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PARTE I: LE MANI DEL CIELO.Ricostruzione storica

Capitolo 2. I fasti cinquecenteschi

2.8 Delli tumulti

Per comprendere l'entità delle lotte di precedenza ci serviamo di un documento edito dall'Albino in appendice alla cronaca di Ziccardi119. La Memoria si ritiene scritta da un congregato trinitario, do- po il 1592120. Albino la riporta quale fonte principale della cronaca di Ziccardi121. La suggestione e l'eco degli scontri intestini trova spazio nella descrizione della città di Campobasso fatta dal Galanti nel 1781: "La popolazione di questa città, da tempo antichissimo, è divisa in due fraterie, l'una detta la Trinità, l'altra Santa Maria la croce. Nel corso del secolo XV, surse contesa tra queste due chiese, per la precedenza nelle processioni, e questa disputa scisse di si fatto modo tutti i cittadini e di tanto odio e animosità gli accese, che quelli di un partito non più contrassero parentado con quelli dell'al- tro"122. Nel 1577 la Memoria riporta l'usanza di partecipare alla processione e di accompagnare il Santissimo. Le confraternite nemiche sono presenti e non riescono a gestire la precedenza123. I fe- rimenti si trasformano in omicidi e danno vita ad una faida cruenta124. Nel 1587 si riesce a fermare la carneficina con una pace stipulata alla presenza di padre Geronimo da Sorbo, frate cappuccino fine predicatore125, personaggio di spicco dell'epoca, fino a diventare Ministro generale dell'Ordi-

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M. Ziccardi, I Cappuccini in Campobasso, cit., p.24.

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La notizia è riportata da Fazio. L'autore parla di due statue scolpite durante l'anno: una dedicata a S. Antonio Abate, l'altra di S. Leonardo, "che tuttora sono conservate nella chiesa dedicata al primo, opere di modesta anzi di rozza ma- nifattura". A. Fazio, Uno scultore molisano del secolo XVIII e la festa dei Misteri, Campobasso, Colitti, 1948, p.8.

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ASDCB, Bullarium I, Hospitale S. Antonii delli Lazzari, f.458 (nuova numerazione). 25 aprile 1598.

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Delli tumulti tra li confrati di S. Maria della Croce e quelli della SS. Trinità di Campobasso, dal 1575 in poi. In M. Zic-

cardi, I Cappuccini in Campobasso, cit., pp.137-144.

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"L'originale manoscritto di questa Memoria antica circa i tumulti di Campobasso dal 1575 in poi, si conserva da D. Domenico Doria, che gentilmente me la fece osservare appena seppe che io mi era dato a scrivere la Monografia di Campobasso", ivi, p.144.

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"E forse il Ziccardi, che l'ebbe pure tra le mani, prese da essa il primo pensiero della sua cronaca". Ibidem. 122

Descrizione della città di Campobasso fatta da Giuseppe Galanti nel 1781, nell'opera intitolata Descrizione dello sta- to antico ed attuale del Contado di Molise in M. Ziccardi, I Cappuccini in Campobasso, cronaca del secolo XVII, ristam-

pata in più facile lettura, cit., p.193.

123

Ibidem.

124

Ibidem.

125 Il valore della predicazione per alimentare il concetto di santità di un uomo di Dio si sviluppa nel post-tridentino

fino a diventare un elemento peculiare per il riconoscimento della vita beata nel XVIII secolo. Su questo particolare aspetto si è soffermato G.Sodano, "Quando i santi curano le anime" attività e pratiche religiose dei servi di Dio nella

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ne126. La situazione non sembra migliorare e nel 1594 "fu fatto gran tumulto dalli confratelli di Santa Maria della Croce et della Santissima Trinità per portare il pallio del Santissimo Sacramen- to"127. L'autore anonimo della Memoria si ferma a riflettere sugli effetti devastanti delle lotte inte- stine. L'attenzione dell'autore si sposta su un episodio gravissimo nella disputa: le false reliquie di Santa Maria della Croce. Per attirare il popolo e aumentare le feste officiate dalla confraternita i Crociati acquistano reliquie ed iniziano a celebrare la festa dei titolari128. Clemente VIII, informato dai Trinitari, riduce e declassa le reliquie e manda a rendere esecutivo il decreto il vescovo. Questi deve ritirarsi di corsa dall'adempimento del suo incarico, minacciato da una "schioppettata". Le fal- se reliquie continuarono ad essere conservate: il Gasdia afferma di averne operato una ricognizione il 27 marzo 1946129. Il documento offre una motivazione dell'accanimento nel diritto di preceden- za. L'ostentazione del potere è la dimostrazione del posto di prestigio raggiunto. Campobasso è governata dai due organismi: "la povera terra di Campobasso si ritrovò oppressa da molti travagli, di modo che per fomentare le liti (essendo concorsi all'amministrazione del governo di detta terra confrati dell'una e dell'altra compagnia) si è diviso l'ufficio, et reggimento dell'Università di essa, ad eguali porzioni, come appare per conclusione di essa Università et processo civile del Sacro

in L.Billanovich (a cura di) Santità e cura d'anime dal XIII al XX secolo, atti del seminario, Vicenza 9 Novembre 2001, pp.248-266, pp.258-259.

126Sul particolare periodo della storia di Campobasso, oltre alla Cronaca dello Ziccardi, ci si può riferire a G. Pennetti, Contributo di ricerche SU LA VITA E SUE LE OPERE di Fra Geronimo da Sorbo, Napoli, Stab. Tip. Ditta G. Nobile e C.,

1896, in specifico pp.13-17. Ricostruendo la storia del frate, l'autore si attarda, con dovizia di informazioni, sulla de- scrizione della Pace tra Crociati e Trinitari. Importante è l'appendice documentaria, in cui si riportano le fonti, andate perdute con l'incendio dell'Archivio comunale di Campobasso, racchiuse nel Libro delle conclusioni dell'anno 1583 al

1587 esistente nell'archivio comunale di Campobasso, ivi, pp. 26-29. Gli stessi carteggi sono stati consultati da Ziccardi

prima e da Gasdia in seguito, che li nomina nella sua Storia di Campobasso, ma che non sono stati rinvenuti nel Fondo donato all'Abbazia di Montecassino. Gli stralci riportati dal Pennetti, pur non aggiungendo nulla di diverso alla storia locale, sono un importante contributo per la ricostruzione storica degli eventi.

127Delli tumulti tra li confrati di S. Maria della Croce, cit., p.140.

128"I confrati di Santa Maria per togliere la devozione delle chiese parrocchiali, et capitolare di detta terra, et perché

tutto il popolo concorresse in Santa Maria, ottennero certi pezzi di reliquie di santi, le quali non havevano, né ora han- no nome, e falsamente gli imposero i nomi di santi particolari, celebrando le feste ordinariamente: del ché avendone avuto notizia papa Clemente VIII di buona memoria, non sono soppressi i nomi imposti, ma ordinò che si onorassero come reliquie di santi incerti, et ne furono inquisiti e condannati coloro che imposero detti nomi. Per l'esecuzione del- la quale soppressione dei nomi fu destinato commissario per la sacra congregazione il suddetto Vescovo, al quale fu tirata una scoppiettata dentro di detta chiesa di Santa Maria, nel tempo che era andato ad eseguire quello che gli era stato comandato, come appare nella corte episcopale di Bojano". Delli tumulti tra li confrati di S. Maria della Croce, cit., p.141.

129La ricognizione, che riporta minuziosamente la descrizione delle reliquie, è contenuta in un manoscritto dell' AAMC, Fondo Gasdia, b.54. Il documento non è stato mai pubblicato e doveva far parte del materiale della monumentale sto-

ria di Campobasso che l'autore stava scrivendo e che conteneva buona parte dei risultati delle ricerche certosine svol- te a Campobasso. Il piano dell'opera è più volte schematizzato e lo troviamo nel Fondo Gasdia alla busta 58. Nelle in- tenzioni del Nostro l'opera constava di tre volumi: il primo era il Codice Diplomatico Campobassano, il secondo l'Istoria

critica della città di Campobasso e il terzo la Cronaca della Città di Campobasso dal 1901 al 31 dicembre 1936. Si tratta

di un'opera imponente costata anni di lavoro che oggi è stata desecretata per volontà dell'autore e conservata presso l'Archivio della Abbazia di Montecassino. Dopo una minuziosa consultazione non abbiamo trovato materiale che po- tesse aiutare il nostro lavoro con una maggiore documentazione storica, che pur pensiamo potesse essere a disposi- zione dell'autore negli archivi del comune di Campobasso. E' probabile che pesasse il giudizio negativo di Gasdia sui Misteri. Tra le sue carte troviamo pesantemente annotato: "la festa del Corpus Domini che dovrebbe trovare silenzio- so e curvo in adorazione tutto il popolo al passaggio del mistico pane, è invece la più chiassosa di quante se ne vivono tra noi e quella dove l'irriverenza è portata al massimo grado. Non è la festa di Dio, ma la parata dei Misteri, cioè dei pesanti congegni nei quali esseri viventi, in funzione d'angeli e di santi...". AAMC, Fondo Gasdia, b.61.

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Consiglio di Napoli"130. La civitas assume, nel documento, una fisionomia socio-politica delineata: la vita cittadina si svolge tra le due chiese laicali che catalizzano il popolo e la nobiltà, mediate dalla chiesa capitolare di San Leonardo, che detiene il primato cultuale131. I Trinitari, in questa

Memoria, chiaramente di parte, ribadiscono la propria autonomia e confermano la partecipazione,

insieme agli idioti di Sant'Antonio Abate, alla ritualità del Venerdì Santo132. Per rispondere al pre- dominio dei Crociati, essi si legano alla ritualità del Corpus Domini, affermandone il controllo e ri- badendone l'autonomia. Per chiarire l'intricata problematica delle precedenze dovremo utilizzare un altro documento che, riportato integralmente da Ziccardi, chiarifica la situazione dell'epoca.