RICERCA EMPIRICA SULL’APPRENDIMENTO INFORMALE
4.2 Il disegno della ricerca e le metodologie applicate
4.2.4 Raccolta dei dati
La scelta dello strumento di raccolta dei dati empirici, l’intervista narrativa, è’ stata elaborata sulla base di un protocollo aperto vicino al modello di indagine defi-nito Racconto di Vita 353, partendo da uno schema di riferimento costituente le do-mande di ricerca, per agevolare la ricostruzione dei dati narrativi, delle storie profes-sionali, e indagare i temi della ricerca. E’ stato elaborato un indice-traccia contenente alcuni fili conduttori da seguire durante l’incontro tra il soggetto indagato e il ricer-catore, predisposta sia per mantenere una rigorosità nel metodo di raccolta dei testi, sia al fine di permettere una analisi comparativa ed ermeneutica dei dati qualitativi. Seppure si è assunto un metodo di indagine di tipo qualitativo, si può in ogni caso so-stenere, che ogni scelta di ricerca, rimanda anche ad approcci in cui aspetti qualitativi e quantitativi si equivalgono : una traccia di intervista narrativa è, infatti, del tutto si-mile alle schede di analisi del contenuto354 e queste, a loro volta, condividono con i questionari strutturati i criteri generativi e gli obiettivi di fondo (in termini di validità e affidabilità delle definizioni operative).
Le informazioni, raccolte con le interviste narrative, sono materiale aperto, non strutturato, rilevato per mezzo di strumenti narrativi che lasciano il soggetto piena li-bertà di espressione (con qualche accento di direttività dovuta prevalentemente alle inferenze del ricercatore), in effetti l’utilizzo della traccia non era comunque
352 Anche le interviste realizzate nella fase I (Pilota) sono state incluse nella base empirica della presente ricerca.
353 D. Bertaux (trad. it), Racconti di vita, F. Angeli, Milano, 1999, cfr. anche Bichi R., L’intervista biografica, 2002, op. cit.
354E. De Gregorio, F. Mosiello, Tecniche di ricerca qualitativa e analisi delle informazioni con ATLAS.ti, 2004, p. 43, op. cit.
lante così come lo stile narrativo per raccontare ed indagare il campo d’osservazione. In particolare, attraverso l’uso dell’intervista narrativa si vorrebbero precisare le se-guenti categorie di sapere personale : la consapevolezza dell’ambiente sociale in cui i soggetti hanno appreso, la conoscenza delle proprie attitudini professionali e dei sa-peri in particolare sasa-peri informali, la natura dei sasa-peri emergenti dall’essa-perienza pro-fessionale e dell’acquisizione di alcuni apprendimenti, la tendenza e individuazione di un sapere professionale tipico della professione di assistente sociale, i processi di co-struzione di conoscenza e le teorie implicite nell’azione e nelle esperienze vissute. La costruzione della traccia di intervista
L’intervista narrativa che ha fatto da base per la rilevazione delle informazioni (la cui traccia è riportata in Allegato) tiene conto degli aspetti teorici ed epistemologici già descritti e della scelta di un modello di indagine di cui si è fatto riferimento nel capitolo 3. Essa si fonda su uno stimolo iniziale, la consegna parte dalla richiesta di far raccontare al soggetto : « il suo lavoro, le esperienze che l’hanno particolarmente segnata, gli insegnamenti che ha ricevuto sul lavoro, come ha imparato la profes-sione355».
La traccia di intervista è una guida che il ricercatore ha utilizzato durante lo svol-gimento dei colloqui, per rimanere in linea con le esigenze dell’indagine. Si pone l’attenzione sul racconto di vita professionale senza dare enfasi a specifici eventi, piuttosto con l’intento di recuperare tutte le informazioni rispetto al proprio percorso di carriera professionale.
La struttura della traccia di intervista aperta e non direttiva, a parte la consegna iniziale e in alcuni casi dei rilanci durante l’interazione di intervista, si compone di tre parti con l’intento di : favorire il partecipante nella ricostruzione da un punto di vista temporale del percorso di arrivo alla professione di assistente sociale e comprendere come ha appreso determinate conoscenze sulla professione; favorire la rilettura della propria storia professionale attraverso una ricomposizione delle competenze agite, sollecitate, richieste per comprendere quali di esse sono state acquisite e vengono
ri-chieste; e infine cogliere quali sono per il partecipante le rappresentazioni personali e sociali della figura professionale per comprendere atteggiamenti e stili personali agiti durante la pratica.
A livello metodologico, la richiesta è stata quella di giocare su due livelli: quello del racconto della propria storia ed in particolare la storia cognitiva e quello dei signi-ficati attribuiti, prevedendo perciò durante l’intervista ed alla fine del lavoro degli spazi a livello meta-riflessivo, cognitivo, dove accanto al racconto vi fosse una rifles-sione sui significati sulle proprie conoscenze e sull’evoluzione del proprio sapere professionale.
Riconoscendo la difficoltà di recuperare informazioni coerenti con lo scopo della ricerca e assumendo una tecnica di raccolta dei dati aperta come l’intervista narrativa, il cui esito non può essere scontato e prevedibile, si è optato comunque per questa scelta, cercando di evitare il più possibile quindi domande dirette ad indagare quali conoscenze il soggetto ha appreso, come le ha apprese ecc., e lasciando al parteci-pante di scoprire, o rendersi consapevole delle proprie conoscenze e dei propri ap-prendimenti anche durante il racconto.
Il contatto con gli intervistati e la conduzione delle interviste
Come precedentemente descritto l’accesso al campo di indagine, (l’incontro con i soggetti partecipanti alla ricerca : gli assistenti sociali), avveniva tramite un referente interno dell’organizzazione, anche esso un assistente sociale partecipante all’indagine, che fungeva da mediatore per stabilire e programmare i colloqui.
Il contatto con gli intervistati avveniva durante i loro impegni di lavoro, in orari concordati e in una sede appropriata per consentire tranquillità e mettere a proprio agio gli stessi soggetti indagati, (solitamente un ufficio non prevalentemente destinato al loro lavoro, come sale riunioni, altri uffici riservati).
L’adesione alla ricerca, seppure filtrata da un refernte, è sempre stata su base vo-lontaria, conseguentemente i soggetti erano disponibili all’interazione, anche se non sempre informati a priori del tipo di ricerca e degli argomenti che venivano trattati.
355 La consegna iniziale (che distingue anche nel metodo biografico il modello “Racconti di Vita” dalle “Storie
Durante l’introduzione dei colloqui, prima di registrare, il ricercatore informava l’indagato del motivo specifico per il quale si conduceva la ricerca, da chi era con-dotta quanto indicativamente durava l’intervista, e che l’incontro veniva registrato, che rimaneva in ogni caso anonimo, e che i dati venivano utilizzati per i soli scopi ri-conducibili alla ricerca, e resi pubblici evitando possibili manipolazioni esterne (cfr. note introduttive)356.
A priori si stabilisce che la durata indicativa di ogni colloquio sarà di circa un’ora per ciascuna intervista, anche se nella logica del tipo di ricerca si è spesso privile-giato un colloquio non vincolante in termini di tempo, che ha consentito per alcuni anche il prolungamento, dimenticando il vincolo temporale (per un’intervista biogra-fica si rtiene che sia sufficiente un impegno che varia da un’ora a tre per la raccolta di Racconti di Vita,), le interviste sono avvenute in un’unica occasione senza frazionare o prevedere più incontri con gli stessi soggetti.
La consegna iniziale, già sopra descritta, è sempre stata comunicata identicamente ad ogni soggetto partecipante (in alcuni casi per cercare di portare alla tranquillità l’intervistato, il ricercatore è intervenuto con le seguenti parole : ‹‹….può iniziare a raccontare dal punto che preferisce…››. Per cercare di seguire la traccia di intervista, ma anche per risolvere momenti di difficoltà nel racconto, si sono utilizzati delle con-segne e dei rilanci non sempre privi di direttività.357
Essa si riferisce all’incipit dell’intervista, cfr. R. Bichi, L’intervista biografica, 2002, pp. 104-111, op. cit.
356 Note per il soggetto partecipante riferita al rispetto della privacy, alla segretezza e anonimato : ‹‹Le risposte all’intervista sono tutelate esse: saranno esternate o comunicate soltanto in forma anonima, in modo tale che non se ne possa fare alcun riferimento individuale, ogni intervista è contrassegnata da un codice, le risposte potranno essere utilizzate solo per scopi riconducibili alla ricerca, esclusivamente dallo staff di ricercatori che conduce l’indagine, la sua identità non sarà rivelata in alcuna pubblicazione›› . Nota riferita ai Diritti del partecipante : ‹‹La partecipazione alla ricerca è volontaria, potrà richiedere i risultati della ricerca uno volta terminato lo studio se interessato››. Queste note costituiscono quello che viene denominato Patto Biografico, ovvero l’accordo che regola i limiti e gli scopi dell’intervista. Secondo R. Bichi un patto biografico instaura (o meno) tra il Ricercatore e l’Intervistato quattro dimensioni: una complicità funzionale , un rapporto psicologico, un rapporto sociale, una situazione narrativa. (cfr. R. Bichi, 2002, pp. 94-95, op. cit.). Nella presente ricerca non sempre tutte e quattro queste dimensioni sono state presenti nelle diverse interviste, ciò a portato a livelli diversi di produzioni narrative (come si evince dagli estratti in allegato).
357 Durante i colloqui spesso consegne e rilanci, come si può verificare nella documentazione empirica allegata, soprattutto in una prima fase nella quale il ricercatore non aveva padronanza dello strumento, in forma diretta, ovvero secondo le categorie di un atto linguistico (reiterazione, dichiarazione, interrogazione), ci si avvicinava ad un modello di interrogazione sia di tipo referenziale che modale, in cui il ricercatore assumeva una direttività maggiore, e inferiva sulla stessa intervista e narrazione. Questa modalità di rilancio assunte dal ricercatore, non volevano mettere in dubbio la verità di ciò che il soggetto intervistato ha dichiarato, raccontato, quanto piuttosto cercare di esplorare l’evento narrativo con maggior determinazione verso il suo obiettivo di ricerca.(cfr. R. Bichi, 2002, p. 114-120, op. cit.). In effetti durante molte interviste vi sono stati tentativi non voluti di “evadere” dall’obiettivo della ricerca, da parte dei partecipanti, raccontando eventi, situazioni, stati d’animo che
La raccolta dei dati
Si è accennato al fatto che la fase di raccolta dei dati è avvenuta in tempi diversi (Fase I-1° anno e Fase II- 2° anno), sempre secondo il protocollo e le modalità stabi-lite. Le interviste narrative sono state registrate (tramite ausilio di registratore), e quindi trascritte e rese disponibili in formato elettronico (file di testo), al fine di inse-rirle nel programma informatico per l’analisi dei dati (cfr. par. succ. 1.2.3, 1.2.4).
Il fatto di registrare l’intervista, seppure con qualche imbarazzo iniziale, è stato consentito da parte di tutti gli intervistati. Alcuni errori tecnici durante le interviste (voltura del nastro, cambiamento del nastro) hanno provocato la perdita di alcuni dati, (in due interviste il registratore non ha funzionato, pertanto le intervist non sono state incluse nel presente lavoro di analisi e interpretazione ). In Tab. 13 sono evidenziati i diversi documenti per ciascuna intervista raccolta e il contesto operativo.
Le interviste sono state trascritte cercando sia di riportare l’intero atto comunicativo, ma anche di proporre segni e caratteri particolari che esprimevano situazioni non ver-bali quali pause, volume della voce358, (cfr. Allegati in Appendice).
difficilmente avrebbero avuto attinenza con lo studio. Le inferenze, le domande a volte dirette, rispondevano alla necessità da parte del ricercatore di ritornare su eventi specifici.
358 Per ciò che attiene i segni grafici utilizzati nella trascrizione si è fatto riferimento a R. Bichi, L’intervista
Tabella 13 - Piano delle interviste narrative realizzate
Id INTERVISTE FASE
RICERCA CONTESTO OPERATIVO Cod
Soggetti indagati
Data Durata
Registrazio
ne TIPO DI SERVIZIO
FASE I AMBITO SOCIO ASSISTENZIALE 1 2005 45’ Registrato Adulti Anziani FASE I AMBITO SOCIO ASSISTENZIALE 2 2005 45’ Registrato Adulti Anziani FASE I AMBITO SOCIO ASSISTENZIALE 3 2005 45’ Registrato Adulti Anziani FASE I AMBITO SOCIO ASSISTENZIALE 4 2005 45’ Registrato Adulti Anziani FASE I AMBITO SOCIO ASSISTENZIALE 5 2005 45’ Registrato Adulti Anziani FASE II AMBITO SOCIO ASSISTENZIALE 6 2006 45’ Registrato Adulti Anziani FASE II AMBITO SOCIO ASSISTENZIALE 7 2006 45’ Registrato Adulti Anziani FASE II AMBITO SOCIO ASSISTENZIALE 8 2006 45’ Registrato Adulti Anziani FASE II AZIENDA SERVIZI SANITARI 9 2006 45’ Registrato Centro Salute
Mentale FASE II AMBITO SOCIO ASSISTENZIALE 10 2006 45’ Registrato Adulti Anziani FASE II AMBITO SOCIO ASSISTENZIALE 11 2006 30’ Registrato Adulti Anziani FASE II AMBITO SOCIO ASSISTENZIALE 12 2006 45’ Appunti Minori
FASE II AMBITO SOCIO ASSISTENZIALE 13 2006 1h Appunti Minori –Stranieri FASE II AMBITO SOCIO ASSISTENZIALE 14 2006 1h15’ Registrato Adulti-Anziani FASE II AZIENDA SERVIZI SANITARI 15 2006 45’ Registrato Adulti-Anziani FASE II AZIENDA SERVIZI SANITARI 16 2006 1h Registrato Adulti Dipartimento
Sostanze Illegali FASE II AZIENDA SERVIZI SANITARI 17 2006 1h Registrato Adulti Dipartimento
Sostanze Illegali FASE II AZIENDA SERVIZI SANITARI 18 2006 1h Registrato Adulti Dipartimento
Sostanze Illegali FASE II AZIENDA SERVIZI SANITARI 19 2006 1h Registrato Adulti Dipartimento
Sostanze Legali FASE II AZIENDA SERVIZI SANITARI 20 2006 1h Registrato Adulti Dipartimento