Cap.3 Metodologie e strumenti per la ricerca sull’apprendimento adulto: il metodo narrativo
3.2 Approccio narrativo: paradigmi di ricerca e significati della narrazione
3.2.1 Narrazione come costruzione di significati
L’approccio narrativo come metodo di ricerca sociale deve il contributo alla cor-rente di pensiero della psicologia sociale e al principio narrativo, inteso come moda-lità di pensiero che favorisce i soggetti a creare una propria visione del mondo e della realtà228.
J. Bruner utilizza un approccio di tipo costruttivista, in base al quale si presume che la principale funzione della mente sia la costruzione del mondo e la costruzione di significati229 sulla realtà. Egli sostiene che iprocessi cognitivi e linguistici che
226 D. Demetrio, Narrare per dire la verità. L’autobiografia come risorsa pedagogica, in Rivista elettronica di
Scienze Umane e Sociali, m@g@m, vol.3 n. 3, 2005, (available on-line www.analisiqualitativa.com/magma).
227 M. Striano, La narrazione come dispositivo conoscitivo ed ermeneutico in Rivista elettronica di Scienze
Umane e Sociali, m@g@m, vol.3 n. 3, 2005, (available on-line www.analisiqualitativa.com/magma).
228 J. Bruner, La cultura dell’educazione, Feltrinelli, Milano, 1996, p. 52.
nano l’auto-narrazione sulla base di specifici modelli culturali sono in grado di strut-turare l’esperienza percettiva, di organizzare la memoria, di costruire la vita in base ad un determinato fine230.
La svolta narrativa consentì di superare una concezione occidentale del Sé, che racchiudeva una visione della persona con un universo motivazionale e cognitivo de-limitato, unico, più o meno integrato, nel quale emozione, giudizio, azione vengono concepiti come insieme definito in contrasto con altri insiemi simili di un ambiente sociale e naturale231.
Le storie possibili sono molto diverse, la ragione, invece, è dominata da una logica unica e stringente. Diversamente dal pensiero logico-scientifico il pensiero narrativo, serve ai soggetti per la riflessione su se stessi e sulle loro condizioni. J. Bruner ritiene che l’apprendimento sia fondato sulla capacità di narrare e auto narrarsi e che la nar-razione consenta di creare significato attorno e su sé e sugli eventi e la realtà. Il centro dell’analisi è costituito oltre a ciò che i soggetti fanno e agiscono, anche ciò che i soggetti dicono di fare, ciò che dicono essere la causa di ciò che fanno, ciò che i getti dicono a proposito delle azioni altrui e della relativa motivazione e come i sog-getti dicono che è il loro mondo232.
Il processo di costruzione del Sé si realizza nel momento in cui i soggetti costrui-scono e modificano le realtà sociali, ma non può essere indagato al di fuori della stessa azione, si accentua il ruolo dell’attore come testimone privilegiato per la rico-struzione dell’azione stessa.
La riconduzione al soggetto anche se l’azione non è ancora cosciente e consape-volizzata, viene svolta dal ricercatore che si occuperà di ricostruire gli schemi di cui gli attori si servono, a posteriori. La nozione di un sé narratore : un sé che narra storie in cui la descrizione del sé fa parte della storia è un concetto che appare tra la fine de-gli anni settanta e l’inizio dede-gli anni ottanta.
La narrazione di un evento si può definire sia un recupero del passato, ma anche la creazione di una nuova narrazione, il ricercatore non sarà concentrato su una verità
230 J. Bruner, Life is narrative, 1987, pp. 11-32, op.cit.
231 J. Bruner (trad. it), La ricerca del significato. Per una psicologia culturale, Bollati Boringhieri, Torino, 1992, p. 111.
storica (sia essa recuperata o di nuova invenzione) quanto di una verità narrativa. Questa verità narrativa, funziona solo se si accorda con la “vera” storia del paziente (soggetto), e se in qualche modo riesce a cogliere, all’interno della sua logica, il vero problema del paziente (soggetto).
Nella narrazione di un evento attuale si possono presentare non solo le azioni, ma anche il sé durante quegli eventi. In questo modo, ad esempio nel contesto delle inte-razioni con interviste, attraverso la cornice del resoconto di una storia, la narrazione dà una doppia lettura dell’agentività del parlante e del posizionamento, attraverso le azioni riferite e attraverso gli stati d’animo descritti.
L’essere umano vive tutta la vita nel raccontare se stesso, costruendo degli atti nar-rativi. Il Sé è un raccontare, non solo su noi stessi ma anche verso noi stessi e se an-che gli altri vengono resi in senso narrativo, la nostra narrazione, se raccontata ad un altro, viene ad essere, doppiamente narrativa. La relazione in cui un soggetto si ori-gina e trasforma ha una dimensione narrativa, le persone nascono nelle storie, vivono nelle storie e si trasformano insieme alle loro storie. G. Bateson intende per storia un sistema composto da elementi diversi, che assumono una dimensione pertinente attra-verso la costruzione di senso e coerenza.233
A riguardo del concetto di Sé D. Polkinghorne 234 osserva, che gli strumenti che le discipline umane utilizzano per avere accesso al concetto di Sé sono in genere quelli della ricerca tradizionale, la nostra identità personale e il nostro concetto di Sé ven-gono acquisiti tramite l’uso della struttura narrativa, e la concezione della nostra esi-stenza come un unico insieme è compiuto per mezzo della comprensione della nostra vita come espressione di un’unica storia che si svela e si sviluppa, la narrazione di-viene uno strumento capace di conferire continuità alla nostra esperienza e conse-guentemente allo sviluppo di un’identità precisa.
La scoperta, che i soggetti rendono in forma narrativa la propria esperienza del mondo e del proprio ruolo nel mondo, ha costretto i sociologi a rimettere in discus-sione l’uso del loro principale strumento di ricerca, l’intervista235.
233 G. Bateson, Verso un’ecologia della mente, 1976, p. 28, op. cit.
234 D.E. Polkinghorne, Narrative knowing and the human sciences, Suny Press, Albany, New York 1988.
L’approccio narrativo ha assunto anche nel contesto dell’educazione e formazione degli adulti un importante sviluppo nell’ambito della ricerca di tipo biografico e auto-biografico, il raccontarsi è considerato occasione e strumento auto conoscitivo e tra-sformativo, luogo, occasione attorno a cui orientare le proprie motivazioni, finalità, percorsi formativi anche come cura di sé e infine come micro modello per la stessa ricerca educativa236.
E’ solo in anni recenti che l’analisi del rapporto tra narrazione e conoscenza ha as-sunto significato, in particolare nella ricerca sociale e psicologica, riconoscendo la narrazione come la principale forma di conoscenza umana. La conoscenza narrativa è, una modalità conoscitiva che permette ad ognuno di noi di fare ordine nella realtà simbolica che ci circonda, nella rete sociale in cui siamo coinvolti e ci muoviamo237.
La forma narrativa riflette lo sforzo di ristabilire un senso di ordine e significato all’esperienza umana: le storie sono modi di organizzare l’esperienza, interpretare gli eventi e creare significato, mantenendo al contempo un senso di continuità238.