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SMART Living Con Smart Living si è intesto descrivere un modello di città, in cui lo stile di vita degli abitanti è

basato sulle ICT, attraverso una selezione di progetti rivolti alla realizzazione di e.services. Con tale caratteristica si è inteso anche definire una città con una qualità della vita elevata, sana e sicura, culturalmente vivace e, soprattutto, con un elevato livello di coesione sociale e di capitale sociale (Manville et al., 2014). Questa è, infatti, una delle dimensioni che meglio descrive il taglio che al concetto di Smart City l’Amministrazione bolognese ha voluto dare, testimoniata anche dalle parole del Responsabile del Settore Ambiente e Energia del Comune di Bologna, Giovanni Fini. La costruzione della Smart City bolognese si sviluppa a partire dalla valorizzazione della rete civica, nata negli anni ’90, che ha rappresentato il primo progetto volto alla comunicazione e connessione tra cittadini ed amministrazione.

La nuova rete civica, attraverso il progetto Iperbole 2020 Cloud & Crowd, nasce dall’esigenza di adeguarsi ai cambiamenti tecnologici ed ai nuovi bisogni sociali, ed è finalizzata alla comunicazione, ma anche e soprattutto alla condivisione ed alla partecipazione dei cittadini, attraverso la realizzazione di strumenti sempre più innovativi di partecipazione attiva: “una comunità di comunità, un modo per comunicare, partecipare ed esprimere punti di vista ed opinioni […] nonché vetrina di progetti e strategie cui il territorio aspira” (Matteo Lepore)21. Tra i progetti realizzati si segnalano quelli relativi al data management quali l’Open Data degli immobili comunali inutilizzati e il censimento informatizzato delle infrastrutture tecnologiche esistenti, reso possibile grazie al software sviluppato dai Marconi Labs, Invento, che permette di costruire un database su gasdotti, reti idriche e fognarie, reti per illuminazione pubblica e teleriscaldamento, reti di telecomunicazioni.

Il Distretto Industriale della Sanità Elettronica è stato selezionato tra i 67 progetti del Piano Strategico Metropolitano, finalizzato in particolare a sostenere la creazione di Reti d’Impresa nel settore sanitario, aprendo nuove opportunità di mercato e creando occasioni di finanziamento per attività di ricerca condotte di concerto con l’Università. Anche per quanto riguarda la categoria Smart Living, Bologna si distingue per i progetti di ricerca promossi nell’ambito del Bando Smart City and Communities ed Interreg EU. Il progetto Marconi, il progetto Inset, il progetto PICO, insieme al progetto eCitizen II (Towards citizen-centred eGovernment in European cities and regions) sono rappresentativi della vivacità di idee e risorse che la città metropolitana di Bologna ha rivolto al miglioramento dei servizi ai cittadini attraverso gli strumenti ICT.

       

21 Il testo è tratto dall’intervista svolta nell’autunno 2014 a Matteo Lepore, Assessore all’Economia e alla

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4. Le iniziative in campo energetico

A partire dalla considerazione generale che la smartness ha a che fare con l’efficientamento del sistema, attraverso l’ottimizzazione e il risparmio delle risorse impiegate nel conseguire qualsiasi obiettivo (Batty et al., 2012), in questo paragrafo si vuole porre l’attenzione sulle iniziative Smart nel settore del risparmio energetico, promosse e/o realizzate dalla città metropolitana di Bologna. Dalle indagini effettuate, è emerso che, in linea con le politiche europee, circa un terzo delle iniziative rilevate è rivolto al tema dell’efficienza energetica, percentuale che sale a circa il 70% tra le iniziative della dimensione Smart Environment.

Anche parte delle iniziative che ricadono nella categoria Smart Living sono rivolte al tema del risparmio energetico. Tali iniziative, promosse per lo più da enti locali e rivolte a scuole e a pubblici dipendenti, sono caratterizzate dall’uso di strumenti informatici creativi e innovativi, finalizzati alla sensibilizzazione verso comportamenti attenti all’uso delle risorse energetiche nella vita quotidiana. La maggior parte dei progetti ed interventi in campo energetico sono realizzati grazie ad un’attenta pianificazione a scala provinciale e comunale.

La programmazione energetica della città metropolitana di Bologna si basa sul Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (Ptcp) e sul Piano Energetico Ambientale Provinciale (Peap) del 2003. Il documento più recente rivolto all’efficientamento del sistema energetico metropolitano è il Piano Clima, approvato nel 2013, che ha revisionato ed aggiornato i dati dei suddetti piani, al fine di individuare azioni e politiche adeguate agli attuali bisogni.

A scala locale, il Programma Energetico del Comune di Bologna (Pec) del 2007 è stato rivisitato nel 2011 a seguito dell’adozione del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (Paes), redatto al fine dell’adeguamento alle linee guida della Commissione Europea. Nel comune di Bologna, infatti, i dati del Pec sono stati aggiornati all’anno più recente disponibile (2009), per predisporre il Baseline Emission Inventory al 2005 (assunto come anno di riferimento a livello italiano per gli inventari delle emissioni). Tale revisione ha consentito di integrare il Paes con strumenti pianificatori e regolatori a scala locale, redatti successivamente al Pec del 2007 (Piano Generale del traffico Urbano 2007, Piano Strutturale Comunale 2008 e Regolamento Urbanistico Edilizio 2009, Piano di sostenibilità Urbana della città di Bologna 2009), che contengono azioni rivolte alla riduzione dei consumi energetici e all’adozione di impianti a fonti rinnovabili.

La politica dei Paes ha messo in moto nel territorio metropolitano un meccanismo virtuoso di azioni mirate al comune obiettivo di riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020, nei settori pubblici e privati relativi al terziario, al residenziale, ai trasporti, alla gestione rifiuti. Tali azioni si realizzano grazie ad un ambizioso e vincente progetto di coinvolgimento della cittadinanza quale interlocutore per le scelte in materia energetica, rappresentato in particolare dalle Comunità Solari Locali.

I risultati positivi della politica locale avviata con i Paes, da quasi la metà dei comuni metropolitani, sono evidenti anche analizzando i dati relativi agli indicatori di smartness esaminati. Da questi emerge, infatti, non solo il valore dell’investimento in fonti energetiche rinnovabili, ma anche la tendenza, a scala metropolitana, ad un uso consapevole delle risorse. Il principale promotore dei progetti in campo energetico è l’ente locale, supportato dalle imprese e dalla ricerca universitaria. In questo settore, la maggior parte degli interventi è mirata alla riqualificazione energetica a scala edilizia e di comparto, per privati e beni di proprietà pubblica, anche come occasione di valorizzazione di aree compromesse.

Nei piccoli comuni, l’incentivo alla riqualificazione energetica ha avviato progetti a scala più ampia, a formare reti di beni, che sfruttano fonti rinnovabili locali. Gli interventi promossi dall’ente locale nel settore Smart Energy sono volti anche alla rete infrastrutturale, in particolare

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all’efficientamento della rete dell’illuminazione pubblica. Il Comune di Bologna, in convenzione con Enel Sole, ha avviato nel 2013 un intervento di manutenzione della rete elettrica che prevede: la sostituzione delle cabine di trasformazione con nuovi circuiti di alimentazione; la sostituzione di circa 900 chilometri di linee elettriche di alimentazione; la realizzazione di un sistema di telecontrollo su circa 30.000 centri luminosi (il 66% degli apparecchi in città); la sostituzione, a carico del Comune, delle lampade a vapori di mercurio con lampade ad efficienza energetica elevata. La rete elettrica pubblica rappresenta un veicolo privilegiato per l’integrazione con sistemi di telecontrollo ed altri servizi connessi. Il progetto Smart Town, ad esempio, sviluppato dallo Smart Services Cooperation Lab, rappresenta una delle prime applicazioni di sistema di telecontrollo dei lampioni presenti sul territorio consentendo di risparmiare energia e abilitare la diffusione di servizi avanzati, come la videosorveglianza. I principali vantaggi di Smart Town, sperimentato nel comune di San Giovanni in Persiceto, controlla in maniera centralizzata circa 5.000 punti luce (lampioni e pali) utilizzando tecnologie in grado di telecontrollare il flusso luminoso di ogni singolo punto luce e producendo risparmi energetici pari a un milione e duecento kWh all’anno, con un presunto risparmio economico di circa 200 mila euro/ anno.

Nel periodo storico che stiamo vivendo, il settore energetico è protagonista dell’innovazione tecnologica, oltre che dello sviluppo economico e sociale22, bisogna però sottolineare che non sono ancora molte in Italia le iniziative che agli obiettivi di efficienza energetica fanno corrispondere azioni Smart (Neirotti et al., 2014; Papa, 2014).

Per la città metropolitana di Bologna, infatti, la smartness delle esperienze in campo energetico è da rintracciare soprattutto nella capacità gestionale di fare rete tra le comunità (vedi i progetti delle Comunità Solari Locali e dei comparti energetici PEEP Corticella) e tra le iniziative (come ad es. il progetto CAAB City Logistic), ma siamo ancora lontani dal realizzare una città in grado di coniugare reti di informazione e reti di distribuzione elettrica in modo intelligente, dal punto di vista dell’efficienza, della funzionalità e della tutela ambientale. Sono ancora in fase sperimentale, infatti, alcuni progetti di Smart Grid e Smart Energy Systems realizzati dall’Università di Bologna, insieme al Comune di Bologna. Tra questi, in fase di avvio sono i progetti vincitori del bando Smart Cities and Communities: Regal (Rete di Energia generata e Accumulata Localmente) ed il progetto Rigers (Rigenerazione della città: edifici e reti intelligenti). Quest’ultimo, è una Piattaforma Interoperabile Cooperativa per la Città Sostenibile in grado di acquisire, contenere e gestire i dati relativi alla consistenza, al funzionamento e ai consumi degli edifici (utenza singola aggregata) e delle reti, capace di cooperare, mediante opportuni adapter, anche con altri sistemi informativi a carattere urbano. L’importanza del progetto, precisa Giovanni Fini23, sta nella sua filosofia, “in quanto agire su un patrimonio edilizio molto vecchio, come quello bolognese, richiederebbe interventi molto consistenti; attraverso l’uso delle tecnologie smart, si promuove, invece, un intervento che sappia ottimizzare la gestione delle prestazioni ambientali dei comparti edilizi”. Il progetto, che è appena partito, prevede una sperimentazione nell’area della bolognina, una zona che il responsabile del Settore Ambiente considera la più significativa per tale tipo di operazione, “in quanto caratterizzata da una grande densità di edilizia residenziale pubblica e da un comparto di

       

22 “L’incremento degli investimenti nel settore energetico in Europa ha un grande economic sense, aumenta la

competitività e l’impiego, ed è fondamentale per creare una strategia per raggiungere target di riduzione delle emissioni di CO2 del tipo costi-effetti” (Maros Sefcovic, Vice Presidente della Commissione Europea). 23 Il testo è tratto dall’intervista, svolta nell’autunno 2014, a Giovanni Fini, Dirigente del Settore Ambiente e

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riqualificazione urbana, rappresentato dall’ex mercato ortofrutticolo, per il quale sono previsti interventi per integrare con zone verdi e servizi in un’area carente della città”.

5. Il focus con i protagonisti

Il lavoro di approfondimento sul campo di alcune iniziative Smart realizzate nella città di Bologna si è svolto a partire dall’analisi di alcuni progetti che, più di tutti, rappresentano l’idea di Smart City proposta dalla città metropolitana. Tra questi di particolare rilevanza il progetto della piattaforma progettuale Bologna Smart City, che ha dato vita nel 2011 alla struttura di coordinamento, indirizzo ed elaborazione della Smart City bolognese a scala metropolitana. Il progetto Iperbole 2020 Cloud and Crowd, rappresenta l’evoluzione Smart della prima rete civica italiana, dedicata a sperimentare pratiche di comunicazione e di coinvolgimento della cittadinanza attraverso l’uso delle tecnologie ICT.

SC Iniziativa Soggetto promotore Referente intervistato

Smart Services

Cooperation Lab MIUR, CNR, Telecom Vincenzo Raffaelli

Comunità Solare Locale Dipartimento di Chimica Industriale “Toso Montanari” dell’Università di Bologna Leonardo Setti MovingSun Coordinamento MovingSun dell'Università di Bologna; prototipo sviluppato da Logital in collaborazione con Technovo Lucio Bini Comunità energetica

Comparto PEEP-

Corticella Consiglio di Amministrazione della Centrale Termica Peep Corticella Piero Luisi CAAB, Smart City

Logistic City CAAB Scpa, Interporto di Bologna, Comune di Bologna, Provincia di Bologna, Università di Bologna, Technovo SRL, Ferst Alessandro Rossi UTOPIA Comune di Bologna, Settore Mobilità Sostenibile Carlo MichelacciPaolo Passarini MiMuovoSmartCity Comune di Bologna, Settore Agenda Digitale e Tecnologie Informatiche Giovanni Farneti Bologna Smart City Comune di Bolgna, Università di Bologna, ASTER Giovanni Fini

Fig. 16 Le iniziative approfondite con i protagonisti

Le esperienze approfondite si relazionano direttamente o indirettamente con tutte le dimensioni della Smart City, in quanto un criterio di selezione è stato l’ottica sistemica, con cui i progetti hanno interpretato l’intervento sulla città e la loro interoperabilità, potenziale o reale. Criteri di selezione sono stati, tra gli altri, il grado di innovatività in relazione alla capacità di contribuire all’attuazione della città metropolitana o la replicabilità nei comuni della corona metropolitana.

Il progetto delle Comunità Solari Locali e quello della Comunità energetica PEEP Corticella, ad esempio, sono stati ideati secondo format replicabili, che agevolano uno sviluppo per poli e reti. Estendibile alla scala metropolitana e con un forte impatto sulla città, in termini soprattutto sociali, è anche il progetto UTOPIA, che sfruttando le ICT a rete presenta un elevato potenziale

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di connessione con altri sistemi ed iniziative. Per i requisiti di integrazione ed interoperabilità sono state approfondite le esperienze dello Smart Services Cooperation Lab, che fa da laboratorio ed incubatore di tecnologie e servizi Smart, il progetto MiMuovoSmartCIty, attualmente integrato con la rete dei trasporti urbani TPer e la rete civica Iperbole, ed il progetto CAAB City Logistic. Quest’ultimo, nato a partire da un surplus di energia rinnovabile prodotta da una piattaforma fotovoltaica, ha messo in moto un sistema integrato di esperienze legate alla logistica dei trasporti, alla mobilità elettrica, a sistemi di distribuzione di batterie elettriche, nonché a modalità innovative di condivisione. Il progetto è, infatti, attualmente integrato con il progetto del Distributore delle batterie elettriche per biciclette ed il progetto delle Comunità Solari Locali, ma possiede un elevato potenziale di sviluppo.

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