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Il catalogo degli alberghi dalla A di Agnellino alla Z di Zurigo

4. Angioli, poi Angioli e Simplon

Nella Storia di Milano della Enciclopedia Italiana Treccani351 è citato fra i buoni

alberghi d’inizio XIX secolo, l’albergo degli Angioli, con sede in contrada San Protaso ad Monacos, numero 1716352 che dal 1866, in base alla nuova numerazione, diventa via

345 K. Baedeker, Italie septentrionale, cit., 1904, p. 74. 346 K. Baedeker , Italie septentrionale, cit., 1908, p. 86. 347 K. Baedeker, Italie septentrionale, cit., 1913, p. 104. 348 Guida d’Italia, Touring Club Italiano, cit., 1914, p. 118.

349 “On. Giunta Municipale di Milano. Il sottoscritto proprietario della casa sul corso Vittorio Emanuele 3

e via Agnello num. 1 e 3 domanda colla presente che gli venga accordata licenza di occupazione dei locali ad uso cinematografo, buvette e spettacoli pubblici in genere e locali annessi a detto esercizio. La presente venne pure firmata dalla ditta esercente Società Anonima Antonio Sonetti. Con perfetta osservanza, i proprietari P. P. fratelli Bocconi. Milano, 27 marzo 1911.” ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, II serie, cartella 509/39625.

350 “On. Giunta Municipale di Milano. La Società Anonima Antonio Bonetti con sede in Milano piazza

del Duomo, 23 in persona del suo Consigliere Delegato Cav. Antonio Bonetti quale conduttrice, coll'autorizzazione dei sottoscritti Proprietari Sigg. Fratelli Dott. Cav. Ettore e Ferdinando Bocconi residenti pure in Milano, Palazzo Bocconi, piazza del Duomo chiede alla On. Giunta di potere eseguire le modificazioni interne degli stabili di proprietà Bocconi siti in Milano corso Vittorio Emanuele, 3 e via Agnello, 1 e 3 così come è precisamente indicato nel tipo allegato e controfirmato, avvertendo che dette modificazioni consistenti principalmente in due saloni a terreno cogli ammezzati ritirati e scala da terreno al primo piano, non alterano affatto le altezze, nè le facciate di dette case e nemmeno aumentano il numero di piani. Riservasi e si fa obbligo la sottoscritta Società di adempire prima dell'inizio delle opere e non appena concretato l'appalto, ad ogni disposizione regolamentare sia per quanto riguarda la contro – firma del costruttore e dell'esecutore delle opere sia per quanto riguarda le tasse daziarie. Agli ordini dell'On. Giunta per ogni eventuale schiarimento, e con perfetta osservanza. Firmato: Società Anonima Antonio Bonetti. 26 gennaio, 1910.” ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, II serie, cartella 509/39625.

351 R. Levi Pisetsky, Le botteghe, gli alberghi, i caffè, in Storia di Milano, Enciclopedia Treccani degli

Alfieri, vol. XIII, Roma 1959, p. 647.

352 Utile giornale ossia Guida di Milano per l’anno … (1826–1846), cit. e Guida di Milano per l’anno …

San Protaso, 1353.

Era uno dei focolai della Carboneria dove il marchese Giorgio Guido Pallavicino Trivulzio e Federico Confalonieri, insieme alla complicità dell'albergatore, il signor Marcozzi, discutevano di politica e si preparavano ai moti del 1820 e 1821 contro l'esercito asburgico. La polizia, però, insospettita, occupò l'albergo e ridusse al fallimento il signor Marcozzi che si trovò costretto a cedere la sua attività ai fratelli Maffioretti originari della Svizzera354.

All’interno del Fondo Ornato Fabbriche sono conservate numerose pratiche sull’albergo degli Angioli, datate fra il 1823 e il 1856, che ci permettono di conoscere il nome dei proprietari e degli albergatori susseguitisi in quegli anni e le opere di ammodernamento che sono state eseguite. Nel 1823 l'albergo è di proprietà della signora Teresa Annoni, vedova Iacchetti, che chiede il permesso per alcuni cambiamenti interni e per delle piccole riparazioni355 e, cinque anni dopo, invece, dei fratelli Pietro e

Giovanni Petrolini356 che chiedono l’autorizzazione per costruire una scala interna

353 Guida di Milano per l’anno … (1866-1889), cit.

354 “Dell'albergo degli Angioli che vanta circa un secolo di vita, qualche vecchione ricorda che ardeva il

focolare della setta dei Carbonari, i quali sotto la direzione del Pallavicino e del Confalonieri vi convenivano tutte le sere. L'albergatore Marcozzi, patriota ardente, durante quei convegni vigilava sulla sicurezza dè suoi compagni, i quali, a un dato segno, sostituivano, alle conversazioni politiche, discorsi inconcludenti e giuochi innocenti. Per qualche tempo tutto andò bene; ma poi cominciarono i guai. La polizia chiamò il Marcozzi, facendogli capire che era edotta nelle trame che si ordivano nel suo albergo. L'albergatore finse di cadere dalle nuvole, sostenendo che la numerosa clientela doveva attribuirsi alla inappuntabilità della sua cucina ed alla squisitezza dei suoi vini. Fu allora che la polizia ricorse a uno stratagemma. Qualche mattina dopo l'interrogatorio, il Marcozzi vide capitare un generale d'armata, il quale occupò tutto il primo e parte del piano terreno dell'albergo; sulla scala nel cortile, al portone d'uscita, e su e giù per la via San Protaso, guardie d'onore ordinanze, sentinelle, un picchetto armato e pattuglie di gendarmi. Durante il giorno poi un andirivieni incessante di ufficiali e di soldati che si recavano al rapporto. In una parola, l'Albergo degli Angioli era stato tramutato in un comando militare. Né generale, né seguito spendevano un soldo all'albergo in tal modo la polizia raggiunse il suo scopo: i cospiratori furono costretti ad abbandonare l'albergo. Il generale rimase là parecchi mesi, causando la rovina del Marcozzi, che dovette cedere l'albergo ai fratelli Maffioretti di Brissago.” Tre alberghi che

cambiano posto, in Corriere della Sera, 22–23 gennaio 1896, p. 2.

355 “Congregazione Municipale di Milano. Occorrendo alla sottoscritta proprietaria della casa ad uso di

albergo denominato degli Angeli nella Contrada di San Protaso al Monaco numero 1716 di dover fare dei cambiamenti e delineamenti comuni con altri piccoli ripari nell’interno di detta casa che addimanda a codesta congregazione l’opportuno permesso. Le dette opere saranno eseguite dal capo mastro Cerganini Peruchetti. Piena di stima e rispetto Teresa Annoni vedova Iacchetti. Milano 27 maggio 1823.” ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, I serie, cartella 35/3.

356 Nelle edizioni dell’Interprete milanese pubblicate dal 1823 al 1827 i conduttori e/o proprietari sono

Barozzi e Pedroli, mentre nelle edizioni dell’Interprete milanese del 1828 il conduttore/proprietario è Ambrogio Barozzi. Nell’Utile giornale ossia Guida di Milano per l’anno…(1841–1846), cit., e nella

Guida di Milano per l’anno…(1847-1889), cit. è specificato che i conduttori e/o proprietari sono: dal

1841 al 1852 Petrolini e Maffioretti, dal 1853 al 1860 Luigi Maffioretti, dal 1861 al 1876 Petrolini e Zanetti, dal 1877 al 1882 Zanetti Giuseppe, dal 1883 al 1886 Petrolini e Zanetti e, dal 1887 al 1889

ottenendo il permesso il 22 ottobre 1828357. Tra i firmatari di questa richiesta, con il

titolo di albergatore affittuario358, c'è il signor Luigi Maffioretti359 che, nel 1832, chiede

l’autorizzazione per costruire tre caminetti e per eseguire la ristrutturazione di alcune pavimentazioni al primo e al secondo piano360. Nel 1835 l’albergatore Luigi Maffioretti

e il capo mastro Giuseppe Ventura incorrono in una multa per aver eseguito in modo arbitrario alcuni lavori361 e poi, in seguito a numerosi sopralluoghi, sia da parte

dell’Ufficio delle Strade che della Commissione d’Ornato, gli viene imposto, benché Zanetti e Cattaneo.

357 “Congregazione Municipale di Milano. Li denominati Pietro e Giovanni fratelli Petrolini proprietari

dell’albergo delli Angioli a San Protaso al Monaco numero 1716, anonciano che nell’interno di detto albergo vorrebbero levare un’andetta di scala di legno per formarla con 15 gradini di vivo (…) ed una apertura d'uscio in rotura con direzione del sottoscritto Capo Mastro Gio. Conti. Firmato: Luigi Maffioretti, fratelli Petrolini, Conti Giovanni con patente numero 3756”. A questa richiesta segue l’autorizzazione: “Congregazione Municipale di Milano. Visitato a senso dell’Ord. Num. 21848 l’albergo degli Angioli nella contrada di San Protaso al Monaco numero 1716 vi riconobbi che le opere notificate dalli proprietari da farsi internamente non sono d’alcun nocimento alla solidità dell’edificio, ma soltanto di più comodo uso del medesimo. Milano, 28 ottobre 1828. Ing. Clerici.” ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, I serie, cartella 194/1.

358 “Occorrendo al signor affittuario dell’albergo degli Angeli (…) di rifare 3 caminetti (…). Firmato:

Luigi Maffioretti albergatore del detto albergo.” ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, I serie, cartella 164/2.

359 “Alla onorevole Camera di Commercio e d'Industria della Provincia di Milano. Inerendo alla

Luogotenenziale Notificazione 10 settembre del corrente anno 1852 num. 19792 e dall'inteso nella comparsa personalmente avuta avanti questa Onorevole Camera. Il sottoscritto Luigi Maffioretti svizzero di nascita e di sudditanza, ma abilitato a rimanere in questa Città e Provincia come dalla carta d'abilitazione rilasciatagli dall'I. R. Direzione della Polizia di questa stessa città che in originale qui unisce A. Notifica che egli è l'unico conduttore rappresentante e firmatore in ogni atto e contratti delli negozi d'Alberghi già da molti anni eserciti in questa stessa città di Milano l'uno denominato Albergo d'Italia nella contrada di sant'Ambrogio alla Palla alli civici numeri 3311 e 3312, l'altro denominato albergo degli Angioli nella contrada di san Protaso ad Monacos al civico 1716b e l'altro denominato Albergo dell'Agnello sull'angolo del Corso Francescoi e della Contrada dell'Agnello al civico num. 970 circa i quali non fu messa alcuna circolare nè all'atto della loro erezione nè in progresso di tempo. E prega che dopo gli usi d'ufficio gli sia restituita la la carta di abilitazione qui sopraunita A. 22 dicembre 1852. Firmato: Luigi Maffioretti.” Archivio Storico della Camera di Commercio di Milano, Fondo Registro Ditte, scatola 94.

360 “Protocollo della Congregazione Municipale della Regia Città di Milano. Num. 19889 sez. II 23

giugno 1832. Oggetto: Maffioretti Luigi chiede l’abilitazione per far eseguire diversi pavimenti nell’albergo degli Angioli ad Protaso. Decreto: numero 436 li, 1 luglio 1832. Le opere notificate consistono nella ristrutturazione di tre pavimenti di cotto nelle stanze in secondo piano segnate coi num. 8, 9, 10 oltre a un rappezzo a un pavimento (…) in primo piano.” ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, I serie, cartella 164/2.

361 “Congregazione Municipale della Regia Città di Milano. Determinatosi il qui sottoscritto affittuario

della casa posta in questa città nella Controdadi San Protaso a Monacos al civico numero 1716 ora a uso di albergo denominato degli Angioli di far eseguire un braccio di fabbricato e alcune migliorie nell’interno vicino alla porta principale d’ingresso di detta casa col porvi una colonna di vivo e un architrave per formare un portico con superiore alcune stanze a due piani costruivo una scaletta che dal primo piano mette al secondo, demolire alcuni tavolati e una scaletta non che aprire alcune in rottura per dar comunicazione alle stanze interne, alcuni plafoni di cannette ed altri aggiustamenti interni ed esterni verso corte (…) per rendere il suddetto albergo più comodo. Quindi a termini dei Veglianti Regolamenti (…) notifica ala alla Sullodata Congregazione Municipale le suddette opere (…) dirette dal capo mastro Giuseppe Ventura. Milano, 9 marzo 1835. Firmato: Luigi Maffioretti affittuario e Giuseppe Ventura capo

non esista un problema di solidità362 come invece inizialmente si pensava, di “levare una

trave portata dall’architrave del portico (…) adducendo il solo motivo che non si può tollerare a termini d’arte”363. L’albergatore e il capo mastro fanno ricorso364 e infine, nel

1836 viene stabilito cosa cambiare365. Nel 1842 il signor Maffioretti chiede e ottiene il

permesso di costruire un tavolato per dividere due locali al secondo piano366. Dieci anni

dopo, la proprietaria dell’albergo è Teresa Bazzero367, mentre l’albergatore, nel 1854 è

ancora il signor Luigi Maffioretti368. Quest'ultimo nel 1856 è invece indicato come

proprietario dell’albergo e incorre, insieme al capomastro Luigi Valli, in un’altra mastro.” ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, I serie, cartella 166/1.

362 “Stante che della relazione della Commissione rilevasi che le opere arbitrariamente fatte dal signor

Maffioretti non mancano di solidità reale e che il difetto loro consiste nella sola mancanza di solidità apparente (…).” ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, I serie, cartella 166/1.

363 “Illustrissima Congregazione municipale della Città di Milano. Con notifica 10 agosto 1835 viene

ingiunto al sottoscritto Luigi Maffioretti di levare una trave portata dall’architrave del portico (…) adducendo il solo motivo che non si può tollerare a termini d’arte.” ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, I serie, cartella 166/1.

364 “L’arte delle costruzioni viene considerata sotto i tre rapporti di comodità, solidità e ornato. In riguardo

alla comodità era assolutamente necessario di coprire una parte della corte per passare al coperto dalla porta al portico della seconda corte (…). In riguardo alla solidità che più importa al Signor Ingegnere Municipale ha egli stesso dichiarato essere l’opera eseguita densamente solida (…). Rimane ora a parlarsi dell’ornato, ma questa parte di architettura è soggetta alla superiore tutela solo nell’esterno e non nell’interno. (…) Ben volentieri si presterebbe il sottoscritto però al desiderio esternato dal Signor Ingegner d’Ufficio e dalla Congregazione municipale di trasportare il trave sul vivo della colonna se non si imponesse una decisa impossibilità di esenzione a motivo della finestra dalla cantina del Signor Adiamoli col quale non si è potuto convenire di restringere la corte di più di quello che al presente. Inoltre deve considerarsi che se si dovesse effettuarsi il trasporto del trave sul vivo dalla colonna come viene ingiunto nella notificazione municipale si offenderebbe realmente la solidità della fabbrica dovendosi necessariamente tagliare le teste dai due architravi (…). Il qui sottoscritto capo mastro Ventura assuntore e direttore delle opere fatte eseguire nell’albergo degli Angioli del Signor Luigi Maffioretti rispettosamente implora da Codesta Illustrissima Congregazione Municipale che in vista delle sopraddette ragioni e principalmente per non potersi eseguire il trasporto del trave prescritto col venerato foglio 1° agosto 1835 abbiasi a lasciare sussistere le opere eseguite in dimostrazione poi di rispetto alle ingiurazioni municipali se mai l’onorevole Signor ingegner d’Ufficio può colla sussistenza delle opere eseguite consiliare quale la aggiunta che tolga il difetto rimarcato salva la necessaria comodità di passaggio inferiore e i diritti della finestra del Signor Adiamoli il sottoscritto lo adotterà anche in danno al proprio interesse. Firmato Luigi Maffioretti e Giuseppe Ventura. 18 agosto 1835.” ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, I serie, cartella 166/1.

365 11 giugno 1836. ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, I serie, cartella 166/1.

366 “Opere interne. Alla rispettabile Congregazione Municipale della regia città di Milano. Il sottoscritto si

fa un dovere di prevenire quella su lodata Superiorità che il Signor Luigi Maffioretti albergatore dell’albergo degli Angioli in questa città li occorrerebbe di costruire un tavolato onde dividere due locali in secondo piano di detta casa ciò affiato al capomastro Clemente Valli. Milano il 30 ottobre 1842. firmato: Clemente Valli capo mastro.” ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, I serie, cartella 170/1.

367 ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, I serie, cartella 71/2.

368 “(…) l’albergatore detto degli Angeli, il signor Luigi Maffioretti chiede di riformare una loggia di vivo

ora in legno non che far la demolizione di una vecchia scala (…) e la riforma di vari pavimenti in cotto parte in primo piano e parte in secondo non che altri piccoli lavori tutti nell’accennato albergo.” ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, I serie, cartella 181/2.

“contravvenzione per omessa presentazione” del disegno dei lavori eseguiti “siccome opera esterna”369.

Grazie a un atto notarile del 1860 e alle edizioni della guida commerciale pubblicata da Savallo fra il 1880 e il 1914, sappiamo che dopo il signor Maffioretti l'albergo è stato gestito: dal 1860 da Petrolini & Zanetti370, dal 1885 da Zanetti e

Cattaneo, dal 1890 da Gustavo Cattaneo, dal 1903 da Alfredo Cattaneo, nel 1907 dalla Società Anonima Milanese alberghi, ristoranti e affini, dal 1908 dalla Società Anonima Unione Alberghi che sceglie per la direzione in quell'anno, il signor Pietro D'Adda, nel 1909 il signor Clemente Bigoni, nel 1910 il signor Arnaldo Scaglione e dal 1911 il signor Antonio Marchesi.

L'Angioli era una delle stazioni di arrivo e di partenza della città da dove, per esempio, nel 1844 una diligenza celere collegava Milano ad Asso tutti i giorni esclusa la

369 Il proprietario Luigi Maffioretti e il capo mastro Luigi Valli, il 28 agosto 1856, dichiara per iscritto di

aver avuto la necessità di “ristaurare diversi intonachi e rappezzi di muro che pericolavano”, ma il 30 agosto 1856, dopo un sopralluogo “rillevasi non sincera la fatta dimanda dacché ebbe atterrare l’apertura di una finestra situata all’angolo sinistro del vicolo di San Cipiano precisamente all’angolo stesso del piccolo locale terreno avente tetto sotto la finestra in discorso che per l’abbassamento ed ingrandimento della medesima venne perciò munita di ferriata e sebbene lo squarcio interno sia vecchio e la demolizione del tavolato indica il già manifestato ingrandimento che diede argomento alla contravvenzione per omessa presentazione dell’analogo disegno siccome opera esterna per di tanto il capo mastro Valli Luigi che il suddetto proprietario Maffioretti incorsero in contravvenzione per omessa presentazione dell’analogo disegno (...).” ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, I serie, cartella 181/2.

370 “Alla Camera di Commercio ed Industria della Provincia di Milano. Con l'istromento 14 gennaio

scorso nei rogiti di questo notaio Dottor Giambattista Bolgari (...) li sottoscritti Davide Petrolini e Giuseppe Zanetti entrambi maggiorenni ebbero a contrarre tra di loro una società mercantile in norma collettiva avente per oggi la condizione di quest'Albergo degli Angioli posto in questa contrada di San Protaso ad Monachos. Tale Società com'è nata sotto la ragione sociale Petrolini e Zanetti, la firma della quale appartiene indistintamente a cadauno di essi soci a la direzione al solo Zanetti, fu ritenuta obbligatoria a partire dal 1 giugno 1860 fino al 31 ottobre 1871. (...) Firmato: Davide Petrolini e Zanetti Giuseppe.” In allegato alla pratica c'è anche l'atto notarile: “Si certifica da me notaio infrascritto che nell'istromento 14 gennaio 1860 al num. 3389 di repertorio, notificato a quest'ufficio (...) a merito della firma a solennità voluta dal vegliante Regolamento notarile di società stipulata fra li signori Davide Petrolini (...) e Giuseppe Zanetti (...) nella conduzione dell'Albergo degli Angioli in Milano, fra le altre cose ivi si legge ciò che segue: 1. costituita fra di loro una società mercantile in norma collettivo sotto la ragione Petrolini e Zanetti. 2. L'oggetto a loro scopo della medesima è la conduzione dell'Albergo degli Angioli (...). 3. La società si vuole e si ritiene incominciata col giorno primo gennaio del corrente anno e avrà il suo termine convenzionale col giorno 31 dicembre 1891. 4. La garenza e la firma della Società apporterà indistintamente ad entrambi li soci e la direzione viene affidata al socio signor Zanetti. 5. Il capitale sociale viene determinato nella somma di italiane lire 53400 = lire cinquantatremille e quattrocento - conferito di giusta meta fra li soci in mobiglia, argenteria, rame, biancheria, vini, vasallami e quant'altro costituisce a comporre l'ammobigliamento del negozio stesso e così la retta semestrale anticipata di pigione. (...) 2a. Nel caso poi dell'uno o dell'altro dei soci gli eredi se così parerà a piacere al socio defunto rimettendosi interamente ai patti portati dal precedente atto (...). Nel caso che più fossero gli eredi del socio defunto dovranno fra loro convenire nominandone uno che li rappresenti tutti.” Archivio storico della Camera di Commercio di Milano, Fondo Registro Ditte, scatola 94.

domenica371 e il signor “Gaetano Ponti, detto il Merlo, arriva al martedì e al venerdì e

parte al mercoledì e al sabato” da e per Cantù372.

Tra i personaggi illustri che qui hanno alloggiato sono ricordati in una articolo apparso sul Corriere della Sera nel 1896373: nella camera numero 8 il patriota Felice

Orsini condannato a morte nel 1858 dopo aver tentato di uccidere Napoleone III a Parigi, lo scrittore Giuseppe Rovani precursore della scapigliatura e autore del romanzo storico Cento anni, il chirurgo milanese Ambrogio Gherini De Marchi, primario all'Ospedale Maggiore e tra i primi a praticare l'anestesia374, lo scultore Vincenzo Vela,

esponente del romanticismo e del verismo sociale, il commediografo Paolo Ferrari, il medico, patriota e politico Agostino Bertani, il patriota, deputato e letterato Giuseppe Merzario e il colonnello garibaldino Augusto Merighi che cercò di suicidarsi nella sua camera d'albergo sparandosi con una rivoltellata in bocca375.

È ricordato fra gli alberghi di seconda classe nella guide per il viaggiatore di Francesco Pirovano del 1822376, 1823377, 1829378 e 1830379 ed è citato nella guida di G.

B. Carta del 1831 fra gli alberghi che offrono alloggi comodi380.

È elencato anche nell’Almanacco del commercio del 1836 e 1837, in Milano nel

371 Utile giornale ossia Guida di Milano per l’anno 1844, cit., p. 73. 372 Utile giornale ossia Guida di Milano per l’anno 1844, cit., p. 75.

373 Tre alberghi che cambiano posto, cit., p. 2.

374 G. Bellucci, P. G. Sironi, Lo sviluppo dell’Anestesiologia in Lombardia, in Minerva Medica,

<http://www.minervamedica.it/pdf/R02Y2002/R02Y2002N05A0297.pdf> [link attivo nel dicembre 2007].

375 “Dello stesso albergo era frequentatore Felice Orsini che occupava sempre la camera num. 8. Fra gli

habituès poi dei tempi più recenti rammentasi Rovani, Gherini, Vela, Paolo Ferrari, Bortani, Merzario e finalmente quel signor Merighi, colonnello garibaldino, il quale tentò di uccidersi, all'albergo, con una rivoltellata in bocca per morire tre anni or sono, alienato, all'Ospedale Maggiore.” Tre alberghi che

cambiano posto, cit., p. 2.

376 “On est assez bien logé aussi dans les auberges de la seconde classe, et on y traite les étrangers à leur

gré soint à tant pour le repas, soit à la carte.” F. Pirovano, La ville de Milan, cit., 1822, pp. 419-420.