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La guida Una settimana a Milano del 1906: le eccellenze storico-artistiche di Milano presentate ai viaggiatori in occasione dell'Esposizione Internazionale di un

la storia e le storie dell'offerta turistica di Milano analizzata su piattaforma GIS

3.3 Gli alberghi e l'offerta culturale

3.3.3 La guida Una settimana a Milano del 1906: le eccellenze storico-artistiche di Milano presentate ai viaggiatori in occasione dell'Esposizione Internazionale di un

secolo fa

L'ultimo caso analizzato per il patrimonio storico artistico della città è quello della guida per il viaggiatore pubblicata in occasione dell'Esposizione Internazionale del 1906 (Immagine 33). Essa concorre, come già avevano fatto le Esposizioni del 1871, 1881 e del 1894, “a rilanciare l'idea di un primato nazionale di Milano nell'epoca dell'industrializzazione trionfante. E ancora una volta la città può gloriarsi del successo di un'iniziativa finanziata quasi esclusivamente da privati e istituzioni locali con un contributo governativo modesto.”282

La Prima Esposizione Industriale del 1871, svoltasi fra il 2 settembre e il 2 ottobre nel Salone dei Giardini Pubblici, punta sul settore delle costruzioni e dei beni d'uso quotidiano ed è un grande evento: “1190 espositori, 89.762 visitatori (da un minimo di 661 durante il primo giorno, a un massimo di 5.233 il 30 settembre) e 1.754 abbonati (...). Un buon successo (...) anche per le modeste strutture “turistiche” cittadine, mai prima d'allora chiamate a far fronte a tanti visitatori.”283

L'Esposizione Industriale Italiana svoltasi nel 1881 nasce su iniziativa della Camera di Commercio ed è finanziata in gran parte da una sottoscrizione di privati avvalorando “il contrasto tra una Milano che ottiene risultati contando sulle sole proprie forze e una Roma che stenta a raggiungere i propri obiettivi pur avendo accesso alle casse nazionali.”284 L'esposizione viene inaugurata il 5 maggio e rimase aperta fino al 1

281 L. Corio, Il Tivoli, in Milano visione, cit., p. 57. 282 F. Bartolini, Rivali d’Italia., cit., p. 179. 283 Temi di storia economica, cit., p. 113. 284 F. Bartolini, Rivali d’Italia, cit., p. 128.

novembre, a simboleggiare, secondo il sindaco Bellinzaghi, la “vetrina dell'Italia che lavora”285. Gli espositori, quasi 8 mila e per lo più lombardi, sono distribuiti all'interno

di edifici e gallerie situate nei Giardini Pubblici e nella Villa Reale. Anche in questa occasione la città si impone con successo sulla scena internazionale: “Milano, la capitale industriale dell'Italia moderna, sta acquistando fama grazie all'esposizione che si tiene in questi giorni all'interno dei suoi confini in continua espansione. Oltre alla cattedrale di Sant'Ambrogio, famosa nel mondo, alla Galleria d'arte di Brera, alla Biblioteca Ambrosiana, al Castello e all'Ultima cena di Leonardo da Vinci, la città lombarda aggiunge così un ulteriore oggetto di interesse ai tanti che già possiede.”286. La

visitarono in totale 1,548 milioni di visitatori e il guadagno complessivo per la città è pari a 1,227 milioni di lire287.

A rafforzare a livello nazionale l'idea di una Milano lavoratrice che, contrapponendosi all'improduttività delle istituzioni statali, fonda il proprio valore sull'operosità individuale, concorrono anche le Esposizioni riunite inaugurate il 6 maggio 1894. A metà degli anni Novanta, infatti, la città è investita da un rapido sviluppo economico e, con l'apertura della Banca commerciale italiana nel 1894, consolida anche il suo ruolo di capitale finanziaria. Anche questa iniziativa, completamente finanziata da privati, è un grande successo economico e pubblico con oltre 6.000 espositori e più di 2 milioni di visitatori288. Essa, però ha due elementi di

innovazione: il tema non è unico, ma sono undici diverse esposizioni che celebrano la modernità e i metodi e i processi di produzione; la location è nuova poiché i padiglioni si articolano “nella Piazza d'Armi, a ridosso del Castello, nell'area più rappresentativa della “nuova” Milano, lungo quella direttrice Duomo-Piazza Cordusio-via Dante-Foro Bonaparte che (...) comincia ad assumere una funzione centrale nella vita economica della città.”289

285 Cfr. La relazione di Achille Mauri in Atti Parlamentari, Senato, Documenti, sessione del 1880, n. 45-

A, p.2.

286 Dexter G. Whittinghill, L'esposizione di Milano, traduzione di Anna Pellegrino dell'articolo pubblicato

a Chicago dal titolo The Milan Exposition, in The World To-day, n. 12, January 1907, pp. 69-75. Milano

1906. Esposizione Internazionale del Sempione. La scienza, la città, la vita, a cura di P. Redondi, P.

Zocchi, Milano 2006, p. 154.

287 Esposizione Nazionale del 1881, in Milano. Relazione generale compilata dall'ing. Amabile Terruggia segretario generale e pubblicata per cura del Comitato esecutivo dell'Esposizione, Milano 1883.

288 F. Bartolini, Rivali d’Italia, cit., p. 158. 289 F. Bartolini, Rivali d’Italia, cit., p. 159.

L'Esposizione Internazionale del 1906, indetta per festeggiare il traforo del Sempione avvenuto il 24 febbraio 1905 e l'inaugurazione della relativa linea ferroviaria il 1 giugno 1906, è inaugurata il 28 aprile e rimane aperta fino all'11 novembre registrando 18 milioni di visitatori. Essa “contribuisce in modo significativo a esaltare i progressi milanesi davanti all'opinione pubblica europea. Come nel 1881 e nel 1894, infatti, è ancora una volta una grande esposizione cittadina a rielaborare e rilanciare l'idea di un primato nazionale di Milano nell'epoca dell'industrializzazione trionfante. E ancora una volta la città può gloriarsi del successo di un'iniziativa finanziata quasi esclusivamente da privati e istituzioni locali con un contributo governativo modesto.”290

L'esposizione Internazionale si articolava in due zone, nel Parco del Castello e nella Piazza d'Armi collegate fra loro da un'avveniristica ferrovia elettrica sopraelevata lunga 1,3 km e offriva ai visitatori la possibilità di aggirarsi fra numerose mostre, di assistere a numerosi congressi, di divertirsi con le proiezioni cinematografiche e con le montagne russe. Come sintetizza bene in un cartellone espositivo alla mostra itinerante

Expo x Expos, allestita alla Triennale di Milano dal 5 febbraio al 30 marzo 2008, “il

pubblico di massa non affluiva alle Expo solo perché attratto dalle nuove conoscenze, ma anche per essere intrattenuto e stupito. Negli ultimi trent'anni del XIX secolo le Expo si trasformarono così in attrazioni. Lo svago assunse dimensioni sempre crescenti e sancì la definitiva conquista del tempo libero da parte della società urbana, anticipando gli attuali parchi tematici.”

Come già avvenne per tutti i grandi eventi precedenti, anche in occasione dell'Esposizione del 1906 si pubblicano diverse guide sulla città. Una di queste è la bella guida, Una settimana a Milano edita da De Murmann e tradotta in diverse lingue, di Guido Guidoni in 278 pagine con una pianta topografica della Ditta Vallardi e 220 incisioni nel testo. Al suo interno l'autore presenta una “visita sommaria ai monumenti cittadini”291 per lasciare maggior tempo ai viaggiatori per girare tra i padiglioni

dell'Esposizione. Scrive infatti nella prefazione dedicata “all'amico lettore”: “La visita ai monumenti cittadini è divisa in 7 giornate e l’ordine da noi tracciato può essere fedelmente seguito dal forestiero a risparmio del suo tempo prezioso che potrà dedicare alla Esposizione Internazionale, intorno alla quale la nostra pubblicazione gli fornisce

290 F. Bartolini, Rivali d’Italia, cit., p. 181.

tutte le informazioni necessarie. (…) Ed osiamo sperare che ad Esposizione finita, anche quando gli ospiti graditi saranno lontani dalla nostra città, questo volumetto rimanga per loro come un ricordo caro di Milano e della sua Esposizione.”292

Le prime sei giornate, quindi, sono dedicate alla visita del patrimonio storico artistico della città, mentre la settima giornata è interamente dedicata alla visita dei padiglioni dell'Esposizione che rappresentano “un'altra Milano sorta come per incanto nel parco (...) la quale poi prosegue nella lontana piazza d'Armi.”293

Anche l'itinerario dedicato alla visita dell'Esposizione segnala i principali edifici presenti, ma come sottolinea Guidoni “La visita all'Esposizione per riuscire completa e proficua richiede molti giorni di osservazione e di permanenza. Noi abbiamo fissato il termine di una giornata solo pei visitatori frettolosi. E speriamo che siano pochi.”294

La facciata dell'entrata principale dei padiglioni del Parco Sempione la cui “forma curva (...) dà come l'impressione di ospitalità affettuosa e cordiale: sono come due braccia fraterne che Milano apre a quanti connazionali o stranieri si accingono a visitare e studiare le ultime conquiste del lavoro umano in questo convegno cui Milano volle riuniti gli artisti, gli artefici, i pensatori, gli scienziati del mondo intero.”295

Nel parco Sempione, vengono indicati: la mostra retrospettiva dei mezzi di trasporto; la mostra di piscicoltura e l'acquario, l'unica costruzione in mattoni, dell'architetto Locati, perché destinata a rimanere e con dietro un ristorante dove venivano cucinati i pesci pescati dalle vasche della piscicoltura; la galleria del Sempione con riprodotte le due gallerie del traforo del Sempione con le rocce in cemento e lo chalet cinematografico con proiezioni luminose sui lavori del Sempione; la palazzina del Comitato con difronte il padiglione della stampa per i giornalisti nazionali e internazionali con una sala dedicata alla lettura dei giornali e un impianto completo dei servizi postali e telegrafici; il palazzo delle Belle Arti, uno dei più grandi dell'Esposizione; il Padiglione della Città di Milano ricostruito sullo stile di palazzo Marino con all'interno un padiglione dedicato alla memoria di Giovanni Segantini.

Nella piazza d'Armi, di fronte alla stazione, viene segnalato il padiglione della

292 G. Guidoni, Una settimana, cit., p. 3. 293 G. Guidoni, Una settimana, cit., p. 95. 294 G. Guidoni, Una settimana, cit., p. 106. 295 G. Guidoni, Una settimana, cit., p. 96.

Marina con il faro; la galleria del lavoro, dell'automobilismo, dell'arte decorativa francese, della mostra di carrozzeria, della mostra agraria, della mostra ferroviaria, del padiglione dell'igiene, dei monumentali edifici dell'Austria e del Belgio e della via del Cairo che “con tutti i suoi pittoreschi e vari edifici egiziani costituisce una delle attrattive più geniali dell'Esposizione”. Salendo sulla cima del faro, inoltre, il viaggiatore poteva godere di “un panorama veramente grandioso e magnifico poichè si presentano agli occhi di chi guarda, da una parte le Alpi ed i contrafforti pittoreschi, dall'altra l'immensa campagna lombarda e il panorama di Milano.”296

Come si può vedere dall'analisi del sistema informativo che ho realizzato all'interno della piattaforma GIS sulla cartografia del 1914 integrando alla georeferenziazione degli alberghi presenti in quella data le attrazioni principali della città segnalate all'interno della guida di Guidoni, molti nuovi alberghi aprono nelle vicinanze delle aree che avevano ospitato dal 1871 al 1906 le esposizioni, cioè i Giardini Pubblici, il Parco Sempione e la piazza d'Armi.

Nei pressi dei Giardini Pubblici, iniziano la loro attività gli alberghi Vecchio

Cervo, Nizza e, oltre la Porta Venezia, l'hotel Diana, mentre nei pressi del Parco

Sempione gli alberghi Sempione, Gallo Vecchio e Arena Nuova. In vista dell'Esposizione del 1906, inoltre, aprono nel 1905 gli alberghi Suisse Excelsior, vicino al Duomo, Helvetia, vicino alla Stazione Centrale e Brera, non lontano dal Parco Sempione, e all'inizio del 1906 il Baviera nei pressi della Stazione Centrale, e il Royal, nei pressi della nuova piazza Cordusio.

Capitolo 4

Il catalogo degli alberghi