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Amministrazione e politiche fiscali nelle terre annesse tra il 1708 e il

Dalla storiografia alla ricerca archivistica: il Brianzonese nel regno di Francia

5. La guerra di successione spagnola ed il trattato di Utrecht

5.3 Amministrazione e politiche fiscali nelle terre annesse tra il 1708 e il

Sulle terre conquistate, alle spalle dei reggimenti di artiglieria, cavalleria e fanteria, fin dai primi momenti della conquista, s’impose l’apparato amministrativo sabaudo. In forza degli accordi ratificati segretamente con le potenze alleate, Vittorio Amedeo II aveva dato luogo ad una politica volta a riorganizzare il governo del territorio nel solco della continuità. La politica di conquista fu ammorbidita da una serie di atti mirati ad ottenere il consenso delle comunità alpine. Nella valle di Pragelat il duca, «voulant faire ressentir les effets de sa bonté, et de sa douceur a tous les habitants des communautez», rese noti quali dovevano essere i regolamenti di giustizia, polizia e finanza stabiliti nella valle21. In primo luogo la giustizia veniva amministrata dal procuratore Petiti, che sarebbe stato castellano con residenza a Fenestrelle, in possesso di poteri giurisdizionali esercitati secondo le «formes pratiquées par les autres chastelains ses predecesseurs». In questo modo si cercava di ricalcare il modello giurisdizionale in vigore nel Delfinato: «ainsy que fasoit celuy de Briançon a la reserve neantmoins du dernier appel a la Chambre Royale des Comptes de Piemont pour les causes qui seront de sa jurisdictions et au conseil souverain de Pinérol pour toutes les autres».

L’intendente Demichelis veniva nominato giudice maggiore della valle di Pragelat, unita alla provincia di Pinerolo, carica corrispondente a quella del vicebalivo, mentre per le valli d’Oulx, Bardonneche e Cesanne, accorpate alla provincia di Susa, l’assegnazione era fatta a favore dell’intendente Palma. La storiografia, se da un lato ha insistito molto sulle prerogative amministrative e fiscali degli intendenti, ha invece quasi ignorato le competenze giurisdizionali22. Dalle istruzioni di Vittorio Amedeo II del 1697, si deduce che la funzione giurisdizionale era paragonabile a

21 ASTO, Corte, Paesi, Provincia di Pinerolo, Vallée de Pragelas, m. 26, n. 2, Copie d’ordre de S.A.R.

publié dans la Vallée de Pragelas pour l’etablissement d’un chatellain à Fenestrelles, pour la fixation du prix du sel, et pour le libre passage sans païement de traite pour les vivres que la vallée tirera du Piemont, 1708, settembre 8.

22 Francesco Aimerito si è posto il problema nel suo intervento su La procedura nei processi avanti

l’intendente tra Settecento e Ottocento, durante il convegno tenutosi a Nizza il 25-27 ottobre 2012,

«Intendant et intendance en Europe et dans les Etats de Savoie XVIIe-XIXe siècles», P. R. I. D. A. E. S. (Programme de Recherche sur les Institutions et le Droit des Anciens Etats de Savoie).

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quella degli auditori di guerra23; più in generale decretavano che si sarebbero occupati «di tutti gli affari risguardanti l’economico, e giuridico delle città e comunità». Agli intendenti venivano dunque assegnate funzioni giurisdizionali che tendevano a sovrapporsi a quelle dei giudici ordinari. Al proposito si può forse confrontare il modo in cui la corona francese intese le prerogative degli intendenti, riprendendo la sentenza del Consiglio di stato del 1701, con la quale gli affari relativi agli escartons erano assegnati alla sola giurisdizione dell’intendente del Delfinato, senza alcuna possibilità di interferenza da parte degli altri organi della provincia24. Nelle Costituzioni di Vittorio Amedeo II non si faceva più riferimento alle prerogative dei vice-auditori, mentre venivano conferiti poteri di controllo su magistrati e castellani, ad esempio per quanto riguardava pene inflitte e confische di beni, cognizioni sulle cause in materia di catasto e fiscalità locale; potevano inoltre sanzionare quegli ufficiali pubblici che non adempivano ai doveri di controllo sugli affari delle comunità25. In questa prima fase di annessione pare dunque che la carica di giudice maggiore unisse sia le competenze dei vicebalivi, che quelle dei giudici delle elezioni francesi.

Mentre dunque si cercava di perseguire, nel solco della continuità, il sistema giurisdizionale del Delfinato, da un punto di vista sociale ed economico il duca Vittorio Amedeo II proponeva una sorte di pacificazione generale, ordinando però la consegna di tutte le armi da fuoco possedute. Cercava inoltre di difendere i commerci, ma vietava le emigrazioni, di cui probabilmente vi era sentore : «defend a toute sorte de personne de commercer avec les sujets de France de quelque maniere que ce soit par lettres ou autrement, ny d’aller sur le Pays de la mesme France sous les paines arbitraires a Son A.R.». Gli eventi bellici avevano provocato un vistoso

23 «Nella provincia e luoghi del vostro dipartimento eserciterete l’officio di vice-auditore di guerra in

tutti li casi che occorreranno toccanti la giurisditione dell’auditorato generale»; cfr. Istruzione

agl’intendenti delle province di Piemonte, e per quello di Saluzzo, 1697 marzo 31, in DUBOIN, Raccolta

per ordine di materie delle leggi, cit., Libro VII, Titolo X, pp. 21-23. Le prerogative degli auditori di

guerra furono specificate dal 1616, nell’ambito della prima guerra del Monferrato. Cfr. Patenti di

S.A.R. colle quali prescrive all’auditore generale di guerra di provvedere all’osservanza degli ordini militari, e dichiara che le di lui ordinanze e sentenze, anche di morte, non sono soggette ad approvazione del Senato, né ad appello, 1616, giugno 2, in DUBOIN, Raccolta per ordine di materie delle

leggi, cit., Libro III, Titolo VI, pp. 876-888.

24 Si veda, al proposito, il paragrafo 4.8, pp. 118-119.

25 Disposizioni delle regie Costituzioni lib. II tit. IV cap. VIII. Degl’intendenti delle provincie, e della loro

autorità ed incumbenza, 1723 febbraio 20, in DUBOIN, Raccolta per ordine di materie delle leggi, cit., Libro III, Titolo XIX, pp. 1233-1237.

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aumento del prezzo del sale, per il quale si proponeva una calmierazione dei costi all’ingrosso ed al minuto; come per le gabelle del tabacco, della carta e dei diritti di insinuazione, i prezzi dovevano conformarsi agli usi piemontesi, abolendo quindi gli altri diritti di controllo in vigore precedentemente. Erano poi abolite le gabelle sulle merci in transito con il Piemonte, mentre si mantenevano i dazi con la Francia. Si concedeva poi ai notai di continuare ad esercitare la loro professione, richiedendo, però, di ricorrere all’autorità ducale per ottenere «des nouvelles provisions, les quelles leurs seront expediées entierement gratis».

Nelle valli del Delfinato annesse alla provincia di Susa svolgeva il suo lavoro di intendente Gianfrancesco Palma, figlio di Giovanni Aurelio, capitano nel reggimento Monferrato e primo esponente di una linea collaterale dei Palma da Rivarolo, conti di Borgofranco e signori di Moriondo. Dopo aver presieduto l’ufficio dell’intendenza di Susa divenne intendente generale della Savoia, fino a ricoprire la prestigiosa carica di generale delle finanze nel 171726. Dal 1708 fu impegnato a verificare i meccanismi di funzionamento del sistema fiscale in vigore nel Delfinato, ed a calcolare lo stato di pagamento delle imposte. Aveva quindi capito che la provincia era divisa in sei elezioni, e che la taglia si riscuoteva a proporzione dei «fuocaggi», fissati su ciascuna elezione nel 1706, e rimasti invariati negli anni seguenti. Inoltre, per i danni causati da disastri naturali e da guerre, l’autorità regia aveva stabilito un fondo di 50000 franchi, da ricavarsi effettuando un’ulteriore imposizione. Di questa cifra, la quota spettante alle comunità passate sotto la dominazione sabauda era di 1300 lire.

L’intendente calcolò quindi l’ammontare della taglia reale e del ducato dovuti alle finanze francesi e la decima alla prevostura d’Oulx, tenendo conto dei danni di guerra e dei servizi di trasporto richiesti agli uomini delle comunità durante le operazioni militari27. Le comunità avevano dunque ottenuto che il duca concedesse «dalla sua solita et innata clemenza qualche sollievo alli danni, che dicono hanno

26 MANNO, Il patriziato subalpino, cit., vol. 22, p. 63.

27 Studiò come «si sia cominciato imponer la taglia dalle regie finanze sovra esse valli, e terre a

quanto ascenda esso imposto in cadun anno. Come si sia pagata da esse rispettive comunità, quali incontri, e bonificatori habbino havuto in sollievo da danni per esse patiti in occasione della corrente guerra, e quali gratie l’A.S.R. possa ancora farli sentire per farli via più provare li sollievi che sentono quelli, che si vivono buoni, e fedeli sudditi, e maggiormente animarli ad un tal loro debito».

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patiti in occasione de campamenti, e passaggi dell’armate, e loro seguito, ne loro rispettivi territorii negl’anni 1707, 1708, 1709 e corrente 1710»28.

Le comunità avevano cominciato a pagare allo stato sabaudo sul finire del 1708. Gli amministratori locali avevano presentato suppliche per i danni di guerra subiti, sottolineando che i passaggi e gli accampamenti di armate e artiglierie non avevano consentito la messa a coltura delle terre, provocando scarsezza nei raccolti per gli anni successivi, a fronte di una crisi del legname e dei foraggi in tutti villaggi. Una volta ricevute le suppliche, l’intendente ne vagliò, valle per valle, la legittimità. Le richieste di Chaumont erano considerate molto vaghe, non essendo peraltro possibile verificarne la veridicità; si ammetteva però che il passaggio delle artiglierie aveva devastato i vigneti, i castagneti, i campi, mentre da parte delle truppe erano stati requisiti i fieni. Tra le richieste di Bardonneche ammetteva il forte impegno della comunità nel trasporto di fieno ad Exilles e ad Oulx, avendo «sofferto il passaggio dell’armata di SAR nell’ingresso dalla Savoia nelle Valli di Delfinato nell’anno 1708». I danni maggiori erano riconosciuti al mandamento di Oulx ed alla valle di Cesanne: «Questa comunità per altro, e quella di Sesana, sono le due, che hanno il più sofferto nella campagna prossime scorsa, onde l’A.R. volendo degnarsi farli sentire qualche sollievo potrebbe gratiarli d’un terzo d’annata per la sola taglia reale». Sulle richieste di Exilles e Salbertrand l’intendente faceva notare che «le giustificazioni come sovra presentate da esse comunità ascendenti all’estimo, e somme come avanti sono vaghe, e senza fondamento ne causa di scienza quanto per altro veridiche in parte d’essi danni. La verità sta ch’esse comunità hanno sofferto egualmente a tutte l’altre nell’anno 1709 l’esportazione e consumazione di buona parte del loro foraggio, e paglia, et interamente nell’anno corrente. Quant’alli pretesi saccheggi parlandosi di quelli ponno esser seguiti nell’anno 1708 all’ingresso dell’armata, non si devono porre in considerazione quand’anche liquidati facente che allora non erano ancora addossati alla taglia delle regie finanze, e l’ingresso si fece come in paese nemico». Ossia emergeva la questione fondamentale sul riconoscimento dei danni di guerra; finché le comunità non avevano cominciato a pagare le imposte alle regie finanze non si potevano considerare suddite dello stato sabaudo; nel 1708 le armate imperiali erano entrate in territori fino a quel momento

28 ASTO, Corte, Paesi, Susa, Provincia di Susa, Valli di Oulx e Bardonneche, m. 5, n. 19, Ricorsi delle

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nemici, non avendo quindi alcun diritto ad ottenere sconti per danni di guerra, e non potendo gioire del «bene d’esser sott’l dominio di S.A.R.».

Tabella 1. Rapporto percentuale tra danni richiesti e danni riconosciuti. (ASTO, Corte, Paesi, Provincia di Susa, mazzo 5, n. 19. 1710, Ricorsi delle comunità di Cesana, Sauze, Rolliéres, Desertes,

Fenils, Camplas, Molliéres, Solemiac, Bousson, Thures, St. Sicaire, Exilles, Cels, St. Colomban, Dereis, Salbertrand, Chaumont, Bardonneche et Oulx, per ottenere da S.A.R. qualche diminuzione della taglia per esse rispettivamente dovuta: con uno stato de’ danni dalle medesime sofferti nella guerra allora passata. Assieme ad un parere dell’intendente Palma sopra una tale dimanda)

La quota maggiore di grazia fiscale sui danni di guerra era dunque assegnata alla valle di Cesanne, seguita dal mandamento di Oulx, dalla valle di Bardonneche, e dalle comunità di Exilles, Salbertrand e Chaumont. Soprattutto vi era un’enorme discrepanza tra le richieste effettuate dai rappresentanti locali e le grazie concesse dall’intendente: i rapporti tra le due variabili sono dell’ordine del punto e mezzo percentuale circa. Le autorità sabaude si limitavano ad affermare che difficilmente era possibile calcolare la quantità effettiva dei danni, inoltre le concessioni del duca erano rivolte nei confronti di comunità fino a pochi momenti prima poste sotto la sovranità nemica. L’intendente faceva peraltro notare che «quali tutte sospensioni rilevanti per il dovuto alle regie finanze alla somma di £ 17.767:14:2 come sotto, come provenienti dalla sola clemenza, e gratia dell’ASR sarei di sentimento dovessero haver luogo solo sin tanto ch’esse comunità e particolari habitanti faranno conoscere esser buoni, e fedeli sudditi all’A.S.R. e non altrimenti». Le concessioni dovevano dunque essere considerate una grazia di cui dovevano sentirsi meritevoli i nuovi sudditi.

Lo sconto sulle imposte ai territori conquistati venne utilizzato, forse, come leva per ottenere il giuramento di fedeltà. Non è un caso che la decorrenza avvenisse a partire dal 1709: come si è visto, nel gennaio Vittorio Amedeo II richiese ed ottenne Danni calcolati dalla comunità (lire) Danni riconosciuti dall’intendente (lire) % Chaumont 158400 2346,9 1,48 Bardonneche 88000 3211,05 3,65 Oulx mandamento 254220 3547,1 1,40 Exilles e Salbertrand 247570 2724,05 1,10 Valle di Cesana 531235,5 5938,5 1,12 1279425,5 17767,6 1,39

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il giuramento dai rappresentanti dei villaggi. Sulla base dei fuochi si calcolarono quindi l’ammontare della taglia reale, quello del ducato, a cui si sommava un’ulteriore tassazione dei beni fondiari abbandonati dai proprietari durante la guerra29. Al valore complessivo, si deducevano i «travagli» degli abitanti per trasporto di fieno, legna, ed altri lavori effettuati in particolare al forte di Exilles. Oltre a questi di calcolavano le decime dovute alla prevostura d’Oulx, versate in denaro, frumento, vino legumi, il cui pagamento nel 1709-1710 venne sospeso o eliminato. Sulla base delle note dell’intendente, si può descrivere il rapporto tra imposte dovute e sconti effettuati30:

Tabella 2. Stato dei pagamenti delle taglie nell’escarton d’Oulx, per gli anni 1709-1710

Sulla base dei lavori effettuati dalle popolazioni per le truppe sabaudo-imperiali, si calcolarono quindi le deduzioni, comprese tra il 19-30 % delle imposte dovute. In valori assoluti i maggiori sconti si ebbero nella valle di Cesanne e di Bardonneche, alle quali si erano riconosciuti anche notevoli danni di guerra. Negli anni tra il 1711 e

29 Erano indicati come «rediti di diversi particolari, situati nelle terre da S.A.R. nuovamente

conquistate, et in odio de medemi particolari confiscati, per esser absentati dalle case loro quali rediti

sono stati addossati alle medeme comunità» cfr. ASTO, Sezioni Riunite, Camerale Piemonte, art. 249,

1712-1714.

30 Gli importi sono stati convertiti in lire: 1 lira = 20 soldi; 1 soldo = 12 denari. È molto probabile che la

moneta di riferimento fosse la lira d’argento di Piemonte, da venti soldi l’una. Le ricerche sul valore della moneta in rapporto ai flussi economici e commerciali negli stati sabaudi sono ferme da diversi

anni. Cfr. G.PRAY, La moneta piemontese ai tempi di Vittorio Amedeo I e di Carlo Emanuele II (1630-

1675), Torino, Collegio Artigianelli, 1939. S. J. WOOLF, Sviluppo economico e struttura sociale in

Piemonte da Emanuele Filiberto a Carlo Emanuele II, in «Nuova Rivista Storica», Anno XLVI, gennaio-

aprile 1962, Fascicolo 1, pp. 25-29. Se ne è occupato anche Stumpo nella premessa al suo libro; cfr. STUMPO, Finanza e Stato moderno, cit., pp. XVII-XX.

Taglie dovute (lire)

Taglie pagate (lire)

Sconto sulla taglia per lavori eseguiti e danni di

guerra (lire) % Chaumont 14654,2 10264,7 4389,5 29,95 Bardonneche 27631,35 20969,45 6661,9 24,11 Oulx mandamento 20309,3 15637,85 4671,45 23,00 Exilles e Salbertrand 18610,9 13926,35 4684,55 25,17 Valle di Cesanne 33652,8 26957,3 6695,5 19,90 114858,55 87755,65 27102,9 23,60

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il 1713 si stabilizzarono le imposte della taglia e del ducato, mentre continuarono ad essere calcolate quelle gravanti sui beni abbandonati31:

Tabella 3. Stato delle taglie nel 1711 (ASTO, Sezioni Riunite, I° Archiviazione, Tasso, m. 1, Stato

delle debiture delle communità del Delfinato che sono sotto il dominio di S.A.R. per l’anno 1711,

1712).

31 ASTO, Sezioni Riunite, I° Archiviazione, Tasso, m. 1, Stato delle debiture delle communità del

Delfinato che sono sotto il dominio di S.A.R. per l’anno 1711, 1712. Gli importi della tabella e di quelle

seguenti sono indicati in lire:soldi:denari, ovvero 1 lira = 20 soldi, 1 soldo = 12 denari. Chaumont

Taglia reale 6225:4:10

Imposizione caricata sulla comunità per assenza

del proprietario 1101:18

Totale 7327.2.10

Exilles e Salbertrand

Taglia reale 7789:8

Taglia del ducato 985:16:8

Imposizione caricata sulla comunità per assenza

del proprietario 530:5

Totale 9305:9:8

Mandamento di Oulx (Oulx, Savoulx, Sauze, Jovenceaux)

Taglia reale 9071.19.9

Taglia del ducato 559:11

Imposizione caricata sulla comunità per assenza

del proprietario 523:2:6

Totale 10154.3.3

Valle di Bardonneche (Bardonneche, Melezet, Arnauds, Rochemolle, Millaures, Beaulard)

Taglia reale 13232:11:8

Imposizione caricata sulla comunità per assenza

del proprietario 601:15:10

Totale 13834:7:6

Valle di Cesanne (Cesanne, Rolliores, Mollieres, Desertes, Champlas, Solemiac, Thures, Fenils, Boussons, Sauze di Cesanne)

Taglia reale 14002:3

Taglia del ducato 2229:8:8

Imposizione caricata sulla comunità per assenza

del proprietario 661:11:3

Totale 16893:2:11

Totale 57514:16:3

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La Camera dei conti il 6 aprile 1712 approvò l’esercizio finanziario del 1711, reso dal contabile Stefano Ludovico Pusterla, referendario della provincia di Susa32. Il “caricamento”, ossia la cifra che entrava nelle casse ducali, compredente la somma totale delle imposizioni nel Delfinato, nella Moriana, in aggiunta ad altri crediti, indicati come “reliquati”, corrispondeva a 104139:8:4 lire; tra queste, figuravano le 54096:3:7 lire di gettito della taglia reale e del ducato del Brianzonese:

Taglia reale Taglia del ducato

Chaumont 6225:4:10

Exilles e Salbertrand 7789:7:10 985:16:10

Oulx e mandamento (Sauze, et Jovenceaux, Savoulx) 9071:19:9 559:11 Valle di Bardonneche (Bardonneche, Melezet, Arnauds,

Rochemolle, Millaures, Beaulard)

13232:11:8 Valle di Cesanne (Cesanne, Rollieres, Mollieres,

Desertes, Chianlas, Solomiac, Thures, Fenils, Bousson, Sauze)

14002:3 2229:8:8

50321:7:1 3774:16:6 54096:3:8

Tabella 4. Sintesi delle sole taglie.

In contemporanea si calcolava lo “scaricamento”, ossia quanto usciva dalle casse dello stato, corrispondente alla cifra complessiva di 103339:16:11 lire, che nella sostanza portava quasi in pareggio il bilancio per le due annate. Tra le diverse somme messe a debito dallo stato figuravano 12000 lire, confermate anche in seguito, «che ha incontrate e fatte buone alle comunità infrascritte di nova conquista, le quali a causa de danni dalle medeme patiti respettivamente per la guerra ne sono statte gratiate dall’A.S.R. in conto della taglia da esse dovuta nell’anno 1710 in 1711»; vi erano poi 750:5:1 lire per il fieno provvisto alle armate e per i mancati guadagni per le terre occupate dagli accampamenti, diverse somme per «robbe proviste, vacationi, et altre cose somministrate per il real servitio», scontate a diversi particolari, che avevano svolto servigi di diverso genere, a cui si aggiungevano 2000 lire all’intendente Palma per «spese e vacationi», ossia rimborsi per il suo ufficio; inoltre 724 lire, poi diventate l’anno seguente 600 lire, per il

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referendario, ovvero «per suo honorario, e contabilità, nelle diligenze nell’essiger li danari dovuti dalle comunità del Delfinato, in detto anno 1712, dichiarando essersi convenuto mantener in Susa un assistente», che avrebbe dovuto coadiuvare l’intendente nella gestione finanziaria della provincia. Rilevanti somme, corrispondenti a 47095:14:6 lire, erano dovute al tesoriere generale Ferrero, probabilmente da lui anticipate nell’esercizio della riscossione di imposte e gabelle per conto del duca. Al castellano Rivet, nel suo ruolo anche di insinuatore delle valli conquistate, andarono 4866:8 lire. Figuravano poi 16630:13:9 lire di «reliquati taglia 1711» per diverse comunità.

Gli esercizi finanziari successivi denotano un forte ridimensionamento delle entrate, che venivano portate quasi in pareggio:

Anno Caricamento

(credito)

Scaricamento (debito)

Differenza Patente di conferma della Camera dei conti

1711 104139:8:4 103339:16:11 799:11:5 6 aprile 1712

1712 65766:2:9 65728:4:3 37:18:6 6 maggio 1713

1713 54764:18:8 54344:19:10 419:18:10 18 maggio 1714

Tabella 5. Caricamento e scaricamento degli esercizi finanziari 1711-1713 (ASTO, Sezioni Riunite,

Camerale Piemonte, art. 249, 1712-1714)

Era peraltro avvenuta una stabilizzazione nella gestione finanziaria; nelle somme a credito non figuravano più le taglie delle comunità della Moriana e i «reliquati», mentre restavano confermate, per il 1712-1713, le 12000 lire di sconto concesse per danni di guerra ed altre spese per viaggi e servigi resi per l’amministrazione corrente degli affari delle valli conquistate.

I dati sopra evidenziati mostrano quanto il governo del territorio subisse dinamiche indipendenti dai trattati stipulati nelle sedi diplomatiche. Non appena conquistate militarmente, nelle valli si avviò il processo di annessione amministrativa che pose l’intendente quale protagonista di primo piano. Alle spalle dei reggimenti di fanteria e cavalleria, si era cominciata a muovere fin da subito la macchina burocratica sabauda, forte degli accordi di spartizione che erano segretamente stati conclusi tra le potenze in gioco sullo scenario del conflitto.