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4.4 Strategie e nuove tattiche dell’abitare

4.4.2 Alcuni dati per nuove tecniche

L’evidente enfasi per i dettagli squisitamente tecnici è sensibilmente avvertibile a partire dalle immagini qui pubblicate, ma ancora più approfondendo l’indagine della ratio che soggiace la costruzione delle nuove lottizzazioni. In primo luogo la forma dei complessi abitativi influenza la concezione della struttura e del sistema del quartiere come esplicitamente descritto nel volume dei

Costruttori ForCase: “la morfologia urbana determinata dalla logica insediativa dei moduli base

delle dimensioni tipo di 6m x 6m configurava una città seriale organizzata secondo un asse lineare principale su cui si attestano i moduli abitativi costituenti l’isolato/piastra delle dimensioni di 200m x 50m”.102 Dunque la profonda sinestesia tra paesaggio circostante e i complessi del piano C.A.S.E. è dovuta, essenzialmente, alla concentrazione dell’enfasi operativa e temporale, esclusivamente su alcuni elementi tecnico-antisismici, i quali in contesto di emergenza hanno avuto buon gioco sull’insieme degli altri elementi che avrebbero contribuito a dare un ventaglio di alternative possibili in attesa di una ricostruzione mirata basata sulla partecipazione103 dei cittadini ai processi decisionali.

100 Turino, R., Calvi, G. M., (a cura di), “L’idea”, in L’Aquila... , op. cit., p.71.

101 Cerasoli, D., “Dell’Aquila non resta che il nome. Racconto di un terremoto”, in: Bulsei, G. L., Mastropaolo, A., (a

cura di), Oltre il terremoto, op. cit., p.33.

102 Turino, R., Calvi, G. M., (a cura di), “L’idea”, in L’Aquila... , op. cit., p.71.

103 Per partecipazione, scelgo la seguente definizione: «La partecipazione è quindi il prodotto di un processo di

apprendimento collettivo e localizzato determinato dalla maturazione di una scelta volontaria del gruppo sociale di trasformare quella che era una collezione di aspirazioni individuali volte al perseguimento di interessi privati, in un agire sociale che individua il problema comune e si orienta all’elaborazione di scelte condivise nell’interesse e per la

Per quanto concerne i dettagli, successivamente alcune delle dimensioni furono riviste e si decise di costruire centocinquanta piastre isolate delle dimensioni di venti metri per sessanta, in grado di sostenere un edificio prefabbricato di tre piani con una superficie di seicento metri quadrati per piano da suddividere in circa trenta appartamenti per ospitare in tutto l’insieme del progetto circa dodicimila persone.104

Il fattore tempo governa e detta i tempi delle realizzazioni, considerando che il 29 settembre del 2009105 “sono stati consegnati i primi 300 appartamenti e con il 31 dicembre sono stati completati 154 edifici”106; e che infine il progetto verrà ampliato a centottantacinque edifici in grado di ospitare circa quindicimila persone, rispetto alle tremila inizialmente preventivate, definitivamente completati e consegnati entro febbraio del 2010. La scelta di moduli prefabbricati è funzionale sia alla velocità di realizzazione che alla rapidità dell’assemblaggio (definito «a secco», per il contenimento nel processo produttivo, dell’introduzione di elementi come il calcestruzzo, intonaci o massetti che allungano i tempi di asciugatura), cosicché “da una prima analisi delle tecnologie disponibili sul mercato i sistemi costruttivi che meglio si prestano al caso specifico sono sistemi modulari a struttura portante in legno […]”.107

La scelta degli elementi modulari consente di realizzare quattro tipo di alloggi, in funzione delle persone che li andranno ad occupare: da un minimo di 36 mq per un monolocale per una persona, ad un massimo di 108 mq per quattro o cinque persone.108

Dal punto di vista costruttivo si cerca inoltre di svincolare, quasi completamente, i singoli complessi dal tipo di terreno sul quale vengono fabbricati, poiché nelle intenzioni di progetto la tecnologia antisismica impiegata consente di isolare efficacemente i moduli abitativi dalla terra, intesa nel senso più ampio del termine. L’enorme fondazione di cemento su cui poggiano le colonne che sorreggono gli isolatori e le piastre su cui poggiano i moduli prefabbricati, secondo le idee dei progettisti sono efficaci in quanto “tagliando alla base l’azione sismica è […] possibile immaginare di poter costruire edifici pluripiano senza ricorso a particolari soluzioni strutturali, rendendo sostanzialmente indipendente l’intero sistema dalle caratteristiche del terreno, entro certi limiti”.109

salute dell’intera collettività», in: Imperiale, A. J., Bozza VIS per Piano Particolareggiato di Ricostruzione, A.S.I.A (Architecture Social Impact Assessment), London, s.d., p.11.

104

Turino, R., Calvi, G. M., (a cura di), “L’idea”, in L’Aquila... , op. cit., pp.65-67.

105 La data è simbolica poiché è anche il giorno del compleanno del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. 106 Turino, R., Calvi, G. M., (a cura di), “I risultati”, in L’Aquila... , op. cit., p.373.

107 Ibidem, p.62. 108

Ibidem, p.63.

Così a trecentodiciannove giorni dal sisma110, vengono consegnati tutti gli appartamenti, costati secondo i dati riportati dai Costruttori ForCase 789.842.740 euro (con l’IVA)111, i quali il 31 marzo del 2010 entrano nelle mani del Comune dell’Aquila.

Il tentativo di legittimare queste scelte urbanistiche e architettoniche passa attraverso essenzialmente due canali: la massiccia pubblicizzazione dell’intento, che contrappone sicurezza, efficienza e concretezza, alla ipotetica lentezza e inconsistenza di altre soluzioni, di fronte ad un evento di tale portata qual è il terremoto; e in secondo luogo attraverso la logica della contrapposizione tra provvisorio e definitivo.

In merito a quest’ultimo punto (definitivo) è estremamente interessante osservare come all’interno della logica degli ideatori del progetto C.A.S.E. ci si chieda quale sia il limite temporale che distingue un’abitazione temporanea o provvisoria da una permanente o definitiva.112

Si legge: “non è facile dare una risposta a questa domanda, se si considera il perdurare apparentemente eterno di ciò che in questo paese viene costruito con l’obiettivo di durare mesi, o al più qualche anno. Basta pensare al Belice, all’Irpinia, allo stesso Friuli […] Se dunque il provvisorio non esiste da un punto di vista della durata, è utile chiedersi se abbia senso che esista dal punto di vista dei consumi energetici, della sostenibilità ambientale, dell’inquinamento”.113 Dunque, in base a questo criterio, su cui ci si può anche confrontare ed entro certi limiti giustificare, si situa il significato ed il motivo del progetto: “è utile anche chiedersi se possano essere costruiti edifici con caratteristiche ambientali e di sicurezza strutturale simili a quelle richieste per il permanente entro termini temporali e con costi unitari confrontabili con gli edifici definiti provvisori. Se così fosse, risulterebbe ovvio procedere nei limiti del possibile costruendo il provvisorio con le caratteristiche del permanente”.114