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di Alessia Brischetto

8.2 Processo di definizione dei re uisit

All’interno del processo HCD, l’individuazione dei requisiti è una fase di fondamentale importanza2. Affinch i requisiti del progetto possano essere identificati è necessario stabilire per prima cosa il contesto d’uso e chi utiliz- zerà il prodotto o il sistema.

La fase di definizione dei requisiti può essere suddivisa in tre fasi: esplo- razione, organizzazione e revisione. Nella Fig. 8.2 viene illustrato il processo di definizione dei requisiti.

ig. 8.2 Rielab. processo di definizione dei requisiti (fonte Polillo 2010, p. 1 1).

Nella fase di esplorazione viene raccolto il maggiore numero possibile di informazioni sugli obiettivi e i requisiti del prodotto-sistema. In questa fase, gli obiettivi forniti dal committente possono essere generici e per questo mo- tivo è necessario analizzare in modo divergente il problema, affinch ne pos- sano essere prodotte visioni diversificate e affinch possano essere definite

2 Il processo di identificazione dei requisiti è alla base del processo HCD; un requisito (dal

le scale di priorità in riferimento ai bisogni degli stakeholder. Tali informazioni in questa fase sono reperibili da diverse figure e ambiti, ad esempio l’a- zienda (committente), gli stakeholder e attraverso l’analisi della concorrenza (questa prassi si effettua quando si tratta di sviluppare un prodotto o sistema che ha una concreta coerenza sul mercato).

Sulla base dei dati individuati in precedenza, segue tipicamente la fase di organizzazione (o stesura dei requisiti) che consente di costruire un docu- mento di specifica dei requisiti, che sarà condiviso con il committente (quan- do presente) e con il team e che, una volta revisionato e discusso, consentirà di pianificare gli step di intervento successivi. Questo documento serve alla definizione di cosa deve essere realizzato e del perch o del come il prodotto deve essere realizzato. All’interno del processo iterativo il documento dei requisiti non sarà mai definitivo ma oggetto di variazioni e implementazioni durante tutte le fasi progettuali.

Una volta definito il processo di definizione dei requisiti, affrontiamo ades- so quali strategie e metodologie consentono la raccolta dei requisiti in riferi- mento al contesto d’uso.

I requisiti devono essere individuati dal team di progetto e servono per identificare i bisogni degli utenti in relazione al prodotto o sistema da rea- lizzare; è importante distinguere questa fase da quella di progettazione, in quanto si tratta di una proposta preliminare dei vincoli all’attività di proget- tazione. I requisiti sono correlati ai modelli di interazione che si manifestano all’interno di un dato contesto d’uso. Il contesto in cui il sistema viene o verrà utilizzato è definito dalle caratteristiche degli utenti, dei compiti e dell’am- biente fisico e organizzativo che lo caratterizzano. È fondamentale compren- dere e identificare le caratteristiche del contesto per orientare le decisioni iniziali del progetto e per fornire una base per la loro successiva convalida.

La definizione sia delle caratteristiche che del contesto d’uso dovrebbero comprendere i seguenti fattori:

• le caratteristiche degli utenti: competenze, abilità, formazione, carat- teristiche fisiche, abitudini, preferenze ecc. In alcuni casi sarà ne- cessaria una classificazione degli utenti in determinate categorie, ad esempio per livello di esperienza;

• i compiti che dovranno eseguire: analizzare i compiti che potrebbero condizionare l’usabilità del prodotto o sistema, ad esempio indican- done frequenza e durata. Da verificare anche i livelli di stress fisico e della sicurezza;

• l’ambiente in cui gli utenti utilizzeranno il prodotto-sistema: definire le caratteristiche dell’ambiente fisico e sociale, e le abitudini, includen- do la strumentazione (ad esempio la tecnologia), standard, struttura organizzativa, procedure di lavoro ecc.

Prendere in considerazione tali aspetti consentirà di collezionare un nu- mero considerevole di requisiti. Tipicamente la fase di raccolta dei requisiti si avvale di una serie di tecniche di indagine, tra le quali ritroviamo: que-

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stionari, interviste individuali, focus group, osservazioni sul campo, suggeri- menti spontanei degli utenti, analisi della concorrenza e delle best practice. Si riportano nella tab. 8.2, di seguito, i vantaggi e gli svantaggi per le singole tecniche di esplorazione3.

Tecnica Serve per antaggi Svantaggi

Questionari Rispondere a domande

specifiche.

Qualitativi e quantitativi.

Si possono raggiun- gere molte persone con poco sforzo.

Vanno pianificati con grande accuratezza, in caso contrario le risposte potrebbero essere poco rilevanti (poco informative). Il tasso di risposta può essere basso. Interviste Esplorare determinati

aspetti del problema e determinati punti di vista.

Alcuni dati quantitativi ma prevalentemente qualitativi.

L’intervistatore può controllare il corso dell’intervista, orien- tandola verso quei temi verso cui l’in- tervistato è in grado di fornire i contributi più utili.

Richiedono molto tempo.

Gli intervistati potreb- bero evitare di espri- mersi con franchezza su alcuni aspetti. Un ambiente artificiale potrebbe intimidire gli intervistati.

Focus group e workshop

Mettere a fuoco un determinato argomen- to, sul quale possono esserci diversi punti di vista.

Alcuni dati quantitativi ma prevalentemente qualitativi.

Fanno emergere le aree di consenso e di con itto. Possono far emer- gere soluzioni condi- vise dal gruppo.

La loro conduzione richiede esperienza. Possono emergere figure dominanti che in uenzino la discus- sione.

3 Le valutazioni possono essere di tipo oggettivo e soggettivo, quantitativo e qualitativo, e

condotte in laboratorio o sul campo. Le valutazioni oggettive sono basate su tecniche che usano misurazioni quantitative e/o opinioni di esperti o di utenti; le valutazioni soggettive si basano invece su opinioni e aneddoti; le valutazioni quantitative comportano misurazioni; mentre le valutazioni qualitative lavorano con descrizioni e aneddoti. Le valutazioni quantitative tendono nella maggior parte dei casi a essere considerate oggettive e imparziali, mentre molte valuta- zioni qualitative sono considerate soggettive.

Osservazioni sul campo

Comprendere il contesto delle attività dell’utente.

Dati qualitativi.

Permettono di ottenere una consa- pevolezza sull’uso reale del prodotto che le altre tecniche non danno.

Possono essere difficili da effettuare e richie- dono molto tempo e risorse economiche. Comporta una vastissi- ma quantità di dati. Suggerimenti spontanei degli utenti Individuare specifiche necessità di migliora- mento di un prodotto.

Hanno bassi costi. Possono essere molto specifici. Hanno carattere episodico. Analisi della concorrenza e delle best practices Individuare soluzioni migliori adottate nel settore di interesse. Evitare di sviluppare un prodotto analogo a uno esistente. Ottenere vantaggio competitivo.

Questo tipo di analisi solitamente è costosa. Richiede molto tempo.

Tab. 8.2 Principali tecniche utilizzate nella fase di definizione dei requisiti (fonte

Polillo, p. 1 3; Preece, Rogers e Sharp, p. 232)

La raccolta dei dati costituisce una parte importante dell’attività di defini- zione dei requisiti e anche di valutazione.

Le tecniche riassunte nella tab. 8.2 sono alcune tra le principali modalità affinch possano essere raccolte le informazioni necessarie per identificare le tipologie di attività che gli utenti svolgono abitualmente, gli obiettivi a esse associati, il contesto in cui esse vengono svolte e le motivazioni per indurre le persone ad agire in un certo modo. Queste tecniche possono essere tra loro combinate e utilizzate in modo “creativo”, soprattutto in presenza di si- stemi ad alta complessità4.

La loro combinazione consente si identificare requisiti di natura diversa in modo simultaneo. Inoltre, successivamente alla fase di identificazione dei requisiti, sarà possibile stilare un documento dei risultati emersi e la defini- zione dei primi spunti progettuali o l’identificazione di nuove attività da vali- dare. Una volta definito il contesto d’uso (previsto o ipotizzabile), il team di progettisti e/o esperti dovrà provvedere nella fase iniziale del processo alla stesura di un documento dei requisiti.

La stessa norma ISO 9241-210 suggerisce che vengano identificati i se- guenti aspetti (si tratta di un elenco indicativo, in relazione al prodotto o sistema indagato si considereranno dei punti, piuttosto che altri), vediamoli di seguito:

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• le prestazioni richieste al nuovo sistema (o prodotto) in relazione agli obiettivi operativi ed economici;

• i requisiti normativi e legislativi rilevanti, compresi quelli relativi alla sicurezza e alla salute;

• la comunicazione e la cooperazione fra gli utenti e gli altri attori rilevati; • la attività degli utenti, inclusa la ripartizione dei compiti, il loro benes-

sere e le loro motivazioni; • le prestazioni dei diversi compiti;

• la progettazione dei ussi di lavoro e dell’organizzazione;

• la gestione del cambiamento indotto dal nuovo sistema, incluse le attività di addestramento e il personale coinvolto;

• la fattibilità delle diverse operazioni, comprese quelle di manutenzione; • la progettazione dei posti di lavoro e dell’interfaccia uomo-computer. A conclusione di questa fase si passa a quella di ideazione, che ha l’o- biettivo di sviluppare soluzioni progettuali basate sui requisiti individuati nelle fasi di osservazione e definizione dei requisiti (fasi a-b). Successivamente si passerà alla fase di “Evaluation”. Si tratta di valutazioni di tipo tecnico-funzio- nale ed esponenziale emozionale “User E perience”.

In conclusione, l’approccio Human-Centred Design, finalizzato alla com- prensione delle capacità e dei bisogni delle persone e all’individuazione delle possibili aspettative e desideri provenienti dal contesto sociale, offre al settore disciplinare del Design un solido apparato di strumenti operativi capaci di guidare l’intero processo di formazione e di sviluppo dei prodotti, dalla fase di concezione a quella di realizzazione, di uso e di dismissione.