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PARTE I: LE MANI DEL CIELO.Ricostruzione storica

Capitolo 6. Tra contraddizioni e vitalità

6.3 Leggeri ingegni

"La festa del Corpus Domini, che dovrebbe trovare silenzioso e curvo in adorazione tutto il popolo al passaggio del mistico pane, è invece la più chiassosa di quante se ne celebrino tra noi e quella dove l'irriverenza è portata al massimo grado. Non è la festa di Dio, ma la parata dei , cioè dei pe- santi congegni nei quali esseri viventi, in funzione d'angeli e di santi, librati in aria, rappresentano un momento d'una pia leggenda o storia agiografica"577. E' il pesante giudizio del Gasdia sui Miste- ri nei primi anni del '900, goffi congegni che catalizzano l'attenzione della cittadina in un chiasso che ha il sapore dell''irriverenza. E la durezza delle sue parole riflettono il clima che si sta creando tra dispute e polemiche. Nel caso non è più il prestigio ad essere messo in gioco quanto la respon- sabilità per evidenti rischi di incidenti. Il 16 maggio 1910 il presidente della Congregazione Guacci invia l'usuale lettera per la visita collegiale "allo scopo di accertarne la solidità a tutela della inco- lumità delle persone"578. Il problema è serio ed è affrontato con rigore dalla commissione istituita dalla regia Prefettura. La Congrega non ha provveduto ad effettuare prove di carico, per cui le otto armature osservate, presentate all'attenzione della commissione dall'ente, sono minuziosamente scandagliate. Fin dall'inizio dell'ispezione si rinuncia ad esaminare quattro Macchine: il San Rocco e il San Gennaro, drasticamente scartati negli anni passati e l'Assunta e l'Abramo, posti a revisione l'anno precedente. La Congrega, per evidente disinteresse, non ha portato a termine nessuna opera- zione di restauro, dimostrando il distacco verso la manifestazione, accettata per disposizione tradi- zionale ma non certo condivisa nè amata. Si arriva ad un numero esiguo di cinque macchine: San Leonardo, la Maddalena e Sant'Antonio Abate vengono "inibite all'uscita" poichè presentano pro- blemi che ne fanno rischiare la rottura579. Disinteresse, mancanza di fondi, distacco dalla matrice re- ligio-popolare: sono tante le motivazioni alla base della scelta della Congregazione di Carità di non investire più nelle macchine processionali. L'autorità di pubblica sicurezza, preoccupata per l'inco- lumità dei figuranti, trasmette il permesso annuale dando drastiche indicazioni580: non compiere percorsi in salita, procedere processionalmente con passo lento, scegliere uomini "valenti" per il trasporto delle macchine, evitare lunghe fermate al sole e predisporre scale per far scendere i bam- bini in caso di malore. La Prefettura impone la presenza di uno dei membri della commissione per ogni ingegno, che garantirà, sotto la propria responsabilità, "a che i bambini, i quali per la prolun- gata posizione disagiata o per il caldo o per altri motivi dessero segno di sofferenza siano pronta- mente fatti scendere dalle macchine e soccorsi" disponendo la presenza di un "sanitario" a disposi- zione lungo il tragitto. Si offrono garanzie certe per evitare problematiche inerenti la sicurezza. Dopo l'insuccesso dell'anno precedente, finalmente nel 1911 la Congrega decide di fare effettuare prove di carico. La dichiarazione dell'incaricato tecnico, che si assume la diretta responsabilità dell'uscita dei congegni, "a patto che i carichi fossero ben distribuiti e cioè: che gli individui pa- zienti non avessero ecceduto in peso di venti a venticinque chilogrammi cadauno", convince gli e- sperti tecnici che oltre ad approvare le cinque Macchine dell'anno precedente, permettono l'uscita delle tre scartate: "per le rimanenti, la commissione si affida alla dichiarazione di responsabilità del- la Congrega e permette l'uscita anche di Abramo, Leonardo e Antonio Abate"581, raccomandando i

577

AAMC, Fondo Gasdia, b.61.

578

ASCB, Fondo E.C.A.1, Lettera del presidente della Congrega di Carità Guacci al Prefetto della provincia di Campo-

basso sulla disposizione della consueta visita collegiale alle macchine dei Misteri, b.92, f.884. 16 maggio 1910. 579

"Le armature osservate sono in numero di otto e precisamente…"Face", S. Crispino, S.Michele, S.Leonardo. Immaco- lata, La Maddalena, S.Antonio Abate e S.Nicola...Vengono sottoposte a prove di carico S.Leonardo, la Maddalena e S.Antonio Abate, presentano problemi che fanno rischiare la rottura. La commissione dunque ne "inibisce l'uscita". ASCB, Fondo Genio Civile I, b.39, f.144. 23 maggio 1910.

580

ASCB, Fondo E.C.A.1, Permesso della Regia Prefettura "della tradizionale processione dei Misteri" da eseguirsi in

questa città il 26 corrente mese 25 maggio, b.92, f.883. 25 maggio 1910.

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soliti accorgimenti nella distribuzione dei carichi, nell'andatura e nello smontaggio totale del Miste- ro in caso di mancanza dei personaggi. Non c'è, in nessuno caso, la proposta di restaurare i Misteri "inibiti all'uso". Si aggira il problema diminuendo i carichi sulle Macchine, in modo da evitare sollecitazioni eccessive. Nel 1912 escono gli stessi congegni dell'anno precedente582, senza nemme- no provare a testare gli altri, che restano, da anni, chiusi nei locali di Sant'Antonio Abate. Agli occhi del campobassano e del visitatore la processione appare mutilata in parte della sua bellezza. C'era da aspettarsi una polemica sulle pagine dei giornali. "Battaglie di Lavoro" titola "Una tradizionale festa popolare che muore" e incalza fin dall'incipit: "la tradizionale festa del Corpus Domini anche quest'anno, svolgendosi con la maggiore modestia e senza alcun preparativo ha richiamato in que- sto capoluogo un inatteso concorso di provinciali. Tal cosa ci ha fatto pensare che mentre in altri luoghi con sacrifici economici, con special interessamento, cittadini di ogni classe studiano ed ef- fettuano con ogni mezzo feste e divertimenti pubblici per attirare il forestiero e così animare tanto il piccolo commercio che la dormiente vita cittadina movimentandola alla meglio, qui, che pur esiste un mezzo col quale indiscutibilmente il forestiero viene richiamato, non è più possibile far nascere nel campo dei commercianti, cittadini benpensanti e geniali, che, riuniti in comitato, si adoperassero a far risorgere questa festa che in altri tempi diede un forte contributo al piccolo commercio loca- le"583. C'è l'aperto riconoscimento del ruolo di attrazione che i Misteri hanno svolto per secoli nel centro cittadino, contribuendo alla creazione di una modalità festiva in grado di movimentare eco- nomia e veicolare masse di persone. La disaffezione per la tradizione sembra essere guidata da un cambiamento di mentalità causato dall'inurbamento selvaggio ed incontrollato e dalla presenza delle "varie opinioni dei settentrionali che dicono che la festa dei Misteri non è altro che un rimasu- glio di barbarie"584, ponendo a termine di paragone altre città italiane in cui si conservano "religio- samente e con orgoglio vecchie tradizioni". La responsabilità è da far ricadere su vari soggetti: la commissione di ingegneri, che appaiono i censori agli occhi dei più585, la Congrega di Carità, che si giova del divieto della commissione per destinare fondi che avrebbe dovuto spendere per altri "usi alla cittadinanza non sempre soddisfacenti"586. Un ruolo deprecabile è da attribuirsi ai commercian- ti:"che in altri tempi e per altre cause tante ebbero ad agitarsi perché non protestano, essi cui viene sottratto per opera di questi nemici del proprio paese, un onesto guadagno nel Corpus Domini in cui, grazie al forestiere, il paese pare vivere temporaneamente una vita intensa di feconda attivi- tà?"587. Nello stesso tempo si dipinge una tipologia di campobassano superficiale, pettegolo e privo di interesse per la comunità, che non ha il coraggio di protestare praticamente e si limita alla chiac- chiera di fronte alla vessazione messa in atto per la tassa di posteggio festiva. L'amara e logica con- clusione a cui perviene l'articolo è l'inesorabile previsione sulla fine della tradizione, causata da un clima socio-culturale di apatia e di chiusura egoistica, accresciuto dall'aumento di tasse e tributi. Emblematica, a questo riguardo è la trilogia "cuorpesdòmmene" di Giuseppe Altobello. Con un lin- guaggio colorito ed efficace l'autore dipinge il cambiamento, dalla fine dell'Ottocento ai primi del

582

"Le armature accettabili ed accettate sono: Face, S.Crispino, Immacolata, S.Nicola, S.Antonio, S.Leonardo, S. Miche- le, Abramo". ASCB, Fondo E.C.A.1, Verbale di visita dell'Ing. Silvio Ferrara incaricato dalla Congrega di Carità, b.92, f.883. 3 giugno 1912.

583

Una tradizionale festa popolare che muore, "Battaglie di lavoro", a. II, n.16, Campobasso 10 giugno 1912, p.2. 584

Ibidem.

585"La commissione di ingegneri "pettoruti del loro sapere" che vanno ad esaminare i Misteri della chiesa di Sant'An-

tonio; parecchi Misteri per effetto del veto posto da questi signori ingegneri sono stati abbandonati come ferrame vecchio, perché, essi dicono, in condizioni pericolose e perciò destinati d'essere aggiustati…". Ibidem.

586

"...Ha l'obbligo di concorrere alla spesa del trasporto dei misteri ed è quella che sola si giova del responso di questa commissione d'ingegneri e quindi economizza volta per volta la spesa obbligatoria e la inverte in altri usi alla cittadi- nanza non sempre soddisfacenti". La Congrega sarebbe connivente con la commissione tecnica per economizzare sulla spesa di organizzazione della processione. Ibidem.

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Novecento, della sfilata, che perde la sua matrice sacrale per diventare un momento profano ed or- gastico588. La città, perduta la sua antica fierezza, si trova a vivere una situazione di adattamento ad una volontà politica di decentramento dei servizi sul territorio. Profezia o semplice constatazione dei fatti l'articolo è il preludio ad una curiosa ed eloquente proposta inviata allo scultore di Lecce Guacci da parte del presidente della Congrega di Carità locale. Andando contro la stessa logica in- terna alla festa plurisecolare si pensa di sostituire i "gruppi viventi" con altrettanti, più funzionali e leggeri in tutti i sensi, in cartapesta. Stupisce il ragionamento della Congrega che dapprima descri- ve i Misteri in modo appassionato:"questi consistono in alcuni gruppi viventi in maggioranza bam- bini, ingegnosamente composti su congegni di ferro battuto, flessibile e pieno, di tempra speciale "589. Nella seconda parte della lettera il presidente si lascia andare a giudizi di valore piuttosto pe- santi che rivelano il disinteresse e l'aperta condanna della manifestazione: "ma se da una parte la tradizione impone il rispetto e la conservazione di siffatte rappresentazioni sacre che pel richiamo qui dei forestieri è di vantaggio al piccolo commercio, la civiltà e i mutati tempi vogliono che cessi quella specie di tortura cui vengono sottoposti i bambini. Costoro debbono rimanere sui congegni più ore e per quanto i ferri siano fasciati da ovatta ed altre imbottiture, nulla impedisce che le tenere vite sentano tutto il disagio di una posizione incomoda e le scosse ...che all'insieme del congegno derivano dal passo e dalle movenze degli uomini che le portano a spalla"590. Ovviare agli inconve- nienti e alla barbarie significa ripensare alle strutture di cui "per antichi legati è proprietaria dei suindicati congegni ed ha l'obbligo di provvedere ogni anno alla processione dei misteri..". La pro- posta è esplicita: "si tratterebbe pertanto di riprodurre i misteri mediante gruppi in cartapesta con leggero scheletro di legno, rimanendo, in cotal guisa, sostituiti i gruppi viventi di bambini. Gli an- gioli ed i santi costituenti i ripetuti misteri dovrebbero essere smontabili, per renderne più facile la conservazione..."591. In allegato alla lettera il presidente invia l'opuscolo del d'Alena in cui sono ri- portati i disegni del Mattei. Dopo un esame veloce dei disegni lo scultore Luigi Guacci risponde alla Congrega con l'assicurazione della possibilità di eseguire i gruppi statuari in cartapesta, raffi- gurati nella Memoria. Ha inizio un carteggio chiarificatorio per la consegna di un bozzetto ripro- ducente il Mistero della Face, che tarda ad arrivare in Campobasso, per cui il presidente, con una laconica lettera, disdice l'ordinazione delle riproduzioni. Emblematico il tono dello scultore che chiede il perché della mancata risposta al sollecito ad una nota fattura in data 31 ottobre e auspica la conferma dell'ordinazione dei gruppi al naturale592. Quale sia stata la dinamica del ripensamento non appare chiaramente, la cosa certa è che il 20 maggio 1913 i Misteri escono regolarmente, al- leggeriti. Il carico di cui dovranno gravarsi le varie armature è fissano in 15 chili. Subiscono un processo di continuo alleggerimento e seguono un itinerario privo, per quanto è possibile, di o- stacoli e di pendii: "Via s. Antonio Abate - borgo - corso Garibaldi - Trinità - corso v. Emanuele - Municipio- quadrato di piazza V. Emanuele - rione Amedeo - via Ferrari - via XX settembre - S. Paolo - Orefici" 593. E' scomparso dal percorso la sosta di largo San Leonardo e ci si sposta verso la

588

La trilogia poetica ed un inquadramento storico sono in P.Giordano, La processione dei Misteri nella poesia di Giu-

seppe Altobello, "la Domenica dei Misteri" a.XXII, n.2, 7 giugno 2015, p.10. La pubblicazione, che esce la domenica del Corpus Domini, è curata dall'associazione Misteri e tradizioni. Stampata attualmente in 15.000 copie è distribuita gra-

tuitamente e raccoglie contributi divulgativi e notizie inedite sulla sfilata processionale, diventando una forma di co- municazione e di continuo aggiornamento storico-sociale sui Misteri.

589ASCB, Fondo E.C.A.1, Lettera del presidente della Congrega di Carità allo scultore di Lecce Guacci, b.92, f.885. 8 lu-

glio 1912.

590

Ibidem.

591

Ibidem.

592ASCB, Fondo E.C.A.1, Carteggio luglio, b.92, f.885. 28 settembre 1912. 593

"Restano assolutamente escluse le strade strette con gradoni e scalini meno quel breve tratto inevitabile innanzi alla chiesa di S. Antonio Abate". ASCB, Fondo E.C.A.1, Permesso del Prefetto di Campobasso per l'uscita dei Misteri, b.92, f.883. 20 maggio 1913.

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Trinità. Prosegue l'aggiustamento della sfilata in un contesto urbano che cambia rapidamente, e con esso l'attenzione verso la festa, che appare agli occhi delle cronache, spoglia di iniziative e ma- nifestazioni, ma non ferma "il sempre crescente concorso dei forestieri"594. La Congrega, incurante dei divieti della commissione, l'anno seguente, in una temperie carica di tensione, schiera per la vi- sita annuale tutte le dodici armature. Ad un esame attento della commissione sono escluse Genna- ro, Maddalena, Rocco ed Assunta. La preoccupazione per una situazione economico-politica che di li a poco avrebbe segnato l'inizio del primo grande conflitto mondiale o semplice piano dell'ente per non continuare ad investire sulla festa, certo è che il clima di austerity colpisce i quadri viventi campobassani. "La commissione raccomanda che i carichi di cui dovranno gravarsi le armature non eccedano i kg.15 per ogni individuo e che nei punti a carichi molto eccentrici gli individui non sorpassino i 12 kg. cadauno...Il personale addetto al trasporto sarà tanto numeroso che ciascun indi- viduo non sopporti un peso superiore ai 30 Kg."595. I Misteri sono realmente alleggeriti del carico: la scelta di figuranti cade su bambini esili e piccoli596 per ridurre al minimo le sollecitazioni dei bracci e agevolarne il trasporto. E' il presagio ad un periodo difficilissimo per l'Europa e l'Italia, vessate da una situazione di povertà causata dalla guerra. Dello stesso tono è un articolo polemico che stigmatizza la spesa eccessiva per fuochi artificiali festivi in Campobasso, per la cospicua somma di £.10.000 annue. In una visione lungimirante l'articolista si focalizza su una proposta di management dell'evento, incentrato su forme di intrattenimento moderne ed adatte ai tempi: "ebbe- ne domani dovranno essere i cinematografi pubblici ed all'aperto, le gare, le feste ben organizzate e ben dirette in recinti chiusi (e dalla villa comunale ne abbiamo avute due) ove si deve trovar tanto da far rilevare che è preferibile un'ora di diletto istruttivo educativo, ad un bombardamento che non è né estetico, né ricreativo, né economico"597. Il giornalista non avrebbe mai potuto immaginare co- sa sarebbe successo di li a poco. Bombardamenti reali avrebbero devastato le linee di confine in una guerra in cui sarebbe entrata, l'anno seguente, l'Italia. Ironia della sorte in quest'anno la rivista mensile del Touring Club italiano dedica un articolo corredato di fotografie alle "statue viventi" di Campobasso598. E' un'occasione per portare alla ribalta, per mezzo di una rivista prestigiosa di turi- smo nazionale, la tradizione; il giudizio, a tratti sospeso, non indugia ad attacchi aperti contro "una religione che facilmente si confonde con la superstizione". Nel caso della partecipazione delle don- ne per impersonare figure di santità l'autore ironizza: "dove trovare la fanciulla senza invidia e sen- za suscitare maldicenze... pagane che possa magari per poche ore essere una Santa? Non si è mai umili abbastanza..."599. Un plauso particolare è rivolto ai portatori: "veri dolenti della festa: girare per la città dalle 9 del mattino fino alle 2 del pomeriggio col caldo, con la folla, con gli strepiti non torna piacevole; e per questo fanno soste ogni tanto, posando le statue viventi su appositi cavalletti. E nelle soste aiutano ampie libazioni di schietto vino paesano"600. La festa, posta in sicurezza dalla

594"In occasione della festa del Corpus Domini, che, ci rincresce dirlo, ma di anno in anno va perdendo d'importanza

nonostante il sempre crescente concorso dei forestieri, il nostro concerto cittadino svolse in piazza lo scelto program- ma musicale. Tributiamo viva lode al maestro signor Giuseppe Maglione, il quale, superando non lievi difficoltà, è riu- scito a dare nuova vita al nostro concerto". "Battaglie di lavoro", a. III, n.15, Campobasso 31 maggio 1913, p.3.

595

ASCB, Fondo Genio Civile I, Verbale di visita delle armature in ferro dei misteri, b.39, f.144. 8 giugno 1914.

596

"Lo spettacolo gaio ed attraente lo danno i bambini di tre, quattro o cinque anni, librati in aria...". S. Rossi, Le statue

viventi nella festa del Corpus Domini in Campobasso, in "Rivista mensile del Touring Club Italiano", a.XX, n.6, 1914,

pp.415-420, p.416.

597

M. Maggiolino, Quattrini in fumo e tombe che si aprono, "Battaglie di lavoro", a.IV, n.14, Campobasso, 6 giugno 1914, p.1.

598S. Rossi, Le statue viventi nella festa del Corpus Domini in Campobasso, in "Rivista mensile del Touring Club Italia-

no", a.XX, n.6,1914, pp.415-420.

599Ivi, p.419. 600Ivi, p.420.

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presenza del Genio civile, trova una caratterizzazione nei costumi della provincia601. Il prodotto turistico è presentato con un alone di leggenda e poesia: il Rossi fa risalire le origini ad "un lembo del Quattrocento, quando le sacre rappresentazioni e i Misteri e le laudi si celebravano con fede e anche con fanatismo sotto l'egida delle confraternite dei Flagellanti e dei Disciplinati, con l'inter- vento dei vescovi e del Capitolo, con la poesia e i canti delle Laudi"602. L'aurea leggendaria della manifestazione può diventare una proposta per attrarre visitatori nella città, caratterizzata dall'area medievale e da "eleganti palazzi e larghe vie moderne" in cui poter trovare finissimi lavori di accia- io realizzati da maestri ai quali si possono attribuire nella discendenza i "sopravvissuti misteri". Un lancio promozionale, che stimola la curiosità verso i quadri viventi campobassani che la guer- ra ha costretto ad un forzato riposo.