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PARTE I: LE MANI DEL CIELO.Ricostruzione storica

Capitolo 5. Un secolo di cambiamenti

5.9 Antesignani del marketing territoriale

"In occasione della prossima festa del Corpus Domini abbiamo creduto di pubblicare la descrizione e la spiega delle macchine che nel detto dì sogliono recarsi in processione in Campobasso sperando di fare cosa grata i nostri lettori della città e della provincia"448. Pasquale Albino, in modo semplice ed efficace, annuncia, attraverso la "Gazzetta della provincia di Molise" del 1869, giornale da lui di- retto449, l'imminente pubblicazione di un'operetta integralmente dedicata alla città di Campobasso,

trasgressivo del personaggio a cui è attribuito il demoniaco colore rosso, simbolo anche della leggerezza femminile. ASCB, Fondo E.C.A.1, Esito fatto dal tesoriere delle Opere Pie nel Corpus Domini del 1868 per la ristrutturazione delle

vestimenta e machine, vestizione e marcia dei Misteri, b.92, f.881. 20 giugno 1868.

443"Stoppino pezzi 2 e mano d'opera per la fiamma per la Faglia". La parola "stoppino" non si decifra facilmente per

la non facile leggibilità del documento. Ibidem.

444

ASCB, Fondo E.C.A.1,Lettera al Presidente della Congregazione di Carità di Campobasso da parte del tesoriere delle

Opere Pie, b.92, f.881. 24 marzo 1866. 445

ASCB, Fondo E.C.A.1, Lettera al Sacrista Maggiore, b.92, f.881. 26 maggio 1866.

446

ASCB, Fondo E.C.A.1, Risposta del Sacrista maggiore, b.92, f.881. 26 maggio 1866.

447Ibidem. 448

P. Albino, La festa del Corpus Domini in Campobasso, "Gazzetta della provincia di Molise", a. 3, n. 20, 20 maggio 1869.

449Originariamente la "Gazzetta" ha carattere di ufficialità, essendo "Giornale Ufficiale per le inserzioni degli avvisi ed

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una Monografia inedita volta a far conoscere le bellezze cittadine in cui è inclusa una parte dedicata ai Misteri450. L'attenzione per la tradizione, attestata dalla pubblicazione di altri due studi, dello Zic- cardi e di De Luca, trova una sua sistemazione nella riflessione dell'epoca su una religione naturale romantica, simbolo dell'energia vitale dell'umanità451. I Misteri di Campobasso sono l'espressione fabrile di una popolazione vissuta a stretto contatto con la natura: dai progenitori Sanniti fino ai fieri Crociati e Trinitari, l'orgoglio popolare è stato espresso in sacri riti legati alla rappresentazione della natura attraverso elementi antropomorfi. Dedicando una grande attenzione non solo alla storia delle macchine e alla festa in sé, nelle sue dinamiche organizzative, l'autore si preoccuperà di imbastire, attraverso i media dell'epoca, giornali e opuscoli, una sorta di marketing territoriale ante litteram. Si tratta, nelle intenzioni di Albino, di utilizzare il modulo festivo non solo per assicurarsi il prestigio agli occhi della popolazione, quanto per trasformarlo in occasione di attrazione e di conseguente aumento di entrate economiche per il territorio. Si parte dal coinvolgimento popolare, che tra l'altro non ha un costo ma muove masse di persone, per la costruzione di un evento annuale unico ed irri- petibile, assolutamente nuovo nel panorama delle feste. "Grande è l'entusiasmo del popolo per queste macchine, e ne ha cura come di cosa che specialmente gli appartiene, anzi è da notare che tutti del popolo fanno a gara perché i loro fanciulli fossero posti a figurare nei misterii"452. La leva giusta, secondo l'autore è la "devozione" che si trasforma in gara, nell'allestire o nel prendere parte da figuranti alla sfilata processionale. I Misteri sopravvivono ai tempi cambiati per il calore e il fer- vore con cui sono messi in scena e per il coinvolgimento popolare453. Un'organizzazione imponen- te ogni anno parte in sincronia per garantirne l'uscita, creando, in quel periodo, un movimento di persone, esso stesso fonte di guadagno per i commercianti del centro cittadino e per gli artigiani de- putati alla fase di montaggio e restauro. Attraverso i secoli i criteri organizzativi si sono affinati: ad ogni macchina è assegnato un sarto, una squadra di portatori che, secondo l'autore sono "stabili", 12 persone in media per ogni Ingegno, "cioè sei che la portano in sulle spalle ed altre sei che alternati- vamente ricambiano il peso e seguono la machina con scannetti di legname su cui questa si poggia quando debbono fermarla"454. Albino propone un'importante riflessione sul valore simbolico dei

e della cultura molisana, esigenza avvertita in un periodo storico favorevole per la crescita economica e sociale del Molise. G. Palmieri, Pasquale Albino, cit., pp.34-36.

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Esce l'opera di P. Albino, La festa del Corpus Domini in Campobasso, cit., estratta dalla Monografia di Campobasso, in una operazione di diffusione culturale volta alla conoscenza del territorio della provincia di Campobasso. L'opuscolo vede una riedizione nel 1875 ed è ospitato nella "Gazzetta della provincia di Molise" lo stesso anno: dimostrando la volontà e l'intuizione di un possibile "marketing" utilizzando tradizioni e feste che potevano, come nei secoli prece- denti, costituire fonti di guadagno e nello stesso tempo far conoscere il territorio. La sua linea culturale ebbe inizio, secondo Palmieri, fin da giovane "con l'intento, non ancora manifesto e programmatico ma comunque percepibile, di contemperare le esigenze di affermazione di identità e i bisogni "pubblicitari" dimostrando come la provincia molisana avesse partecipato e continuasse a partecipare alle vicende politiche, economiche, sociali e culturali della compagine statale meridionale", G. Palmieri, Pasquale Albino, cit., pp.14,36.

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In un asterisco posto in nota alla pubblicazione La festa del Corpus Domini, Albino copia pedissequamente le paro- le di Filippone riportate dal De Rubertis, che collega la festività a rituali ancestrali del mondo pagano: "tutte le festi- vità della nostra religione, scriveva Chateaubriand, sembrano coordinate in maniera ammirabile alle grandi scene della natura. Così la celebrazione del Corpus Domini che possiamo dire la grande festività del Signore, la festa per eccellen- za, è l'emblema della creazione, perchè ricade appunto quando il cielo e la terra manifestano tutta la loro possanza; quando i boschi ed i campi formicolano di generazioni novelle, quando tutto è riunito con i più stretti legami e quando non vi è una sola pianta vedova nelle campagne. Così al contrario la caduta delle foglie conduce la festa de' morti per l'uomo, che cade anche esso come foglia de' boschi...". P. Albino, La festa del Corpus Domini in Campobasso, cit., pp.29-30.

452Ivi, p.23. 453

"...Che richiamano gran folla di gente da tutti i paesi della provincia", ivi,p.24.

454"Per quale si spendono annualmente circa docati settanta, pari a lire 300". (un ducato, con il cambio in lire dell'epo-

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Misteri che, in un ritorno alla religiosità naturale, vanno a dare valore alla centralità del Corpus Domini con una serie d'insegnamenti sui "precetti morali della religione". L'autore imposta un or- dine di uscita che segua criteri stabili durante gli anni futuri, per offrire una sequenza logico- teologica alla sfilata. Si nota che, nell'ipotesi, non si ricalca pienamente la descrizione del Filipponi, che aveva registrato l'ordine tradizionale di sfilata, senza però esplicitarne fino in fondo la logica. La novità è volta al rinnovamento del modulo festivo in una visione più approfondita del risvolto sacramentale e catechetico. "Questa potrebbe essere la mistica espressione delle macchine...in tal caso però occorrerebbe dare una diversa successione al trasporto delle macchine, a menochè il di- sordine non potesse giustificarsi per la mancanze delle macchine perdute"455. Assistiamo a una maggiore consapevolezza proposta dagli intellettuali locali all'attenzione dell'opinione pubblica, nei confronti della manifestazione considerata in sé per il suo peso devozionale e storico. Sono tempi nuovi, in cui s'inizia ad affermare un concetto di mobilità turistica, inaugurato a fine '700 con i Grand tours che toccano non soltanto zone dell'Italia centrale e si spingono ad affacciarsi con inte- resse alla stupenda Campania. Campobasso per la sua posizione geografica è in quell'epoca punto di transito e di possibile accoglienza dei visitatori giunti in Italia e desiderosi di conoscere le terre del Sud. Con un occhio di riguardo verso questa prospettiva, considerando l'attrattiva della festa, l'autore raccomanda una maggiore cura per la conservazione e la vestizione delle macchine: "sieno attenti a non permettere alcuna cosa che goffamente alterasse il concetto dell'artista, sì nel modo di vestire, sì negli atteggiamenti dei personaggi". Ricordando che una "guida" è nei disegni del "Polio- rama pittoresco" del 1855 e delle Ricordanze patrie di De Luca del 1856: "sarebbe assai utile che si tenessero presenti in ogni anno da chi ha l'incumbenza del vestire i Misterii"456. L'autore attesta la fedeltà quasi fotografica con cui sono stati ritratti, con dovizia di particolari e cercando di riferirsi alle intenzioni dello scultore fissando le movenze rituali che dovrebbero assumere i figuranti, per non alterare la bellezza agiografica con cui sono stati ricamati gli atteggiamenti, a guisa di statue viventi, di ogni singolo personaggio. Secondo Albino ogni quadro vivente rispecchia ciò che oggi chiameremmo uno short movie in cui è raccontato un episodio della vita di santi. Possiamo defini- re l'autore il primo critico, in chiave positiva, della manifestazione, per darne un nuovo assetto ri- spondente ai tempi, e per tutelarne la bellezza tradizionale che poteva essere stravolta da interventi profani sulle macchine. Se fino al Settecento la supervisione era dei "cappellani" delle confraternite, attenti, sotto il controllo del presule, a curare la coreografia e la sobrietà dei personaggi, ora ci im- battiamo nel rischio, verificatosi, che si perda di vista l'essenza religiosa. Il 20 maggio 1869 Albino pubblica la festa del Corpus Domini in Campobasso457. Si nota, almeno nei giornali che abbiamo consultato, uno spazio esteso dedicato all'evento. Mantenendo la duplice funzione l'autore, affidan- dosi alla divulgazione giornalistica scrive un altro articolo denso di spunti di riflessione a ridosso della festa, il 3 giugno 1869. La scelta della prima pagina rivela l'importanza che l'autore attribui- sce all'articolo. Nell'incipit, dopo aver lodato il successo della festa, con più di diecimila visitatori e partecipanti, un numero cospicuo rapportato all'epoca458, espone una critica costruttiva volta al

altro compenso. Ogni portatore percepiva due lire dell'epoca che, secondo una fonte Istat del 2001 equivaleva a 33 euro. pensando alla rivalutazione annua attuale avremmo dato ad ogni portatore la somma di quasi sessanta euro, il che si avvicina molto a ciò che prendono come rimborso spese.

Fonte ISTAT www.ilportaledelsud.org/monete.

455P. Albino, La festa del Corpus Domini in Campobasso, cit., p.25. 456

Ivi, p.28.

457

P. Albino, La festa del Corpus Domini in Campobasso, cit.

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"La festa del Corpus Domini è riuscita veramente affollata; gli accorsi dai paesi vicini ascendevano certamente al di là di 10.000. La processione dei misteri però fu fatta con alquanta irregolarità, secondo il solito, ma speriamo che nel futuro anno voglia andar meglio. E per farla andar meglio sarebbe necessario che quelli che hanno ingerenza nella fe- sta proponessero un programma da evitare gli inconvenienti, e da ottenere nel tempo stesso una buona riuscita". P. Albino, Una proposta per le future feste del Corpus Domini, "Gazzetta del Molise", a. III, n.22, 3 giugno 1869, p.1.

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miglioramento della manifestazione: "ecco quello che ci fu dato di osservare". La prima argomenta- zione è, e sarà un leit motiv per gli anni seguenti fino a spingersi alle polemiche dei nostri giorni, incentrata sullo "spettacolo pietoso" che offrono i bambini agli occhi degli spettatori. "Chi vede per la prima volta i nostri misteri ne rimane subito meravigliato, ma dopo appagata la curiosità del ve- dere quelle macchine ingegnose, compiange quei poveri bimbi che son messi a figurare gli angeli, e gli altri personaggi massime quelli posti in alto dei detti misteri ed esclama essere quelle macchine opera barbara, e superstiziosa…". Ad una pars destruens l'articolista contrappone subito una pars

construens, spiegando che senza dubbio il rimanere fermi in una posizione non è fatto gradito, le

"macchine sono costruite con tanta arte di equilibrio e con tanto studio di pose, e sono i ferri di essi così ben forniti di cuscini che se i bambini si dolgono dopo qualche tempo da che sono stati sulla macchina, non è già per la forzata immobilità della loro persona, ma per le scosse che ricevono nel portarsi le macchine per la città". Per l'autore non sono le Macchine a causare problemi, quanto il percorso, che ricalca il tradizionale, toccando zone del centro storico non adatte al passaggio che impediscono il "libero passo" ai portatori. Il "Pennino" rappresenta un punto ostico dell'itinerario: "difatti in ogni anno si veggono i fanciulli piangere e dolersi dopo la discesa del Pennino". L'osser- vazione antropica di Albino è semplice: in passato il corteo toccava i punti nevralgici della vita cit- tadina ed era corto e pieno di difficoltà; nel 1800, con il naturale spostamento della vita pubblica e volendo mantenere l'itinerario tradizionale, è stato raddoppiato il tempo di percorrenza. La solu- zione al problema è lineare: "il che potrebbe benissimo evitarsi qualora la processione si limitasse alla sola parte piana della città. Quando furono costruite le macchine (nel 1740) Il paese era ancor cinto di mura e queste erano dove ora è la strada dei Rinforzi, (da Sant'Antonio Abate al borgo) e quella di San Paolo (dal borgo a San Paolo). I Misteri quindi erano portati per l'interno del paese, e quel giro, benché fosse difficile e penoso, era breve. Ora che il paese si è ingrandito, estendendosi nella pianura a piè del monte dove era addossato l'antico, il giro è più che raddoppiato, e però è rad- doppiato anche il tempo che i bambini debbono restare sulle macchine"459. A rinforzo della sua proposta tratteggia il percorso compiuto460. In verità non si riesce a capire bene se si è creato un net- to distacco tra la sfilata della mattina e quella religiosa del pomeriggio. Le Macchine si fermano per più ore nell'arco di San Leonardo dove ricevono la benedizione secondo la tradizione e pos- sono essere ammirate dai visitatori. Per compiere l'intero giro sono necessarie otto ore, in cui i bambini riescono a resistere nella stessa posizione, a riprova, secondo Albino, della "ingegnosità delle macchine ma ciò non toglie che deve evitarsi ogni pericolo di danno per essi, e risparmiare al pubblico stupefatto la vista commovente di alcuni fanciulli che piangono di tanto in tanto o perché stanchi, o perché mal situati, o perché bisognosi di ristori, e di comodità che sulle macchine non possono loro concedersi"461. Seguendo l'evoluzione urbanistica della città il Nostro propone di ta- gliare l'itinerario della sfilata nei punti impervi del centro storico e limitarne lo svolgimento nella parte piana, toccando luoghi di maggiore affollamento e accorciando i tempi di attesa dinanzi alla chiesa di San Leonardo, andando a risparmiare tre ore sui tempi di percorrenza. Circola in città la notizia che il clero cittadino si sia offerto di gestire i fondi per il Corpus Domini, stanziati dalla Congrega di Carità. Albino è favorevole alla proposta a patto che s'investa per il "migliore ordina-

459

Ibidem.

460"Le macchine uscendo da Sant'Antonio Abate, passano per le seguenti strade: rinforzi, concerie, piazza, mercato,

San Rocco, borgo, tribunali, San Paolo, Santa Maria maggiore, pennino, Sant'Antonio Abate, chiaia, San Giovanni in peso, San Leonardo, e dopo fermati per più ore nell'arco di San Leonardo, rientrano nella chiesa di Sant'Antonio Aba- te, attraversando di nuovo il borgo, le concerie, i rinforzi". Ibidem.Giovanni Teberino, responsabile del Museo dei Mi- steri di Campobasso, ha ricostruito tramite la pianta di Campobasso dell'architetto Pace, il percorso della processione dei Misteri, evidenziando come, nel 1800, toccassero i luoghi nevralgici della vita cittadina. La pianta è esposta nel Museo dei Misteri, che ha sede in via Trento a Campobasso.

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mento della festa e specialmente della processione dei Misteri, i quali dovrebbero fare il giro nella parte piana del paese, e poscia fermarsi alquanto alla contemplazione del popolo e dei forestieri nel- la piazza Vittorio Emanuele, in quello dei lati che fosse riparato dai raggi del sole, bene spesso co- centi nei mesi in cui suole celebrarsi la festa, e cocentissimi erano quelli che avemmo nell'ultimo giovedì"462. Due i punti nodali dell'organizzazione: migliorare la sfilata processionale con una maggiore attenzione alla scenografia e a un percorso più agevole che metta in condizione i portatori di marciare senza problemi, e l'utilizzo di fondi adeguatamente spesi. La conseguenza logica di un investimento in termini di logistica: "potrebbe anche riuscire utile al paese per il maggior concorso di curiosi che verrebbero a vedere le nostre macchine". La proposta di un marketing territoriale con- tinua gli anni successivi e, anche senza firma, lo stile dell'articolo è dell'Albino, proteso nella mis- sion di diffondere una corretta conoscenza storico-culturale dell'evento cittadino. Nel 1871 più di quattromila forestieri giungono in Campobasso in una giornata ventosa che disturba la sfilata "sia per la noia che cagionava alle persone che erano collocate sui Misteri463, sia per il fastidio che ne ebbero gli spettatori"464. Sono isolate problematiche relative a una corretta operazione di management: una maggiore circolazione di moneta, data dalla capacità di vendita dei commercianti presenti sul territorio e le possibilità effettive di un'offerta gestibile del prodotto. Albino osserva che "se quei forestieri non avessero speso più che una sola liretta per ognuno, si sarebbe in quel giorno accresciuta in città la circolazione metallica o cartacea di ben quattromila lire; che a noi sembra il risultamento più utile di tutte le feste". Nei secoli precedenti si era maturata una coscienza delle potenzialità economiche dell'evento, grazie alla presenza di una fiera che con il passare degli anni doveva essere gestita con strategie di mercato diversificate e adatte ai tempi moderni. Tra que- ste l'autore raccomanda l'importanza di un sistema di comunicazione che si traduca immediatamen- te nel completamento della tratta ferroviaria che trasporti in modo più agevole visitatori in città465. L'utilizzo del canale pubblicitario, che si va affermando nella modernità, è il terzo punto di forza della proposta della trasformazione manageriale della festa campobassana. Attraverso la strategia di "cartelloni colossali" dislocati sul territorio nazionale si possono attrarre turisti da tutta Italia. Naturalmente ci deve essere un'impalcatura di eventi. Si lancia l'idea di "programmi festivi oppor- tunamente ideati e diffusi in tutta Italia". Nella mentalità dell'articolista gli intrattenimenti dei seco- li precedenti vanno pensati e strutturati in chiave organica, sulla scia di altre proposte radicate nell'immaginario collettivo: "come suole farsi altrove specialmente in Torino, ed in Milano per car- nevale, in Siena, in Bologna, in Empoli, in Assisi, in Loreto, in Palermo, e in moltissime altre città d'Italia per diverse feste religiose, le quali sono associate pompe, e divertimenti di antica tradizione locale"466. L'Albino intuisce le potenzialità di un turismo culturale fondato antropicamente, costrui-

to e proposto a modello per un'Italia dalle mille tradizioni religiose. Si tratterebbe, allo stesso modo delle città citate, di ampliare l'offerta turistica con una rete di manifestazioni connesse. E' una men- talità all'avanguardia nel possibile utilizzo di un evento festivo che, applicato ai Misteri con una corretta azione di diffusione promozionale e culturale porterebbe la cittadina alla ribalta naziona-

462 Ibidem. 463

Per l'Albino i Misteri "in questo anno erano anche meglio vestiti degli anni precedenti". L'osservazione, unita agli esiti spese per gli abiti fa capire che ogni anno si provvedeva a vestire i personaggi, il che fa ritenere che gli abiti cambiassero ogni anno in relazione al gusto dei "sartori" e delle epoche in cui sfilavano, anche se l'autore raccomanda la fedeltà alle uniche iconografie sopravvissute, i disegni del Mattei.

464

"Gazzetta provinciale del Molise", a. V, n.25, 15 giugno 1871, p.2.

465

"Epperò facciamo voti che questa festa del Corpus Domini si serbi sempre tra noi, ed in modo da richiamare in ogni anno un gran numero di curiosi a vedere i nostri misteri che sono certamente, a giudizio di tutti, macchine ingegnosis- sime, ed uniche nel loro genere, le quali, quando fosse fatta la nostra ferrovia, potrebbero essere occasioni di lautis- simi introiti alla nostra città, mercè il concorso sterminato di gente mossa da lontani paesi". Ibidem.

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le467. L'attenzione della "Gazzetta del Molise" è costante. L'anno seguente dalle pagine del giornale