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PARTE I: LE MANI DEL CIELO.Ricostruzione storica

Capitolo 5. Un secolo di cambiamenti

5.8 Storica Congrega

Con il processo sociale che tende a uniformare l'Italia a leggi comuni si assiste alla nascita di un nuovo organismo: la Congrega di Carità, che si sostituisce alla soppressa Commissione amministra- tiva di beneficenza. La Congrega diventa l'ideale erede del potere contrattuale acquisito dalle con- fraternite. In parte nomi storici delle organizzazioni cinquecentesche sono presenti nelle più alte ca- riche cittadine, altri spiccano nella vita della congregazione attuale, garantendo protezione e crescita per il popolo campobassano. Per l'ultima volta la Commissione amministrativa dei Luoghi Pii, che ha svolto un lavoro lodevole nella pianificazione della festa cittadina, si cimenta nell'organizzazione della sfilata. La somma stanziata di 107 ducati e 28 grana serve essenzialmente per rifare gli abiti usurati. Le vesti degli angeli non sono state cucite per il ritardo con cui le stoffe acquistate a Napoli sono arrivate in città433. La Commissione prende una posizione decisa utilizzando una logica strate- gica di mercato: il fitto degli abiti per le parrocchie che ne chiederanno l'utilizzo per sacre rappre- sentazioni e recite, "che lo sperpero delle vestimenta delle macchine in parola, nasce dallo abuso in- trodotto da qualche anno a questa parte d'imprestarle gratuitamente nelle circostanze di altre feste

428A. Filipponi, Spiegazione della costruzione dei misterii, cit., p.50. 429

Ibidem.

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A. Cirese, Gli studi di tradizioni popolari nel Molise, cit., p.4.

431Lo spettacolo di fuochi dei "mortaretti" continua nei due giorni clou della festività: nel 1858 "Si sparano 150 colpi di mortaretto nella vigilia della festa e nella processione", ASCB, Fondo E.C.A.1, Notamento delle spese, b.92, f.880. 3

giugno 1858.

432Ci saremmo aspettati nel 1861 un Corpus Domini festeggiato più solennemente per ricordare l'anno dell'Unità d'I-

talia. Invece, a porre l'accento sul tradizionalismo politico campobassano, legato al Regno Borbonico da cui traeva più beneficio, in quest'anno per la festa si spende una somma minore e precisamente "ducati 76:83 erogata per la vesti- zione e trasporto delle macchine dei misteri nella festività del Corpus Domini". ASCB, Fondo E.C.A.1, Verbale della

Commissione de Luoghi Pii nella casa comunale sotto la presidenza del Sindaco, b.92, f.880. 12 giugno 1861. 433

"Le lame e le penne nuove essendo giunte in Campobasso nel giorno innanzi della festa non hanno potuto mettersi in opera , vi sono stati conservati pel futuro anno". ASCB, Fondo E.C.A.1, Nota spese del 25 giugno 1862, b.92, f.880. 5 luglio 1862.

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religiose che si celebrano in questa città"434. La Commissione decide "ad evitare quindi un tale in- conveniente e non soggiacere così di frequente a spese di tal natura, fa mestiere chiedere un com- penso a titolo di fitto laddove vengano richieste nel tempo a venire.... La Commissione delibera un affitto degli abiti che verranno richiesti da parrocchie nella somma di carlini cinque per ogni abito, l'introito verrà impiegato per l'acquisto di nuovi abiti"435. Nella nota spese si chiarisce che le casse con gli abiti dei Misteri sono conservate in San Mercurio e i ferri in un fondaco che si trova nei pressi della chiesa di Sant'Antonio Abate. Dopo 6 anni è nominato un nuovo "compositore", Anto- nio Baldini. Il 9 dicembre 1862 la Commissione si congeda dalla cittadinanza con la sua ultima de- libera e l'11 gennaio 1863 la Congrega s'instaura a Campobasso. Con un fondo base di nove mila lire e lasciti di fondi436, sarà eletta a Ente Morale con Regio Decreto del 20 agosto 1881. Tra i vari compiti assunti ci sarà quello, tradizionalmente ereditato dagli organismi associativi precedenti, di preoccuparsi dell'allestimento della sfilata dei Misteri. Attratto dai cospicui lasciti confluiti nella Congrega, il Demanio impone la presentazione delle rendite, volendo stabilire un controllo sui beni posseduti. Riferendosi a un Regio Decreto per la soppressione delle corporazioni religiose437 il De- manio ha in mente di assorbire l'ente. Nella disputa la Congregazione utilizza le stesse argomenta- zioni imbastite dalle confraternite: dimostrare la linea ereditaria laicale che ha contraddistinto la vita associativa438. La Congrega intenta una causa che, nel 1870, porterà al riconoscimento che tutti i beni delle antiche confraternite appartengono all'ente439. Nel 1863 è l'ente a occuparsi della festa. Il nuovo "compositore", da ritenere responsabile tecnico, percepisce la somma di 25 ducati e 50, un cospicuo gruzzoletto, e il suo assistente Francesco Villani otto ducati e grana 50440. Nel 1864 il

Notamento delle spese delle Opere Pie è approvato ufficialmente dalla Congrega di Carità della

città. Gli addetti alla vestizione sono definiti "Maestri" e ricompare un esito per il Mistero di Sant'I- sidoro, con la specifica voce riguardante il rifacimento dell'abito del santo e di un angelo. Se per ogni Ingegno troviamo un maestro responsabile, non ne è assegnato nessuno per la Face ancora ge- stita dalla corporazione dei contadini441. Tra le spese se ne evidenzia una per il fiocco dello stendar- do del Santissimo Sacramento. Le confraternite continuano a sfilare processionalmente, finanziate dalla Congrega di Carità. Nel 1865 abbiamo una curiosa notizia: sono pagati 3 diavoli di San Mi- chele, il Cristo, due carcerati per San Leonardo, due diavoli per S. Antonio Abate, il Sebeto col calzonetto e "per S. Michele. colui che da movimento agli occhi del drago, 0.43"442. La nota ci fa

434ASCB, Fondo E.C.A.1, Verbale della Commissione de Luoghi Pii nella casa comunale sotto la presidenza del Sindaco, Aurelio de Rubertis, b.92, f.880. 1 luglio 1862.

435

Ibidem.

436

"...Oltre alle consuete beneficenze e aggiunse con gli anni l'amministrazione dei maritaggi Salottolo per una fanciul- la povera d'ognuna delle quattro parrocchie cittadine. I presidenti delle congregazioni furono: Crescenzo Marsico: 1863-1867; Angelo Sipio: 1867-1871; Raffaele Cancellario: 1871-1898; Giovanni Rinaldi: 1898-1900". AAMC, Fondo

Gasdia, b.61.

437"Articolo I. Non sono più riconosciuti nello Stato gli ordini, le congregazioni e le corporazioni religiose regolari o se-

colari, i quali importino vita comune ed abbiano carattere ecclesiastico". Regio Decreto per la soppressione delle cor-

porazioni religiose, numero 3036, 7 luglio 1866.

438ASCB, Fondo E.C.A.1,Disputa della Congrega di Carità con il Demanio circa la presentazione di documenti e di rendi- te, b.57, f.608. 21 settembre 1867.

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Memoria delle confraternite, cit. Si veda anche una sentenza del tribunale di Campobasso del 1870. In essa si spe-

cifica anche l'esistenza dei cappellani che erano originariamente 14. "Con deliberazione 25 giugno 1802, del R. Com- missario si stabilirono due posti di cappellano nominati dalla congrega e mantenendo i fondi in bilancio". ASCB, Fon-

do Tribunale di Campobasso, Sentenze civili, b.272. 5 dicembre 1870. 440

ASCB, Fondo E.C.A.1, Notamento delle spese, b.92, f.881. 12 giugno 1863.

441ASCB, Fondo E.C.A.1, Notamento delle spese delle Opere Pie nel Corpus Domini, b.92,f.881. 30 maggio 1864. 442

ASCB, Fondo E.C.A.1, Esito fatto dal tesoriere delle Opere Pie di Campobasso nel Corpus Domini, b.92, f.881. 22 giugno 1865. La stessa notizia è riportata nel 1868 confermando l'innovazione apportata alla Macchina. Nel documen- to si cita anche il "giacchettino o corpettino di velluto in seta per la donzella di color rosso" confermando il carattere

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pensare a un meccanismo introdotto nel congegno, azionato da una persona conferisce alla macchi- na maggiore intensità e vigore, suscitando curiosità per il movimento. Troviamo spese per la "Fa- glia"443 che progressivamente era stata inglobata nell'amministrazione economica. Campobasso nel 1866 ospita la "guardia mobile": la scelta di un luogo idoneo cade sulla chiesa di Sant'Antonio A- bate. Il tesoriere delle Opere Pie scrive al presidente della Congregazione di Carità esprimendo le sue preoccupazione per l'arrivo della festa del Corpus Domini sottoponendo al presidente tre "ri- medi: 1° Sospendere la festa per quest'anno "o meglio l'uscita dei Misteri" e in questo caso si pri- vano di un soccorso circa duecento individui che si adoperano in tal circostanza; la città del go- dimento della vista di essi e del concorso de forestieri. 2° rimetterli ad altro giorno in cui la chiesa sarà sgombra della guardia. 3° adoperare la chiesa di S. Maria della Croce perché ampia come quel- la di S. Antonio Abate, ma si va soggetto ad una spesa maggiore per lo ricarico e trasporto delle ba- si, i ferri che trovansi conservati in un fondaco sotto S. Antonio e delle cose che sono a San Mer- curio"444. Le osservazioni del tesoriere sono importanti: si penalizza un cospicuo numero di perso- ne coinvolte cui la Congrega estende un atto di beneficenza e si perde un introito per l'assenza del momento spettacolare. La proposta è di allestire i quadri viventi in Santa Maria della Croce, andan- do incontro a una spesa maggiore per il trasporto dei ferri e delle casse con gli abiti. La Congrega si attiva subito, nella persona del vice presidente, don Ernesto Pallante. Scrive al sacrista maggiore Michelangelo Iammarino, responsabile della chiesa di Santa Maria della Croce per "avvisare" che da lunedì 28 maggio inizierà la composizione delle strutture e, data l'occupazione della chiesa di Sant'Antonio Abate, saranno allestite nei "cappelloni" laterali445. Immediata e apertamente stizzita è risposta: "stantochè la parola dei sacri Ministri di Chiesa Santa, poco viene apprezzata al cospetto di quell'autorità verso di cui devesi per necessità tenere relazione;così ella faccia quello che meglio gli aggrada in riguardo alla vestizione delle macchine dei Misteri nella chiesa di Santa Maria della Croce, poiché io a nulla intendo oppormi, non ometterò etiandio per l'indicato giorno di far trovare sgombrata la chiesa suddetta onde si faccia ciò che da lei è stato per fermo stabilito" 446. Il vicepre- sidente, presagendo l'atteggiamento ostico seppur sottomesso del sacrista puntualizza: "la chiesa di S. Maria della Croce è laicale. Laicale vuol dire chiesa del popolo, e sia la proprietà ne è del popolo di Campobasso"447.