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Capitolo 5 Strumenti e settori regolamentati: lo sviluppo della

5.3 Energia ambiente

5.3.3 L’applicazione nell’Unione europea

L’Unione Europea è stata tra i principali promotori e sostenitori del Proto- collo di Kyoto sin dalle primissime fasi della sua negoziazione. Al fine di contribuire ad un più efficace ed efficiente adempimento degli impegni di riduzione dei gas serra assunti con la firma del Protocollo, a decorrere dal 1° gennaio 2005, attraverso l’emanazione della direttiva 2003/87/CE (E-

missiontrading directive), è stato istituito il Mercato Europeo

dell’Emission trading scheme. Con questa direttiva, per la prima volta, gli obiettivi del Protocollo di Kyoto si traducono in vincoli alle emissioni de- gli impianti degli operatori dei settori maggiormente inquinanti. Il mecca- nismo prevede infatti limiti alle emissioni (attraverso il rilascio di permes- si) per le imprese europee rientranti nei settori indicati (attività energeti- che, produzione e trasformazione dei metalli ferrosi, industria dei prodotti minerali, impianti per la fabbricazione di prodotti ceramici, impianti indu- striali per la fabbricazione della carta). La direttiva 2003/87/CE è stata successivamente integrata mediante l’emanazione della direttiva

2004/101/CE (la cosiddetta Linking Directive). Essa ha costituito un inter-

vento di raccordo tra il sistema di scambio dell'Unione europea ed il Proto- collo di Kyoto, con l’obiettivo di rendere compatibili con tale sistema i meccanismi clean development mechanism (CDM) e joint implementation (JI).

La strategia energetica europea punta a garantire un’energia il più possibile “pulita”, a costi ragionevoli e in quantità sufficienti e certe, al fine di rea- lizzare un mercato energetico efficiente, competitivo e sicuro. La realizza-

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zione del mercato unico costituisce un elemento fondamentale della politi- ca energetica per il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza, efficienza e competitività del mercato europeo dell’energia. Gli strumenti utilizzati per perseguire questo scopo sono stati la progressiva liberalizzazione del mer- cato e la definizione di programmi pluriennali.

I primi passi per una progressiva liberalizzazione del mercato sono stati fatti nel 1996 e nel 1998 con l’emanazione della direttiva 1996/92/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19/12/96 concernente norme co-

muni per il mercato interno dell‟energia elettrica e della direttiva 1998/30/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 giugno 1998 relativa a norme comuni per il mercato interno del gas naturale.

L’obiettivo è quello di garantire una piena libertà di circolazione dell’elettricità e del gas all’interno dell’Unione liberalizzando, da un lato le attività poste agli estremi della filiera (produzione e vendita), e dall’altro garantendo una parità di trattamento per l’accesso alle reti di trasporto e di- stribuzione, destinate a rimanere in regime di monopolio regolato.

A queste fanno seguito:

- la direttiva 2003/54/CE per completare la liberalizzazione del mer- cato interno dell’elettricità in tutti i comparti (generazione, trasmis- sione, distribuzione e fornitura dell’energia elettrica);

- la direttiva 2003/55/CE del 26 giugno 2003 per completare la libe- ralizzazione del mercato interno del gas naturale in tutti i comparti (trasporto, distribuzione, fornitura e stoccaggio del gas naturale). Con questi provvedimenti, che abrogano i precedenti, l’Unione europea e- videnzia la necessità di accelerare il completamento della creazione di un mercato interno dell’energia e del gas, fattore chiave per la competitività europea, e di favorire un’attuazione uniforme tra gli Stati membri delle di- rettiva in materia di liberalizzazione dei mercati, obiettivo che non era sta- to raggiunto con le precedenti disposizioni in materia.

Si fissa il 1° gennaio 2007 come data per la completa liberalizzazione dei mercati. Nonostante alcuni effetti positivi sul prezzo dell’elettricità, per la realizzazione del mercato unico permangono ancora difficoltà legate all’esistenza di barriere all’ingresso, all’uso inadeguato delle infrastrutture esistenti e all’insufficiente interconnessione delle reti elettriche tra molti Stati membri che comporta fenomeni di congestione alle frontiere. Per questo i mercati del gas e dell’elettricità restano sostanzialmente mercati

nazionali e anche se liberalizzati, ancora fortemente monopolistici.

Un altro fronte di intervento comunitario è stato volto alla promozione di politiche di efficienza energetica, basate sull’utilizzo più razionale dell’energia e sulla diffusione di fonti energetiche rinnovabili, attraverso l’approvazione di Programmi pluriennali.

In ambito di fonti energetiche rinnovabili la Commissione interviene nel 1997 con la pubblicazione del Libro Bianco e Piano d‟azione per le fonti

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rinnovabili di energia, ponendo l’obiettivo di ottenere al 2010 un mix pro-

duttivo costituito per il 12% da energie rinnovabili (il doppio rispetto all’attuale 6%), al fine di ridurre sia la dipendenza dalle importazioni che le emissioni di CO2. Per raggiungere tale scopo deve essere garantito un

accesso non discriminatorio ai mercati energetici, attraverso adeguate mi- sure fiscali e finanziarie, e devono essere sostenute iniziative riguardanti le bio-energie (per trasporti, riscaldamento, elettricità) in grado di promuove- re l’utilizzo del bio-gas e favorire lo sviluppo delle biomasse. Si deve al- tresì puntare sulla promozione delle fonti rinnovabili di energia nel settore dell’edilizia, come ad esempio sull’energia solare.

Nel novembre 2000 la Commissione adotta il Libro verde (Verso una stra-

tegia europea di sicurezza dell‟approvvigionamento), finalizzato a ridurre

al massimo i rischi derivanti dalla dipendenza dall’estero del fabbisogno energetico dell’Unione europea. La strategia principale è basata per la pri- ma volta su interventi dal lato della domanda piuttosto che su politiche e- sclusivamente basate sull’offerta, dato che la politica energetica è ancora in mano ai singoli Stati membri e non a livello comunitario, il che limita le possibilità di intervento sul lato della produzione e del mercato.

Il Libro Verde promuove, infatti, una strategia di controllo dell'aumento della domanda, incoraggiando veri e propri cambiamenti nel comporta- mento dei consumatori, ad esempio tramite la fiscalità. Per quanto concer- ne l'offerta, viene data priorità alla lotta contro il riscaldamento climatico, promuovendo in particolare lo sviluppo delle energie nuove e rinnovabili. Viene inoltre avviata un’analisi sul contributo del nucleare, che resta un’opzione aperta anche se dibattuta, e viene data grande importanza alla ricerca sulla sicurezza della gestione delle scorie radioattive.

Nel giugno del 2005 viene pubblicato un nuovo Libro verde sull’efficienza energetica (Fare più con meno) nel quale viene analizzata la situazione e- nergetica, cercando di individuarne le criticità e di fornire strumenti per il loro superamento al fine di garantire un miglioramento dell’efficienza e- nergetica comunitaria.

Nel Libro verde si stima un potenziale risparmio del 20% da raggiungersi entro il 2020 attraverso azioni in vari settori che coinvolgano tutti i sogget- ti interessati (dai decisori politici a livello europeo, nazionale e locale, alle banche, le istituzioni internazionali, e i singoli consumatori) e che mirino ad una cooperazione solida sul piano internazionale.