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PARTE I: LE MANI DEL CIELO.Ricostruzione storica

Capitolo 5. Un secolo di cambiamenti

5.10 Ingegni incrinati

La tensione tra Stato e Chiesa dopo l'Unità d'Italia trova un naturale riverbero nella Campobasso borbonica. Da una simpatia aperta e dichiarata verso Pio IX la borghesia cittadina, considerando le posizioni rigide assunte dalla Chiesa episcopale, che continua a rivendicare il controllo sulle chiese laicali, si schiera assumendo posizioni nettamente anticlericali. Secondo Lalli471 tutto ciò ha una ri- percussione negativa sulle tradizioni religiose locali, considerate barbare e poco consone ai tempi moderni. I Misteri si trovano in una bufera scatenata da posizioni contrastanti. La "Gazzetta della Provincia di Molise", che pochi anni prima aveva esaltato e impegnato pagine del giornale per pro- muovere la ritualità, adesso prende una posizione netta: "la festa del Corpus Domini principale della nostra città e della famosa processione dei misteri è riuscita affollatissima secondo il solito e la ban- da musicale della città merita i nostri particolari encomi per aver sostenuto con pieno successo il penoso servizio di accompagnamento dei detti misteri e per aver suonato con molta Maestria sino alle 10.00 di sera". L'articolista non risparmia il laconico e secco aggettivo "penoso" servizio di ac- compagnamento472. Leggendo tra le righe sembra che l'autore degli articoli stia conducendo una battaglia personale contro gli organizzatori della sfilata che non hanno accettato nessuno dei consi- gli di marketing territoriale offerti dalle pagine del giornale. In Campobasso, ammonisce la “Gaz- zetta” in un articolo successivo, ci sono tre potenzialità che vanno seguite e guidate secondo una lo- gica di mercato: i lavori di acciaio, il commercio in cereali e la festa del Corpus Domini. Con una doviziosa descrizione della storia della presenza e della crescita dei lavori di ferro e della centralità dei cereali473, l'articolo lancia l'amara previsione della scomparsa di queste coltivazioni, limitate dalle vie di comunicazione che impediscono alla città una coerente commercializzazione dei raccol- ti annuali. Dando spazio ai Misteri è richiamata l'antichità della manifestazione e la solennità orga- nizzata in modo "straordinario" resa più "clamorosa e solenne dopo la invenzione e costruzione di detti Misteri"474. Un'opportunità che, secondo l'autore, non è colta pienamente e sta portando ad una degenerazione del contesto festivo in cui è nata: "la festa del Corpus Domini è stata come al solito solennizzata col concorso di moltissima gente accorsa da paesi vicini, e come al solito bene- detta e scompigliata da forti acquazzoni. Per reazione controllata del cielo, molti (tra indigeni, e fo- restieri) si immersero nel vino sino alla gola, e festeggiarono il corpo di Cristo, bevendosi cristia-

471

R. Lalli, L’Ottocento, cit., p.139.

472

"Gazzetta della Provincia del Molise", a. IX, n. 24, 30 maggio 1875, p.3.

473" ...Tanto che lo stemma della Provincia di Molise ha una spiga di grano al suo interno". Ibidem. 474

"L'ultima specialità di Campobasso sono i Misteri che si portano in processione la festa del Corpus Domini, che qui fu sempre solennizzato in modo straordinario, da tempo antichissimo", "Gazzetta della Provincia del Molise", a. X, n.57,11 giugno 1876, p.2.

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namente il sangue di Bacco"475. Il decadimento delle costumanze in rituali dello stordimento ri- chiama immediatamente il clima di modernizzazione dei contesti urbani, in cui il legame con la tradizione inizia ad attenuarsi per la perdita d'identità culturale sottesa al gruppo etnico di apparte- nenza, disgregato da continui flussi migratori verso l'estero e, nello stesso tempo, più indebolito dalla presenza in città delle nuove leve della burocrazia provenienti da altre zone, peculiarità del centro cittadino e della centralità della vita amministrativa assunta nel periodo. E' un continuo in- calzare contro la tradizione, non compresa e non vissuta nella sua essenza legata ai luoghi in cui è nata"476. E' appunto un impiegato piemontese trasferitosi in città a rivelare, sintomaticamente, il di- stacco e la mancanza di riconoscimento con la festa che sta avvenendo in città. L'articolista non esita a concludere: "…noi stringiamo le mani con affetto agli istitutori di questa festa: non nascon- dendo però la stretta al cuore che proviamo nel vedere straziare quelle tenere creature, e non pos- siamo fare a meno di esclamare: siano lasciate ai crociati queste usanze e non alle colte e gentili genti italiane" 477, mostrando l'aperto disappunto nei confronti di barbarie e di inciviltà, legate ad una religiosità popolare fondata su gesti esteriori e devozionismo. Si evidenza maggiormente, nell'economia festiva, il clima di confusione e di caos che travolge e stravolge l'aspetto genuina- mente religioso. La Congrega di Carità è concentrata nella difesa della propria autonomia nei con- fronti della chiesa locale478 e i Misteri si trovano a vivere in una battaglia culturale tra accesi so- stenitori che ne ribadiscono l'autenticità e genuinità in termini di adesione alla fede cristiana e chi, dalle pagine dei giornali, continua ad attaccarne la "barbarie" nei confronti dei bambini e la perico- losità dei congegni, portati processionalmente in zone considerate impervie479. Gli intellettuali dell'epoca, attenti a fenomeni legati alla nascita e alla diffusione della cultura popolare, si occupano, in pubblicazioni nazionali, dei Misteri. Da segnalarne la citazione nello studio pubblicato dal D'An- cona nel 1877 dedicato alle origini del teatro italiano. Essi rappresenterebbero un sistema di comu- nicazione nato a livello popolare e mantenutosi in vita contro le proibizioni vescovili480. Il Torraca li colloca all'interno delle "reliquie del dramma sacro napoletano" dimostrandone la presenza nello sviluppo delle sacre rappresentazioni481 che sono alla base delle prime esperienze teatrali italiane. Più puntuale e documentato l'articolo pubblicato da Vincenzo Ambrosiani482. Attirato dagli apparati

475"Gazzetta della Provincia del Molise", a.X, n.59, 18 giugno 1876, p.3. 476

"La libertà", a.II, n.43, sabato 22 giugno 1878.

477Ibidem. 478

Ne è una prova tangibile la disputa tra la Chiesa episcopale e la Congrega di Carità sull'amministrazione della chiesa

ricettizia di Sant'Antonio Abate. La polemica inizia con una lettera del vicario foraneo Achille Limoncelli sul presunto

predominio cultuale in Sant'Antonio Abate. La querelle assumerà toni a volte violenti, segno di un'accanita lotta per il controllo sulla chiesa. Il carteggio è conservato nell'ASDCB, Disputa tra la Chiesa episcopale e la Congrega di Carità

sull'amministrazione della chiesa ricettizia di Sant'Antonio Abate, 5 ottobre 1881. Il 1887 segnerà la conclusione della

disputa, dando ragione alla Congrega di Carità che ha a suo vantaggio il parere favorevole dell'autorità civile. ASDCB,

Lettera del vicario foraneo al vicario generale circa la disputa su Sant'Antonio Abate. 8 ottobre 1887. 479

"La festa ieri l'altro riuscì per bene; ma alla discesa delle Pennine, che ci dicono essere il luogo più che alpestre, do- vendo trasportare tutte le macchine pesantissime, poco mancò che una non rovesciasse, ed altra non avesse rotta, pel dimenarsi, la testa ad un di quei che facevano da diavolo a Sant'Antonio". "La libertà", a.IV, n.41, sabato 29 mag- gio 1880.

480

A. D'ancona, Origini del teatro italiano, libri 3 con due appendici sulla rappresentazione drammatica del contado toscano e sul teatro mantovano nel secolo XVI, volume 2, Firenze, successori Le Monnier, 1877, pp.307-308.

481

F. Torraca, Reliquie del dramma sacro, in "Studi di letteratura napoletana", tipi di Franc. Vigo in Livorno, 1884, pp.339-415.

482

Arciprete e dottore in teologia e diritto canonico, membro della commissione permanente delle feste e celebrazioni eucaristiche di Paray- le Montal, abbiamo alcune scarne notizie in G.B. Masciotta, Il Molise dalle origini ai nostri gior- ni, vol.II, cit. p.232,432. Nato a Monacilioni il 9 febbraio 1839 e morto il 29 giugno 1889, dopo gli studi teologici si di- stingue per la sua cultura. Pubblica varie ricerche tra le quali alcune specificatamente dedicate al tema del pane e dell'eucarestia: V. Ambrosiani, Breve storia popolare del pane, narrata ai suoi figliani, Mondovì , Tip. Vesc. Edoardo

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scenici che precedono il Corpus Domini, lo studioso, nativo di Monacilioni, gli dedica un saggio pubblicato nella Revue du Regne del 1885-86, portandoli alla ribalta internazionale. Lo studio, con dovizia di citazioni storiche, riporta la festa nell'alveo religioso da cui è nata. Nel momento della descrizione della festività attuale, l'autore non esita a lasciarsi andare a giudizi negativi. Ambrosia- ni, che ha attinto notizie in loco, definisce i Misteri un'attrattiva annuale per la popolazione: "nessu- no della provincia non ha visto i Misteri almeno una volta"483. Sono animati dalla banda musicale cittadina e da altre due o tre, che, distanziate, danno il tempo di marcia ai portatori. Il corteo diventa molto lungo percorrendo le vie cittadine fino a toccare le pendici dei Monti484. I fuochi d'artificio prolungano i festeggiamenti fino a notte fonda e danno luce alla città, vestita a nuovo per l'occasio- ne. Una particolare critica è rivolta alle istituzioni: il sindaco invita al cerimoniale religioso e le au- torità intervengono: il fatto è una visibile dimostrazione dell'accettazione della divinità sociale del Cristo. Un accento è posto sulla disposizione dei bambini sui ferri, il che appare un atto di "barba-

rie, superstition" e causa di sofferenza. C'è chi è disposto a pagare perché i propri figli partecipino:

tutto avviene in tranquillità e sicurezza per i figuranti, che sono assicurati da un sistema di ammor- tizzamento che protegge i bambini dalle continue sollecitazioni485. Dopo averne fatto una accurata descrizione e prima di proporne una lettura teologica da punto di vista eucaristico, offrendone una ideale sequenza di uscita, l'Ambrosiani esprime una critica, relativa: i costumi sono troppo popolari e "male assortiti" e la colpa è da attribuirsi alle autorità politiche e amministrative, indifferenti e poco attaccate alla tradizione. La soluzione, per l'autore, è nel ritorno ai "superbes costumes histori- ques et traditionnels d'autrefois, dont il né reste que quelques misérables lambeaux", eliminando i personaggi aggiunti nella mancanza di rispetto per i quadri scenici originali486. Per ridonare antico splendore e una corretta simbologia l'autore avanza la proposta di una sequenza d'uscita: "1)Sant'Isidoro:la luce del vangelo, l'agricoltura e l'eucarestia fatta di pane e vino.2) San Crispino: tutte le arti sono figlie dell'agricoltura favorite dalla chiesa che nel medioevo stimola le corporazio- ni. intorno all'eucarestia, forza unitiva dei cristiani. 3)San Gennaro:il martirio 4)Abramo:figura bel- la del sacrificio eucaristico. 5)la Maddalena:la carità che permette la conversione. 6)Sant'Antonio Abate:mortificazione e digiuno, nutrimento con l'eucarestia. 7) Immacolata Concezione:privilegio di Maria come fondamento di tutti i privilegi, Maria propaganda il Regno di suo figlio, Regno dell'eucarestia. 8)San Leonardo:davanti al tabernacolo ci liberiamo dalla prigione del nostro corpo. 9)San Rocco:il rimedio a tutte le malattie è l'eucarestia come coronamento all'incarnazione e la pas- sione. 10) L'Assunzione: E' il trionfo della fede sulla ragione.Si arriva al Regno dei cieli attraverso l'eucarestia. 11)San Michele è l'Arcangelo dell'eucarestia attraverso il sacrificio della messa. 12)San Nicola rappresenta la fede che salva"487. Disposti secondo l'ordine i gruppi viventi hanno lo scopo di annunciare la nuova legge che s'incarna nel Cristo partendo da Abramo nel mondo antico, per

Ghiotti, 1886; Idem, La communion par excellence ou les mysteres de l'union de Dieu et de l'homme par la sainte eu-

charestie, Tours, E. Mazereau, 1887; Idem, L'etendard des adorateurs perpetuels du saint-sacrement inventé par Mgr J. Thomas Ghilardi, Eveque de Mondovi, en Piemont decrit et axplique par M. le professeur archipretre Vincent Ambro- siani, Lyon, Imprimerie X.Jevain, 1885, (tr.it.) Stendardo degli adoratori perpetui del SS. Sacramento, concepito e fatto eseguire da mons. Ghilardi; descritto e dilucidato dal molto rev.Vincenzo Ambrosiani Mondovì,E. Ghiotti, 1886; Idem,

Le monogramme IHS sur les hosties, (S. l., s. n.), 1885. E' proprio il suo particolare interesse di studio per il pane euca- ristico che lo spinge ad approfondire gli studi sulla Processione del Corpus Domini a Campobasso. A lui sono stati dedi- cati momenti di studio a Monacilioni. Dalle testimonianze raccolte, ci ricorda Giuseppe Martino, per anni sindaco del paese e studioso di storia locale, fu proprio l'arciprete di Monacilioni a commissionare al Trombetta gli scatti sugli In- gegni, da allegare alla sua pubblicazione.

483

V. Ambrosiani, Les Processions de la Fête-Dieu et les groupes vivents de Campobasso,cit., p.19.

484Ibidem. 485

Ivi, p.20.

486Ivi, p.30. 487Ivi, pp.32-37.

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trovare coronamento nell'incarnazione del mistero eucaristico nei santi. L'interesse per i quadri vi- venti non spegne la campagna denigratoria dei giornalisti. La cronaca locale sembra più concentrata sullo svolgimento della festa in sé, diventata un evento. Nel 1885 è offerto al pubblico un cartellone con due bande musicali, l'illuminazione della città con un rosone posto all'ingresso del borgo anti- co e i fuochi artificiali. Per la prima volta troviamo la notizia di una "gara" per il miglior fuoco arti- ficiale488. E un altro articolista ammette apertamente: "questa festa che per noi ha una importanza commerciale assai maggiore della religiosa"489. Mancini, a conferma dell'indirizzo che la festa sta assumendo, ricorda che i commercianti avevano a cuore la manifestazione e che nel 1890 i forbi- ciai cittadini "esaurirono in poche ore i numerosi prodotti delle loro fabbriche"490. Le cronache loca- li esprimono giudizi distaccati e schietti, lodando le varie iniziative ma omettendo notizie sui Miste- ri: sembra che ne sia taciuta appositamente la presenza nel contesto festivo. I giornali dell'epoca ri- portano solo alcune opinioni che fanno capire l'orientamento laico del periodo e il progressivo di- stacco di una parte della città dalla sfilata, avvertita come estranea e desueta. Sono forti i giudizi negativi del 1887, a conferma di una campagna denigratoria. Seguiamo la cronaca: "quest'anno la festa del Corpus Domini è riuscita, come sempre, bellissima, benché il caldo fosse eccessivo, soffo- cante, le vie della città erano affollatissime per il concorso specialmente dei forestieri venuti dai pa- esi limitrofi a passare un'ora di lieta spensieratezza...". E fin qui l'articolo loda il programma festivo anche se..."in mezzo a tanto gaudio che traspariva dal volto di tutti, non mancava la nota fosca e barbara. I misteri, ultimo avanzo della passata barbarie, offrivano una scena oltremodo trista, oltre- modo desolante. Genitori che hanno il cuore chiuso a ogni umano sentimento-piccoli e insipidi Ne- roni- gioiscono nel vedere i loro figli sospesi da' ferri di quei mirabili e pur tanto strani congegni, e non sanno gli sventurati, o non vogliono sapere, che l'esistenza dei loro bimbi è in enorme periglio, pel contento di un solo istante. Essi si lasciano persino smungere la borsa dai soliti corvi rapaci, e non pensano che in quel modo preparano la deformità e forse la rovina delle loro creature. Una ra- gazza, infatti può lasciar la vita, a causa dei parenti della barbara usanza che permette, che vuole il medievale indegno spettacolo dei misteri. Moltissime fanciulle si videro nell'ora solenne piangere disperatamente ed orribilmente contorcersi, in preda ad atroci insoffribile dolori… Uno spettacolo medievale, una nota fosca e barbara, fanciulle che si videro piangere disperatamente ed orribilmente contorcersi…"491

. Per chi legge l'articolo e non ha mai visto i Misteri la descrizione è raccapriccian- te. Agli occhi del lettore appaiono macchine di tortura e non capolavori della religiosità popolare che tra l'altro, sembra non essere più il fondamento dell'allestimento processionale: i genitori paga- no, per far partecipare i figli, una somma a persone dell'organizzazione definite "soliti corvi rapa-

ci", denunciando una situazione che perdura da anni. Più gravi sono gli incidenti che provocano

apprensione e turbano il clima gioioso. La tematica è al centro delle polemiche e della satira spie- tata di un altro articolo che, nella tutela dei bambini, si schiera contro i genitori che permettono una simile usanza492. Dai toni accesi e partecipati, lo scritto scatenerà una reazione nell'opinione pubblica e nelle autorità che inizieranno, in accordo con la Congrega di Carità, un rigoroso lavoro di controllo per accertarne la solidità e la sicurezza per i figuranti. Con una serie di richieste e di auto-

488"Tutto andò bene in paragone degli scorsi anni. Questa può dirsi la festa che ha fatto veramente onore alla città e

soddisfatto il pubblico. Ordinata la processione del Santissimo Sacramento: bene le due bande musicali, bene la illu- minazione, e principalmente il disco all'ingresso del borgo vecchio che fu d'un effetto piacevole. Anche i due fuochi artificiali fatti piacquero molto e segnatamente quello dei soci Agostino Capobianco, il figlio Francesco, e Francesco Tagliaferri, ai quali è toccato il premio. Un bravo di cuore alla deputazione della festa". "La spada di Damocle", a.I, n.7, 6 giugno 1885.

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"il Sannio", a.IV, n.173, 7 giugno 1885.

490"La festa poi la volevano soprattutto i commercianti che per l'occasione facevano cospicui lucri". A. Mancini, I Mi- steri di Campobasso, Campobasso, luglio 1942, manoscritto conservato presso la BACB, Fondo Manus, Ms.163, (s.n.). 491"Il Biferno", a.VII,n.28, 12 giugno 1887, p.2.

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rizzazioni si stabilisce in comune accordo tra le autorità competenti, prefetto, Genio Civile della Provincia di Campobasso e Congrega, di effettuare un accurato sopralluogo sulle macchine. Nella

lettera di affido all'Ingegnere del Reale Genio civile Giancola Francesco per accertare la solidità dei Misteri per la processione del Corpus Domini, la Congrega specifica che il suo compito consi-

sterà nel verificare la solidità degli scheletri e "presenziare la vestizione dei Misteri e vorrà impe- dire la indecenza sul trasporto verificatasi negli anni passati..."493. L'ispezione avviene nella chiesa di San Antonio Abate "in unione col sig. Massimo Brignone delegato di P.S., al Cav. d. Raffaele Cancellario, presidente della Congrega di Carità e al Canonico signor Luigi Fiore, rettore della chiesa". L'ingegnere verifica lo stato dei congegni e non ha da eccepire nulla, nota che "l'infissio- ne però dei fusti principali nelle barelle, per la vetustà dei detti congegni e dell'uso fattone, non presenta la solidità e rigidezza necessarie perché i medesimi non oscillassero nei relativi incastri. Stando la ristrettezza del tempo... si sono prescritti dei rinforzi in via provvisoria...limitando il più possibile l'oscillazione dei sostegni dentro i propri incastri. Necessita però prescrivere regorosamen- te che i portatori dei detti misteri, ed in special modo di quelli più alti, vadano a lento passo e non cadenzato alfine di non provocare delle oscillazioni dei sostegni, pericolose sotto il doppio aspetto, delle inevitabili sofferenze che causano ai ragazzi che vi sono sospesi e della facile alterazione che possono provocare nella costituzione molecolare dei vari ferri..."494. E’ isolata la causa principale che provoca la caduta dei personaggi e altri incidenti di percorso: le oscillazioni delle barelle inne- scate dal passo cadenzato dei portatori. Nei secoli precedenti il problema non era evidenziato e in- durrebbe a pensare che le tecniche di trasporto non erano le stesse e la sfilata procedesse molto più lentamente, per permettere ai visitatori di contemplare le immagini sacre e per non far oscillare ec- cessivamente i personaggi dandogli la giusta compostezza nell'atteggiamento imposto dalla narra- zione. Non dimentichiamo che nel 1600 erano stati posti aperti divieti alla realizzazione delle mani- festazioni che suscitavano piuttosto il riso che la commozione e che, nei patti di concordia del 1626 gli Ingegni dovevano essere sottoposti al benestare dell'ordinario per poter sfilare. La temperie sto- rico-culturale ottocentesca, più distaccata e fredda nei confronti della religiosità popolare, attenta allo studio delle tradizioni, stava trasformando i quadri viventi sacri in una "carnevalata", secondo le critiche dei giornali dell'epoca, suscitando sdegno e provocando il distacco della classe borghese non più identificata in una processione che, al posto di meravigliare e stupire per la bellezza intrin- seca, era motivo di derisione. Sono scomparse le confraternite, che prima precedevano con stendar- di ed abiti, svaniti i cappellani che ne erano addetti: transitando nelle mani della Congrega di Carità la processione ha perso l'originale valenza religiosa e si distacca dalla matrice sacrale. La conclu- sione dell'ispezione dell'ingegnere è laconica, significativa per farci capire cosa stesse accadendo in quel periodo:"ove per l'avvenire non possa addirittura sopprimersi tale spettacolo, poco in armonia con la civiltà, fa uopo riparare solidamente i congegni e sopprimere anche le parti dei medesimi troppo elevate, le quali sono quelle che maggiormente oscillando, procurano non lievi sofferenze ai ragazzi che vi sono sospesi"495. La progressiva laicizzazione in atto, il distacco della Congrega dal- la matrice religiosa da cui erano nate le confraternite, lo spostamento dell'offerta d'intrattenimento