• Non ci sono risultati.

L’interpretazione dei dati su base testuale

Cap.3 Metodologie e strumenti per la ricerca sull’apprendimento adulto: il metodo narrativo

3.5 Metodologie di analisi dei contenuti narrativi

3.5.1. L’interpretazione dei dati su base testuale

La ricerca qualitativa si basa prevalentemente su dati di natura testuale283, ovvero nella quale i dati da analizzare sono definiti da un corpus testuale, come le narrazioni biografiche e narrative, protocolli interattivi, fonti di dati di tipo non-standard (diver-samente da altre tipologie di ricerca qualitativa), e anche qualora i dati siano costituiti da osservazioni sul campo, (comprese le osservazioni videoriprese) il tipo di dati da analizzare sono delle immagini che verranno ricondotte a interpretazioni di natura te-stuale.

Le interpretazioni dei testi si possono identificare secondo diversi approcci, ricon-ducibili prevalentemente a metodi : di tipo induttivo e di tipo deduttivo. Sull’approccio induttivo di analisi e interpretazione dei dati (scelto nel presente stu-dio) si possono distinguere a sua volta diverse strategie di analisi : l’ermeneutica og-gettiva284, la Grounded Theory285, il metodo fenomenologico-eidetico286, la narrative inquiry287 (esse non sono le uniche strategie di analisi dei dati su base testuale).

283 La ricerca su base testuale condivide con la ricerca quantitativa l’ispezionabilità della base empirica. Nella ricerca testuale, a differenza di quanto avviene nella ricerca etnografica, l’oggetto centrale dell’analisi è un ben definito corpus testuale, e risulta quindi completamente accessibile anche a chi non ha condotto la ricerca. In sociologia qualitativa si definiscono due macro-strategie : una privilegia la descrizione dei contesti oggetto di studio, l’altra cerca di costruire delle teorie basate sui dati studiati. Da ciò derivano alcuni caratteri dello studio secondo questo approccio: un’immersione nel contesto studiato, una famigliarità e coinvolgimento diretto con esso, un’analisi in profondità che permetta di comprendere il fenomeno di studio e il tentativo di comprendere il contesto il più possibile secondo i riferimento dei soggetti indagati. cfr. L. Ricolfi, La ricerca qualitativa, 1997,

op. cit.

284 L’Ermeneutica oggettiva (denominata anche ermeneutica strutturale) è una metodologia per l’interpretazione dei testi. La denominazione discende dall’intento del suo autore di distinguere il procedimento ricostruttivo del significato di un testo da quello caratteristico dell’ermeneutica tradizionale, con la quale condivide l’interesse per il “contesto” attraverso il quale ricostruire il senso di un’azione, di un espressione, di un documento, ma si distanzia in quanto presume che il soggetto che produce il testo è estraneo allo stesso. L’estraneità del soggetto al testo da lui prodotto assume due caratteristiche nel processo di ermeneutica oggettiva: la netta separazione tra i significati soggettivi ed intenzionali degli autori del testo e le strutture oggettive e di senso contenute nel testo. Secondo questo metodo ciò che conta è quanto espresso nel testo, quindi i significati soggettivi , le rappresentazioni intenzionali possono essere recuperati nella misura in cui diventano testo, in questo modo vengono oggettivati. Essa è definita oggettiva in ragione, non di un presunto carattere oggettivo del metodo, ma per il suo specifico ambito di interesse: le “strutture oggettive di senso del testo”, che possono essere svelate dal procedimento interpretativo.Il metodo dell’ermeneutica oggettiva dà spessore empirico all’affermazione di Mead secondo la quale il senso è costruito socialmente e, insieme, è fondato linguisticamente. In tal senso il documento testuale assume un carattere autonomo, una realtà a sé stante, che non può essere riferita ne a chi produce il testo (nel caso della ricerca tramite intervista narrativa il soggetto rispondente), ne a chi la recepisce (nel caso della ricerca, il ricercatore). Il testo (così come la sua interpretazione) diventa una sorta di modello per la conoscenza nell’ambito delle scienze sociali. Il metodo dell’ermeneutica oggettiva è considerato efficace nell’analisi e interpretazione di frammenti di interazione, intervista, protocolli di numero contenuto di dati., tuttavia già Habermas aveva posto una serie di critiche al modello ermeneutico per la comprensione dell’azione umana, sostenendo che non è possibile far derivare del tutto l’agire dal senso soggettivamente inteso.

285 La formulazione della Grounded Theory nasce negli anni Sessanta nell’ambito delle riflessioni e del dibattito sulle analisi qualitative in sociologia ad opera di B.G. Glaser, e A. Strauss. Particolare influenza sulla

Per Grounded Theory (strategia di analisi e approccio ai dati scelta nella presente ricerca, unitamente alla strategia definitiva inquiry into narrative) si intende quella teoria che nasce dai dati della ricerca empirica, costruita ed elaborata dal ricercatore su base induttiva. Si tratta, cioè, di una teoria che viene costruita dagli studiosi nel corso dell’indagine sul campo e sulla base degli elementi emersi durante lo svolgi-mento dell’analisi. Con tale approccio si può intendere sia un paradigma di studio e riferimento teorico con il quale pensare, immaginare e condurre una ricerca (strategia di ricerca), che una metodologia di analisi qualitativa (cfr. par. 3.2 Metodologia di analisi narrativa e la parte empirica della ricerca stessa).

Si differenzia da altri metodi di ricerca, in quanto assume i dati per elaborare una teoria emergente, ma con l’attenzione che «i dati e le informazioni raccolte nelle in-dagini empiriche non si spiegano, né si illustrano da se medesimi288», è necessario da parte del ricercatore un’immersione nel contesto, una conoscenza e comprensione dei corsi di azione dei soggetti e un’analisi in profondità del fenomeno sociale indagato, con l’obiettivo di costruire la realtà sociale dal punto di vista dei partecipanti alla ri-cerca.

elaborazione di questo metodo di ricerca hanno avuto, sia la Scuola di Chicago e in particolare delle analisi qualitative in profondità con i contributi di Robert Park, sia la scuola berlinese di Georg Simmel e di Herbert Blumer (e precedentemente di Mead), da cui gli autori hanno preso avvio, ma anche cercato di distinguersi ponendo enfasi sul concetto di scoperta e di teoria empiricamente fondata sul fenomeno indagato. La Grounded

Theory trova spiegazione in una visione della sociologia secondo cui, questa non dovrebbe essere soltanto una

ricca descrizione delle persone e degli eventi, ma riuscire ad elaborare delle teorie astratte con cui spiegare l’agire sociale. I ricercatori e gli studiosi che si riconoscono nel paradigma teorico e nell’approccio Grounded Theory, sono uniti e condividono un programma di ricerca, ovvero temi, questioni e problematiche attorno ad un nucleo teorico accettato, che alla base della conoscenza sociologica vi è la teoria e che essa, costituisce il modo più sistematico di costruire, sintetizzare e integrare la conoscenza scientifica. Il paradigma sociologico che definisce la

Grounded Theory dovrebbe tener conto che : esiste una distinzione tra analisi sociologiche qualitative e

quantitative, alla base vi è un paradigma di analisi di tipo qualitativo, ma anche di sociologia interpretativa, la complessa fenomenologia della vita collettiva e sociale è comprensibile solo studiando gli atti (le azioni) fra le persone e ritornando su essi, non vi sono fenomeni sociali che possano essere definiti “oggetti”, né in quanto realtà che stanno al di là e al di fuori dell’esperienza del ricercatore. Cfr. A. Strati, La Grounded Theory, in L. Ricolfi, La ricerca qualitativa, 1997, pp. 125-163 op. cit., cfr. anche J. Strauss e A. Corbin, Basic of qualitative research,

Grounded Theory procedures and techniques, Newburry Park, Sage, 1990.

286 Il metodo fenomenologico-eidetico consiste nel raccogliere e analizzare le descrizioni delle esperienze vissute, per recuperare l’essenza delle esperienze dei partecipanti, le costruzioni quanto più fedeli del fenomeno studiato, si differenzia dalla Grounded Theory in quanto il metodo eidetico mira alla descrizione, piuttosto che alla analisi e dalla Narrative Inquiry il cui scopo è rammemorare, sull’argomento v. L. Mortari, Cultura della ricerca

e pedagogia, 2007, op. cit.

287Nella letteratura tecnica si distingue la Narrative Inquiry intesa come metodo di ricerca in cui si narra la stessa esperienza euristica del ricercatore dando anche senso all’analisi e interpretazione dei dati empirici, dalla

inquiry into narrative o narrative analysis attraverso cui il materiale narrativo viene raccolto, analizzato e

restituito spesso secondo uno schema argomentativo precedentemente costruito o elaborato. Sulla Narrative

Inquiry cfr. D.J.Clandinin, F.M. Connelly, Narrative inquiry: Experience and Story in Qualitative Research,

Tuttavia, J. Strauss e A. Corbin ritengono che non sia sufficiente esporre i dati, viene richiesto al ricercatore una comprensione per elaborare un’interpretazione teo-ricamente informata, una substantive theory289. Il processo di analisi dei dati qualita-tivi nella logica Grounded Theory (come anche descritto nella Parte II – ricerca em-pirica) consiste in operazioni di scomposizione, frammentazione e ricomposizione dei dati, attraverso operazione di codifica e concettualizzazione sui frammenti testuali. I concetti vengono classificati e raggruppati in modo da formare delle categoria di con-cetti più astratti290.

Nelle fasi di codifica, (secondo J. Strauss e A. Corbin), risulta centrale porre in primo piano l’aspetto processuale del fenomeno oggetto di studio, cercando le evi-denze, le relazioni tra azioni e interazioni (cfr. Parte II, ricerca empirica). La raccolta, codifica e analisi sono operazioni che avvengono in continua interazione, non in mo-menti gerarchicamente distinti, solo in questa logica ci si pone in un continuo pro-cesso comparativo, nel quale si confrontano gli elementi e le categorie codificate (casi empirici), si integrano altre categorie con elementi nuovi (altri dati ed evidenze empiriche), si delimita la teoria e si ri-scrive la teoria (cfr. Fig. 3)291.

La Grounded Theory è stata criticata per la sua incapacità di riconoscere il ruolo delle teorie implicite (spesso presenti in chi conduce la ricerca e che guidano o pregiudicano il lavoro sin dalle prime fasi), utilizzata in modo non intelligente, può anche degenerare in una costruzione abbastanza vuota di teorie o in una cortina di fumo impiegata per legittimare ricerche puramente empiriche292.

288 Ivi, p. 131.

289 J. Strauss, A. Corbin, 1990, Basic of qualitative research, Grounded Theory procedures and techniques, Sage, Newburry Park, 1990, p. 21-22, cfr. anche L. Mortari, Cultura della ricerca e pedagogia, 2007, p. 151, op.

cit.

290 A. Strati, in L. Ricolfi, La ricerca qualitativa, 1997, p. 153 op.cit. , anche J. Strauss e A. Corbin, 1990, pp.143-144, op. cit.

291 Il processo di ricerca è interattivo tra dati, interpretazione e teoria emergente, ed inizia fin dalla prima raccolta di evidenze (es. dalla prima intervista), cfr. anche E. De Gregorio, Posizionamento narrativo e azioni. La

ricerca computer assistita in psicologia sociale della devianza, Aracne, Roma, 2007. Sui processi e le operazioni

alla base della Grounded Theory v. A. Strati, in L. Ricolfi (a cura di), 1997, pp. 139-158, op. cit., cfr. anche B. Mazzara, Metodi qualitativi in psicologia sociale, 2002 op. cit., cfr. L. Mortari, Cultura della ricerca e pedagogia, 2007, op. cit., anche E. Cicognani, Psicologia sociale e ricerca qualitativa, 2002, op. cit.

292 D. Silverman 2002, p. 211, op. cit. . Sul ruolo delle teorie implicite nella costruzione ed elaborazione scientifica il contributo di A. Marradi A. aiuta a superare le criticità afferenti la Grounded Theory. Ogni individuo (ricercatore) ha una serie di conoscenze tacite e personali e queste influenzano ogni fase della ricerca sia nel contesto della “scoperta di teorie”, sia nel contesto della “giustificazione di teorie”, cfr. A. Marradi, Il ruolo della

Figura 4 - Processo di ricerca nella Grounded Theory

(Fonte E. De Gregorio, 2007, p. 75)

Inoltre, una posizione critica293 su questa modalità di lettura dei dati ritiene che la Grounded Theory abbia una forte componente positivistica, presupponendo di sco-prire ed elaborare teorie dai dati empirici, una tensione forte all’astrazione concettu-ale, piuttosto che ad una teoria interpretativa del fenomeno.

I dati narrativi possono essere analizzati riferendosi al contenuto, alla struttura, allo stile discorsivo, agli atteggiamenti e motivazioni intrinseche del narratore, ad ogni dimensione sono associabili una o più domande di ricerca ad esempio sul soggetto che racconta, sul significato del racconto, sugli eventi, sulle modalità del racconto.

Cosa, come e perché sono le domande utilizzate dal ricercatore nell’accostarsi al testo secondo una logica induttiva294. E’ presente il rischio (già anticipato in Introdu-zione) che l’assunzione di un approccio induttivo di analisi dei dati (se associato ad una strategia di ricerca di tipo sperimentale), enfatizzi il significato su indicatori, ca-tegorie, variabili per dare senso ad una realtà ipotizzata, piuttosto che assumere i dati

293L. Mortari, Cultura della ricerca e pedagogia, 2007, pp. 151-152, op. cit

294 Il pensiero di M. Sheppard sul metodo induttivo, per il quale l’enfasi sulle prove empiriche e la creazione di ipotesi esplicative, può aiutare a capire quale possa essere la spiegazione tra differenti narrazioni, cfr. M. Sheppard, in F. Folgheraiter, Il servizio sociale postmoderno, 2004, p. 167, op. cit. In ottica pedagogica il dibattito induttivo-deduttivo è considerato di tipo più descrittivo che reale, due modalità diverse di intendere il processo di ricerca, sul tema cfr. J. Wise, R. Nordberg, D. Reitz (trad. it), Metodologia della ricerca pedagogica, La Scuola, Brescia, 1978.

narrati per rappresentare la realtà studiata, specifica e particolare di colui che la vive e racconta e di colui che la osserva e la interpreta. Lo stesso G. Bateson dichiara una certa diffidenza nei confronti dei processi induttivi295, in quanto la ricerca scientifica non può evitare di confrontarsi con i principi generali, e non può trascurare il pensiero argomentativo e specultativo di tipo teorico.

La critica nella scelta di una strategia di analisi basata sulla Grounded Theory, po-trebbe essere superata, se viene intesa questa, come la strategia del ricercatore di in-crociare dimensioni concrete con dimensioni astratte, dato empirico con dato inter-pretato, azione con interpretazione, in un continuo dialogo che diventa anche equili-brio riflessivo e critico del ricercatore nell’atto di analisi e di interpretazione degli stessi contenuti.

Così delineata (come strategia di ricerca piuttosto che semplice metodo di analisi dei dati), l’assunzione della Grounded Theory trova incrocio nello studio empirico successivamente presentato, con la inquiry into narrative (o narrative analysis), ov-vero la raccolta delle evidenze empiriche e l’analisi sulle stesse attraverso la narra-zione e la documentanarra-zione narrativa (ma non con l’esperienza narrata del ricercatore come resoconto della ricerca, che richiederebbe di narrare l’esperienza cognitiva dello stesso processo di ricerca).