 8).

Internazionalizzare e modernizzare

apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse (Priorità 9);

governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali e efficaci (Priorità 10).

Per la realizzazione degli obiettivi e delle priorità gioca un ruolo essenziale il livello locale. Sebbene il Quadro Strategico Nazionale si ponga come punto di riferimento e di orientamento per l’innovazione delle politiche or- dinarie, esso deve essere applicato con metodi e tempi differenti nelle due

macroaree (Centro-Nord e Mezzogiorno) e fra gli Obiettivi comunitari di riferimento (“Convergenza” e “Competitività regionale e occupazione”,

“Cooperazione territoriale europea”).

La politica regionale deve porre l’accento sui contesti territoriali pro- grammando gli interventi allo scopo di valorizzare e potenziare i sistemi produttivi tipici e promuovere un maggior grado di complementarità ed in- tegrazione dei servizi per sostenere la competitività del territorio.

Per la realizzazione del primo macro obiettivo la politica regionale deve puntare sul rafforzamento delle competenze delle risorse umane nelle aree più avanzate, mentre deve migliorare il sistema di istruzione nelle regioni più in difficoltà3. Per il raggiungimento del secondo macro obiettivo, inve- ce, l’intervento deve essere orientato verso l’introduzione di pratiche inno- vative di integrazione tra strumenti per l’inclusione sociale e i diritti di cit- tadinanza, in maniera più incisiva laddove si riscontrano casi di disagio e- conomico. Nell’ambito del macro obiettivo relativo a Potenziare le filiere

3 I dati OCSE-PISA nella rilevazione degli apprendimenti dei quindicenni nonché le rilevazioni

dell’Invalsi sui livelli di apprendimento della lingua italiana e della matematica si riscontrano dif- ferenze significative, da un punto di vista statistico, tra i livelli raggiunti a Nord e quelli raggiunti al Sud. I primi si allineano alla media europea, mentre i secondi sono nettamente inferiori.

Fonte: Quadro Strategico Nazionale per la politica regionale di sviluppo 2007-2013 - giugno 2007 - Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione.

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produttive, i servizi e la concorrenza, la politica regionale deve investire

nel potenziamento del sistema turistico e nell’adeguamento della logistica e della mobilità nelle regioni in ritardo di sviluppo; infine per il raggiun- gimento del quarto macro obiettivo essa deve consolidare prassi che pos- sano contribuire al miglioramento dell’azione strategica prevista nelle di- verse priorità.

Tutti questi interventi devono essere realizzati in linea con i Regolamenti comunitari e con gli Orientamenti Strategici per la Coesione in modo da utilizzare i Fondi Strutturali sia per valorizzare le diverse opportunità di in- tervento definite per le regioni dell’Obiettivo “Convergenza”, al fine di rimuovere i fattori di ritardo di sviluppo e conseguire i traguardi previsti dall’Agenda di Lisbona, sia per concentrare risorse e interventi destinati alle regioni dell’Obiettivo “Competitività Regionale e Occupazione” sui fattori di competitività.

La programmazione operativa 2007-2013 dei Fondi Strutturali deve essere realizzate dalle Regioni attraverso la stesura di Programmi Operativi Re-

gionali (POR) e solo in minima parte, per aspetti più tecnici, a livello cen-

trale, attraverso Programmi Operativi Nazionali. I piani vengono finanziati con contributo del FESR e del FSE. Sono previsti anche Programmi Ope-

rativi Interregionali che si riferiscono ad aree più ampie di quelle di una

singola regione e che si avvalgono della partecipazione di uno o più centri di competenza nazionali. I programmi interregionali devono essere realiz- zati su tematiche specifiche: energia rinnovabile, attrattori culturali e/o na- turali, turismo.

La fase di realizzazione dei Programmi Operativi Regionali prevede tre diversi livelli di sviluppo:

- il livello di programmazione strategica in cui ciascuna Ammi-

nistrazione centrale e regionale definisce gli obiettivi e le modalità con cui partecipa al raggiungimento degli stessi specificando i fondi da utilizzare e l’entità del finanziamento richiesto;

- il livello della condivisione istituzionale delle priorità, degli obiettivi e degli strumenti tra Stato-Regione e/o fra più Regioni e le regole di cooperazione istituzionale;

- il livello dell’attuazione e quindi l’individuazione degli spe- cifici strumenti con cui la strategia di politica regionale unitaria si realizza.