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La ricerca narrativa all’esplorazione dei mondi sociali

Cap.3 Metodologie e strumenti per la ricerca sull’apprendimento adulto: il metodo narrativo

3.2 Approccio narrativo: paradigmi di ricerca e significati della narrazione

3.2.3 La ricerca narrativa all’esplorazione dei mondi sociali

La ricerca narrativa cerca di descrivere e comprendere il significato e il valore at-tribuito da soggetti alle situazioni che costituiscono il fenomeno oggetto di studio. L’approccio narrativo si basa sull’assunto di fondo (di derivazione post-moderna) che non esiste una realtà unica, né una interpretazione univoca della realtà sociale: plura-lismo, relativismo, e soggettività rappresentano i principi costitutivi di tale approccio. Ciò non esonera il ricercatore dalla responsabilità di fornire dei fondamenti logici, coerenti e comprensibili, rispetto alle scelte operate e ai metodi utilizzati, così come di esplicitare i processi attraverso cui gli esiti sono stati raggiunti.

Il lavoro di ricerca, secondo un approccio narrativo si configura come un lavoro profondamente ermeneutico, in cui l’interpretazione del ricercatore è sempre perso-nale, parziale e dinamica e si realizza attraverso un costante processo dialogico con i testi, i contesti indagati e i soggetti protagonisti. La narrazione propone un proprio di-spositivo euristico rintracciabile non solo in specifici metodi di ricerca, ma soprattutto in un approccio narrativo alla ricerca che tende a privilegiare più che la rilevazione e l’analisi dei fatti, il senso che questi producono per i soggetti e che esprimono attra-verso le proprie narrazioni.

L’approccio narrativo si associa ad una tipologia di ricerca che individua nel para-digma idiografico245 il suo fondamento, le cui specifiche caratteristiche

244 Ivi, p. 153, op. cit. E. Wenger ritiene che l’identità sia una immagine temporanea, è sempre in mutamento, è multipla in quanto definita da diverse traiettorie (intese come prodotto di connessioni diverse delle molteplici comunità di pratiche a cui apparteniamo). Egli sostiene che : «…le identità danno significato agli eventi, in relazione al tempo, costruiti come estensione del sé. Procurano un contesto in cui determinano cosa fra tutte le cose che sono potenzialmente rilevanti, è rilevante apprendere», E. Wenger, Communities of practice, 1998, p. 153-154, op. cit.

245 L’approccio idiografico evita generalizzazioni e si focalizza su pochi casi particolari, casi unici, intesi come soggetti, ma anche come situazioni, va a rintracciare e comprendere significati, scopi, valori. «Idiografica è una rappresentazione che non può essere generalizzata. E’ la rappresentazione di qualcosa di singolare e di contingente», cfr. P. Jedlowski, Storie comuni, 2000, p.203, op. cit.

che si basano su procedure di ricerca definite pure o imperfette246, nelle quali le strategie di ricerca non possono essere connesse a variabili oggettive e sempre osservabili, ma soggette a interpretazione e processi ermeneutici ponderati su de-terminati fenomeni.

La ricerca narrativa consente di esplorare e comprendere il mondo interno degli individui in quanto conosciamo noi stessi e ci riveliamo agli altri attraverso le storie che raccontiamo, e di esplorare esperienze individuali e collettive, campi e corsi di azione, situazioni problematiche di difficile interpretazione, consentendo di compren-derne e decostruirne e ricostruirne il significato culturale e sociale247. Attraverso la narrazione si possono rendere esplicite non solo le intenzioni e le motivazioni delle azioni indagate e narrate, ma anche le strutture di conoscenza cui i soggetti si riferi-scono nel pianificare e realizzare e valutare i corsi d’azione. I dispositivi narrativi as-sumono perciò particolare rilevanza sia quando si intenda realizzare processi di rico-struzione di azioni in situazione (allo scopo di identificare caratteristiche precedente-mente ignorate di una situazione o di assegnare nuovi significati ad elementi noti); sia quando si intenda esplicitare la posizione epistemica di un soggetto agente in situa-zione da cui scaturisce la visione che questi ha del suo agire sulla base del proprio background culturale, della propria storia, delle proprie esperienze; sia, infine, quando si voglia esercitare un processo di ricostruzione di credenze, preconcetti, teo-rie implicite che condizionano, oteo-rientano e vincolano l’agire di un soggetto in deter-minati contesti socio-culturalmente deterdeter-minati come quelli in cui si inscrive l’agire educativo in tutta la sua complessità e pregnanza conoscitiva.248

Dispositivi narrativi quali biografie, interviste narrative, racconti di vita, incidenti critici, offrono al soggetto la possibilità di assegnare un senso ed un significato a spe-cifiche azioni compiute, ad eventi ed esperienze.

La ricerca narrativa è un approccio di descrizione, interpretazione, comprensione dell’agire individuale e sociale piuttosto che di osservazione ed esplicazione dello stesso; si rivela, quindi, particolarmente utile ed efficace in una prospettiva euristica che sia: fortemente orientata alla individuazione di elementi di contesto e di

246 P. Sorzio, La ricerca qualitativa in educazione, 2005, pp. 29-30, op. cit.

zioni personali, storiche, culturali e sociali, e focalizzata sulla fenomenologia dell’agire piuttosto che sull’azione intesa come singola unità di analisi, decontestua-lizzata e sezionata nelle sue diverse componenti o possibili declinazioni249.

P. Jedlowski ritiene che anche la narrazione è un’azione sociale nella misura in cui è rivolta a un altro 250. L’altro può essere presente anche nell’immaginazione. Nar-rare è l’azione di chi racconta l’azione, e di chi ne ascolta la storia, l’azione raccon-tata viene messa in comune. Ciò che viene narrato è una storia, che contiene azioni, ma anche eventi naturali e casuali, secondo una trama che il narratore e il destinatario conoscono già o in parte, in quanto essere viventi, in quanto già implicati, non speci-ficamente nel contesto della narrazione, ma in quanto hanno già maturato una com-petenza, agendo come persone.

Ogni azione sociale ha un’infinità di significati, in quanto dipende dalla relazione tra le intenzioni coscienti e l’azione e dall’azione con le azioni degli altri, inoltre ogni azione può essere riferita a diversi antecedenti più o meno rilevanti, più o meno con-sci e inconcon-sci, l’azione è e rimane la stessa, i significati cambiano, è impossibile che questi siano univoci.

L’interpretazione narrativa della realtà è un processo mediante il quale la realtà di-viene propriamente una realtà umana. Se narriamo è perché non siamo immediata-mente trasparenti a noi stessi, e le nostre azioni ci sfuggono. Narrando incrementiamo la nostra comprensione251. Narrando gli esseri umani cercano di definire i significati di quello che fanno e di quello che accade, in un continuum di relazioni reciproche, nel tentativo di spiegare e costruire socialmente la realtà. Il fine ultimo della ricerca narrativa si può intendere come la produzione di narrazioni, non solo intese come semplice raccolta dati, in cui gli eventi analizzati possano essere collocati e organiz-zati in una forma di rappresentazione.

248Ivi

249P. Jedlowski, Storie comuni, 2000, op. cit.

250 P. Jedlowski, Storie comuni, 2000, 2000, p. 187, op. cit.

Al centro della ricerca narrativa vi è la necessità di interpretare l’esperienza, indi-viduare il modo in cui i soggetti comprendono, organizzano e rappresentano l’esperienza252.

Il ricercatore dovrà quindi ricostruire gli elementi raccolti e combinarli per dare un significato, cercando di metterli in relazione e costruire una storia (come nella pre-sente ricerca la storia cognitiva dei soggetti adulti), che fornisca una spiegazione pos-sibile alle domande di ricerca (nel caso oggetto di studio gli apprendimenti informali).