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Dalla gestione dell’emergenza alla fase post-terremoto

5.3 Riposizionare i luoghi: L’Aquila e le frazioni dopo il sisma

5.3.1 Dalla gestione dell’emergenza alla fase post-terremoto

Cinque giorni dopo l’incontro con Simona mi reco a nord dell’Aquila nel quartiere di Coppito, dove sorge l’imponente caserma della Guardia di Finanza, punto di riferimento durante l’emergenza, luogo tristemente simbolico per la celebrazione dei funerali delle vittime del sisma e sede del G8 che l’allora presidente del consiglio Berlusconi aveva voluto trasferire dalla Sardegna all’Aquila. Francesca, residente all’Aquila, abita proprio in una delle zone più colpite dal sisma ovvero nei pressi di Campo di Fossa. L’ho incontrata per caso la settimana precedente durante l’inaugurazione dello Spazio della memoria di Fontecchio e resasi disponibile ad aiutarmi nelle mie ricerche; lavora nella Struttura Gestione Emergenze (abbreviato S.G.E.), creata dall’Ordinanza del dicembre 2009, decido di andarla a trovare al lavoro. È un piacevole tardo pomeriggio del 17 agosto quando, dopo aver parcheggiato sul lato est della caserma, fattomi riconoscere dalla guardia, percorro a piedi il lungo viale che mi conduce alla sede della S.G.E.. Resto colpito ed impressionato dalla vastità della struttura e dall’ampiezza delle sue strade interne e dai suoi edifici: una vera e propria città nella città.

Incontro Francesca nel suo ufficio dove ricopre il ruolo di addetta alla comunicazione informatica e ufficio stampa del Commissario: dopo aver concordato l’uso del registratore, iniziamo una conversazione al fine di comprendere come si è svolta la gestione dell’emergenza e quali sono i risvolti della situazione attuale. Qui di seguito riporto alcuni passi di quell’incontro.

Francesca: “[…]. Perché prima la gestione della zona rossa ce l’aveva il Commissario, […] invece adesso se ne occupa il Servizio Emergenza e Ricostruzione dell’Aquila. […]. Anche perché il sindaco, si era arrivati al paradosso ad un certo punto che il sindaco per portare delle autorità o per fare delle manifestazioni nel centro storico dell’Aquila, doveva chiedere il permesso al Commissario! […]. Che il sindaco debba chiedere il permesso per entrare nella propria città era un po’ un controsenso, anche perché la zona rossa viene da un’ordinanza sindacale e non del Commissario..!”;

G.P.: “Quindi era il sindaco che delimitava le zone rosse?”;

Francesca: “Sì, è il sindaco che delimita la zona rossa e anche la prima ordinanza è stata sindacale..” G.P.: “Quindi non era la Protezione Civile..”;

Francesca: “No, era sempre il sindaco, però all’inizio in realtà la gestione in pratica ce l’aveva la Protezione Civile perché comunque considera che la gestione della zona rossa significa anche che, travirgolette, mettere dei controlli: quindi esercito, vigili del fuoco per la messa in sicurezza, eccetera che comunque sono a capo del governo.. quindi all’inizio c’è stata un po’ questa questione un po’ delicata.. però adesso gestisce il Comune. Ogni comune gestisce la sua zona rossa. Quindi

anche per l’ingresso in zona rossa se vogliamo andare a fare un giro chiamo qui al Comune e magari vediamo in settimana...”;

G.P.: “Quindi riassumendo si può dire che..”;

Francesca: “La S.G.E., assistenza alla popolazione, sopralluoghi poi c’è tutta la parte di logistica che è collegata con la Protezione Civile Regionale che si occupa ancora degli sfollati negli alberghi e nelle caserme, quindi anche a livello di mensa.. circa duecento.. ce l’hai scritto qua.. caserma della Guardia di Finanza centonovantatre.. tutta questa serie di cose qui. E poi c’è la parte dell’amministrativo contabile che praticamente tutte le spese che sono state fatte per l’emergenza e che ancora vengono fatte, perché ancora ci sono tante spese riguardo all’emergenza.. ogni comune ha delle spese di assistenza alla popolazione, delle spese di messa in sicurezza, delle spese di attività produttive che hanno perso con il terremoto e quindi hanno necessità di un risarcimento danni, tutto legato a delle ordinanze. Quindi a rendicontazione i comuni chiedono al Commissario la restituzione dei soldi che son stati spesi per l’emergenza, poi c’è l’area comunicazione che si occupa della comunicazione al cittadino e con la stampa, dove sono io. E noi ci occupiamo anche del sito e quindi tendenzialmente abbiamo il contatto con il pubblico e poi nell’area comunicazione c’è l’URP cioè lo sportello per il cittadino dove, praticamente, tutto ciò che riguarda il cittadino in generale quindi sia per l’emergenza che per la ricostruzione, noi abbiamo questo sportello al cittadino che comunque fa la sua domanda, la sua istanza eccetera che poi lo sportello gira a chi di competenza”;

G.P.: “Per esempio la parte dei progetti della ricostruzione, son qui che si consegnano o sono i corrispettivi comuni che..”;

Francesca: “Allora questa è la parte di emergenza, poi l’altra struttura che è stata sempre creata sotto il Commissario è la Struttura Tecnica di Missione (abbreviato S.T.M.), che ha come coordinatore l’architetto Fontana. È l’altra struttura che invece ha le competenze sulla ricostruzione e che quindi si occupa tendenzialmente di fare tutta la normativa che riguarda la ricostruzione: quindi dai primi decreti dal Commissario, quello in cui è stato definito il Piano di ricostruzione (abbreviato P. di R.) che i comuni devono fare, piuttosto che il discorso sulle macerie oppure tutta la normativa che riguarda gli aggregati, gli edifici di pregio, gli edifici vincolati eccetera, esce dalla S.T.M. dove lavorano il coordinatore e poi quindici persone che son state distaccate da altri enti della pubblica amministrazione in Italia e altre quindici son state prese con un concorso pubblico a tempo determinato sul territorio”;

G.P.: “Sempre qui a Coppito?”;

Francesca: “Dunque la S.T.M. ha la sede al convento di San Domenico che sta a Viale Duca degli Abruzzi sempre all’Aquila e poi Fontana lavora sia qui nelle Regione nella sede di Palazzo Siloni

vicino al Commissario perché comunque così stanno vicini per lavorare. Qui Chiodi volendo ce l’ha un ufficio però ovviamente stando alla Regione, è qui vicino.. quindi ci risiamo! È anche Presidente della Regione quindi non è che si può sdoppiare per fare le cose mezza giornata qui e mezza lì! Diciamo che come ufficio, Chiodi è rimasto al suo ufficio in Regione. Qui c’è il vice-Commissario Cicchetti, perché ha un vice-Commissario che all’inizio era stato nominato Massimo Cialente, sindaco dell’Aquila ed è stato nominato vice-Commissario. Poi ad un certo punto Cialente ha dato le dimissioni ed è stato sostituito con Antonio Cicchetti che ha le deleghe all’emergenza e all’assistenza alla popolazione”;25

[…];

Francesca: “Che altra cosa interessante ti posso dire.. Ah.. i progetti! I progetti si consegnano ai Comuni che.. però non è così semplice nel senso che alcuni Comuni istruiscono la pratica e la seguono dall’inizio alla fine, hanno come la S.T.M., diciamo, fa da.. se i Comuni ne vogliono usufruire, possono chiedere aiuto alla S.T.M. per la verifica delle pratiche piuttosto che per avere dei consigli, insomma, può essere una struttura di supporto; però è a scelta di ogni singolo Comune, non è un’imposizione. Per cui ogni singolo Comune può decidere se avvalersi o meno della S.T.M. per la redazione del P. di R. piuttosto appunto che per le pratiche, eccetera”;

G.P.: “E invece i fondi per i progetti..”;

Francesca: “Allora i fondi.. allora quindi per il progetto il cittadino va dal suo progettista, perché può sceglierlo, il progettista istruisce la pratica al Comune e poi per quanto riguarda il Comune dell’Aquila c’è la filiera, […] cioè praticamente, prima dell’ammissione al contributo, una domanda di progetto viene controllata da questi enti di cui, praticamente, fanno parte le università italiane, per cui può capitare che la tua domanda la guarda un ingegnere di Siracusa. Se per esempio un ente rileva che.. ora d’ingegneria non so niente.. per esempio che quel muro non va ricostruito così ma colà.. diciamo così, rimanda indietro al progettista e il progettista corregge, la riporta.. hai capito.. Anche perché per le B e le C non c’erano tempistiche certe.. anche qui si può dire un discorso lungo.. c’è che dice che il controllo è necessario perché comunque altrimenti si vanno a favorire.. perché comunque ci stanno delle persone che ne approfittano e quindi magari mettono nel progetto il rifacimento del bagno quando invece il bagno è perfettamente integro, però dice: sì, intanto che sto a rifà la casa! Purtroppo può succedere e allora il controllo è necessario. Altri dicono: sì, però così si rallenta tutto.. e allora adesso, per esempio, per le E è uscita, o sta per uscire, un’ordinanza in cui le tempistiche sono certe, cioè si dice: ok il controllo però la filiera deve durare massimo sessanta giorni, mi sembra. Perché poi si è arrivati al paradosso che una pratica per una B magari è andata avanti e indietro trenta volte e quindi si è persi tre mesi per correggere una cosa che poi,

economicamente, era di trecento euro e invece lo Stato si è sobbarcato l’assistenza di una famiglia che comunque, mensilmente, costa circa diecimila euro! Quindi si è arrivati a questi paradossi.. allora per non arrivare più a questi paradossi si è deciso di mettere una tempistica, ma questa è stata una decisione recente, quindi in questi due anni e mezzo ne abbiamo viste di tutti i colori..”;26

[…];

G.P.: “E invece, per quanto riguarda il discorso della ricostruzione antisismica, le normative prevedono che adesso si..”;

Francesca: “L’adeguamento.. allora tutta la normativa te la trovi qua, nei decreti del Commissario delegato e nelle ordinanze. Ora magari mi faccio dire.. perché sennò te li leggi tutti e non finisci più perché solo i decreti sono settantasei! Perché poi c’è anche la questione di farlo a norma energetica, cioè con tutte le norme ambientali, poi c’è tutta la parte dei patrimoni vincolati, del patrimonio culturale.. insomma non è una cosa proprio semplice. […]. Ecco per esempio qui cerchiamo di tenere un po’ i conti no.. quindi fino ad adesso per la SGE son stati spesi cinquecentoquattro milioni per la S.T.M., che è la ricostruzione, quattrocentottanta milioni. La cassa depositi e prestiti, questi sono soldi che sono due miliardi che ha messo a disposizione la cassa di depositi e prestiti, che sono disponibili per la riparazione degli immobili adibiti ad abitazione principale. Cioè son due miliardi disponibili in cassa che ha messo il Governo per la ricostruzione”;

G.P.: “Ma c’è una stima, diciamo, su quanti ne servono? Perché mi sembrano..”;

Francesca: “Pochi! Questi son due miliardi di cui, a questo punto concessi, quindi diciamo utilizzati, settecentocinquantuno milioni e ne mancano a saldo.. e dunque quello che mi chiedi tu, il

Decreto Abruzzo che è il numero 39, poi magari ti mando le slide, del 2009 ha stanziato quattordici

virgola qualcosa miliardi di euro e in cassa del Commissario, ad oggi, sono arrivati tre miliardi e qualcosa di cui, due miliardi tramite cassa depositi e prestiti che servono per la ricostruzione e un altro miliardo e mezzo per le spese dell’emergenza, quindi SGE dove siamo adesso, e S.T.M., quindi ricostruzione. Quindi da questo, il Governo dovrebbe dare nei prossimi anni quello che manca, cioè undici miliardi e il Ministero dell’Economia e la Ragioneria dello Stato pretendono una relazione semestrale di come vengono utilizzati i soldi e Tremonti, molto chiaramente ha detto: se non utilizzate quello che avete, non do altro..”;

G.P.: “Quindi prima bisogna spendere quelli che vengono dati una tantum, per avere gli altri..”; Francesca: “Esatto.. che come ragionamento non mi sembra neanche sbagliato se vogliamo fare una considerazione. Però quello di cui alcuni protestano è che dice: sì, però non è che c’è una scaletta di questi interventi economica e questi quattordici miliardi stanno sulla carta però poi dopo il Governo dov’è che li va a prendere.. insomma alcune persone si pongono delle problematiche anche giuste

perché comunque se tu leggi il decreto 39, le fonti non son chiare, cioè c’è tutta la diatriba sulla tassa di scopo che non è stata mai messa, quella per i giochi.. quella per ora è l’unica fonte che è stata decisa come.. poi gli altri dovrebbero essere sbloccati dal CIPE, io poi non è che ne capisco tantissimo però insomma c’è la paura che questi undici miliardi, che sulla carta ci sono, non è stato spiegato da dove devono essere presi; ecco questa, diciamo, è la paura più grande”;

G.P.: “Là sono compresi anche gli aiuti esterni..”;

Francesca: “No no, allora, quello è lo Stato. Gli aiuti esterni degli altri paesi è una bella domanda! Perché in realtà anche lì molti sono sulla carta! Nel senso che fu fatta da Berlusconi la cosiddetta lista dei quarantacinque monumenti da adottare col G8 no? In realtà di questi quarantacinque monumenti alla fine sono stati adottati pochi.. questo dovremmo chiederlo al vice-commissario Marchetti, perché c’è anche un vice-commissario per i beni culturali.. mi ero dimenticata! Non è facilissimo avere chiaro tutto! c’è un vice-commissario Marchetti […] che si occupa della messa in sicurezza dei monumenti. In teoria l’idea di Berlusconi, quando ha fatto il G8 qui, è che ogni stato doveva prendersi in capo un monumento.. questo si sta traducendo in realtà in modo molto relativo nel senso che alcune trattative sono ancora sulla carta: per esempio il castello lo dovrebbe prendere la Spagna, piuttosto che la Chiesa delle Anime Sante in teoria la doveva adottare la Francia, Obama ha detto che adottava non so cosa e invece poi con l’America si son persi i contatti.. so che il Kazakhstan ha versato un milione di euro! Uno dei pochissimi che ha dato i soldi liquidi! E un altro paese che ha mantenuto le promesse è stata la Germania che sta ricostruendo Onna. Casa Onna è stata fatta dai tedeschi, il Piano di Ricostruzione è già stato fatto, di Onna, sempre dai tedeschi, hanno adottato la chiesa di Onna e la stanno ristrutturando e la Merkel ha mandato degli architetti tedeschi che proprio ormai abitano qui, si son proprio trasferiti e finchè non portano avanti tutto non tornano in Germania e l’ambasciatore tedesco viene almeno una volta ogni sei mesi a vedere come vanno le cose. Quindi la Germania si è rivelata proprio nel classico pregiudizio della precisione germanica!”;27

A questo punto della conversazione, da una domanda prevista ne ricavo una risposta inaspettata e perciò estremamente interessante: l’idea di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini aquilani rispetto alla ricostruzione è un desiderio e un obiettivo largamente inseguito da Francesca.

G.P.: “C’è qualche documento video sul terremoto?”;

Francesca: “[…]. Non so se tu l’hai visto il documentario di.. come si chiama.. di una tv locale.. non me lo ricordo – poi te lo dico insomma – che fa vedere proprio come un po’ la popolazione.. in realtà questo documentario che ti darò è un po’ di parte nel senso che da una visione un po’ ideologica però vabbè, ognuno poi ci mette il suo nelle cose.. però insomma era carino perché

faceva capire come la popolazione dopo il terremoto sia stata, in qualche modo, talmente tramortita dall’evento e sparsa su questi alberghi e tendopoli, che in quel momento io stessa.. trovare dove mangiare il giorno dopo, trovarmi una giacca perché sentivo freddo, capire mia madre dove stava, i cani dove li devo mettere, il nonno che stava in ospedale.. cioè c’avevi talmente tante esigenze primarie che in quel momento lì, nei primi minuti, non stavi a pensare: la ricostruzione come la faranno, la caleranno dall’alto piuttosto che.. cioè non ti ponevi proprio minimamente il problema! Perché c’avevi altre cose a cui pensà! Sei in tendopoli, dovevi lavare i panni, dovevi far la fila alla mensa, dovevi andà in bagno la notte col freddo era un casino.. cioè la gente neanche ci pensava! Piano piano, una volta che le persone si son riavvicinate all’Aquila, si è cominciata a creare una coscienza di quello che stava succedendo e soprattutto a voler intervenire nel dopo terremoto. E quindi sono nati tutti i vari comitati e poi, piano piano, è stata creata questa assemblea ed è stato fatto un corso – e quello la mia associazione l’ha promosso – open space technology, cioè di come gestire le assemblee cittadine. È stato un corso a cui hanno partecipato, inaspettatamente, tante persone..”;

G.P.: “Ma questa associazione..”

Francesca: “Io faccio parte di un’associazione che si chiama Panta Rei28 – poi ti do anche il sito – che era un’associazione culturale che c’era già prima del terremoto da tanti anni – abbiamo festeggiato vent’anni a giugno – e in quest’associazione, nell’ambito di questa associazione ci sono varie anime. Perché è un’associazione di promozione sociale la cui presidente è Maria Grazia Lopardi che praticamente, in realtà, si occupa di studi relativi al simbolismo, cose che riguardano L’Aquila come città dello spirito.. oltre quest’anima dell’Associazione c’è un’altra anima che è più storica e un’altra anima che è della città di transizione che è una scuola di pensiero in cui una delle cose è che comunque i cittadini devono poter dire la loro nei processi di legiferazione eccetera. Quindi con questa anima dell’associazione avevamo promosso questo corso dove vennero professori da Milano, da Bologna gratuitamente perché vennero proprio per fare questa cosa all’Aquila, quindi comunque si son messi a disposizione per la causa. E, inaspettatamente, hanno partecipato tante persone e da quel corso è nata questa cosa degli incontri settimanali, dell’assemblea che poi viene monitorata.. delle assemblee trovi anche i video, perché poi è nata la prima tv partecipata: L’Aquila 99, la web tv partecipata! Dove praticamente i cittadini possono scrivere, fare video e mandarli sulla ricostruzione, e qui trovi i video dell’assemblea cittadina.. e dall’assemblea oltre alla legge di proposta popolare al Parlamento per la ricostruzione – che è quella di giugno – è stato fatto anche il Regolamento della Partecipazione, perché ogni Comune, in teoria, da legge dovrebbe avere un regolamento sulla partecipazione. In realtà in Italia ce l’hanno

pochissimi Comuni: Bologna, Roma credo e pochi altri Comuni. Questa è stata un po’ l’occasione per dire: ok ci troviamo di fronte ad un dopo terremoto per cui c’è da fare la ricostruzione e tutto quanto e la partecipazione è fondamentale e proponiamo noi un regolamento di partecipazione al Comune che per legge se ne dovrebbe dotare”;29

[…];

Francesca: “Siccome è cresciuta questa assemblea nel corso dei mesi, all’inizio è stata più una cosa di protesta – non so se ti ricordi – ci son state della manifestazioni anche a Roma, siamo andati sui giornali per cose non proprio piacevoli.. anche Chiodi la vedeva coma una forma di protesta, non sterile, però comunque di antagonismo. Poi invece si è capito che non era quella la.. cioè che in quel momento magari la manifestazione serviva comunque per attirare l’attenzione però che non era quella la strada.. che la strada doveva essere di dialogo e di partecipazione e collaborazione con le istituzioni e non solo di invettive, ecco! Quindi nel momento in cui l’assemblea, negli ultimi mesi, ha preso questa direzione finalmente a fine agosto Chiodi è andata all’assemblea. Ci son stati dei cittadini che non l’hanno accolto proprio in maniera festosa.. però l’assemblea è andata bene, ci sono state un po’ di critiche, però son stati affrontati diversi problemi e si spera che comunque anche questa cosa possa continuare con degli incontri, ovviamente non settimanali, nel senso che comunque è strano anche che un Commissario o Presidente di Regione.. insomma, farsi un pomeriggio intero a parlare coi cittadini.. però, comunque secondo me, anche se viene fatto una volta al mese a livello anche simbolico di vicinanza delle istituzioni al cittadino, può essere un segnale che in qualche modo si crei un clima più disteso e non di contrapposizione, cosa che purtroppo non è semplice per le motivazione che ti dicevo prima, dei contrasti soliti che ci sono, però si spera che si possa andare in questa direzione”.30

L’incontro con Francesca è illuminante e particolarmente importante poiché, oltre ai passaggi tecnici e burocratici che implica la ricostruzione, ho modo di scoprire che l’idea di partecipazione nel processo di riabilitazione dello scenario fisico passa attraverso il continuo incontro e confronto delle diverse parti sociali e delle persone in questione. Questo tipo di prassi è assimilabile, dal punto