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Applicazione progettuale nel progetto TRIACA

di Marco Marseglia

10.2 Applicazione progettuale nel progetto TRIACA

Il progetto TRIACA proponeva la creazione di un nuovo camper a ridotti consumi ambientali, sia nella fase d’uso sia dal punto di vista dei materiali e dei processi produttivi impiegati3.

Fig. 10.1 | Interno del modello TRIACA.

3 Soggetto capofila: Trigano S.p.A. Partner: Espansi Tecnici S.r.l.; Dielectrick S.r.l. Organi-

smi di ricerca coinvolti: Dipartimento di Architettura (DIDA), responsabile scientifico Prof.ssa Francesca Tosi, Università di Firenze; Consorzio Polo Tecnologico Magona; Dipartimento di Scienze Sociali Politiche e Cognitive – DISPOC dell’Università di Siena; CU IT - Consortium Ubiquitos Technologies.

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La ricerca si è concentrata su una tipologia di prodotto super-compatto di lunghezza totale inferiore a sei metri. Nello specifico, il modello prodot- to dall’azienda Trigano Spa, come riferimento progettuale, è stato il TL 90. L’azienda ha sede nel distretto produttivo toscano della Val D’Elsa e Val di Pesa, dove sono collocate le più importanti imprese del settore a livello eu- ropeo, produttrici di circa l’80 della produzione nazionale.

Come sostiene Lotti (2014), il comparto è caratterizzato da un tasso di innovazione estremamente basso che solo recentemente, a causa della contrazione dei mercati, ha avvertito la necessità di un apporto innovativo a favore di una maggiore competitività.

Tra i possibili scenari di innovazione, al fine di attribuire al settore un va- lore aggiunto tangibile in termini di mercato, vi sono quelli legati agli aspetti estetico-formali e tecnologici oltre a quelli della sostenibilità, tematica vicina all’utilizzatore-tipo di questa tipologia di veicoli.

TRIACA si sviluppa proprio con la logica di apportare innovazione a più livelli: dal punto di vista estetico, prestazionale e ambientale.

L’obiettivo generale del progetto è stato affrontato nell’ottica di riduzio- ne degli impatti energetici nella fase d’uso, attraverso l’applicazione di un pannello fotovoltaico a film sottile dotato di batteria agli ioni di litio; inoltre, per una corretta gestione delle risorse (acqua ed energia) è stata installata una centralina di controllo che permette a chi usa il veicolo di monitorare i consumi.

Al fine di limitare i consumi di carburante e quindi le emissioni di CO2 nell’ambiente, la ricerca si è concentrata sull’individuazione di materiali più leggeri. Infine, in termini di materie prime e fasi produttive, è stata indagata l’applicazione di materiali e processi a ridotto impatto ambientale.

Nello specifico, l’alleggerimento del veicolo è stato ottenuto grazie all’im- piego della fibra di basalto in sostituzione della fibra di vetro come rivesti- mento esterno del pannello sandwich. Il materiale composto dalla fibra di basalto, grazie alle ricerche condotte dal Polo Tecnologico della Magona, è risultato essere più resistente e più leggero di circa il 30 rispetto alla fibra di vetro. È stata inoltre alleggerita la struttura portante del veicolo – sia la fian- cata che il pavimento – sostituendo il telaio di legno di abete con dei profilati in materiale composito in fibra di legno e PVC. Infine, per quanto riguarda la mobilia, nell’ottica di alleggerimento del veicolo, sono stati utilizzati alveolari di alluminio in sostituzione dei pannelli in legno.

L’analisi LCA semplificata è stata condotta su tre macro-aree del veicolo (pavimentazione, imbottiti, parete di fiancata) ed è stata usata per compara- re gli impatti in termini di g CO2 eq e consumo in h per quanto riguarda l’approvvigionamento delle materie prime e le fasi produttive.

Attraverso una diversa distribuzione degli spazi interni, applicando pro- gettualmente la logica dell’open space, si è ottenuta una maggiore sostenibi- lità in termini di vivibilità dello spazio e risparmio energetico nella fase d’uso, grazie a una maggiore illuminazione naturale.

I risultati ottenuti sono stati raggiunti attraverso l’imprescindibile collabo- razione tra i partner di progetto e i Laboratori DIDALA S4, lavorando in am- biti disciplinari eterogenei.

Fase di ricerca

Nella prima fase sono state condotte valutazioni esperte in relazione al modello di camper TL 90 prodotto da Trigano, alle quali è preceduta una visita in azienda che ha permesso al gruppo di ricerca di comprendere quali fossero i principali componenti e i processi produttivi interessati.

A seguito della visita è stata effettuata un’analisi delle criticità basandosi sulla distinta base del prodotto, in relazione ai materiali e ai processi pro- duttivi impiegati per la realizzazione del camper, e sui principi del Life Cycle Design.

Attraverso l’utilizzo del database Matrec in uso presso il Laboratorio di Design per la Sostenibilità, sono stati individuati i possibili materiali alterna- tivi da applicare nel nuovo progetto, al fine di favorire l’impiego di materiali provenienti da riciclo, da fonti rinnovabili o di origine naturale.

Uno dei primi obiettivi dell’analisi è stato quello di individuare materiali al fine di ridurre il peso della struttura e limitare l’impiego del legno di abete. Il lavoro di ricerca, per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, si è quindi concentrato sulle pareti strutturali e sulla pavimentazione. In modo congiun- to al Polo Tecnologico della Magona sono stati valutati in una prima fase materiali alternativi, sia per la parte interna che per la parte esterna della fiancata strutturale del veicolo, con lo scopo di andare a sostituirli con ma- teriali a ridotto impatto ambientale, leggeri e con una resistenza meccanica simile a quella dei materiali già impiegati nel modello preso in analisi.

Data la complessità e l’elevato numero di componenti del veicolo, nella seconda fase si è scelto di eseguire una LCA semplificata non sull’intero camper ma in relazione alle aree specifiche individuate nella prima fase di analisi.

In particolare la LCA è stata condotta per le pareti strutturali, per la pavi- mentazione e per quanto riguarda gli imbottiti e i rivestimenti.

Il prodotto di riferimento per l’analisi è stato il modello TL 90, sul quale è poi stato elaborato il nuovo concept TRIACA.

L’analisi ambientale è stata condotta attraverso un tool semplificato forni- to da Matrec, in dotazione presso LDS, al fine di valutare gli impatti ambien- tali del prodotto esistente in termini di emissioni di g CO2 eq e consumo di

h.

4 Nello specifico al progetto hanno partecipato il Laboratorio di Ergonomia e Design e il

Laboratorio di Design per la Sostenibilità.

Per distinta base di un prodotto si intende l’elenco dei materiali, dei processi produttivi e del peso di ciascun componente del prodotto. In inglese viene chiamata ill of Materials o

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L’analisi ha permesso di definire le strategie da adottare sul nuovo con- cept di prodotto e di avere dati oggettivi da poter comparare con gli impatti relativi al concept TRIACA, eseguendo quindi una LCA semplificata a fini comparativi.

La prima analisi ambientale non è stata usata come driver progettuale principale ma è comunque servita come stimolo progettuale nella fase di workshop, dove gli studenti, consultando il database Matrec, hanno potuto individuare nuovi materiali da applicare nei macro-componenti analizzati.

In particolare gli studenti si sono concentrati sull’individuazione di tessuti e imbottiture a ridotto impatto ambientale relativamente all’area dinette e ai rivestimenti sostenibili per la pavimentazione.

Risultati

La LCA semplificata condotta sui macro-componenti del modello TL 90 ha permesso di individuare gli impatti in termini di emissioni di g CO2 eq e di consumo di h per le fasi di pre-produzione e produzione.

L’analisi comparativa ha portato a un risultato di riduzione degli impatti di circa l’11 per quanto riguarda i g CO2 eq e di circa il 24 per quanto riguarda i h (si veda Fig. 10.2).

Nello specifico, per quanto riguarda la fiancata, il miglioramento in termini ambientali è stato ottenuto grazie all’impiego della fibra di basalto in sostitu- zione alla fibra di vetro, che ha permesso una riduzione di circa 10 g CO2 eq e di circa 2 h, e all’impiego di un composito a base di PVC e particel- le di legno in sostituzione del legno di abete che ha portato a una riduzione di circa g CO2 eq e 0 h.

I 20 g CO2 eq di riduzione, relativi alla pavimentazione, sono stati ot- tenuti grazie alla sostituzione del rivestimento in PVC con una ecomalta a base di elementi minerali e all’applicazione di materiale in fibra di basalto in sostituzione al compensato. L’eliminazione del compensato dalla pavimen- tazione ha portato a una notevole riduzione di h (si veda Fig. 10.2). È da evidenziare che il materiale di rivestimento scelto per la pavimentazione deriva dall’intervento di uno studente durante la fase di workshop; la propo- sta aveva come obiettivo l’inserimento di nuovi materiali applicati all’interior design.

Per quanto riguarda gli imbottiti, il concept TRIACA ha previsto l’applica- zione di un PUR da fonti rinnovabili che ha permesso una riduzione di circa 34 g CO2 eq e 200 h.

Fig. 10.2 | Tabella degli impatti relativa alla LCA comparativa tra il modello TL 90 e

il concept TRIACA.

Oltre ai miglioramenti raggiunti grazie all’applicazione dei metodi di na- tura quantitativa e analitica, il progetto TRIACA, comparato all’attuale pro- duzione camperistica, introduce anche importanti innovazioni tecnologiche, funzionali e formali afferenti alla sfera qualitativa del progetto.

A questo proposito, grazie alla progettazione dell’interfaccia della centra- lina, è stata raggiunta una migliore efficienza in relazione al controllo costan- te dei consumi del veicolo da parte dell’utente, che viene così indotto all’a- dozione di comportamenti più sostenibili, riducendo gli sprechi; nella fase d’uso si ha quindi una gestione delle risorse più semplice che ha portato a un miglioramento funzionale e alla sensibilizzazione dell’utente verso lo spreco d’acqua ed energia. La progettazione ha quindi agito anche sugli aspetti culturali del prodotto.

li aspetti qualitativi del progetto riguardano anche le soluzioni formali e le finiture scelte, generalmente applicate nell’interior design.

La dinette, nella maggior parte dei camper presenti sul mercato, è un ele- mento di rottura dello spazio poiché occupa visivamente e dal punto di vista fruitivo l’area calpestabile. Il concetto di open space ribalta la concezione classica dei volumi interni al camper, andando a generare un ampio spazio di calpestio fruibile e pulito dal punto di vista visivo, privo di elementi di di- sturbo e quindi sostenibile per quanto riguarda gli aspetti relativi alla vivibilità dello stesso, grazie anche alla possibilità di sfruttare maggiormente la luce naturale e quindi riducendo il consumo energetico.

Le finiture scelte si differenziano da quelle generalmente impiegate a fa- vore di un linguaggio più contemporaneo e innovativo, che permette a TRIA-

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CA di distinguersi nella produzione camperistica, favorendo l’entrata di una clientela più giovane nella propria nicchia di mercato. Alcuni dei materiali scelti, come ad esempio il PRAL per la cucina e il bagno e l’ecomalta per la pavimentazione, rispondono ai principi del Life C cle Design in ottica di ottimizzazione della vita dei prodotti e di facilità di manutenzione.

Sono state infine realizzate rilevanti innovazioni nell’area cucina con l’in- troduzione di piastre a induzione rimovibili che permettono un migliore utiliz- zo degli spazi interni, oltre alla possibilità di cucinare all’aperto, rispondendo così alle esigenze di una modalità di turismo che secondo le ricerche con- dotte dall’Associazione Produttori Camper e Caravan (2012) ama il rapporto con la natura e la vita all’aria aperta .

I metodi e gli strumenti del Design per la Sostenibilità sono andati a in- tegrarsi al usso progettuale, alle relazioni con le aziende partner e agli altri istituti di ricerca, generando un prodotto che ha più livelli d’innovazione, un concept innovativo, che non è quindi un mero re-design del modello di par- tenza.

Fig. 10.3 | Metodi e Strumenti per la Sostenibilità Ambientale applicati nel progetto

TRIACA.