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Il catalogo degli alberghi dalla A di Agnellino alla Z di Zurigo

8. Armonia, poi Reichmann

L'albergo dell'Armonia chiamato anche albergo Reichmann dal cognome del proprietario, era uno degli alberghi più antichi della città. Si trovava in corso di Porta Romana, 4203 che dal 1866 diventa corso di Porta Romana, 3. L'albergo aveva sede “in un antico palazzo del conte di San Secondo”425, di fronte al seicentesco palazzo

Annoni426 ora noto come palazzo Cicogna del Richini427. Alla fine del XVIII secolo,

infatti, il palazzo viene acquistato dal signor Reichmann “ed offerto quale splendida dimora, a tutti coloro che potevano permettersi di spendere l'enorme somma di lire 10 al giorno solo per dormire.”428

La prima notizia del XIX secolo che abbiamo sull’albergo risale al 1822429 ed è

contenuta ne L'interprete milanese ossia Guida generale del commercio e dei recapiti

di Milano per l'anno per l'anno 1823 dove, dopo l’indirizzo e il nome del proprietario

attesta che il nipote Rag. Badi Domenico potrà essere dalla firma libera = Badi Gaetano = essendo stato delegato a rappresentarlo già nell'azienda commerciale dei cementi e materiali refrattari. Milano, addì 28 luglio 1886. Badi Anacleto.” Archivio Storico della Camera di Commercio di Milano, Fondo Registro Ditte, scatola 407.

424 “Milano, 15 dicembre 1891. Onorevole Giunta Municipale di Milano. Il sottoscritto giusta i

regolamenti edilizi fa domanda di visita ad un porticato eseguito sulla proprietà Innocente Savino (...). Con stima Colombo Carlo capomastro.” ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, II serie, cartella 123/87251.

425 C. Comoletti, I mestee de Milan, Milano 1983, p. 3.

426 “Albergo Reichmann con di fronte il palazzo Annoni” P. Fiocchi, Otto giorni a Milano, cit., p. 60. 427 “È uno dei pochi palazzi antichi superstiti nel corso di Porta Romana. La facciata conserva l'impianto

seicentesco, tranne per i balconcini e la balaustra della balconata centrale, aggiunte nel Settecento per illeggiadrire un po' l'austera facciata. L'incorniciatura delle finestre risale ai restauri del dopoguerra.” M. G. Tolfo, Atlante milanese. Il sestiere di Porta Romana, Milano 1991, p. 127.

428 R. Zezzos, Alberghi milanesi d'altri tempi, in «La famiglia meneghina. Rassegna di vita milanese», 1

(1965), p. 28.

429 Nell’Ornato Fabbriche, I serie a questo indirizzo corrisponde una sola pratica datata 25 aprile 1819 in

cui, però, non è specificato se la casa in questione è adibita ad uso d’albergo. Il proprietario dell’edificio era il signor Barinetti Carlo. ASCMi, Fondo Ornato Fabbriche, I serie, cartella 47/1.

(Reichmann Federico), un asterisco rimanda a una nota a fine pagina in cui si legge: “Fu premiato nel 1822 con medaglia d’argento per introduzione e stabilimento in grande di una cucina economica.”430 La stessa nota e lo stesso proprietario sono presenti nelle

edizioni successive del 1825, 1826 e 1827 de L'interprete milanese431.

È segnalato tra gli alberghi principali della Pianta della città di Milano del 1825 eseguita dai fratelli Bettali come “Albergo dell’Armonia, detto la pensione svizzera, corso di Porta Romana numero 4203”. Probabilmente veniva comunemente identificato come la pensione svizzera per l’origine svizzera del proprietario Federico Reichmann. Il Bernardoni lo riporta nelle edizioni dal 1826 al 1876 della sua guida commerciale e dal 1841 ci fornisce i nomi degli altri proprietari che si sono susseguiti: dal 1841 al 1866 Anna Jecklin, vedova Reichmann, e i fratelli Guglielmo e Alfonso Reichmann e dal 1867 al 1876 i fratelli Reichmann proprietari e conduttori.

È presente nelle guide di Pirovano del 1823432 e del 1830433 fra gli alberghi di

prima categoria come “Albergo di Reichmann” ed è descritto in una guida del 1833 fra gli alberghi di “primissimo ordine” con una grande sala che poteva contenere fino a 200 ospiti e con camere arredate elegantemente, ben riscaldate, con “stanza da bagno con vasca in marmo” e con materassi comodi brevettati da un operaio francese.”434 Queste

caratteristiche sono ricordate anche da Bertarelli nel 1827 con un'informazione aggiuntiva: “le camere (...) possono sostenere il confronto con quelle di Parigi e

430 L'interprete milanese ossia Guida generale del commercio e dei recapiti di Milano per l'anno per l'anno 1823, Milano 1823, p. 207.

431 L'interprete milanese ... (1825–1827), cit.

432 “Les étrangers sont parfaitmement servis dans tous les hôtels et auberges que nous venons d’indiquer:

ils y trouveront, dans ceux della première classe surtout, des chambres avec elegances, et des appartemens plus ou moins grands.” F. Pirovano, Milan nouvellement descrite, cit., 1823, p. 494.

433 “Negli alberghi di prima classe vi sono grandi e piccoli appartamenti, e camere ben addobbate, ed i

forestieri possono contare d’essere in tutto ben serviti e trattati. Nella maggior parte di questi Alberghi vi hanno delle sale per i bagni”. L’autore aggiunge che in città si trovano altri bagni: “Altri locali per i medesimi vi sono nella città, messi con grande pulitezza; tra questi distinguesi quello del signor Martelli nella Corsia de’ Servi numero 600 e altri ve ne sono con bagni a vapore, ed anche medicati.” F. Pirovano,

Milano nuovamente descritta, cit., 1830, p. 412.

434 “Vecchi alberghi milanesi reputati sono ancora, secondo una guida del 1833 (...). Di primissimo ordine

il Reichmann nuovo come gestione e arredamento, ma non come sede essendo installato in corso di Porta Romana al n. 4203 (ora n. 3) nel palazzo patrizio Cozzi e Venini. La sala più vasta poteva ospitare ben 200 forestieri. Le camere erano arredate con mobili eleganti e provviste di stufa e ognuna era comunicante con una stanza da bagno con vasca in marmo. La comodità dei letti era stata studiata in modo particolare facendo fare i materassi “da un operaio francese che per questi lavori era stato premiato con un brevetto.” R. Levi Pisetsky, Alberghi, café-restaurants, locande, caffè, in Storia di Milano, Enciclopedia Treccani degli Alfieri, vol. XIV, Roma 1959, p. 760.

Londra”435. Qui vi hanno soggiornato nel 1828 il poeta tedesco Heinrich Heine436 a cui,

come lui stesso scrive nei suoi Reisebilder, “si garantiva che fosse il miglior albergo d'Italia”437 e nel 1830 Augusto von Goethe, il figlio del grande poeta, che lo descrive

dettagliatamente nel suo diario438.

È ricordato nel 1834 all'interno della Nuovissima guida dei viaggiatori in Italia, nell'Almanacco del commercio del 1836 e 1837, in Milano nel settembre 1838, nel

Nuovo ritratto di Milano del 1839, in Otto giorni a Milano del 1839, nel Nouveau guide de Milan et de ses environs del 1840, nella Descrizione di Milano e de’ principali suoi contorni del 1841 con una breve descrizione: “Reichmann. Questo albergo è dei più

antichi in Milano, reputatissimo, e rinomatissima la sua table d'hôte servita in un apposito bellissimo salone a colonne a stucco lucido, è frequentata anche da molti distinti cittadini di Milano, tutte le comodità ed il servizio occorrente per renderlo primario, non mancano in questo albergo”439. Si trova nella Guida di Milano e suoi

dintorni del 1841 e del 1842, nel Manuale del forestiero del 1844 con una nota sulla

“tavola rotonda alle 4 e mezzo a lire 3 austr. libera a chicchessia”440, in Quattro giorni a

Milano e suoi Corpi santi del 1852, in Milano Numeralizzato del 1854, nella Description de la ville de Milan et de ses environs del 1856, in Milano e suoi dintorni

del 1859, nella Recentissima descrizione di Milano del 1859 tra gli alberghi principali della città441, in Milano e i suoi dintorni del 1859 “con vasti appartamenti, belle camere

da letto, da 2 a 5 fr., tavola rotonda a 4 fr.”442.

È ricordato nella Guide de Milan et de ses environs del 1860 come l'albergo

435 A. Bertarelli, A. Monti, Tre secoli di vita milanese 1630 – 1875, Milano 1927, p. 694.

436 Milano. Il volto della città perduta. Immagini della memoria. 1850 – 1950, a cura di R. Cardani,

Milano 2004, p. 296.

437 E. Motta, Albergatori Milanesi nei secoli XIV e XV, cit., p. 369, nota 3.

438 “Nel diario di Augusto leggiamo che alle pareti erano appese delle stampe italiane e svizzere, e che i

Reichmann gli suggerirono una stanza di Belle Etage, che molti alberghi di lusso svizzeri dell'epoca offrivano agli ospiti ricchi.” E. Kawamura, Alberghi e albergatori svizzeri in Italia tra Ottocento e

Novecento, in Storia del turismo. Annale 2003, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano. Comitato

di Napoli, Milano 2004, p.19.

439 Descrizione di Milano e de’ principali suoi contorni, città, ville, delizie e luoghi notevoli, cit., p. 155. 440 Manuale del forestiero in Milano, Milano, 1844, p. 137.

441 “I grandi signori, gli alti personaggi devono andare agli alberghi principali, e di primissimo ordine,

tanto più se appartengono a quelle categorie che statuiscono, che il grande godi e che il piccolo paghi; quindi se ne vadino alla Ville, al Reale, alla Bella Venezia, alla Gran Bretagna, al Reichmann.”

Recentissima descrizione di Milano, cit., p. 5.

preferito dai tedeschi443, nella Nuova guida illustrata storico – politica – industriale

della città del 1871 “con tavola rotonda a L. 3,50”444, in Milano percorsa in omnibus del

1871 tra gli alberghi situati lungo il tragitto della linea G dell'omnibus che da piazza Duomo andava a Porta Romana, in The traveller’s guide of Milan and its environs del 1873 con “very good rooms and table d'hote at 3 francs”445. Nella Guide to Milan and

environs del 1875, con una clientela costituita per lo più da tedeschi e il servizio di

omnibus da e per la stazione446 e nella Guida tascabile della città di Milano e suoi

dintorni del 1876 dove una nota comune alla fine dell'elenco degli alberghi ricorda che

“Tutti questi alberghi si distinguono pel loro buon servizio”447.

Nel 1877 si fonde con l’albergo della Gran Bretagna, diventando albergo Gran

Bretagna e Reichmann e si trasferisce in via Torino448.

9. Aurora

L'albergo ristorante Aurora si trovava in via Monforte, 9 all'angolo con via Rasmini, 1 e viene indicato sulla guida di Milano pubblicata dal Touring Club Italiano nel 1914 tra gli alberghi ideali “per i turisti di minori esigenze”449.

È ricordato anche nella guida commerciale edita da Savallo dal 1911 al 1914 di proprietà del signor Eugenio Bobbi che nel 1910 aveva chiesto alla Giunta Municipale

443 “Reichmann (…) c’est là que descendent les Allemands; table d’hôte, 3 fr. et 50 c.” M. Fabi, Guide de Milan et de ses environs avec les escursions a la chartreuse de Pavie, a Monza, aux lacs Majeur et de Come, et aux iles Borromées VI edition revué, augmentée, et enrichie d’un beau plan de la ville, Milan

1860, p. 1.

444 Nuova guida illustrata storico–politica–industriale della città di Milano, cit., p. 3. 445 F. Venosta, The traveller's guide of Milan and its environs, Milan 1873, p. 1.

446 “Reichmann (Corso Porta Romana). Much frequented by Germans. (...) All the hotels have special

omnibuses to conduct travellers to and from the railway Station.” G. Fajini,Guide to Milan and environs, cit., p. 17.

447 Guida tascabile della città di Milano e suoi dintorni illustrata da 8 incisioni, cit., p. 6.

448 “All’Onorevole Direzione della Camera di Commercio di Milano. Il sottoscritto Giuseppe Legnani del

fu Paolo domiciliato in questa città in via Corsico, 45. Essendo sino del 1872 Proprietario dell’Albergo della Gran Bretagna non che dello stesso caffè portante il medesimo nome, fin al suddetto albergo si fa unita anche la legenda Hotel Reichmann per convenzione fatta col Signor Alfonso Reichmann fino dal giorno 3 ottobre 1876 per ciò chiede rispettosamente a codesta Onorevole Direzione che le venga regolamente iscritta in questi registri la sua ditta Giuseppe Legnani quale proprietario del Caffè Albergo della Gran Bretagna Reichmann. Firmato: Alfonso Reichmann e Giuseppe Legnani. Milano, 6 aprile 1877.” Archivio Storico della Camera di Commercio di Milano, Fondo Registro Ditte, scatola 396.

“la concessione per esporre all'angolo di via Rasmini, 1 una piccola tettoia”450 e di

“aprire le luci di finestre del 3° piano verso la via Monforte”451.

10. Baviera

In un edificio che alla fine dell'Ottocento viene prima abbellito con particolari architettonici452 e successivamente alzato, passando da tre a quattro piani453, in via Aldo

Manuzio, 9, all'angolo con via Panfilo Castaldi, 5 viene aperto all'inizio del XX secolo l'albergo Baviera. Gestito dal 1906 dal signor G. Ottolini454, nel 1914 è indicato dal

Touring Club Italiano come uno degli alberghi nelle vicinanze della Stazione Centrale ideali per “i turisti di minori pretese”455.