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La grande charte: i contenuti di un documento giuridico

Dalla storiografia alla ricerca archivistica: il Brianzonese nel regno di Francia

4. Delfinato e Brianzonese nella prima età moderna

4.3 La grande charte: i contenuti di un documento giuridico

fondativo

La carta di franchigie del 1343 è stata ampiamente studiata, soprattutto da medievisti di area francese. La debole presenza signorile, unitamente ad una politica di riassetto dei poteri del delfino nei territori d’altura, costituirono premesse indispensabili per la promulgazione di un atto che dal basso medioevo e per tutta l’età moderna restò il principale corpo legislativo sul quale si regolavano le attività politiche, fiscali ed economiche delle comunità di valle del Brianzonese. Gli stati che si confrontarono con il sistema degli escartons dovettero porsi sul piano della ricerca e dello studio delle norme giuridiche che ne costituivano l’essenza. Fino al Settecento la legittimità di alcuni privilegi venne in diversi momenti messa in discussione, ma nessun potere statuale riuscì o volle ottenere l’abrogazione della carta di franchigie. La persistenza di giurisdizioni e diritti preesistenti a quelli costituiti dai poteri centrali non poteva essere superata, e non pare che la corona francese fosse particolarmente interessata ad un indebolimento del sistema di privilegi in un’area di frontiera strategica - soprattutto nel Seicento - quando nei domini del re Cristianissimo pervenne il possesso di Pinerolo. Nel corso del XVIII secolo le valli cedute allo stato sabaudo ottennero ancora riconferma delle franchigie, ma in un quadro di riforme degli organismi centrali e periferici che sottoposero il testo medievale alla conformità delle nuove Costituzioni di Vittorio Amedeo II.

La conoscenza dei contenuti della carta restava un problema di centrale interesse per gli organi di potere dello stato. La corona francese aveva provveduto a ricopiare il testo medievale ed a farlo pubblicare in un volume a stampa, nel 1645, da parte del consigliere, segretario del re e delle Finanze Bruchet, che aveva ricevuto l’originale in lingua latina, a cui aggiunse i regesti in francese, corredati da commenti ed interpretazioni47. L’edizione usciva pochi anni dopo la chiusura del

procés des tailles, avvenuta con il reglement del 1639; e non è dunque improbabile

che in un momento in cui la realità delle taglie veniva estesa a tutto il Delfinato, le

47 BIBLIOTHÈQUE MUNICIPALE DE GRENOBLE (d’ora in poi BMG), Fonds Dauphinois, R 42, Les

transactions d’Imbert dauphin de Viennois, prince du Briançonnois, et marquis de Sezanne..., Collationné aux originaux par moy conseiller secretaire du roy et de ses Finances, 1645, pp. 1-18.

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autorità regie si fossero mosse per conoscere approfonditamente i contenuti dei privilegi dei più antichi pays di taglia reale.

La copia veniva anticipata da un regesto del contenuto latino: TRANSACTION GENERALE,

entre le Seigneur Imbert Dauphin de Viennois, Prince du Briançonois, et Marquis de Sezanne, d’une part,

et les consuls, syndics et procureurs des Universitez et communautez de la Principauté dudit Briançonois en Dauphiné, tant au nom desdites Universitez, que des particuliers et habitans d’icelles, d’autre.

Par la quelle ledit Seigneur Dauphin, pour empescher les abus et malversasions que ses officiers commettoient à la levee de ses droicts et tailles, a remis, cede, et transporté à perpetuité ausdites communautez et habitans d’icelles, la jouïssance d’iceux droicts et devoirs feodaux et seigneuriaux; sçavoir, ses censes en bleds, lots, tiers, treizains, vingtains, bans, bois, usages, aisances, pasturages, champarts, ou champaistres, eauës, fours, moulins, les offices municipaux desdites communautez, comme consuls, syndics, greffiers, ou secretaries, collecteurs et receveurs particuliers, auditeurs des comptes, garde des bois, et autres: les a habilitez à tenir et posseder tous fiefs et arrierefiefs, biens et heritages, tant en corps qu’en particulier: leur a permis de faire des levees de deniers sur eux et s’assmbler pour leurs affaires communes quand bon leur sembleroit, sans la permissions ou presence d’aucuns officiers: les a deschargez à l’advenir de toutes tailles, taillons, fogages, doüane, gabelles, et levees qui se pouvoient faire sur quelque sorte de marchandises ou danrées que ce fust, et generalement de tous autres droicts qu’il pouvoit pretender audit Briançonois, o uses heritiers et successeurs; lesquels il a obligez par ladite transaction d’observer religieusement ces conditions accordées, et de tenir lesdits habitans pour affranchise de toutes charges, moyennant la somme de douze mil florins d’or qu’ils luy firent d’entrée, et une rente annuelle de quatre mil ducats evalüez à treize mil quatre cens trente-trois livres deux sols, qu’ils luy ont aussi payee à chacun iour et fester de la Purification nostre Dame, et continue aux Roys dés l’année 1348. En la quelle ledit dauphin donna ledit Briançonois et Dauphiné à Philippe de Valois VI. Depuis lequel tous ont ratifié et confirmé ladite transaction, et mesme le tres-auguste et tres-chrestien Roy Louis le Iuste XIII du nom, à present heuresement regnant.

Il documento medievale era stato costruito introducendo una narratio che presentava il contesto storico del contratto tra Umberto II, delfino, principe del Viennese, del Brianzonese e marchese di Cesanne, e le universitates hominum del balliaggio di Briançon. Dopo aver ordinato un’inchiesta «per universum Dalphinatum», condotta da alcuni commissari, era sorta una «materia queastionis cum universitatibus dictae balliviae, et singularis personis earumdem

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super his de quibus habetur mentio, in articulis infrascriptis», in merito ad una transazione già avvenuta con il delfino Giovanni, padre di Umberto II. Le «universitates» riconoscevano i «dalphinalia jura» da quaranta anni, secondo quanto stabilito «in libris seu cartularis Dalphinalis curiae»48. La transazione del 1343 venne stipulata dai procuratori di alcune parrocchie e delle «universitates» di Cesana, di Oulx, di Sauze di Cesana, di Salbertrand. Non tutte le comunità del balivato intervvennero nella prima transazione; alcune di queste, come Exilles, Bardonneche e Bellino, che si erano opposte al potere del delfino negli anni precedenti, non erano inizialmente comprese.

Il documento sanciva in 38 articoli, non ordinati secondo criteri di uniformità argomentativa, diritti e doveri dei contraenti. L’eterogenea quantità di prestanze signorili riscossa alle universitates hominum del Brianzonese venne commutata in una somma di denaro da pagarsi ogni anno al delfino, in occasione della festa della Purificazione di Maria. L’art. VI introduceva l’argomento, stabilendo che per ogni «sestario bladi» si dovesse versare al delfino un «pretium per ipsum dominum dalphinum iuxta verba subsequentia constituendum et ordinandum in pecunia numerata, anno quolibet deinceps in festo Purificationi Beatae Mariae»49. Gli altri diritti signorili a cui il delfino rinunciava, venivano esplicati nell’articolo VII: «omnia jura sibi competentia et competitura in laudimiis, tertiis, trezenis, vingtenis, placitis, seu mutagiis, pasqueris, gallinis, seu caponibus, fidanciis, retrofidanciis, agnis et caseis paschalibus»50. In cambio il principe riceveva una «certam summam pecuniae annuatim solvendam dicto domino Dalphino et suis haeredibus et successoribus, ut supra dictum est, convertetur absque speciali descriptione ulterius facienda vel designanda de rebus, et bonis suis, et cum generali recognitione huiusmodi deinceps» (art. IX). La traduzione francese

48 I diritti, corrispondenti a «junctiones caponum, seu gallinarum paleae grossae, seu correctae,

foenatagia et quedam alia descripta», erano stati commutati in una cifra in denari da pagarsi al delfino. Sul significato storico della controversia si sono soffermati autorevoli studiosi, di cui si è accennato nel paragrafo precedente.

49 Il «sestario bladi» nel regesto francese era interpretato come un insieme di diritti, riscossi su

raccolti frumentari prodotti da attività agricole: «censes enbleds, tailles et autres droicts».

50 Tradotto in «Moyennant la dite rente ledit Seigneur Dauphim quitta et remit ausdites

communautez et habitans d’icelles lesdites censen, bleds, lots, tiers, trezains, vingtains, bois, bans d’iceux, usages, aisan(n)ces, pasqueirages,cha(m)pars, eaux, fours, moulins et generalement tous autres droicts et fiefs seigneuriaux qui luy pouvoient appartenir ou à ses successeurs».

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collegava l’articolo alla contribuzione dei 4000 ducati annui – regolata in seguito - dovuti al delfino dai possidenti beni immobili51. Mentre dunque si stabiliva una rendita annuale, che racchiudeva l’eterogenea gamma di diritti consuetudinari, l’intera concessione di privilegi, franchigie e convenzioni veniva ulteriormente sanzionata dal versamento della quota una tantum di 12000 fiorini, che sarebbero stati versati in sei quote da 2000 fiorini ad ogni festa della Purificazione di Maria (art. XXXVII).

Una volta assolti i sopracitati doveri finanziari verso il delfino, si vietava a chiunque di imporre altri «subsidia, carnagia, et fogagia», anche tentando di mutarne il nome o la forma al fine di esigere in modo fraudolento tasse e gabelle (art. III): «totaliter liberati sint protinus et soluti»52. Vigeva inoltre l’esenzione dai dazi sulle mercanzie in transito, eccetto per quelle dei forestieri e per chi era in possesso di bestie lanute: «Excepta tamen et expresse reservata, ipsi domino dalphino, hęredibus, et successoribus suis perpetuo gabella averis lanuti, de quo avere lanuto gabellam solvere teneantur» (Art. XXXIII)53.

Inoltre, le popolazioni del balivato dovevano riconoscersi in modo esclusivo uomini ligi verso il delfino54. Veniva così sancito in modo chiaro il potere del principe sulle comunità stipulanti il contratto, ovvero «ipsis hominibus et personis dictae balliviae, et singulorum locorum, villarum et parrochiarum eiusdem universaliter, vel singulariter» (art. X)55. Da parte del delfino, si stabiliva che i principi successori avrebbero dovuto giurare e riconoscere i privilegi («quicunque successores ipsius domini dalphini, qui venerint domini novi ad terram predictam Briançonesii teneantur jurare, observare, et attendere omnia et singula supra dicta, ac omnia privilegia et libertates»), e che le università del

51 «Tous ceux qui possedent des immeubles audit Briançonois, doivent contribuer à la rente des 4

mil ducats et tailles qui seront levées par lesdites universitez»

52 Nella traduzione francese le imposte erano definite «tailles et impositions quelconques».

53 L’art. XXXIII precisa quanto già anticipato nel XXXII: «Ledit seigneur voulut que les habitans

dudit bailliage eussent à aller et venir avec leurs bestes de voiture et marchandises du costé d’Avignon, et autres lieux où bon leurs sembleroit à l’advenir, sans payer peages, doüannes, gabelles, ny autres droicts, ny leur pouvoir ester donnez aucun empeschement, quell qu’il fust, nonobstant toutes prohibitions et choses à ce contraires».

54 «Et recognoscere teneantur ipsi scindici seu procuratores nomine universitatum et singularum

personarum se esse homines ligios dicti domini Dalphini, haeredum, et successorum suorum contra omnes alias personas mundi».

55 Nel testo latino si riconosceva dunque l’eterogeneità degli assetti insediativi dell’arco alpino: la

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Brianzonese non si sarebbero dovute sentire in obbligo di prestare l’omaggio finché i nuovi signori non avessero ratificato le franchigie (art. XIII)56.

Tra le norme più interessanti vi sono quelle relative alla gestione della vita politica locale; ogni anno, alla festa della Purificazione di Maria, le comunità potevano eleggere i propri rappresentanti, sindaci e procuratori, ma solo in presenza del castellano, nelle cui mani gli eletti dovevano prestare il giuramento (art. XII). Era però concesso il diritto a riunirsi liberamente per gestire affari ed incombenze di interesse comune (art. VIII)57. Le autorità politiche locali avevano la facoltà di imporre tasse per raccogliere i denari necessari al pagamento della rendita annuale al delfino (art. XIX)58, ma alla fine di ogni anno dovevano rendere conto del loro operato59. Avevano altresì il potere di sanzionare chi rifiutava di partecipare finanziariamente alla raccolta della rendita annuale dovuta al delfino: «pro dictis et infrasciptis rebus debitis domino dalphino, ex exactione redituum, et aliorum eidem domino dalphino debitorum, authoritate tamen delphinali…possint quibuscumque poenas imponere usque ad quinque vel decem solidos» (art. XII)60.

Le comunità potevano nominare i notai, che dovevano giurare nelle mani dei sindaci, purché si considerassero uomini ligi al delfino: «dum tamen ille notarius

56 «Ledit seigneur dauphin voulut, mesmes obligeases heritiers, successeurs et autres quelconques

qui seroient seigneurs dudit Briançonnois, de iurer qu’ils garderoient exactement les choses continues en ceste transaction, et maintiendroient lesdites universitez et particuliers dudit Briançonnois dans toutes leurs franchises, libertes et privileges, et que s’ils ne le faisoient, lesdites universitez n’eussent point à les reconoistre».

57 Tradotto in: «Il vouloit que les habitans desdites universitez se peussent assembler pour leurs

affaires communes, quand bon leur sembleroit, mesmes imposer et lever des deniers sur elles, sans l’authorité d’aucun officier; ce quis a esté confirmé par arrest contradictoire du Conseil privé, au 4 juin 1630».

58 «Il permit encores ausdites communautez conformément aux articles que cy-devant d’imposer

et lever sur lesdites habitans d’icelles des deniers à l’advenir, paur le bien de leurs affaires, et pourcet effect enioignit aus chastellains de contraindre et exploiter les cotizez à la requeste des syndics ou des collecteurs qui seroient estalis par lesdites communautez: ce qui a esté confirmé par arrest du 4 iuin 1630, comme cy devant a esté dit».

59 «Il voulut que les habitans desdites universités se peussent nommer toutes les années des consuls,

syndics, procureurs et autres officiers municipaux, tells que bon leur sembleroit, et de quells noms qu’ils lis voulussent appeller pour la gestion, negociation et exaction de toutes leurs affaires communes, et que lesdits syndics, officiers ou autres nommez, prestassent serment entre les mains des chastelains, ou de leurs lieutenans desidites universitez, de bien et fidellement exercer lesites charges, et de render compte de leurs administrations à la fin de leur année, à la chacune desdites universitez».

60 «Il permit aux syndics des universitez d’imposer une peine contre ceux qui refuseroient de payer

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eligendus sit homo ligius dalphini, qui notarius iuret in manibus scindicorum universitatis pro qua electus fuit» (art. XX)61. I notai non potevano ricevere più di 12 denari per libra sulle condanne comminate (art. XXXV)62. Ma lo stesso articolo enuncia il riconoscimento di uno status molto importante: gli uomini del Brianzonese diventavano franco-borghesi, ed ottenevano il diritto di prestare l’omaggio al delfino secondo un rituale che li distingueva dai populares: «osculando dominum dalphinum eorum dominum cui ea pręstabunt in annulo, vel dorso manus suae sicut franchi, non autem in pollicibus sicut faciunt populares»63.

Le norme relative all’esercizio della giurisdizione introducevano numerosi elementi di garanzia nei confronti degli ufficiali delfinali. I Brianzonesi ottenevano il diritto di non essere fatti prigionieri per delitti privati o pubblici al di fuori della castellania di appartenenza, se non per mandato del balivo, del Consiglio delfinale, o per causa di appello emessa da un collegio giudicante superiore (art. II)64. Venivano pertanto considerati «liberi et immunes» dalle richieste di giudizio degli ufficiali del principe (art. XI)65. Riprendendo tale norma, l’art. XIV impediva agli ufficiali di esercitare autonomamente «inquisitiones», eccetto nei casi di tradimento, sedizione, di violenza armata, di rapimento, di adulterio: «nisi in casibus a iure permissis. Qui casus sint hi, primo de proditione, et seditione contracta in populo; in iuribus Domini substractis; in falso, de

61 Nella traduzione francese tale diritto riguardava non solo la nomina dei notai: «Ledit seigneur

voulut encores concedere ausditez universitez et habitans d’icelles le pouvoir de se nommer et prendre tels scribes, escrivains, greffiers ou secretaries que bon leur sembleroit, pour escrire toutes leurs affaires communes, et qui regarderoient le suditez universitez, comme aussi de se nommer des receveurs ou collecteurs, pour exiger ladite rente, et autres deniers qui seroient levez et imposez sur lesditez universitez à l’advenir».

62 «Que les notaires eussent à l’advenir par chacune livre de condemnation 12 denirs, c’est à dire

qu’il leur fut payé pour les emolumens des contracts qu’ils seroient, 12 deniers pour livre, suivant ce que se trouveroit monter le prix des choses contenües asidites contracts, et que ladite livre seroit de gros, d’autant qu’en ce temps là c’estoit la monnoye don’t l’on se servoit le plus, et un gros valoit 17 deniers, comme il a esté dit cy devant, et les sols huict deniers obole».

63 «Ledit seigneur dauphin voulut quel es habitans dudit bailliage à l’advenir fussent tenus pour

francs bourgeois et qu’en rendant homage aux seigneurs dauphins, ils baisassent leur bague ou doigt de leur main, et non et affranchis, les deux peulces, comme faisoient les populaires en ce temps là».

64 «Il voulut que les particuliers et habitans dudit balliage, ne peussent estre tirez en instance, hors

leur chastellenie et iurisdiction ordinaire, pour les choses de la cognoissance des chastellains, sans la permission du iuge de Briançon, si ce n’estoit par appel».

65 «Il voulut que les habitans et particuliers dudit balliage fussent exempts à l’advenir, et deschargez

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vulnere, ubi cicatrix remanserit in vultu, vel membrum fuerit mutilatum, vel debilitatum, in furto, raptu mulieris, adulterio, et violenta publica et armata et de qualibet percussione facta cum gladio ubi magna sanguinis effusio emanasset». Le inchieste dovevano dunque partire dalla denuncia della parte offesa66. Agli ufficiali ed ai nobili del balivato non era concessa la cattura e l’imprigionamento per reati che non contemplassero pene criminali e capitali («nisi in criminalibus, et capitalibus casibus in quibus non essent»)67, e non potevano altresì requisire animali di persone o mercanti che si trovavano nel balliaggio (art. XXIV). Si stabiliva poi che gli uomini del Brianzonese non potessero essere costretti a fare la guardanìa di incarcerati nei castelli delfinali (art. XXVIII), se non per loro volontà e in caso di difficoltà (letteralmente «nisi tamen arduo evidenti casu»); a quel punto il castellano o l’ufficiale, a sue spese o a quelle del detenuto, dovevano scegliere gli uomini meno occupati ed i «magisque habiles ad dictum officium exercendum»68. Non potevano altres vendere censi di enti religiosi del balivato («census alicuius Ecclesiae in castellania quadracii, vel alibi in ipsa ballivia» (art. XXIX)69, ed era loro impedita la richiesta di pagamento di «poenas», o sanzioni pecuniarie, se non per ordine del giudice: «nullus Officialis dalphinalis, vel castellanus dictae balliviae poenas per ipsos imponendas, seu ipsorum mandato personae dictae balliviae exigere non possint, nec exigi facere: nisi de licentia, et cognitione pręcedente judicis dalphinalis balliviae prędictae» (art. XXXI)70.

66 «Il voulut que les officiers dudit bailliage ne peussent à l’advenir faire aucune information d’office,

si le delict ne leur avoit esté denoncé par la partie offencée, sauf aux crimes de leze majesté, de faux, blessures, rapts, adulteres, violences, et autres permis de droicts».

67 Art. XXIII: «à l’advenir les officiers dudit bailliage ne peussent emprisonner les particuliers et

habitans d’iceluy pour crimes commis, si lesdits crimes n’estoient capitaux, auquel cas que ceux qui les auroient commis ne peussent estre relachez».

68 «Ledit seigneur a entendu par cet article, que les criminels et delinquans fussent à l’advenir

detenus dans ses chasteaux du dit bailliage, sans que les habitans d’iceluy fussent obligez de les garder dans iceux, sauf si, les prisonniers estoient detenus pour crimes graves et atroces, auquel cas il vouloit que le chastelain ou officier qui auroit fait l’emprisonnement en donnast aduis au ballif et iuge dudit Briançon, au despens dudit chastelains ou du prisonnier: et que si ledit chastelain absentoit le lieu, il laissast pour exercer sa charge un home capable».

69 «Il defendit à toutes personnes d’acheter ou arenter aucunes censes des biens des Eglises dudit

bailliage à l’advenir».

70 Il testo francese fa capire che non era possibile riscuotere «poenas» per pagare diritti e salari degli

ufficiali: «Il defendit aux chastelains et notaires dudit baillage, de prendre aucune chose à l’advenir des parties pour leurs droicts et salaires, s’ils n’avoient esté taxes par le bailif ou juges dudit Briançon». Le spese giudiziarie erano state fissate alla moneta corrente del Delfinato (art. V).

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Il delfino cedeva agli abitanti del Brianzonese le «commissiones omnes, et singula