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Capitolo 5 Strumenti e settori regolamentati: lo sviluppo della

5.5 Turismo ambiente

La Commissione europea riconosce, nel Quinto programma d‟azione, l’importanza del turismo come elemento essenziale, da un punto di vista socio-economico, per i Paesi dell’Unione. Per molte città e regioni della

Comunità il turismo è un'importantissima risorsa economica ed offre un contributo particolarmente valido alla coesione sociale ed economica del- le regioni periferiche. A ciò va aggiunta la mobilità intracomunitaria delle

persone, a fini di turismo, che ha contribuito, insieme alla realizzazione di un unico mercato, alla libera circolazione di idee e alla realizzazione e dif- fusione di un nuovo spirito comunitario.

Se si può riconoscere come merito al turismo quello di contribuire al recu- pero e alla valorizzazione economica delle aree svantaggiate, ad esso però sono anche associate molte esternalità negative che producono forti riper- cussioni sull’ambiente: esse vanno dall’aumento della produzione di rifiuti alla modifica e distruzione degli habitat naturali, dall’uso dell’acqua alla perdita di biodiversità, dagli impatti estetici e visivi alla congestione, in- quinamento acustico e crescente domanda di mobilità. Tutti questi effetti non possono essere trascurati nell’elaborazione di strumenti di governo. Per conciliare le diverse esigenze nasce il concetto di turismo sostenibile. L’importanza del turismo in un’ottica di sviluppo sostenibile si ritrova già nel Rapporto Brundtland in cui si afferma che le attività turistiche sono

sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un‟area turistica per un tempo illimitato, non alterano l‟ambiente (natura- le, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche.

Appare evidente come insito in questa definizione ci sia lo stretto legame tra turismo e ambiente, dovuto spesse volte alla dipendenza del primo dal secondo perché alimentato dalle bellezze paesaggistiche: solo realizzando una politica integrale di sviluppo che preveda obiettivi di compatibilità e- cologica, socio-culturale ed economica si può cercare di tutela l’ambiente e in questo caso favorire anche le attività private. Infatti se quest’ultime be-

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neficiano delle esternalità positive prodotte dalle attrazioni turistiche, con- tribuiscono solo in minima parte alla loro gestione e manutenzione, specie se si tratta di risorse naturali e ambientali liberamente accessibili.

L’Unione europea, nel rispetto del principio di sussidiarietà, affida agli Stati membri e alle autorità locali la gestione delle interrelazioni tra am- biente e aziende turistiche. Il programma individua tre ambiti di intervento:

- la diversificazione delle attività turistiche per consentire sia di gestire meglio il turismo di massa sia di incoraggiare forme alternative di turi- smo;

- il miglioramento della qualità dei servizi offerti, in particolare per quan- to riguarda l'informazione e la sensibilizzazione, la gestione e le infra- strutture di accoglienza;

- l'azione sul comportamento dei singoli turisti, tramite campagne a mezzo stampa, codici di comportamento e scelta dei mezzi di trasporto.

L’incoraggiamento verso forme alternative di turismo è volto sia a valoriz- zare zone poco conosciute, sia a supportare le politiche di sviluppo econo- mico e sociale nelle regioni periferiche. La riorganizzazione delle attività

turistiche, - orientata a selettività della domanda e differenziazione dell‟offerta- va inquadrata in una strategia culturale dell‟Unione europea che mira ad obiettivi molto più ambiziosi della pura e semplice «mobilità sostenibile». Si tratta di delineare nuovi modelli di «stili di vita»… idonei a contrastare l‟attuale tendenza alla massificazione degli orientamenti culturali, di bisogni espressi nel tempo libero e delle esigenze di realizza- zione professionale. (Querini, 1996)

5.5.1 Agenda 21 locale e gli strumenti per la valutazione

dell’impatto ambientale

In attuazione delle indicazioni contenute nel Quinto programma d‟azione e dell’implementazione delle Agende 21 locali, come stabilito durante il Summit di Rio, e per ovviare alla mancanza di dati attendibili attraverso cui valutare correttamente l’impatto del settore turistico sull’ambiente, viene istituita la Relazione sullo stato dell‟ambiente (Rsa). Tale relazione consente alle autorità locali di definire un quadro preciso sulla qualità am- bientale del proprio territorio, e in funzione di dati attendibili, di pianifica- re le azioni più opportune. La Relazione deve fornire una descrizione det- tagliata delle attività presenti in ciascun territorio e una quadro il più pos- sibile rappresentativo della situazione reale: in modo chiaro e sintetico, in- somma, deve riuscire a cogliere le principali relazioni che intercorrono tra le risorse naturali, le attività umane e i fattori di pressione. Le autorità lo- cali possono utilizzare tutta una serie di indicatori presenti in letteratura per valutare soprattutto i fattori di pressione. I modelli più famosi sono: il modello Pressioni, Stato, Risposte, proposto da Anthony Friend negli anni '70 e successivamente sviluppato dall’Ocse e il modello Driving Forces

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(cause generatrici primarie) - Pressioni, Stato, Impatti e Risposte (DPSIR) - sviluppato dall‟Agenzia europea per l‟ambiente.

Il modello dell’Ocse fornisce un'organizzazione degli indicatori ambientali in tre componenti:

- Pressioni sull'ambiente: gli indicatori che rientrano in tale classifi- cazione misurano gli effetti delle diverse attività dell'uomo sull'am- biente (consumo di risorse naturali, emissione di elementi inquinan- ti per effetto di attività antropiche);

- Stato dell'ambiente: gli indicatori di stato misurano la qualità delle componenti dell'ecosfera (aria, acqua, suolo), quali, ad esempio, la concentrazione di inquinanti nell'aria;

- Risposte: in tale classificazione rientrano gli indicatori che valutano le attività, le politiche, i piani posti in essere per il raggiungimento di obiettivi di protezione ambientale, quali, ad esempio, la realizza- zione di barriere antirumore.

Questi indicatori sono connessi da una relazione logica circolare, per cui le pressioni sull'ambiente influenzano lo stato e lo stato dell'ambiente richie- de risposte da porre in atto per ridurre le pressioni.

Il modello DPSIR rappresenta un'evoluzione del modello Pressioni-Stato-

Risposte, ottenuto scorporando dalla componente pressioni le forze motrici o determinanti, che possono essere identificate con le attività e comporta-

menti antropici derivanti da bisogni individuali, sociali ed economici, pro- cessi economici, produttivi e di consumo che originano pressioni sull'am- biente. Rispetto allo schema PSR, in questo modello si ha una distinzione tra stato dell'ambiente ed impatti sull'ambiente. Ciò consente un approfon- dimento ulteriore dei rapporti di causa ed effetto all'interno della compo- nente stato. Nel modello DPSIR si separa, infatti, la descrizione della qua- lità dell'ambiente (stato) dalla descrizione dei cambiamenti significativi indotti, i cosiddetti impatti, che si sostanziano in alterazioni prodotte dalle azioni antropiche negli ecosistemi e nella salute pubblica. Le risposte so- no, come nel modello precedente, le politiche, i piani, gli obiettivi e agli atti normativi messi in atto da soggetti pubblici per il raggiungimento degli obiettivi di protezione ambientale. Le risposte svolgono un’azione di rego- lazione delle Driving Forces, riducono le Pressioni, migliorano lo stato dell’ambiente e mitigano gli impatti.

5.5.2 Evoluzione della normativa sul turismo sostenibile ne-

gli anni Novanta

Nel 1995 si tiene a Lanzarote la Conferenza Mondiale sul Turismo Soste- nibile, che perviene alla stesura della Carta del Turismo Sostenibile, la quale è successivamente approvata dall’Assemblea delle Nazioni Unite. In questo documento si ribadisce che lo sviluppo del turismo deve integrarsi con il territorio di appartenenza rispettandone le caratteristiche naturali,

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culturali e il tessuto sociale e deve contribuire a valorizzare il patrimonio socio-culturale, le tradizioni, le attività, in particolare nelle zone in ritardo di sviluppo, in linea con la riforma dei Fondi strutturali approvata dall’Unione europea nel 1993.

Ciò si può realizzare solo attraverso meccanismi di cooperazione a tutti i livelli (locale, nazionale, regionale e internazionale) tra tutti gli attori coin- volti. Un ruolo chiave viene assegnato ai Governi nazionali e le autorità locali che devono realizzare una pianificazione del turismo che contribui- sca a un cambiamento nello stile di consumo, introduca meccanismi di va- lutazione dell’impatto ambientale, promuova la creazione di reti aperte per lo scambio di informazioni, trasferimento di tecnologie e conoscenze in materia ambientale e turistica, al fine di favorire lo sviluppo delle aree più vulnerabili da un punto di vista ambientale. Tutto ciò deve comunque esse- re sostenuto da programmi di cooperazione internazionale e dall’introduzione di sistemi di gestione ambientale condivisi. Gli strumenti comunitari che vengono proposti sono:

- quelli di certificazione ambientale (EMAS, ISO1400016) e quelli di certificazione di prodotto (Ecolabel, ISO14040);

- gli accordi volontari che impegnano gli imprenditori turistici al rag- giungimento di particolari obiettivi ambientali in funzione di accor- di precisi con le autorità locali nell’ambito di applicazione di Agen- da 21. Essi in Unione europea, alla fine degli anni Novanta, am- montano circa a 300;

- strumenti di comunicazione ambientale come i Rapporti ambientali e la Dichiarazione ambientale EMAS.

Tuttavia la valutazione dei risultati raggiunti in questo ambito, nella rela- zione intermedia (1996) e in quella del riesame (1998) del Quinto pro-

16 Le norme della serie ISO 14000 hanno origine a partire dai negoziati dell’Uruguay Round

nell’ambito del Gatt, sull’abolizione delle barriere al commercio internazionale e dal Summit di Rio del 1992. Dapprima singoli paesi e poi l’ISO (International Organization for Standardization) hanno elaborato ed emesso norme volontarie riguardanti gli auditi ambientali e la gestione am- bientale.

La certificazione del sistema di gestione ambientale si ispira alla certificazione dei sistemi di qua- lità secondo i requisiti delle norme della serie ISO 9000 e rispetto a questa presenta numerose a- nalogie in termini di apparato concettuale e impostazione metodologica. Uno dei principali ele- menti di continuità nei confronti della certificazione di qualità consiste nella spendibilità di que- sto strumento da parte dell’azienda anche nei confronti del mercato internazionale. Infatti i bene- fici che un’azienda può conseguire con l’applicazione di un sistema di gestione ambientale con- forme alle norme ISO 14000 possono essere molteplici:

- assicurazione sulla conformità alla vigente legislazione ambientale;

- miglioramento dell’immagine ambientale nelle transazioni commerciali, dove le condi- zioni ambientali sono un fattore fondamentale;

- costi ridotti di audit ambientale condotti da parte dei clienti;

- miglioramento dell’immagine aziendale complessiva, in un mercato in cui il consumato- re finale è sensibile alle tematiche ambientali;

- ritorni economici per il miglioramento dell’efficienza nell’impegno delle risorse; - miglioramento della reattività al mutare della legislazione o delle condizioni ambientali.

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gramma d‟azione mette in luce come molti degli strumenti proposti dalla

Commissione non sia stati ancora applicati a fondo. Appare necessario svi- luppare strategie più efficaci per la realizzazione del turismo sostenibile. La Comunità si impegna ad assicurare che i Fondi strutturali contribuisca- no a finanziare forme sostenibili di turismo previa valutazione dell’impatto ambientale (VIA) e in conformità con la normativa comunitaria in materia. In questo periodo viene anche discusso il ruolo del turismo nei Paesi Medi- terranei17 tale da assicurare la salvaguardia e la valorizzazione del patri- monio naturale, storico e culturale, e l’importanza del turismo durevole18

che consente uno sfruttamento ragionevole della diversità biologica e con- tribuisce alla sua preservazione. Inoltre, per incoraggiare una maggiore competitività del settore e migliorare la qualità del turismo europeo, è stato istituito il 1° Programma pluriennale a favore del turismo europeo deno- minato Philoxenia, da attuarsi tra 1997 e il 2000.