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PARTE II: IL CIELO TRA LE MANI: PROBLEMATICHE STORICO-CULTURALI

Capitolo 2.Una devozione maestosa Il Corpus Domini

2.2 Il Corpus Domini in Italia

Durante i secoli il Corpus Domini si è arricchito di apparati scenografici e di ritualità tipiche della primavera inoltrata, ripercorrendo origini antiche legate alle feste floreali. In alcune zone d'Italia, ci soffermiamo su queste, all'originale tradizione del XIV secolo, di porre alla contemplazione dei fe- deli la sacra specie in un ostensorio sotto una macchina processionale definita baldacchino1034, sono stati aggiunti cortei e allestimenti scenografici. Un'Italia ricca di miracoli eucaristici, se ne contano circa una quarantina nel corso dei secoli, legata alle tradizioni espresse con ricchezza e fantasia. Impossibile un censimento completo di tutte le costumanze legate al Corpus Domini1035. A Orvieto fin dal 1337 la processione si presenta come una spettacolare sfilata in cui i vari poteri dell'epoca sono rappresentati da oltre trecento figuranti che simboleggiano la sottomissione del potere umano alla potenza del divino. Costumi variopinti e preziosi, tamburini, vessilli, cruciferi e portatori di ceri fanno da contorno alla sacra reliquia del corporale insanguinato. Un episodio leggendario del XIII

fanno uso di macchine processionali, citando anche i Misteri di Campobasso e, sempre per il Molise una sacra rappre- sentazione scomparsa di Frosolone, affermando la ricchezza di religiosità popolare presente nella piccola regione: "il Sacrificio di Abramo a Resina; il calvario a Maddaloni; La Passione di Cristo a Castellammare; l'Agonia di Cristo a Froso- lone e soprattutto i Sacri misteri di Campobasso, spettacolo per il quale dodici misteri, costituiti da un'ossatura di le- gno e ferro sorreggenti bambini vestiti da angeli ed uomini da santi o da demoni venivano portati in giro per la città". Ivi, p.109.

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Prefazione del Catechismo, in E. Benedetti (a cura di), Catechismo ad uso dei Parroci, pubblicato da S. Pio V Pont. Mass. per decreto del Concilio di Trento, nuova traduz., Roma, 1918, p.4.

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Catechismus ex decreto Concilii Tridentini ad parochos Pii V, Romae, Oussu editus, 1566 (in-folio). 1031

Sess. XXIV, "De Ref.", c. VII.

1032Catechismo ad uso dei Parroci, cit., pp. 301-363. 1033

Paolo VI, Lett. enc. Mysterium fidei, cit. Si veda anche Il Sacramento dell'Eucarestia in il Catechismo della Chiesa

cattolica, Parte II, La celebrazione del Mistero Cristiano, Sezione II, Cap. I, i Sacramenti dell'Iniziazione Cristiana, Art. 3, I sette sacramenti della Chiesa, n. 1378.

1034Per una descrizione della specifica suppellettile ecclesiastica, usata nelle processioni, si può consultare, R. Consor-

si, Abbigliamento e suppellettile ecclesiastica,cit., p.145.

1035Alcune utili catalogazioni e segnalazioni sono in www.regioni italiane.com/infiorate-corpus-domini-263.htm, a cui

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secolo è al centro della devozione brindisina. Luigi, re di Francia, di ritorno da una crociata, su una nave che trasportava il Santissimo Sacramento, scampa a una tempesta, riuscendo ad approdare sul- la spiaggia di Torre Cavallo, a tre chilometri da Brindisi. Preoccupato per la conservazione dell'o- stia chiede l'aiuto dell'episcopo che giunge su un cavallo bianco per prendere in custodia la sacra specie. Dopo alcuni anni, istituita la festa, la religiosità popolare allestisce un'azione scenica per ri- cordare l'evento. Il Santissimo, da allora, è portato in groppa ad una candida cavalcatura mentre dai balconi cade una pioggia di petali di fiori. Il tema floreale, collegato alla rinascita primaverile e alla propiziazione della prosperità del raccolto è centrale nelle infiorate del Corpus Domini e riporte- rebbe le origini della ritualità a simbologie ancestrali presenti in culti delle antiche tribù italiche. La tradizione ha origine a Roma nel XVII secolo e si lega a moduli scenografici del Barocco roma- no1036. Benedetto Drei, addetto responsabile della Floreria vaticana e il figlio Pietro utilizzano "fiori

frondati e minuzzati ad emulazione dell'opere del mosaico" per solennizzare la festa dei santi Pietro

e Paolo1037. Siamo nel 1625 e pochi anni dopo nel 1633 Stefano Speranza realizza un altro quadro floreale1038. In pochi anni l'idea si diffonde in tutta Italia. In alcune località dei castelli romani, gra- zie all'opera del Bernini1039, uno degli artefici delle feste barocche, il rituale continua fino al XVIII secolo. A Genzano la troviamo nella festività del Corpus Domini nel 17781040. Da allora in altre cit- tà dell'Italia centrale s'iniziano a realizzare tappeti di fiori. Famose le infiorate di Bolsena, Cannara, Spello, Pievepelago e Fiumalbo in provincia di Modena, Spotorno, Dasà, Itri1041. Lunghi tappeti floreali, preparati dagli abitanti dei vari rioni, con temi cristologici, accolgono la processione sul percorso. I tappeti, secondo la tradizione, sono composti di fiori freschi raccolti all'alba richiamando il retaggio di antichi rituali magici in cui la potenza della natura, in una sorta di panteismo ilozoista, era impressa all'alba, al risveglio delle energie. La potenza, il mana1042 presente nel cosmo, si tra- sforma nel mistero cristiano presente nell'incarnazione. Altre manifestazioni simili le troviamo a Castelbuono in provincia di Palermo, dove sono stati introdotti i Cartirizzi. In occasione della festa si offrono infiorate composte con fiori di carta, che rappresentano la specialità fabrile del luogo. La Sicilia, ricca di profumi e di colori, in queste giornate si riveste di magnifici intarsi di fiori e petali. A San Pier Niceto (Me), Calatafimi segesta (Tp), Marineo (Pa), Braidi Montalbano Elicona (Me), Capizzi, dove gli altari sono decorati con fiori di campo e ginestre. In altre località i tappeti sono allestiti con segatura colorata e danno vita a quadri di alto valore artistico, ad esempio a Camaiore, in cui le associazioni cittadine, in una forma di gara amichevole, si ingegnano per l'ideazione dei

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M. Fagiolo dell'Arco, S. Carandini, L'effimero Barocco: strutture della festa nella Roma del '600, Roma, Bulzoni, 1978 e risulta utile la tavola sinottica contenuta in M. Fagiolo (a cura di), Atlante tematico del Barocco in Italia, Le

capitali della Festa, Italia Centrale e Meridionale, Roma, De Luca Editore, 1982, pp.185-205 in cui sono raccolte le varie

feste annuali organizzate in Roma. Dal 1586 si menziona un "teatro" per la processione del SS. Sacramento che com- prende "cori musicali, altari, archi trionfali, luminarie; macchine processionali" commissionato dalla confraternita del- la Resurrezione in Piazza Navona, p.185.

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G. B. Ferrari, Flora ouero Cultura di fiori del p. Gio. Battista Ferrari senese della Comp. di Gesù distinta in quattro

libri e trasportata dalla lingua latina nell'italiana da Lodovico Aureli, Perugino etc., in Roma per Pier'Antonio Facciotti,

1638, pp. 423-427.

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G. B. Ferrari, Flora ouero, cit., p.428.

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F. Petrucci, Bernini e i Castelli Romani, in M. Fagiolo dell'Arco - F.Petrucci (a cura di), Castelli Romani, Numero spe- ciale per l'Infiorata di Genzano 1998, interamente dedicata a Gian Lorenzo Bernini nel 400° anniversario della sua na- scita, 1998, pp. 13-28.

1040

A. Galieti, Origine e fasti dell'Infiorata di Genzano, in AA.VV., Contributi alla storia della diocesi suburbicaria di Al-

bano Laziale, Città del Vaticano, Tipografia Poliglotta Vaticana, 1948, pp.233-254.

1041Un elenco di località in cui si allestiscono altre infiorate è in www.regioni-italiane.com/infiorate-corpus-domini- 263.htm.

1042Sulla nozione storico-religiosa di "mana" rimandiamo alle osservazioni datate ma fondamentali per la comprensio-

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soggetti artistici. La sera una premiazione simbolica corona i giorni di festa e di duro lavoro. Stessa ritualità a Santa Domenica di Ricadi, in cui all'infiorata si aggiungono i tappeti di segatura raffigu- ranti immagini sacre. Lungo il tragitto l'ostensorio sosta negli altarini allestiti in modo artistico e sui balconi sono pavesate le coperte più ricche e più belle possedute dagli abitanti. A Poggio Imperiale si allestiscono i "Tusèlle", altarini interamente realizzati a mano per l'occasione in cui il Sacramento è esposto alla venerazione durante le soste processionali. E' da notare che nella ritualità campobas- sana queste costumanze sono confluite nella processione del 31 maggio dedicata alla Madonna del Monte: altarini, tappeti floreali e pioggia di fiori accompagnano la statua lungo tutto il tragitto che, partendo dalla chiesa dei Monti, va a toccare luoghi storici del sito medievale, per essere accolta nel borgo murattiano e transitare nel centro cittadino novecentesco. Il Corpus Domini, ricco di allesti- menti scenografici, si caratterizza per la presenza, in molte processioni, delle confraternite, che in passato erano deputate all'allestimento della festa e che in alcune zone sono presenti.