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Smart City e città metropolitana di Bari: connessione e uso intelligente dell’ICT

Morena Pacifico

A. I.P Autorità Idrica Pugliese

6. Smart City e città metropolitana di Bari: connessione e uso intelligente dell’ICT

Per superare un ritardo di sviluppo accumulato, sia in termini economici che sociali, rispetto alle altre aree metropolitane italiane ed europee e in linea con il quadro di riferimento comunitario, Bari ha intrapreso, ormai da diversi anni, un percorso strutturato verso la Smart City, almeno in termini di programmazione. Adottando un approccio olistico, la città ha riconosciuto nell’integrazione della tecnologia, rivolta sia agli edifici che all’ambiente urbano più ampio, nel capitale umano e nella sostenibilità ambientale i key success factors per accrescere la sua competitività, per aumentare la capacità di attrarre talenti, imprese e capitali sul territorio, per migliorare la qualità della vita dei cittadini ed assicurare un futuro low carbon al territorio. Infatti, in continuità con il percorso avviato con l’adozione del Piano energetico ambientale comunale nel 2006 e con il piano strategico di Area Vasta (BA2015, 2008), la città ha infatti messo in atto una strategia di sviluppo locale che si è sostanziata nella sottoscrizione, nel luglio del 2010, del Patto dei Sindaci. L’adesione al Patto, che sostiene e supporta le iniziative degli Enti locali dell’Unione Europea, ha comportato la redazione e l’attuazione del Piano di azione per l’energia sostenibile (Paes) in cui sono contenuti gli obiettivi di riduzione delle emissioni e le modalità per raggiungerli.

Il Consiglio Comunale barese ha approvato il Paes, nella sua versione definitiva, il 27 ottobre 2011, fissando l’obiettivo da traguardare al 2020 nella riduzione delle emissioni di CO2 del 30% rispetto al 2002, equivalente ad un taglio corrispondente a 328.698 CO2 ton.

Il raggiungimento dell’obiettivo al 2020 è supportato da un frame-work di riferimento, contenuto nel Paes, che individua, in via preliminare, 76 iniziative di riduzione delle emissioni distribuite in macro-aree di intervento a carattere trasversale e verticale, quali: educazione e modifica del comportamento del cittadino, mobilità sostenibile, edilizia sostenibile, fonti rinnovabili, acqua e rifiuti, infrastrutture di rete ed ITC. Le iniziative sono state individuate attraverso un processo di partecipazione che ha coinvolto cittadini, imprese e associazioni e hanno quale fattore abilitante lo sviluppo della conoscenza attraverso le tecnologie ICT, funzionali sia all’efficienza energetica sia alla creazione di un’infrastruttura di comunicazione comune sia alla fornitura di servizi innovativi agli utenti (quali e-government per la dematerializzazione dei servizi pubblici, e-work, e-health, e-learning, e-ticketing, e-banking, e-commerce, teleconferencing, security e safety, etc.) (Lacarra & Capezzuto 2011).

Ciò che è in atto a Bari è un tentativo di cambiamento di prospettiva: un approccio alla gestione della città centrato sul cittadino dove la tecnologia, utilizzata in maniera intelligente, inclusiva e sostenibile, si pone al servizio di una strategia per favorire lo sviluppo urbano, coniugare obiettivi ambientali e promuovere attività produttive con un occhio di riguardo all’imprenditoria giovanile e alle start up innovative. Anche la pianificazione, che negli anni precedenti si era focalizzata su specifiche aree periferiche della città attraverso progetti di rigenerazione, considerati prioritari nel Piano Strategico, con il programma “Bari Smart City” intende affiancarvi una fase di consolidamento orientata al potenziamento delle connessioni fisiche (reti di mobilità sostenibile, energetiche, tecnologiche, ecologiche e di servizi pubblici) ed immateriali (reti di partecipazione e coesione) all’interno della città (Lacarra & Ranieri 2014). Grazie anche all’utilizzo di modelli e metodologie indicati dagli organismi europei, come quello della quadrupla elica, a Bari la strategia di costruzione della Smart City si sta sviluppando attraverso lo scambio di idee e di conoscenze e l’aggregazione fra enti locali, ricercatori, imprese e gruppi organizzati di cittadini. I principali stakeholders del processo sono:

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 gli amministratori locali che promuovono e garantiscono il sostegno alle emergenti sfide sociali e ambientali le quali richiedono politiche pubbliche più intelligenti, capaci di mettere in connessione fabbisogni del territorio e innovazioni di prodotti a loro servizio;

 gli utenti, ovvero i cittadini, i quali diventano co-sviluppatori perché sono coinvolti nella progettazione e realizzazione delle soluzioni e possono orientarle, affinché rispondano esattamente ai propri fabbisogni;

 gli enti di ricerca che partecipano con un approccio fortemente orientato al soddisfacimento di fabbisogni reali;

 il tessuto piccolo e medio imprenditoriale giovanile e le start up innovative pugliesi le quali trovano occasioni di sperimentazione, confronto e potenziamento.

Dal punto di vista specifico dell’amministrazione locale, il paradigma Smart City è considerato uno strumento estremamente utile in quanto rappresenta un acceleratore dell’intelligenza dei processi in aree vaste e complesse come quelle metropolitane.

Si registra un interesse molto forte da parte dell’Amministrazione Comunale ad estendere all’intero ambito metropolitano i processi di erogazione intelligente dei servizi all’interno di un quadro complessivo di governance metropolitana, che, allargandosi di scala, necessita maggiormente di un approccio smart e di collegamenti veloci ed immediati. Nondimeno, al momento attuale, ancora distante sembra l’integrazione dei processi di governo del comune centrale e della corona metropolitana barese.

La connessione tra Smart City e città metropolitana di Bari è al momento forte principalmente dal punto di vista programmatico di governo ed economico. Infatti il recentissimo programma di finanziamento PON Metro sulle città metropolitane, su cui punta l’amministrazione barese, ha come tema predominante la Smart City e la distribuzione equa dei processi di erogazione intelligente dei servizi in area vasta, distribuzione che attualmente penalizza eccessivamente i comuni della corona metropolitana: nessuna delle iniziative individuate incide sull’intero territorio della città metropolitana. Fondamentale è, inoltre, per gli amministratori baresi, l’osmosi con altre realtà urbane nazionali ed europee per importare buone pratiche ed idee innovative vincenti da applicare a seconda delle caratteristiche specifiche del proprio contesto territoriale. Dal punto di vista della ricerca, l’orientamento barese in tema di Smart City spinge i ricercatori dal chiuso dei laboratori verso la vita reale ad aprirsi alle contaminazioni con il mercato, la società civile, l'assetto istituzionale, per creare una “comunità vivente” che insieme pensa l'innovazione, la progetta, la sperimenta e la mette in mostra. Come dimostrano i risultati di azioni sperimentali, le attività di co-progettazione, accompagnamento e mentoring hanno assunto un ruolo determinante nell’accelerare e rendere più efficienti i processi di creazione di start up innovative (Milella, 2014).

A Bari, infatti, si è sempre più convinti che quella in atto sia una sfida propriamente culturale in cui da un lato la divulgazione dell’innovazione urbana assume un’importanza centrale e dall’altra la conoscenza del territorio e dell’ambiente sono presupposti indispensabili per rendere efficienti e mirate le azioni. La tecnologia non deve guidare questo processo ma ne deve essere asservita. Le sinergiche politiche generate negli ultimi dieci anni e la condizione “meno sviluppata” del territorio hanno reso Bari un terreno di sperimentazione d’eccellenza per lo sviluppo di iniziative smart che rappresentassero una strategia efficace verso il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Tuttavia è evidente che alla grande apertura da parte dell’amministrazione barese alle politiche europee innovatrici non è corrisposta una decisa strategia di coordinamento ed integrazione delle diverse iniziative in corso le quali spesso agiscono in maniera isolata ed in contesti eccessivamente localizzati. In conclusione, dalla misurazione della smartness nella città metropolitana di Bari emerge un quadro orientato ad allineare le strategie locali alle politiche

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proposte nei documenti, nei programmi e nelle direttive europee. L’aspetto peculiare che appare già nella fase pilota delle iniziative smart individuate è il forte interesse al coinvolgimento degli utenti ed alla valorizzazione economica e sociale dei più giovani, attraverso la ricerca e la sperimentazione di tecnologie, prodotti e innovazioni, guidate principalmente da centri di ricerca ed enti locali. Tuttavia, si può affermare che nella città metropolitana di Bari la visione Smart City si stia concretizzando, per ora, nella sperimentazione, più che nell’utilizzo, di sistemi integrati di differenti tecnologie e metodologie innovative, al servizio del miglioramento dell’efficienza dei processi di conoscenza, pianificazione e controllo del territorio, attraverso un modello operativo che vede il coinvolgimento attivo dei cittadini e di tutti i soggetti coinvolti (amministrazioni, enti, ricercatori, società, professionisti, etc. etc.). Infatti, la maggior parte delle iniziative in atto fa utilizzo integrato di sistemi di acquisizione di dati e informazioni a supporto della conoscenza del territorio e dell’ambiente. Inoltre, diversi sono i progetti che prevedono lo sviluppo e la fornitura di piattaforme intelligenti su base GIS che sviluppano anche moduli di supporto decisionale e che consentono agli utilizzatori finali la raccolta e la consultazione di tutti i dati e le informazioni, al fine di rendere più agevole il controllo e la pianificazione delle azioni volte alla gestione intelligente del territorio.

Aldilà dei programmi politici e delle forti spinte europee all’imprenditoria pugliese, ancora minime sembrano invece le trasformazioni urbane in atto come conseguenza della visione Smart City: da un lato i tempi ancora prematuri di sviluppo delle iniziative e dall’altro la mancanza di prospettive di finanziamento, una volta terminati i fondi europei e ministeriali, fanno sì che anche l’impatto locale delle iniziative risulti debole. Inoltre i tempi di risposta dei sistemi complessi autorganizzanti, a cui certamente le città contemporanee possono essere assimilate, non consentono di esprimere, in un arco di tempo troppo breve come quello preso in considerazione, considerazioni scientificamente condivise e soprattutto stabili. Fatta eccezione per alcune tra quelle analizzate in precedenza, nella maggioranza dei casi le iniziative smart sono riconducibili ad azioni spontanee, prive dei necessari requisiti di qualità scientifico-disciplinare, promosse più per “fare notizia” che per dare soluzioni stabili in un quadro coordinato di interventi connessi con la programmazione e/o la pianificazione in ambito urbano. Ancora più preoccupante è il diffondersi dell’uso di dispositivi a forte contenuto tecnologico che hanno bisogno di sofisticati sistemi di gestione e costi di funzionamento non paragonabili con i benefici, spesso effimeri, che riescono a fornire. Talvolta, di molti di questi interventi non si riesce a misurare l’efficacia, se non in termini di consenso delle amministrazioni locali e di incremento di budget per le aziende che le realizzano. La smartness e gli interventi che ad essa si fanno risalire, possono rappresentare un valido supporto alle strategie di pianificazione urbanistica, solo se considerati come supporto strumentale alle “tradizionali” strategie, coordinate ed integrate con il governo delle trasformazioni urbane, che fin qui sono state sviluppate e verificate in ambito tecnico- scientifico e professionale. Tuttavia, alla luce dei risultati di questo lavoro di ricerca, si può affermare che i trends positivi in atto nella città metropolitana di Bari rappresentano un sicuro punto di partenza per l’avvio delle fasi successive del processo di transizione verso città realmente metropolitane e più efficienti. L’inclusione e l’integrazione delle iniziative, già in atto o ancora da programmare, all’interno di progetti integrati, complessivi, realizzabili e verificabili per fasi, può rappresentare una valida risposta per gestire le priorità strategiche in ambito metropolitano. In quest’ottica è certamente auspicabile l’integrazione tra una struttura centrale, fisica come l’Urban Control Center ed immateriale come l’associazione Bari Smart City, di indirizzo tecnico, di coordinamento, di integrazione, di monitoraggio dei risultati e condivisione delle conoscenze, anche attraverso un lavoro di corretto utilizzo di risorse europee.

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