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Capitolo 2 La riforma Mac Sharry (1992) e le novità di Agenda

2.5 Agenda 2000

2.5.2 Il miglioramento della competitività sui mercati

Per il miglioramento della competitività sui mercati è necessaria, come già sottolineato, una diminuzione dei prezzi, misura già sperimentata con la ri- forma Mac Sharry. Essa ha generato maggiore concorrenza tra i prodotti agricoli determinando nel tempo livelli qualitativi di produzione più eleva- ti; inoltre ha facilitato l’integrazione dei nuovi Stati membri e ha consenti- to la realizzazione degli Accordi GATT in maniera più graduale. Per mi- gliorare la competitività sui mercati però occorre anche garantire sicurezza e qualità delle produzioni cercando di valorizzare i prodotti di qualità, le- gati di solito alle tradizioni del territorio di appartenenza, e incentivando tutte quelle produzioni che sono sostenibili da un punto di vista ambienta-

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le. Infatti, è sempre più evidente che per stabilizzare i redditi agricoli, e fornire fonti alternative di sostentamento, gli agricoltori devono essere in- coraggiati a sfruttare tutte le opportunità offerte dalle zone rurali, sempre di più plurifunzionali.

Per raggiungere questo obiettivo la Commissione propone di estendere e approfondire la riforma del 1992 orientando i sussidi ai produttori a svan- taggio delle coltivazioni e definendo una politica rurale coerente con quella agricola.

Per il settore dei seminativi (cereali, semi oleosi e piante proteiche) la Commissione propone di abbassare di circa il 15% il prezzo di intervento per i cereali e di introdurre un aiuto specifico riferito alla superficie, quindi non legato alla coltivazione, che può essere ridimensionato quando i prezzi di mercato sono superiori a quelli previsti. Per le piante proteiche viene fissato un aiuto supplementare per renderle competitive rispetto ai cereali, mentre vengono mantenute inalterate le maggiorazioni per il frumento du- ro. Le superfici messe a riposo ricevono l’aiuto specifico non legato alla coltura; inoltre ogni singolo Stato può condizionare l’erogazione degli aiuti al rispetto dei requisiti ambientali.

Per quanto riguarda il settore delle carni bovine la crisi della “mucca paz- za” del 1996, determinata dall’encefalopatia spongiforme bovina (Bse), per la sua rilevanza ha fatto prendere coscienza dei problemi relativi alla salute degli animali e del loro rapporto con la salute umana. L’importanza di que- sta crisi deriva dal fatto che ha interessato uno dei principali prodotti ali- mentari e allo stesso tempo ha posto con chiarezza il problema della sicu- rezza alimentare. La diffusione e la concentrazione negli allevamenti in- glesi della Bse erano note fin dagli anni Ottanta, ma solo nel 1996 il verifi- carsi di dieci casi di decesso di persone ha allarmato alcuni studiosi e ri- cercatori inglesi sulla possibilità di trasmissione di questa malattia dai bo- vini all’uomo, attraverso la catena alimentare. L’allarme, estesosi rapida- mente in tutti i paesi europei, ha determinato contrazioni della domanda di carni bovine del 25-50% . Le misure adottate nel 1996, introducendo nuovi regimi per la trasformazione delle carni di vitello e per l’immissione pre- coce dei vitelli sul mercato, oltre all’eliminazione dei bovini con età supe- riore a 30 mesi dalla catena alimentare nel Regno Unito, hanno determina- to un’ulteriore contrazione della produzione. La quantità fornita tuttavia è stata sempre superiore al fabbisogno europeo. In virtù di questo surplus produttivo, nell’ambito della riforma Agenda 2000, la Commissione pro- pone di ridurre gradualmente il sostegno effettivo al mercato (riduzione dei prezzi del 20%) compensando le perdite di reddito con aiuti più elevati per ogni capo di bestiame. Misura, questa, che dovrebbe incrementare l’allevamento estensivo e renderlo più efficace da un punto di vista am- bientale senza tuttavia modificare sostanzialmente la consistenza del soste- gno erogato.

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Per il settore dei prodotti lattiero-casearii la Commissione decide di la- sciare inalterato l’attuale sistema di quote latte fino al 2006 perché le pre- visioni sulle evoluzioni del mercato sono sostanzialmente stabili; tuttavia propone di snellire e rendere più flessibile l’attuale organizzazione del mercato, in un’ottica di maggiore competizione, abbassando mediamente il prezzo di intervento del 15% a partire dal 2005 e introducendo un nuovo pagamento annuo per le vacche lattifere come compensazione.

Nell’ambito dei prodotti mediterranei (tabacco, olio di oliva, vino), la Commissione europea non prende alcuna decisione: valuta positivamente i provvedimenti adottati negli anni precedenti anche se auspica un maggior orientamento di questi settori verso strategie di libero mercato. Per il setto- re degli ortofrutticoli, invece, l’Unione europea sposta l’attenzione sul raf- forzamento delle organizzazioni di produttori e della loro competitività e sulle modifiche strutturali del settore in funzione di obiettivi ambientali da raggiungere.

In tutti i settori regolamentati, la riduzione dei prezzi istituzionali deve av- venire in modo graduale affinché gli agricoltori dispongano del tempo ne- cessario per adeguarsi al nuovo contesto di riferimento. I pagamenti diretti compensativi nel settore delle carni bovine e del latte, a causa delle dispa- rità esistenti tra i vari sistemi di produzione dell’Unione europea, sono e- rogati agli Stati membri sotto forma di stanziamenti finanziari nazionali. Gli Stati membri hanno la facoltà di distribuire l’aiuto secondo le loro spe- cifiche priorità, subordinatamente al rispetto di alcuni criteri comunitari per evitare distorsioni della concorrenza. È previsto inoltre che i pagamenti diretti possano essere modulati in funzione del reddito o dell’occupazione con una riduzione fino al 20% del loro ammontare. I fondi risparmiati dalla modulazione devono però essere utilizzati per politiche nazionali agro- ambientali e di sviluppo rurale.

In forza dell’accordo interistituzionale del 6 maggio 1999 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea, il bilancio della Pac (e- scluso lo sviluppo rurale) ammonta in media a 38,1 miliardi di euro annui per tutto il periodo 2000-2006. Lo sviluppo rurale, dal canto suo, dispone di una dotazione media annua di 4,3 miliardi di euro, mentre altri 520 mi- lioni di euro sono annualmente disponibili per misure di preadesione in materia di agricoltura e sviluppo rurale (programma SAPARD).