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Responsabile P.O. del Comune di Firenze

Direzione Generale - Servizio Europrogettazione e Ricerca Finanziamenti

 

In base alla sua esperienza, quale delle tante definizioni di Smart City le sembra maggiormente significativa?

La mancanza di una definizione condivisa è una delle questioni più rilevanti, sottolineata anche dal fatto che spesso per motivare/presentare un progetto è necessario ricorrere a degli Smart City Index, che oltre ad essere numerosi non consentono sempre di confrontare le diverse realtà urbane con quelle europee. Ad oggi quello che manca effettivamente è un’idea condivisa.

Qual è il principale obiettivo del progetto STEEP?

È necessario premettere che le tre città che partecipano presentano caratteristiche simili e presentano sul territorio una popolazione residente compresa fra i 350-450.000 abitanti che

raddoppia quotidianamente vista la vivacità dei city user. Le necessità e le esigenze degli effettivi

residenti e degli utilizzatori urbani sono quindi abbastanza forti. Questo progetto propone un energy masterplan, integrato nella programmazione e pianificazione tradizionale della città con la caratteristica di essere “intelligente”, ossia in grado di mettere insieme aspetti nevralgici della citta, quali mobilità, efficienza energetica e ICT sulla base di una metodologia ed un set di indicatori condivisi.

Che ruolo ha la tecnologia in questo progetto?

Importante. L’elemento che sta alla base è il “systems thinking”, un sistema bottom-up e digitale, che permette di simulare gli scenari in funzione delle possibili azioni che vengono implementate. Con esso il cittadino, tramite una piattaforma digitale messa a disposizione dal progetto, può vedere lo stato d’attuazione, ma anche verificare attraverso la selezione di azioni diverse quali siano le ricadute.

Che tipo di governance è alla base di questo progetto?

La governance di questo progetto rappresenta un altro aspetto interessante. Essa si fonda sullo scambio di esperienze fra le città partecipanti. Infatti, definito il progetto, le aree pilota, i settori di interesse e le azioni da implementare, mancava uno scambio sul come operare. Il confronto è stato effettivamente utile perché è servito ad effettuare scelte condivise come il “systems thinking” e determinare metodologie operative comuni.

Che ruolo ha il Comune di Firenze all’interno di questo progetto?

Ognuna delle città partecipanti è stata selezionata in ragione delle proprie competenze. Mentre San Sebastian si occupa di sistemi per l’efficienza energetica e Bristol, tramite la sua Università, ha attivato un sistema di ICT particolarmente importante ed innovativo, il “systems thinking”, Firenze si interessa di Smart Mobility, puntando alla promozione di un modello di sviluppo sostenibile della mobilità (tramvia, pedonalizzazioni, mezzi e sistemi di mobilità elettrica, sistemi di sensoristica, supervisore del traffico, etc.).

MARIA ROSA TREMITERRA CAPITOLO 5 Firenze: vivibilità, partecipazione e sviluppo del territorio

CITTÀ METROPOLITANE 189 ISBN: 978-88-6887-005-8 E SMART GOVERNANCE DOI: 10.6093/978-88-6887-005-8 © 2016, FedoaPress

 

Quali sono le principali innovazioni di questo progetto?

La principale innovazione è creare uno Smart City Plan, ossia uno strumento di pianificazione a livello comunale onnicomprensivo. Un’altra innovazione sta anche nell’utilizzo di strumenti diversi, per cui l’approccio partecipativo non si limita alla semplice piattaforma digitale con cui interagire, ma consente di verificare le ricadute che hanno determinate azioni e di capire le ragioni della scelta di una determinata azione. Infine, anche l’utilizzo delle ICT rappresenta un’innovazione importante che accompagna tutte le scelte, anche quelle di comunicazione. Infine, percorsi comuni evidenziano una strategia unica che permette una effettiva replicabilità.

Quali sono i vantaggi ed i benefici determinati da questo intervento in tema di Smart City?

Tutte le azioni che si mettono in atto sono volte a garantire sul lungo, medio e breve termine aspettative di vita migliore, per avere un ambiente più sostenibile, più vivibile, più prospero e più sano.

Qual è il contributo che interventi come questo danno alla costruzione della Città Metropolitana?

La Città Metropolitana non può essere intesa come un mero percorso istituzionale. Pensare la Città Metropolitana in termini di Smart City è un percorso quasi doveroso. Esistono, però, dei limiti legislativi che non permettono di declinare direttamente ed immediatamente sul territorio metropolitano determinate azioni Smart City. Inoltre, istituita solo di recente, la Città Metropolitana manca di strumenti per costruire se stessa. La Smart City può, quindi, rappresentare un’opportunità per implementare azioni che abbiano ricadute immediate a scala metropolitana come il supervisore del traffico e le conseguenti strategie collegate ai flussi ed alla mobilità.

SICOTER

SMART Environment 

Il progetto Sicoter (Sistema Informativo per l’ottimizzazione del Comfort Termico nei luoghi di lavoro e la creazione di una filiera per l’uso di Energia Rinnovabile) è nato in risposta alle politiche nazionali ed europee in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici e di riduzione delle emissioni di gas serra rispetto agli impegni presi con il protocollo di Kyoto, attraverso l’uso di fonti energetiche rinnovabili e la riduzione dei consumi energetici.

Il progetto di ricerca è stato realizzato dal Centro Interdipartimentale di Bioclimatologia (CIBIC) dell’Università di Firenze in collaborazione con la Provincia di Firenze e l’azienda Quadrifoglio s.p.a. e finanziato nell’ambito del programma comunitario DOCUP (DOCumento Unico di Programmazione 2001-2006, Misura 2.8, Azione 2.8.4). Il suo obiettivo è stato duplice: da un lato, il progetto si è occupato di sviluppare studi e strumenti per ottimizzare i consumi energetici nelle aree urbane, dall’altro, di incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili nelle aree rurali. Sul fronte dei consumi energetici, vista l’attitudine odierna ad un impiego improprio dei sistemi di condizionamento ed i relativi sprechi, sono stati condotti degli studi per la creazione di strumenti atti a valutare il comfort termico degli ambienti di lavoro e ottimizzare i consumi in aree ad elevato livello d’industrializzazione e urbanizzazione dell’area metropolitana fiorentina, quali i comuni di Sesto Fiorentino, Scandicci, Calenzano, Lastra a Signa e Signa. Per quel che riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili, al fine di diffondere un modello di filiera

MARIA ROSA TREMITERRA CAPITOLO 5 Firenze: vivibilità, partecipazione e sviluppo del territorio

CITTÀ METROPOLITANE 190 ISBN: 978-88-6887-005-8 E SMART GOVERNANCE DOI: 10.6093/978-88-6887-005-8 © 2016, FedoaPress

 

corta delle agroenergie nel territorio metropolitano fiorentino, in particolare, nei comprensori agricoli del Chianti e del Mugello, è stato ideato un sistema informativo-telematico atto a favorire l’incontro tra domanda e offerta di biomasse energetiche provenienti dal comparto agro-forestale locale e, parallelamente, sono stati condotti anche degli studi per valutare le potenzialità produttive del territorio in termini di fonti energetiche.

Il progetto di ricerca si è articolato in due fasi: nella prima fase sono stati realizzati una serie di studi sui consumi energetici e sul risparmio energetico; nella seconda, invece, è stata sviluppata l’idea del “mercato elettronico” delle biomasse attraverso una piattaforma digitale, rivolta a tutte le aziende agricole, ai privati e alle imprese interessate alla compravendita di biomasse agroenergetiche. L’interfaccia web consente di accedere alle liste degli annunci su offerte/richieste di biomasse e per ciascuno visualizzare le informazioni inerenti le caratteristiche tecniche, i quantitativi, i tempi di disponibilità, la descrizione del prodotto e la collocazione spaziale del centro di produzione. Il sistema così ideato, non richiedendo strumenti particolarmente sofisticati, risulta facilmente replicabile in altre realtà in cui la biomassa può risultare una valida alternativa da impiegare nel settore per la produzione di energia. Inoltre, l’impiego di tale risorsa consentirebbe a due parti del territorio – città e campagna - di dialogare ed integrarsi e di creare le basi per stimolare un’economia basata sulla commercializzazione delle biomasse a livello metropolitano.

MODERNO

SMART Environment 

Il progetto MODERNO (MOdello di Distretto Energetico Rurale inNOvativo), finanziato nell’ambito del Programma Operativo Regionale – Obiettivo Competitività Regionale e Occupazione 2007- 2013 (POR-CREO FESR 2007-2013) del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, si è occupato di studiare la logistica e la presenza alla scala comunale delle biomasse per l’intero territorio della Toscana con il duplice obiettivo di fornire, da un lato, un supporto allo sviluppo della filiera della microgenerazione diffusa, basata sull’impiego di biomasse ligno-cellulosiche di origine agroforestale, e, dall’altro, di identificare i distretti energetici per lo sviluppo di filiere corte attraverso l’individuazione dei punti critici del sistema e delle possibili soluzioni. Infatti, lo sviluppo di un modello organizzativo di filiera di produzione e commercializzazione dei combustibili ligno-cellulosici derivanti dal settore agro-forestale avrebbe ricadute positive sulla competitività tecnologica delle imprese toscane produttrici di generatori di energia termica ed elettrica.

Pertanto, il progetto, promosso dalla Fondazione per il Clima e la Sostenibilità, ha visto la collaborazione tra vari soggetti, quali istituti di ricerca (Università di Firenze – Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente (ex-DISAT) e Dipartimento di Energetica “Sergio Stecco” ed il Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Biometeorologia) ed aziende private (Toscoaragonesa Italia, Consorzio Agrario di Siena e Costruzioni Ottico Meccaniche snc), ma anche l’unione Nazionale Comuni comunità Enti Montani della Toscana e dell’Associazione dei Gruppi di Azione Locale della Toscana, così da mettere insieme le conoscenze e le competenze del mondo della ricerca con l’esperienza dei privati nel settore tecnologico.

In un primo momento la ricerca è stata dedicata a studiare la logistica e la localizzazione a livello comunale delle biomasse. Tra i dati più interessanti emersi dalla ricerca, vi è la stima della capacità energetica connessa all’uso della biomassa di tipo agroforestale. Nel caso della città

MARIA ROSA TREMITERRA CAPITOLO 5 Firenze: vivibilità, partecipazione e sviluppo del territorio

CITTÀ METROPOLITANE 191 ISBN: 978-88-6887-005-8 E SMART GOVERNANCE DOI: 10.6093/978-88-6887-005-8 © 2016, FedoaPress

 

metropolitana di Firenze, essa risulta disporre della massima produzione potenziale termoelettrica da biomassa, che consentirebbe di soddisfare le esigenze elettriche e termiche rispettivamente di 16.623 e 13.090 abitazioni5. Successivamente, grazie alla collaborazione delle aziende private con il mondo della ricerca, è stato ideato e realizzato un impianto prototipale di piccola taglia di 10 kWh atto alla cogenerazione a biomasse ligno-cellulosiche, il generatore GEA-VA, prodotto da Toscoaragonesa Italia, che è attualmente in fase di studio e perfezionamento. Tale tecnologia, particolarmente innovativa nel campo dei sistemi di cogenerazione, potrebbe rappresentare un ottimo business per il futuro delle aziende toscane. In conclusione, da quanto emerso dalla ricerca, l’individuazione di distretti energetici periurbani, nonostante soddisfi il fabbisogno energetico di aree limitate, può risultare utile per produrre energia elettrica anche per gli agglomerati urbani a condizione che venga messa in rete per essere distribuito. Per cui, la principale intuizione di questo progetto è che a partire dalla proprie campagne le aree urbane potrebbero rendersi energeticamente autonome.

Marco Mancini 

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