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Apprendimento e auto-direttività

1.3 Concezioni teoriche e prospettive sull’apprendimento adulto

1.3.3. Apprendimento e auto-direttività

Nella letteratura sull’apprendimento degli adulti si è lungamente concentrata l’attenzione sulla caratteristica dell’apprendimento auto-diretto, come modalità specifica e più funzionale di altri schemi di apprendimento quali l’etero-diretto, per raggiungere quell’interazione tra motivazioni e bisogni dell’adulto con le occasioni e le opportunità di apprendimento. Fin dal lavoro di A. Though70 del 1971, l’interesse sull’apprendimento auto diretto degli adulti ha coinvolto molti ricercatori e studiosi nel campo dell’educazione e formazione sull’età adulta. Though, offri una prima descrizione dell’apprendimento auto diretto, come una forma di studio auto-pianificato.

Gli studi più recenti riservano maggior attenzione non tanto alle capacità di auto organizzazione il proprio apprendimento, quanto alle capacità del soggetto di esercitare una auto direzionalità (self-directing in learning) del proprio processo di apprendimento, come capacità e modalità di apprendimento autonomo, flessibile, e auto-controllato in rapporto agli obiettivi e alle strategie apprenditive, che è capace di

69 P. Jedlowski , Storie comuni, Mondadori, Milano, 2000, p. 209.

mettere in atto l’adulto per guidare il proprio apprendimento71. La moderna definizione di apprendimento auto-diretto (self-directed learning)72 , sta a significare sia un processo di apprendimento sia un processo formativo, che si avviano senza affidarsi ad un insegnante, ad un gruppo, senza facilitatore e senza un’organizzazione formativa.

L’apprendimento auto-diretto, secondo S. B. Merriam e R. Caffarella, focalizza il processo attraverso il quale l’adulto assume il controllo del proprio apprendimento, sul modo in cui struttura i propri obiettivi, reperisce le risorse necessarie, sceglie il metodo di studio più appropriato e valuta i propri progressi. Esso consiste in una forma di studio in cui la responsabilità di pianificare, portare avanti e valutare le proprie esperienze di apprendimento appartiene interamente al discente, all’interno di un processo che è parte naturale della vita adulta. Nel dibattito scientifico risultano ancora molte divergenze terminologiche sui concetti di apprendimento auto-diretto73 (o auto-gestito), inteso come modalità del soggetto di guidare ed esercitare l’acquisizione dei propri saperi, autoapprendimento come studio spontaneo, e autoformazione intesa come processi di formatività del sé.

Al di là delle diversità e molteplicità delle posizioni si può definire apprendimento auto diretto un percorso di apprendimento libero, auto-costruito, auto-valutato, auto individuato e volto allo sviluppo di saperi, competenze e abilità diverse, in condizioni di autonomia e soggettualità totali74. L’enfasi dell’apprendimento auto diretto è sul controllo esercitato dal discente stesso sul processo, piuttosto che dall’esterno, dalla possibilità di utilizzare il proprio stile personale nell’acquisizione del sapere, dalla libertà di stabilire tempi e modalità e soprattutto e strategia nei processi meta cognitivi. Il processo di apprendimento in questo caso è soprattutto estraneo ai

71 A. Alberici, Imparare sempre nella società della conoscenza, 2002, p. 95-96, op. cit.

72 S. B. Merriam, R. Caffarella, Learning in Adulthood, 1991, p. 224, op. cit.

73 La teoria andragogica e la teoria dell’apprendimento auto-diretto possono essere accomunate dalla matrice teorica di ispirazione rogersiana, secondo cui il discente partecipa direttamente al processo, assumendono il controllo, l’apprendimento è basato sul confronto con esperienze pratiche personali e sociali, e l’auto-valutazione è il metodo principale per verificare i progressi ottenuti (cfr. C.R. Rogers, Libertà nell’apprendimento, 1973, op.

cit.). L'espressione "apprendimento auto-gestito" è di origine statunitense e corrisponde a quella utilizzata nelle

risoluzioni dei Ministeri dell'Istruzione dei Paesi dell'OCDE del gennaio 1996, della Conferenza dei Ministri dell'Istruzione del Consiglio Nordico dell'ottobre 1996 e del rapporto della Commissione Delors sull'Istruzione del XXI secolo, (cfr. P. Federighi (a cura di), Glossario di Educazione degli Adulti in Europa, BDP-Biblioteca di Documentazione Pedagogica EAEA-European Association for the Education of Adults, Firenze, 2000, p. 24.

74 D. Demetrio, L’educazione interiore. Introduzione alla pedagogia introspettiva, La Nuova Italia, Milano, 2000, p. 197.

contesti istituzionali, e molto dipendente dal soggetto e dalle sue esperienze. L’autoformazione come “formazione di se stessi” e “formazione da soli” attiene sia alla conoscenza di sé, sia alla costruzione della propria identità.

L’apprendimento auto-diretto significa partecipare attivamente alla costruzione di sé, consapevolmente, ma anche talvolta impotenti alle trasformazioni interne ed esterne che la vita propone75.

P.Carrè76 ha individuato cinque indirizzi riconducibili ai paradigmi dell’autoformatività e auto-apprendimento : una conoscitiva ed una esistenziale, secondo un grado diverso di predominanza e intervento del soggetto che apprende, (cfr. Tab. 2)

L’autodirezione del proprio apprendimento non è sempre possibile, sia in quanto il soggetto stesso non ha le competenze o le possibilità per capire e decidere cosa, come e da chi apprendere, sia perché il soggetto a volte è inserito in contesti sociali ed organizzativi nei quali il controllo sui processi e sui contenuti dell’apprendimento non sempre sono governati dallo stesso individuo e consapevolmente.

D.W. Mocker e G.E. Spear77 ritengono che vi sia una situazione complessa tra individuo e istituzione (ad esempio organizzazione professionale) che influisce sulle capacità di auto direzione dell’apprendimento, secondo cui è possibile che si via auto-direttività più il soggetto ha il controllo sia sui contenuti che sui processi di apprendimento, mentre diminuisce quando il controllo è esercitato dall’istituzione di appartenenza.

75 Ivi, p. 196. L’auto direzionalità dell’apprendimento introduce al tema della biografia educativa (o biografia

formativa, o biografia cognitiva) in cui si chiede al soggetto di esplicitare la propria storia di vita educativa (o di

apprendimento). Questo esercizio contribuisce a creare l’autoformazione nello stesso tempo in cui la fa conoscere. sulle biografie formative oltre a D. Demetrio, 2000,op. cit. Egli definisce il paradigma auto formativo con il termine : bio-epistemiologico, in quanto tentativo emergente volto a descrivere un processo personale e vitale di carattere retroattivo (cfr. G. Pineau, J.L.Le Grand, Le storie di vita, Guerini e Ass., Milano,2003, cfr. anche successivo par. 3.4.1 “Gli strumenti della ricerca narrativa: le interviste narrative”).

76 Ivi, p. 198, cfr. anche P. Carrè , A. Moisan, D. Poisson, L’autoformation, Puf, Paris, 1997, p. 108.

77 D.W. Mocker, G.E. Spear, Lifelong Learning: Formal, Non-Formal, Informal and Self-Directed, ERIC Clearinghouse on Adult, Career and Vocational Education, Columbus, OH, 1982.

Tabella 2 - I cinque indirizzi dell'autoformazione

I paradigmi dell’autoformatività Attualizzazioni

Conoscitiva : già presente nella tradizione

greco-latina della autodidassi e relativa a saperi, saper fare, saper capire di ogni tipo

Persegue uno sviluppo dell’apprendimento al di fuori di qualsiasi istituzione educativa, attraverso l’autoistruzione offerta da letture video, new media, simulazioni virtuali ecc.

Esistenziale: indica ogni esperienza dove si

apprende per sé attraverso se stessi e non conosce limiti di età e di luogo. La dimensione dello sviluppo cognitivo ermeneutico, nonché della cura di sé è qui privilegiata

Si realizza attraverso occasioni autoriflessive, narrative, problematizzanti, cliniche: fra cui l’autobiografia, l’ascolto, il racconto, scritture creative o filosofiche, diario.

Formativa: raccoglie tutte le pratiche che si

prefiggono di sviluppare e facilitare l’autonomizzazione del soggetto in situazioni di apprendimento formale

I soggetti partecipano alla costruzione del loro programma formativo avvalendosi di tutor, accompagnatori il cui ruolo è volto anche a incentivare modalità di valutazione personalizzate

Sociale indica le più diverse occasioni, professionali

e non, nel corso delle quali i soggetti apprendono in gruppo e dal gruppo per finalità sociali, politiche, associative, culturali o soltanto funzionali all’aiuto e al sostegno psicologico, educativo, didattico dei membri del gruppo

Viene enfatizzato il momento dello scambio, della messa in comune delle esperienze, della condivisione : apprendimento relazionale, reciproco, comunitario

Cognitiva: attiene, in interazione con i precedenti

paradigmi, alle attività che si focalizzano sulle procedure dell’imparare ad apprendere

E’ presente laddove il singolo o un’organizzazione perseguano l’incremento di competenze meta cognitive, metalinguistiche, metacomunicative

(Fonte D. Demetrio, 2000, p. 199)

Le distinzioni sull’apprendimento auto-diretto, rifacendosi ad altri riferimenti teorici, si suddividono rispetto agli obiettivi a cui tende il processo stesso come: migliorare l'abilità dei soggetti adulti nel dirigere il proprio apprendimento, l’apprendimento auto diretto come processo di trasformazione e cambiamento individuale e l’apprendimento auto diretto per promuovere l’emancipazione sociale.

L'apprendimento auto-diretto come si vedrà in seguito, si potrebbe considerare il prototipo dell'apprendimento intenzionale, ma esso può avvenire in situazioni sia formali che informali, ovvero situazioni nelle quali seppure il soggetto esercita una volontà o una motivazione verso un obiettivo di apprendimento, il percorso di conoscenza può essere occasionale, non strutturato, non organizzato.