1.7 Possibili interpretazioni sull’ apprendimento e sulla conoscenza
2.1.3 Pensiero epistemologico in età adulta
Senza la pretesa di esaurire l’argomentazione sullo sviluppo delle conoscenze in età adulta e rimandando ad un ampia letteratura sul tema139, (prevalentemente di ma-trice psicologica), si propone di seguito una breve sintesi di alcuni studi dedidcati allo sviluppo cognitivo e alla natura della conoscenza e dell’apprendimento specifica-mente riferito all’età adulta e che supportano le scelte epistemologiche successiva-mente descritte.
La ricerca sulle epistemologie personali, ovvero dei principi e dei metodi della co-noscenza e sulla coco-noscenza, ha evidenziato che accanto a processi di coco-noscenza
138C.C. Knight, R.E. Sutton, Neo-Piagetian theory and research. Enhancing pedagogical practice for
educators of adult , 2004, p. 51, op. cit.
chiarativa (riferibile ad una conoscenza correlata al raggiungimento di un compito) e procedurale (riferibile alle strategie per gestire e risolvere problemi) vi è una terza ti-pologia di conoscenza definita (a seconda delle posizioni dei ricercatori) sistema di credenze, intuizioni, epistemologie ingenue che influenza ed è parte del processo di apprendimento stesso. K.S. Kitchner140, ad esempio, propone una suddivisione a più livelli per definire la differenza sulle conoscenze e credenze degli individui: un primo livello cognitivo, un secondo metacognitivo ed un terzo livello epistemico.
A livello cognitivo i soggetti costruiscono la conoscenza attraverso processi mne-monici, percettivi, logici, a livello metacognitivo i soggetti attuano diverse strategie per raggiungere gli scopi cognitivi, le conoscenze risultano strettamente correlate alle esperienze metacognitive, ossia alle conoscenze che derivano dall’esperienza e dall’esercizio di attività cognitive, esperienze che mettono il soggetto a contatto con il proprio mondo mentale141. Al terzo livello epistemico, la conoscenza si riferisce alla riflessione sulla possibilità di risolvere problemi e sulla limitatezza delle strategie co-gnitive messe in atto per risolvere problemi o raggiungere determinati scopi. Questo livello epistemico è una teoria meta cognitiva nel senso di una teoria che si intreccia con gli aspetti cognitivi della mente e che cerca di spiegare le convinzioni sulla natura delle conoscenze.
Le teorie metacognitive elaborate dai soggetti non sarebbero sempre esplicite, di-fatti gli studiosi hanno individuato tre livelli di elaborazione metateorica: metateorie tacite, ovvero teorie di cui i soggetti non hanno consapevolezza, ma che vengono uti-lizzate dai soggetti o costruite per dare significato (esempio le teorie implicite dell’intelligenza, il sistema di credenze), le metateorie informali che si distinguno da quelle tacite per il maggior livello di consapevolezza che il soggetto ha, seppur non è in grado di gestire il processo della conoscenza (esempio le false credenze dei
140 K.S. Kirtchener, Cognition, metacognition and epistemic cognition. A three level model of cognitive
processing, in «Human Development», 26, (4), pp. 222-232, 1983,. Perkins e Simmons (1988) hanno individuato
quattro diversi frames relativi alla comprensione : di contenuto, di problem solving, epistemico, di indagine, necessari secondo gli studiosi tutti. Altri autori hanno provato a chiarire i significati attorno a conoscenze e credenze, ritenendo che le conoscenze giustificabili e sostenibili e quindi in possesso di uno status epistemologico diverso dallla credenze, altri sostengono che la conoscenza è priva di elementi valutativi mentre le credenze sono associate a sentimenti, emozioni o valutazioni. Assumendo la posizione di P. Boscolo la distinzione tra conoscenze e credenze è artificiosa, in quanto le une sono parte delle altre, cfr. L. Mason, Verità e certezze, 2001, p. 18-21, op. cit.
bini che da teorie tacite assumono la forma di teorie implicite con lo sviluppo e pos-sono poi generare teorie formali di conoscenza), ed infine le metateorie formali che hanno la caratteristica di essere strutture esplicite di conoscenza, che il soggetto uti-lizza per gestire i propri processi cognitivi.
Questa attenzione all’epistemologia personale e sociale, ovvero ai fattori che in-fluenzano la nostra cognizione, trova molte conferme nella logica della pedagogia della comprensione142, ma anche in una logica di studio e ricerca sugli apprendimenti informali il cui signficato è integrato tra la percezione del proprio apprendimento e la natura delle proprie conoscenze.
L’importanza della coscienza e conoscenza epistemica mette in rilievo le teorie più o meno implicite che governano i processi di apprendimento e che influenzano ciò che si conosce, come si conosce e come si impara. Se un tempo si considerava l’età adulta il culmine del pieno sviluppo e maturità, oggi si ritiene vi siano del processi di sviluppo cognitivo successivi alle fasi operatorie formali tipiche dell’età adulta. Le caratteristiche del pensiero post-formale sono il pensiero relativista e pensiero dialet-tico che si incrocia attraverso il giudizio riflessivo con il pensiero adattivo. Le caratte-ristiche del pensiero post-formale in età adulta mettono in luce la consapevolezza di un sapere parziale e instabile, quali: il relativismo, ovvero la conoscenza non è per-cepita ed intesa come certa, assoluta e immutabile (questo concetto si rifà anche al pa-radigma post-moderno della conoscenza), la conoscenza presuppone l’accettazione delle contraddizioni che fanno parte della realtà e spesso condizionano pensiero ed azione, la conoscenza è un processo di integrazione di significati a volte distanti e contraddittori.
Il significato di relativismo nel pensiero adulto presuppone che ciò che viene co-nosciuto sia un’elaborazione soggettiva degli individui, ma anche che non esiste un unico modo di giungere alla conoscenza e che si giunge alla verità solo riferendosi a specifici contesti di interpretazione. Vi sarebbe un percorso di raggiungimento delle proprie conoscenze che afferisce a diversi livelli, in logica di gradualità, di relativi-smo e influenzato dalla modificazione delle credenze rispetto ai vincoli contestuali e
soggettivi e darebbero giustificazione ad uno sviluppo di un’epistemologia del pen-siero adulto post-formale.
Il relativismo soggettivo si riferisce alle credenze e atteggiamenti del soggetto (ogni individuo ha una sua verità facendo riferimento alle propri modi di agire, di in-terpretare le conoscenze, ai propri sistemi di credenze), il relativismo oggettivo si ri-ferisce al contesto in cui il giudizio, affermazione viene prodotto, esso è separato dalle credenze soggettive, il relativismo concettuale fa riferimento sia al contesto (culturale, sociale ecc.), sia alle interpretazioni individuali della conoscenza.
Conveniamo, infine, con L. Mason143, che rendere i soggetti consapevoli delle loro convizioni tacite, (ma anche giungere a uno stadio di relativismo concettuale) circa le propie conoscenze (teorie e metateorie) costituisce una tappa fondamentale di un cammino che porterebbe ad elaborare visioni epistemologiche più sofisticate.