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PARTE I: LE MANI DEL CIELO.Ricostruzione storica

Capitolo 6. Tra contraddizioni e vitalità

6.4 Fasti e feste

"I sottoscritti commercianti di Campobasso fanno una istanza alle autorità competenti perchè ordi- nino quest'anno l'uscita della processione dei Misteri, festa che da quattro anni non si è più celebra- ta a causa della guerra. Invitano perciò codesta Onorevole Congrega di Carità a deliberare un asse- gno per la detta festa e per la residuale somma che occorrerà i sottoscritti si obbligano versarne in- dividualmente quello che crederà"603. Il risveglio, la rinascita, la coscienza. Campobasso avverte l'ansia di tornare a respirare in un clima di generale e lento distacco da una temperie di precarietà. I commercianti cittadini, consci del primato tradizionale della processione e dei benefici economici che ha portato in termini di circolazione della moneta, ne auspicano la ripresa. La Congrega di Cari- tà, assente sul versante delle tradizioni, impegnata a ribadire, negli anni del conflitto604, la predomi- nanza sulle chiese laicali, delibera in data 3 maggio di cedere al comitato l'uso dei congegni. Il gruppo di commercianti locali si sostituisce in tutte le espressioni logistiche ed organizzative all'en- te assistenziale, assumendo l'onere delle spese, chiedendo un sussidio e, cosa importante per i pro- blemi degli anni precedenti, caricandosi delle responsabilità civili e penali605. Ufficialmente la strut- tura organizzativa si è trasformata: il comitato nascente, che non va a toccare la proprietà delle Macchine, ha il compito di interagire con le autorità di pubblica sicurezza, sollevando l'ente da una delicata e annosa diatriba su permessi e responsabilità606. La prima operazione da mettere in atto

601Ibidem. 602

Ibidem.

603

ASCB, Fondo E.C.A.1, Istanza dei commercianti, b.92, f.883. 15 aprile 1920.

604

ASA, Memoria sulla Congrega di Carità e cenni storici, 22 gennaio 1917. Nel carteggio si ripercorre la storia delle confraternite in Campobasso e la perdita di controllo sulla chiesa della Santissima Trinità, gestita dalla diocesi.

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"Domandano, in conformità del deliberato in data 3 maggio corrente, l'uso dei congegni dei "Misteri" per curarne, a loro spese e sotto la personale diretta loro responsabilità, lo allestimento, la vestizione e la processione nel giorno del Corpus Domini. Essi dichiarano pertanto di sostituirsi in tutto alla Congregazione di Carità, in caso di accoglimento della presente istanza, di assumere in sua vece ogni impegno, ogni responsabilità civile e penale e ogni obbligo ineren- te alla bisogna (comprese le ispezioni )... Oltre l'uso dei congegni i sottoscritti domandano a codesta opera pia un a- deguato sussidio...". ASCB, Fondo E.C.A.1, Lettera al Presidente e ai componenti il consiglio di amministrazione della

Congregazione di Carità di Campobasso da parte di un gruppo di cittadini "costituitisi espressamente in comitato",

b.92, f.883. 13 maggio 1920.

606"Questa Congregazione negli anni anteriori al 1915 curò sempre direttamente quanto occorreva per la processione

degli antichi congegni dei "Misteri" in occasione della festa del Corpus Domini. Scoppiata la conflagrazione europea detta processione sino al decorso anno non venne più fatta. Quest'anno una sottoscrizione cittadina ha reclamato il ripristino della suindicata processione. Per ragioni di diversa indole e sopratutto finanziaria, data la rilevante spesa da sostenere, non consentono che quest'ente si interessi direttamente della bisogna. (In una delibera del 3 corrente me- se viene dato l'incarico ad un comitato: Eduardo del Colle, Trotta Libero, Cicchese Michelangelo e Francesco De Socio. E' citata la richiesta). Ora nella tornata del 17 corrente questa amministrazione ha accolto l'istanza... sappia che que- sto ente concedendo l'uso dei congegni e il sussidio si è completamente disinteressato di ogni altra pratica, non ha

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è il ripristino dei congegni, abbandonati per anni. Sul "Foglietto, giornale semiserio pupazzettato" si propone una ironica descrizione di sei Macchine. A parte l'invenzione dei soggetti da prendere in giro "in omaggio alla tradizione e tenuto conto delle innovazioni addotte alle macchine, riportiamo i soggetti trascurando di raccogliere le critiche e i commenti dei fedeli, alcuni dei quali hanno notato che i Misteri sono, presso a poco, gli stessi di prima, che si rassomigliano alquanto nonostante l'ap- parente diversità dei programmi, che nota dominante tra i protagonisti quella di tendere verso gli accessi dicasteri divini, che fatta la festa i misteri si ritirano nella sagrestia e… Chi s'è visto s'è vi- sto…"607

, poco è cambiato. L'unione sportiva campobassana organizza, nel 1922, gare polisporti- ve, che "si sono svolte tra il vibrante entusiasmo di una folla innumerevole". A piccoli passi si ri- configurano manifestazioni di intrattenimento tali da richiamare "forestieri da tutte le parti e che quindi fornisce una notevole impulso al commercio locale"608. Si avverte la voglia di riprendere a vivere, inneggia la composizione poetica estemporanea di Raffaele Calderisi: "Tutti vispi e bimbi e donne, vecchi, adulti e senza pelo, vecchierelli senza nome, donzellette senza velo!"609 Stando alla descrizione dell'arguto professore escono i dodici Misteri, rinnovati in abiti sgargianti, ordinati e composti, segnale del lavoro di recupero svolto con attenzione. Fortificati dalla politica culturale che si sta configurando, i membri del comitato affiggono il manifesto del programma 1923 con una premessa eloquente:"cittadini e comprovinciali, la ricorrenza del Corpus Domini avrà quest'anno una manifestazione più notevole soprattutto perché, come già fu promesso, si è cercato di ridare compiutamente tutto il carattere tradizionale alla antica festa che fin dai tempi decurionali ha rap- presentato una delle caratteristiche costumanze paesane. Nell'intendimento della ricostruzione di tali caratteristiche, il comitato si è anche fatto guidare da criteri di indole pratica, per cui ha cercato di promuovere nelle classi commerciali il maggior ausilio per rendere la festività più degna del ricor- do e più produttiva per l'economia locale"610. La valorizzazione e la centralità del modulo festivo quale problematica culturale ed economica tipica dell'intuizione fascista traspare nella cultura dell'epoca e troverà una sua piena realizzazione nella prima sagra del Matese del 1929 che assurge- rà a modello chiave del management festivo della politica culturale del tempo, portando ampli spazi di rinnovamento nella costruzione di eventi. La commissione articola manifestazioni che coinvol- gono la cittadinanza cercando di interpretarne i gusti e gli orientamenti estetici. Per tradizione si rispetta l'allestimento di "spari" e si specifica "a salve", per non evocare ricordi spiacevoli. Due giorni di festa coincidono con la ricorrenza della devozione alla Madonna del Monte, non menzio- nata nel programma. Seguendo la tendenza del periodo le bande musicali allietano i luoghi centrali della città -piazza Prefettura e piazza Vittorio Emanuele- fino a tarda ora. La giornata del Corpus

Domini è annunciata, ricordano gli anziani, da spari e dalla "distesa a festa" delle campane cittadi-

ne, usanza presente in città fin dalle origini della ritualità, segno del coinvolgimento di tutta la Chie- sa locale. E' avvenuto Il distacco tra i due moduli, religioso-popolare e istituzionale. La "proces- sione dei caratteristici Misteri esce alle 10.30", dalla chiesa di Sant'Antonio Abate ed è benedetta dinanzi alla chiesa madre, la Santissima Trinità. E' l'arciprete della cattedrale, don Nicola Taranti-

nulla che fare col sorto comitato epperò nessuna responsabilità può far capo a questa Congregazione di Carità". ASCB,

Fondo Genio Civile II, Lettera della Congrega di Carità all'ing. Capo del Genio Civile, b.39, f.144. 20 maggio 1920. 607

Misteri, "il Foglietto", a.I, n.5, Campobasso, 29 maggio 1921, p.1. 608

"Nella ricorrenza del Corpus Domini nella nostra città si svolgono festeggiamenti tradizionali con la caratteristica processione dei Misteri, che oltre a ricordare un costume storico, danno alla festa una fisionomia degna di rilevo che richiama forestieri da tutte le parti e che quindi fornisce un notevole impulso al commercio locale. E' intendimento della commissione cittadina, che si è prefisso lo scopo di ridare alla detta festa una forma più completa e solenne, di compiere il massimo sforzo, facendo affidamento sul concorso di tutti...". ASCB, Fondo E.C.A.1, Lettera del presidente

del comitato alla Congrega di Carità per richiesta contributo, b.92, f.883. 20 febbraio 1923. 609

R. Calderisi, i Misteri del Corpus Domini a Campobasso, composizione poetica estemporanea (impressione da discorsi

di forestieri in trattoria), "il Foglietto" a. III, n.12, Campobasso, 3 luglio 1922, p.3.

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no, ad impartire la benedizione, non il presule diocesano. C'è un riverbero di astio molto sentito tra la Congrega e la Chiesa locale, per gli atteggiamenti di sopruso e di abuso nelle funzioni assisten- ziali svolte dalle confraternite. E' dell' 8 maggio 1923611 la promulgazione di una lettera durissima sulle confraternite diocesane da parte di Romita in cui: "dolorosamente siamo stati costretti a con- statare un gravissimo abuso che si commette in materia di legati pii e lasciti di Messe da parte di al- cune Confraternite, e quel che più ci addolora è che non si tratta di qualche caso isolato". La lette- ra continua condannando il comportamento delle confraternite che "prendono soldi per messe e poi viene impiegato per restauri della Chiesa, quando non subisce la sorte crudele di finire nelle ta- sche dei "mastri di feste" che religiosamente lo evaporizzano nel fumo multicolore dei fuochi artifi- ciali o lo dileguano nelle stridule note di un qualsiasi rompitimpani concerto musicale…". Si tratta di un dissidio secolare che crea una separazione tra la festa sacra e la "sagra", gestita in autonomia dai vari comitati feste in molti casi rappresentati dalle confraternite. Nella divisione e controllo del potere il laico sceglie, per sua natura e convenienza, l'amministrazione e la gestione economica dei vari intrattenimenti che danno prestigio al paese e alla commissione organizzatrice. La conclusio- ne di Romita è caustica: "l'infima borghesia della chiesa (le confraternite) si fanno gusto di tiran- neggiare il proletariato ultramondano, cioè le povere care sante anime del Purgatorio... Le confra- ternite sono state istituite ed approvate unicamente per soddisfare i bisogni religiosi… Non per esse- re d'inciampo all'autorità della Chiesa e di sostituirsi ad essa, conducendo un tenore di vita che se non è anarchia, certo confina con questa…". Il processo di laicizzazione proposto ed imposto dal regime fascista trova favorevole la classe medio borghese campobassana che risolve in anticipo possibili scontri per la gestione degli spazi festivi nei confronti della Chiesa a cui spetta l'organiz- zazione della processione del Santissimo, presieduta dal pastore diocesano, che ha ufficializzato il trasferimento della sede vescovile in Campobasso612. Sport e lotterie condiscono le giornate, chiuse con un concerto e fuochi pirotecnici. L'architettura festiva, funzionale per le esigenze dei possibili turisti, predilige gli orientamenti ludici del tempo, non sbilanciandosi con proposte nuove od al- ternative, ma continuando la linea tradizionale. Nel 1923 la festa mette in luce il distacco progressi- vo che sta avvenendo nelle generazioni di immigrati da altri paesi, non più identificati nei Misteri. Ne è una riprova la polemica di don Antonio Picilli, "uno dei capi popolo" del rione Borgo: "la- mentava il fatto che la festa del Corpus Domini si sia un po' alla volta allontanata dal suo luogo d'o- rigine. Perché vedete-ci diceva l'ingegnere Picilli- questa è stata sempre dovrà essere sempre festa del nostro rione, perché è qui che stanno i Misteri, nella chiesa della Trinità dove si fanno le funzio- ni, qui è il maggior numero di commercianti che contribuiscono alla colletta"613. Il comitato, per sua scelta, cerca di spostare i luoghi della festa nei nuovi e più funzionali centri di incontro e di vitalità culturale, più adatti ad ospitare il percorso processionale e a tutelarne l'integrità rispetto all'itinerario nel borgo. Significativa l'ironica constatazione della perdita d'identificazione da parte dei cittadini, mal disposti a sottoporsi alla fatica del trasporto degli Ingegni. Due non escono, San Nicola e l'As- sunta e i personaggi, per protesta, restano vestiti e girano per i bar del centro urbano, tra l'ilarità dei presenti614. Alla base dell'argomentazione, per l'articolista, "è che qua siamo tutti progrediti, incivi- liti e arricchiti, motivo per cui fosse pure Sant'Eduardo o la Madonna della saletta tu un campobas- sano disposto a portare a spalla i sullodati marchingegni è ben difficile che lo trovi ....ed infatti, se non ci fossero stati gli operai forestieri dei vari palazzi qui in costruzione, molti e forse tutti i miste-

611

ASA, Lettera del Vescovo Romita sulle confraternite. Campobasso, 8 maggio 1923.

612

Pio XI erige Campobasso a sede vescovile, bolla di Pio XI, riportata in A. Tirabasso, Campobasso sacra, Campobas- so, 1929, pp.41-45.

613La festa del Corpus Domini, "il Foglietto", a.IV, n.19, Campobasso, 10 giugno 1923, p.1. 614

"Sedendosi addirittura al bar Milk, come nel caso dell'Assunta in persona, oppure del gran turco che si è andato a prendere una bibita al Vittoria bar. Alla fine però i personaggi chiesero alloggio agli altri Misteri dove presero la bene- dizione finale". Ibidem.

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ri sarebbero rimasti per terra"615. Comunque sia il corteo si presenta con tutti i Misteri, grazie al lavoro di remake da parte degli operai Libero Trotta, Giovanni Caporizzi e Pasquale Tucci616: per l'ennesima volta sono restaurati, a testimonianza dei continui interventi fatti a livello strutturale che, nel corso della storia, andranno a modificarne la fisionomia, non rendendone a volte visibile il messaggio artistico e il significato religioso. Quest'anno, suscitano il sorriso per evidenti inciden- ti lungo il percorso:Abramo perde l'angelo durante il tragitto, l'Immacolata "impersonata dalla fi- glia di "panzacuotte" non ebbe nessun incidente...solo che perdette un angelo per la via. Il diavolo nel misterio di S. Antonio Abate venne rappresentato da Liberato, il quale, mutilato e buono, si go- dette la vicinanza della donzella e cioè di Ninuccia (che, come è ben noto, è più diavola di lui)"617. Privati dell'aria di maestosità e di mistero, i quadri viventi, rappresentati da personaggi noti alla piazza, perdono l'originale fisionomia sacrale, diventando oggetto di riso e di satira cittadina, nell'impostazione dell'arguto articolo a firma dello pseudonimo Mafarka che prende spunto per ope- rare una critica sulla situazione politica campobassana618. Se la classica posizione dell'antropologia culturale considera il fenomeno la naturale e progressiva trasformazione della matrice sacrale in una dimensione desacralizzante del tempo sacro, agli occhi di un'archeologia festiva la dinamica è significativa per il recupero del reperto originario in funzione di una possibile ricostruzione. Il co- mitato cerca di ridare dignità alla "sfilata dei dodici misteri" affidandosi al "Foglietto" per una promozione di una cospicua colletta. Con tono ilare ci si appella ai campobassani di tutto il mon- do per "vestire a festa" la città in occasione del Corpus Domini. Il risultato è un'esortazione accorata e pragmatica a mettere "mano alla sacca!"619. Il gruppo organizzatore, utilizzando la questua, gira nei giorni precedenti e in quello festivo per raccogliere offerte da destinare alle varie manifestazio- ni. La Congrega e l'amministrazione comunale si limitano a dare, insieme ad altri enti, un contribu- to, lasciando l'organizzazione libera di poter gestire, con un apposito rendiconto spese, spazi di in- trattenimento e spettacolo. Nel 1924, in un processo costante di identificazione regionale e di spe- cificità tradizionale nasce il Molise, libro sussidiario per la cultura regionale, di Berengario Amo- rosa620, seguito l'anno seguente dalla pubblicazione di Eugenio Cirese, Gente Buona621. Nella pecu- liare risultanza di una cultura di appartenenza, i Misteri assurgono a simbolo festivo regionale622. La ritualità, nella descrizione dell'autore, si presenta con una grande animazione e rende trafficata ed affollata la serena cittadina. Tutti gli esercizi commerciali, da alberghi ad osterie e caffè sono coinvolti nell'accoglienza dei turisti. Spicca la vendita della "copeta", il torrone beneventano men- tre la folla si assiepa intorno a ad ambulanti e giocolieri. Dal borgo, verso le dieci, esce il primo Mistero. L'ordine processionale riportato da Amorosa è "S.Isidoro, S.Crispino, S. Gennaro, A- bramo, la Maddalena, S. Antonio Abate, l'Immacolata Concezione, S.Leonardo, S.Rocco, l'Assunta, S.Michele Arcangelo, S.Nicola", confermando la tradizione secolare che pone nella sequenza i qua-

615

"Né ci si venga a dire che alcuni Misteri non sono potuti uscire perché il comitato non ha voluto pagare secondo le pretese dei trasportatori". Ibidem.

616

Il nome della famiglia Tucci sarà legato successivamente al rifacimento e alla composizione dei Misteri dopo la se- conda guerra mondiale.

617E ancora "nel Misterio di S. Leonardo il figlio di Ricuccio Canniello fu un alabardiere magnifico; un S. Rocco molto

rassomigliante fu Vittorio Urcioli…". Ibidem.

618

MAFARKA, I Misteri,"il Guardio", a.III, n.12, 19 giugno 1924.

619 "il Foglietto", a. V, n.13, Campobasso, 19 giugno 1924, p.2-3. 620

B. Amorosa, Il Molise, Libro sussidiario per la cultura regionale, Campobasso 1924, ristampato a cura dell'Associa- zione Culturale "Pasquale Vignola", Riccia, 1990, con un saggio introduttivo di Giulio Di Iorio a cui si rimanda per una riflessione sul lavoro di Amorosa nel panorama culturale regionale del periodo.

621E. Cirese, Gente Buona, Libro sussidiario per le scuole del Molise,Lanciano, Giuseppe e Carabba Editore, 1925, ri-

stampato a cura della Biblioteca Provinciale di Campobasso nel 2007, con note di memoria di Alberto Mario Cirese e presentazione di Pietro Clemente, Scolari e contadini nel Molise degli anni Venti. Storie di un altro mondo.

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dri viventi a cui gli studiosi attribuiscono significato sacrale dandone una spiegazione storico- teologica. Altra particolarità della giornata è la pioggia di "fiori di ginestre e rosolacci", tipica di una festa primaverile in cui sono transitati motivi rituali presenti in altre tipologie calendariali molisane, ad esempio nel primo maggio623 e a Campobasso, nella processione della Madonna dei Monti, in cui i tappeti floreali ricalcano l'antica costumanza presente nel Corpus Domini. La de- scrizione termina con un breve e incisivo messaggio turistico: "e quando i Misteri ritornano ai loro depositi, le trattorie e le cantine sono prese d'assalto e un buon pranzetto, innaffiato dai vini puri e profumati di Ferrazzano, di Mirabello Sannitico, di Montagano e di Toro, completa il giubilo della festa, prima del ritorno a' propri passi"624. Nel 1925 è presentato il lavoro editoriale di Cirese, in una sorta di continuità e di attenzione verso la cultura regionale. Il tono della descrizione del rito è quasi poetico, nello stile del lavoro, che presenta un Molise ideale, ricco di tradizione e cultura. "Su macchine di ferro di varia altezza si dispongono in pose artistiche e atteggiamenti leggiadri fanciul- li, giovinette e uomini vestiti da angeli, santi e anche da diavoli..Ora tutta Campobasso, che ama i suoi Misteri, segue commossa la lunga processione, ricopre di fiori i gruppi viventi, portati a spalla da uomini robusti e leva al cielo voti, preghiere e canti"625. E' una evidente distorsione dell temperie storica di quegli anni, distinta dall'effettivo distacco della Congrega nella vita cittadina. Il 16 mag- gio 1925 è fondata un nuovo sodalizio dedicato alla Santissima Trinità nella chiesa collegiata arci- pretale della SS. Trinità e di Santa Maria maggiore in Campobasso626. La bolla è immediatamente approvata da Alberto Romita627 che conferisce mandato organizzativo all'associazione laicale. L'ar- ciprete Tarantino, quasi a voler puntualizzare la nuova situazione, chiede alla Congrega il contribu- to per l'acquisto delle candele processionali e la consegna di suppellettili sacre in possesso della stessa628. Solo pochi anni e l'ente sarà soppresso, sostituito nelle sue funzioni assistenziali dall'Ente Comunale Assistenza. Gli attori della plurisecolare manifestazione hanno assunto dimensione e connotazione ben definita, preludendo all'organica proposta del fascismo, che risponde alle esigenze di un controllo e di un utilizzo della religiosità popolare per propagandare il carattere schietto e ge- nuino del ruralissimo Molise. Lamentandosi per le difficoltà economiche, il comitato continua nella

623Sopravvivono in Molise rituali antichi dedicati al Primo maggio. Il primo a segnalarne l'esistenza fu A.M.Cirese, La pagliara maje maje,"La Lapa", III, 1955, pp.33-36, in cui si collega il rituale alle colonie slave immigrate in Molise e si

cita la costumanza di bagnare il cono con acqua dai balconi, rituale sopravvissuto fino ad oggi. Le "pagliare" sono tut- tora esistenti a Fossalto, Acquaviva Collecroce, Colledanchise e Lucito. I coni floreali hanno valenze magico sacrali evi- denti che si legano al ciclo dell'anno e alla propiziazione del raccolto. Sull'argomento si può vedere l'amplio e articola- to lavoro di A. Marasca, La festa del maggio nel rito e nella tradizione del canto popolare, Campobasso, 2014. Dopo una disamina della costumanza e della sua estensione sul territorio, l'autore si ferma a descrivere le modalità rituali, legate al canto di questua, raccolto nei vari paesi, in quelli in cui la tradizione persiste e negli altri paesi molisani in cui è andata perduta e di cui conserviamo le strofe dei canti e di alcune particolarità grazie all'opera di raccolta su campo