PARTE I: LE MANI DEL CIELO.Ricostruzione storica
Capitolo 6. Tra contraddizioni e vitalità
6.5 Una "Sagra" da rivivere
"Cittadini, dal 1940 la tradizionale e popolare "sagra dei Misteri" tanto cara al cuore dei Campo- bassani, non ha potuto avere più luogo, sia per le note vicende belliche, sia perché quasi tutte le macchine si trovano in uno stato gravemente deteriorato. Ben poco è stato risparmiato alla furia de- vastatrice della guerra…Pertanto questa Amministrazione, premurosamente sollecita del ripristino della Sagra che ha richiamato sempre nella nostra Città gente dai paesi della provincia e da quelle limitrofe, informa che all'uopo è stata nominata una commissione incaricata di raccogliere fondi, nella maniera più larga possibile, dovendosi provvedere alla spesa di oltre 1 milione, per le necessa- rie riparazioni delle macchine. Sicuro interprete del sentimento folkloristico della cittadinanza, mai venuto meno"689. Il manifesto affisso in città fa appello al sentimento folkloristico della cittadinanza
685
La festa del Corpus Domini a Campobasso, "il Giornale d'Italia", 11 giugno 1941, p.3. 686
A. Mancini, i Misteri di Campobasso, scritti inediti, cit.; la notizia è riportata da R. Lalli, La sagra dei Misteri a Cam-
pobasso. Storia e tradizione, Campobasso, Enzo Nocera Editore, 1976, p.40, in cui l'autore, leggendo ed interpretando
la grafia di Mancini trascrive un "aiutante vescovo polacco".
687
Ibidem.
688A. Mancini, i Misteri di Campobasso, scritti inediti, cit.
134
per il ripristino della Sagra dei Misteri. Parole che hanno una chiara eco fascista e che fanno capire il legame affettivo ed economico rinsaldato nel corso dei secoli. Un binomio inscindibile:sfilata dei Misteri-attrattiva commerciale e turistica. La vocazione imprenditoriale della mente campobassana ha perfezionato e messo a punto lungo i secoli una gestione che, a dispetto dei tempi cambiati e degli ostacoli di gestione, ha fatto dei Misteri un momento di incontro e di scambio nella primave- ra cittadina. L'eredità della "Sagra"690, di origine fascista, richiama la spettacolarizzazione della processione e la progressiva perdita di sacralità, sancita con la netta divisione tra il modulo sagro della mattina e il sacro del pomeriggio. Dopo un anno denso di attività per ripristinare le strutture del Di Zinno e mettere a punto un "vasto programma", il 25 maggio 1947 è affisso il manifesto: "cittadini, la sagra dei misteri, a voi tanto cara, ha quest'anno finalmente degna e solenne celebra- zione. È superfluo informarvi delle difficoltà incontrate sotto ogni punto di vista, a cominciare dalla ricostruzione integrale dei congegni sino all'esecuzione del vasto programma. Solo la vostra genero- sa offerta, manifestazione di animo nobile, cui spontaneamente hanno aderito alcuni concittadini di oltre oceano, ha consentito al comitato di elaborare e sviluppare la organizzazione ed il program- ma che, siamo sicuri, riscuoterà il vostro assenso e il vostro plauso"691. La "ricostruzione integrale degli ingegni" è il tema sottolineato nello scritto. Le peripezie dei ferri e delle barelle sono ricordati, oltre che dal Mancini, in un articolo del "Nuovo Giornale d'Italia"692. Grazie all'opera dell'officina
dei fratelli Tucci, mani valenti e creative del ferro e all'impegno della famiglia Terzano, noti per l'industria del legno, sono riassemblati e riadattati gli scheletri. Non è una ricostruzione integrale, ma un delicato lavoro di riordino, assemblaggio e rimessa in uso attraverso lavori di rinforzo delle strutture e di forgiatura di parti mancanti. Antonia Tucci, figlia di Salvatore, ricuce in una tranche de vie, cosa avvenne: "il questore dette mandato a mio padre di rimetterli a nuovo. Ricordo che ci disse, ed era il dopoguerra: mi hanno portato questo lavoro, è tutta una massa di ferraglia, ferri stor- ti, non si capiva più niente, solo gli alberi principali, quelli erano interi perché non si possono rom- pere, sono veramente l'anima del mistero. Per il resto non si capiva più niente così li hanno adagia- ti fuori dall'officina, perché dentro era piccola, e ricordo che mio padre disse: mi raccomando, non dovete assolutamente far perdere nemmeno un pezzetto perché anche quello è prezioso"693. Garanti- to il ripristino delle Macchine e la loro funzionalità, il comitato, appositamente costituito, si occupa del programma. Cinque giorni di festa che ricalcano, in maggior parte, l'impianto studiato e speri- mentato nel periodo fascista. La tradizione e la religione sono condite da intrattenimenti di natura sportiva, artistica, musicale, bandistica e leggera. La cura per l'illuminazione cittadina e la gara dei fuochi pirotecnici, oltre che il "lancio di bombe" nel giorno del Corpus Domini e lo "scampanio" delle chiese cittadine ricordano un'antica tradizione settecentesca. Sul modulo precedente si reitera
690
Lo spostamento linguistico da processione a "Sagra" che pur comprende gli eventi annessi alla manifestazione, non è, nell'economia del nostro lavoro, condivisa. Si tratterebbe di un cambiamento radicale, peraltro riconosciuto ed av- vertito come tale, nel periodo fascista, che va a dividere radicalmente i due momenti festivi che un tempo erano unifi- cati ed avevano senso per la continuità che offrivano nella costruzione liturgica.
691
BACB, Manifesto per la Sagra dei misteri, 25 maggio 1947.
692"Questi simbolici e rituali "misteri" erano diventati quasi un ricordo: da sette anni non si vedevano più e si dispera-
va quasi di rivedere. La maggiore festa folkloristica molisana si rammentava come un palpito popolare, espresso in tempi fulgidi ed in epoca di abbondanza. Poi, un apposito comitato, composto di gente fattiva e particolarmente lega- ta alle belle tradizioni molisane, pose tutto il suo impegno per il ripristino della festa e, tanto per cominciare, andò a cercare i pochi resti dei Misteri sopravvissuti alla guerra, messi in salvo dal signor Del Colle e depositati nell'Archivio di Stato, dietro consenso dell'Avvocato Antonino Mancini. Risvegliatasi, anche nella intera cittadinanza, la passione per la "sagra", i congegni furono affidati ai signori Tucci e Terzano, maestri del ferro e del legno, ed oggi essi sono pronti per essere portati... Le persone, chiamate all'alto compito, sono attentamente scelte ed il loro privilegio è di pagare con viva moneta, l'alto onore di partecipare "di persona" ai misteri". V. Vacchiano, La "Sagra dei Misteri" rivive oggi a
Campobasso, "Il Nuovo Giornale d'Italia", 5 giugno 1947, p.2.
135
la presenza dei costumi e dei canti del folklore molisano, con una vetrina dedicata. Una piccola ma rilevante parte della raccolta fondi "pro ricostruzione Misteri" è ottenuta grazie ad una lotteria. Par- ticolare attenzione, non certo casuale, è dedicata a mostre zootecniche e agricole, che attirano in cit- tà persone interessate al settore. La cittadinanza, esorta il manifesto, è invitata a partecipare con l'al- lestimento di drappi e coperte sui balconi e con lancio di fiori durante il passaggio della processione del Santissimo. I Misteri escono dalla Casa della scuola e si snodano lungo un tragitto che da allora si ripete in maniera pressoché identica: i luoghi cittadini sono ben delineati spazi di fruizione so- ciale:"via Roma (casa della scuola)-via Marconi-piazzetta Sant'Antonio-Salita Sant'Antonio-largo San Leonardo-via Cannavina-via Ferrari-via Mazzini-via Umberto-piazzale della stazione-via Ve- neto-Piazza d'Ovidio-viale Elena-piazza Savoia-viale Ugo Petrella-piazza della Vittoria-corso Vit- torio Emanuele-piazza Prefettura. I misteri per il ritiro osserveranno il percorso: corso Vittorio E- manuele -Via de Attellis - casa della scuola. La benedizione è impartita dinanzi piazza Prefettura". Torna, nell'impalcatura festiva, lo slancio caritativo, alla base dello spirito confraternale cinquecen- tesco trasmesso nei secoli attraverso gli enti gestori della manifestazione. Nello spirito originale del- la processione durante la giornata si elargivano contributi per i portatori, gli organizzatori e figuran- ti scelti tra i poveri della cittadina. Nell'immediato dopoguerra la festa è motivo di solidarietà socia- le nei confronti delle fondazioni che nascono per far fronte a disagi economici evidenti. Una città in movimento, con un clima di aspettativa e di allegria, con le sue miserie e difficoltà, si caratterizza per una voglia di vivere tipica di tutta Italia; tornare alla serenità e al quotidiano, senza ansie e sof- ferenze. I Misteri, manifestazione che esprime vitalità e coinvolgimento popolare, ritrovano da subi- to linfa vitale per risorgere, contraddicendo la provocazione di Mancini che vedeva spenta la tradi- zione plurisecolare. Il legame affettivo e devozionale supera ogni ostacolo: "è commovente vedere come ogni anno il popolo accorre per prenotarsi un posto, per figurare sui Misteri. Tante mamme, tanti padri non esitano per questo a versare un piccolo contributo, anche se sono stati devastati dalla miseria, perché i loro bimbi possano far bella mostra sulle macchine. Non solo, ma vanno anche procurando, presso le famiglie più ricche, oro ed oggetti preziosi, per ornare le corazze, i vestiti, i diademi, le cinture dei loro figli, vestiti da angeli, santi, madonne, guerrieri"694. Due usanze sono ricordate nell'articolo, l'obolo pagato dai personaggi e l'ostensione rituale di oro cucito sui pettorali e sui vestiti dei bambini. Il legame tradizionale è rinforzato, nell'articolo, con un racconto, non re- gistrato nelle cronache dell'epoca, che riporta la caparbietà dei campobassani nel caldeggiare l'uscita dei Misteri contro le proibizioni del parroco di Sant'Antonio Abate695. Il nucleo storico della notizia è la disputa settecentesca con le autorità vescovili. Comunque sia l'episodio vuole esortare a mante- nere il legame tradizionale creatosi nei secoli. Più amara la riflessione dell'Eliseo che richiama la situazione di miseria del dopoguerra: "tanto se ne vedeva d'oro: sulle madonne, sugli angeli, sui fi- gli della "grandorca". Andavano in giro per le case a procurarcelo con semplicità, e alla stessa ma- niera, fiduciose, le nostre mamme offrivano loro i lunghi lacci di sposa e gli anelli con le corniole e le catenelle. Oggi nelle nostre case non c'è più quell'oro: se non fu offerto alla patria, conobbe l'a- marezza del pignoramento in cambio di un po' di pane"696. Nell'articolo si celebra il ricordo di Gen- naro Latomorso. Diavolo storico del Sant'Antonio Abate è un'emblematica figura campobassana. Identificato nel personaggio, tanto da scongiurare il sindaco di non privarlo mai del ruolo di tenta- tore, era conosciuto dalla cittadinanza ed amato e ben voluto da tutti. "Era lui a tentare la tunzella, tutt'intenta a celarsi dietro il ventaglio galeotto guance rasate e le chiome recise sotto la candida ac-
694
T. Crocenzi, La sagra dei misteri, "Molise nuovo", n.7, 1 giugno 1947.
695
"Si racconta che molti anni fa i misteri non si volevano fare uscire. Il popolo in massa si ribellò ed il parroco della chiesa di Sant'Antonio, che aveva in custodia le macchine, fu costretto a cedere al furore del popolo, tra cui erano, già vestiti nei costumi indicati, i personaggi che dovevano animare i misteri", O. Eliseo, La guerra non ha interrotto una
bella tradizione, "Molise nuovo", n.7, 1 giugno 1947. 696Ibidem.
136
conciatura: unica figura femminile impersonata da un uomo da quando qualche tunzella si era la- sciata tentare dal diavolo anche nella vita". Persona semplice e "ingenuamente ignorante", ebbe il coraggio o la leggerezza di presentarsi dinanzi ai nazisti, di passaggio in città nel fatidico 1943, e di opporsi a loro pronunciando parole con "il linguaggio della sua terra". Non si evince se fu giustizia- to o, per aver suscitato l'ira dei tedeschi, ucciso sul colpo mentre gli si parava innanzi. A Campo- basso, "dire Gennaro Latomorso o il diavolo della donzella era tutt'uno"697. La rinascita della Sagra è organizzata in modo puntuale, con intrattenimenti di vario genere che registrano degli inconve- nienti. Ciò che appare importante è la volontà popolare, interpretata e canalizzata in un comitato, di riappropriarsi del modulo processionale per reiterarlo e riproporlo immediatamente all'attenzione pubblica698. Al di là dell'aneddoto leggendario che avvolge i Misteri699 la ritualità, perduta l'origi- nale matrice religiosa della sacra rappresentazione itinerante, si è evoluta verso un modulo rappre- sentativo della devozione popolare. La cronaca locale registra il transito definitivo una sfilata scis- sa dal vissuto religioso, per concentrarsi sulla dimensione carnascialesca. Si affaccia, nel dopoguer- ra, il primo avviso del consumismo americano, che catalizza nelle modalità festive lo stordimento e l'abbandono del sé attraverso una frenetica proposta e fruizione di intrattenimenti. Rilevante un ar- ticolo pubblicato nel "Molise il nuovo" in cui si mette in luce tale dinamica, ribadendo il processo di laicizzazione che sottende all'impianto festivo: una desacralizzazione che porterà a decontestualiz- zare i Misteri dalla sua originaria matrice700. Gli anni seguenti si cercherà di calibrare l'iniziativa dopo aver sperimentato con successo un programma complessivo, motivo di attrazione verso la cit- tadina e occasione per far circolare denaro. Nel 1948 il comitato è premiato da giudizi unanimi: "l'ultima giornata della festa, quella della sfilata, mobilitò molta gente dai comuni e su un solo tron- co ferroviario furono venduti sei chili di biglietti; centinaia di automobili stazionavano in città, co- me pure decine di decine di pullman. I tempi truci della guerra potevano considerarsi lontani"701. Si
affaccia l'idea, peraltro perseguita nei secoli precedenti, di far conoscere Campobasso come città dei Misteri, un'attrattiva turistica e culturale, spendibile sul territorio nazionale. L'orientamento turi- stico si evince dalla proposta contenuta in una brochure nata per celebrare il "secondo centenario" della nascita della festa: 1749-1949, dando per scontata, riguardo agli studi storici dell'epoca, la data della prima apparizione al 1749. La poetica definizione di "Campobasso. la porta d'oro del Molise", sintetizza la conquistata centralità territoriale in secoli di lotte e strategie sociali, legittimate dalla dinamica religiosa. Il punto di forza presentato è l'immagine di una città a misura d'uomo, in cui il turismo di massa non ha corrotto la semplicità originaria del territorio702. Sembra chiara la manovra di diversificare un'offerta turistica fondata sul territorio e sulle particolarità tradizionali più che sul-
697
Ibidem. Anche Venanzio Vigliardi ricorda Gennaro Ladomorzi: (non Latomorzo, come è chiamato nell'articolo, av- verte il Vigliardi) "impersonava il diavolo sul Mistero della "tunzella" il giorno della Sagra del Corpus Domini: quando scatenava dalla bocca la lingua, questa sembrava un rosso serpente diretto verso la folla che faceva ala e quasi la lambiva. La popolazione minacciata da quella lingua e sommersa da un diluvio di battute, spesso intelligenti e comi- che, si divertiva...". V. Vigliardi, Trent'Anni sotto il Monforte, Campobasso, 1982, (sui Misteri del 1948) pp.205-206; 217-218, pp-86-87. Più in là: ..."alla sfilata dei Misteri mancava Gennaro Latomorso. L'avevano ucciso i tedeschi, forse per via delle parole oscure che egli aveva pronunciato nel vederli". Ivi, p.206.
698
"Un gruppo di volenterosi cittadini, amantissimi delle patrie tradizioni, ha operato con tenacia, affinché con qual- che modifica, reputata necessaria, ritornassero questi misteri alla luce, riallacciando la tradizione che auguriamo non debba mai più essere interrotta". A.Fazio, Uno scultore molisano del secolo XVIII e la festa dei Misteri, cit., p.14.
699Nella tradizione popolare campobassana del XX secolo permane la leggenda di un possibile passaggio dei Misteri a
Napoli qualora non uscissero per un anno.
700
F. Orlando, Costumi, giostre e Misteri nella festa del Corpus Domini, "Molise il nuovo", a.2, n.9, 23 maggio 1948.
701V. Vigliardi, Trent'Anni sotto il Monforte, cit., p.217. 702
"Campobasso, la porta d'oro del Molise, vi accoglie con strade ampie e rettilinee, piazze alberate spaziose, edifici moderni che non hanno interrotto la tradizione di sobrietà dello stile dell'architettura molisana". Brochure conservata presso il Museo dei Misteri di Campobasso.
137
la massificazione di una formula turistica di svago classico delle tre "S"703. Puntando su queste specificità si rinforza l'idea del "raduno folkloristico del Corpus Domini: è questa una manifesta- zione veramente bella che richiamerà, naturalmente, l'attenzione della numerosa folla che in questi giorni si è già riversata nel capoluogo. I canti molisani riecheggeranno al teatro Savoia ed in piazza della Libera e tutti potranno ascoltare le canzoni dialettali di questi nostri bei paesi"704. In città assi- stiamo a un processo di decentramento dei luoghi degli intrattenimenti, utilizzando il campo sporti- vo campobassano705, che sorge nelle vicinanze del centro cittadino. Il processo di valorizzazione di un contenitore culturale dei Misteri sta avvenendo gradualmente, grazie alle osservazioni dei gior- nali locali che, oltre alla cronaca, danno il via a riflessioni sul senso festivo e non solo sugli aspetti storici, che si ripetono stancamente in vari articoli. Riprendendo osservazioni ottocentesche dal "Messaggero del Molise" si ripropone la tesi dell'origine sannita della festa vista quale assemblea annuale della primavera, celebrata dal popolo che trova i giorni propizi per celebrare il lavoro mo- lisano, esaltando la fabrilità caratteristica dei Sanniti ostentata ora in una vetrina che coinvolge l'intera regione706. Continua negli anni, non senza difficoltà, la proposta fatta propria dall'ENAL della "sagra molisana dei costumi", una modalità artistica che naturalmente anima la città707. La formula, rodata, attira in città quasi centomila persone708, rendendo il centro cittadino invivibile. Un clima sahariano, certo non consono a una fredda Campobasso709, favorisce l'economia locale ali- mentando il business dei vari mercati. Il comitato, per l'accresciuto movimento di denaro, si sente nell'occhio del ciclone. Se nel passato il rendiconto o esito festivo era inviato al sindaco per il bene- stare, per evitare maldicenze e polemiche si pubblica un manifesto in cui sono specificate le voci di entrata ed uscita710. Gli otto giorni di festa hanno visto l'alternarsi di un numero di manifestazio- ni cui hanno contribuito tra l'altro i "residenti nelle Americhe" e, caso straordinario, una "generosa ed eccezionale contribuzione che perverrà tra qualche giorno da parte del Sottosegretario alla Presi- denza del Consiglio dei Ministri, S.E. Andreotti. Un tale avanzo costituirà la premessa e l'impegno perché la Manifestazione sia resa di anno in anno più attraente e richiami sempre più l'attenzione
703
Sand, sea and sun.
704C. Caluori, il raduno folkloristico del Corpus Domini a Campobasso, "il Messaggero del Molise", 14 giugno 1949, p.4. 705"Sentite un po': sono quattro settimane che è cominciata la festa; se c'è qualcuno che non l'abbia fatto ancora vada
al campo sportivo, e se ne convincerà: è stato nei giorni scorsi e lo sarà per qualche altro ancora, il vero centro della città: povero vecchio corso svuotato ad un tratto per un miracoloso incantesimo dell'immancabile maga o dal fachiro indiano!". F. Orlando, Costumi giostre e Misteri per la festa del Corpus Domini, "il Messaggero del Molise", 16 giugno 1949, p.2. La nota curiosa è che l'autore riporta quasi in toto il contenuto di un articolo dell'anno precedente e con- tinua con la sua tesi della sagra festiva.
706"Non sono certo conti e marchesi che si godono questa lieta ricorrenza, ma il genuino popolo composto da conta-
dini e artigiani, venditori. E i Misteri sono una celebrazione e una manifestazione della genialità industriosa e dell'in- gegnosa mentalità di nostra gente…Si potrebbe ben a ragione considerare questa la festa del lavoro molisano…". G. Tartaglia, Festa di popolo, "il Messaggero del Molise", 16 giugno 1949, p.2.
707
Si registra la presenza di circa 500 persone di vari gruppi folklorici anche se "...non senza difficoltà si è dovuto lotta- re in seno al comitato per i festeggiamenti del Corpus Domini, che voleva eliminare il raduno folkloristico, ma lo spon- taneo interesse della immensa ed eccezionale folla che ha seguito con passione i vari gruppi folcloristici è stata la ri- sposta". Festa di canti e di colore, la sagra molisana dei costumi, "il Messaggero del Molise", 22 giugno 1949, p.2.
708
Secondo la stima riportata in un articolo del messaggero del Molise: C. Caluori, La sagra dei Misteri rinnova una tra-
dizione secolare, "il Messaggero del Molise", 15 giugno 1950. 709
"Il caldo e la festa si sono dati appuntamento come ogni anno immancabilmente. Sole a picco spietato e ardente. 700 m. sul livello del mare di Campobasso sono un'ironia amara. La neve, la benedetta neve, che nostalgico ricordo! Al Corpus Domini Campobasso diventa di prammatica la capitale del Sahara, una boscaglia dell'India, un paese dell'equa- tore… La folla del Corpus Domini fa veramente misurare quanto vasta sia la provincia di Campobasso, i provinciali oc- cupano la città quasi come per legge di guerra e si ha l'impressione che proprio i Campobassani siano gli intrusi e gli