Cap.3 Metodologie e strumenti per la ricerca sull’apprendimento adulto: il metodo narrativo
3.5 Metodologie di analisi dei contenuti narrativi
3.5.2 L’analisi delle narrazioni: contenuto, struttura, contesto
La narrazione appare come una rappresentazione utile per comprendere un’azione, spiegare un fenomeno, ma è necessario disporre di un’adeguata struttura di analisi qualitativa che consenta di cogliere i nodi attorno a cui la narrazione stessa viene or-ganizzata. Se l’analisi sui dati narrativi pone l’attenzione sul livello grammaticale e linguistico della narrazione si parla di analisi paradigmatica del contenuto, i testi ven-gono considerati come unità nelle quali ricercare nozioni, temi e concetti e trasfor-marli in categorie più o meno interconnesse tra loro.
Tipica analisi paradigmatica è l’analisi del discorso e l’analisi della conversazione, essa è una tipologia di analisi molto utilizzata per lo studio sui processi di apprendi-mento e di costruzione del sapere, non solo diversi contesti educativi, ma anche
fessionali296. L’analisi paradigmatica si concentra su parole chiave, segmenti del te-sto, frasi che aiutano il ricercatore a produrre delle generalizzazioni teoriche sul fe-nomeno di studio, è orientata a cercare risposte a specifiche domande di ricerca , non a rintracciarne i significati profondi, tuttavia si può affermare che la scelta del livello di scomposizione del testo, la scelta dell’unità di analisi (parola, tema, frase), la crea-zione di un sistema di categorie ha molto in comune con approcci in cui la tensione qualitativa è maggiore, pur accostandosi alla semantica quantitativa e alla statistica testuale.
Il limite principale di questo approccio è il rischio di ridurre l’esperienza umana (raccolta dalle interazioni verbali e narrative) in dati e perdendo di vista altre caratte-ristiche di complessità e ricchezza tipiche che emergono dai testi (ma questo rischio è presente anche assumendo altre tipologie di analisi basate su dati testuali).
Esistono in letteratura scientifica diverse differenziazioni sulle metodologie di analisi dei dati narrativi297 (come la suddivisione del testo in diversi livelli di coe-renza, o rispetto all’incipit del racconto, o rispetto ai tempi e strutture grammaticali). Una strategia di analisi dei dati, che risponde alla domanda di come è organizzata la narrazione, è quella relativa alle strutture narrative. Questa strategia, sebbene molto complessa, ha una duplice funzione: da una parte consente al ricercatore di semplifi-care la lettura di un testo a prescindere dalla molteplicità delle forme del contenuto, dall’altra, suggerisce implicitamente al lettore uno schema (script, in termini cogniti-visti) sulla base del quale prevedere il percorso e l’esito delle narrazioni stesse.
Il sociolinguista W. Labov298 propone di scomporre il testo narrativo sulla base di sei proposizioni : sintesi iniziale (abstract), orientamento (orientation), azione
296 Y. Engestrom ad esempio analizza dei protocolli di discorso tra operatori di diverso livello (medici, personale infermieristico dirigenti sanitari in un distretto sanitario finlandese, con l’obiettivo di indagare i modelli impliciti, le prospettive che i partecipanti assumono per risolvere alcuni problemi professionali e co-costruire un progetto professionale, cfr. P. Sorzio, La ricerca qualitativa in educazione, 2005, pp. 95-106, op. cit. Sull’analisi della conversazione cfr. anche Linde C., Life stories. The creation of coherence, Oxford University Press, New York, 1993.
297C.K.Reissman, Narrative analysis, 1993, op. cit. anche E. De Gregorio, F. Mosiello, Tecniche di ricerca
qualitativa e analisi delle informazioni con ATLAS.ti, 2004, op. cit., anche P. Sorzio, 2005, op. cit.
298Sulla tecnica di analisi strutturale della narrazione proposta da W. Labov e ripresa in questa ricerca cfr. W. Labov, J. Waletzky, Narrative analysis: Oral versions of personal experience, in J. Helm, Essay on the verbal and
visual arts, University of Washington Press, Seattle, WA, 1967, pp. 12-44. Questo metodo viene ripreso e
modificato sia da C.K. Riessman, 1993, ma soprattutto da Bell S.,1998, semplificandolo a cinque proposizioni e tralasciando la valutazione, come successivamente descritto. Nella ricerca empirica verrà proposta l’analisi delle strutture narrative attraverso l’approccio di S. Bell, (cfr. Parte II, par. “Analisi delle narrazioni”). S. E. Bell,,
plicante, evento critico (complicating action), risoluzione (resolution), valutazione (evaluation) Conclusione (coda).
Il modello di W. Labov trova conferma, in quanto il contributo dell’analisi struttu-rale dovrebbe essere di preservare il racconto, che contiene la sequenza di atti so-cialmente significativi senza la quale non ci sarebbe la storia stessa o non avrebbe senso, la sua analisi dunque fornisce la base per un interpretazione diretta di una complessa unità di interazione sociale. La semplificazione dei contenuti narrativi in strutture (siano esse script, frames, stanzas o parts, a seconda dell’orientamento), consente di avvicinarsi ai significati che vengono costruiti nel processo narrativo.
L’analisi narrativa contestuale, infine, si propone di indagare sul contesto in cui le narrazioni vengono prodotte, cercando di mettere a fuoco come i racconti del soggetto siano influenzati dal contesto sociale e culturale di riferimento. Questa particolare azione analitica ha a che fare con una domanda di ricerca del perché viene sviluppata e raccontata una storia, ed ha a che fare con il riconoscimento (anche in razionalità post-moderna) che possano esistere altre produzioni ed elaborazioni narrative, come pratiche sociali in continua evoluzione. Alcuni ricercatori hanno proposto una tecnica per l’analisi contestuale attraverso la decostruzione delle parole, del discorso narrato, la disamina delle dicotomie, l’individuazioni di silenzi e pause299.
La decostruzione mira non solo ad analizzare in profondità il testo alla ricerca di significati evidenti, ma anche a recuperare significati ed elementi impliciti, spesso na-scosti, frammentati, tipici di un orientamento postmoderno. L’analisi dei contenuti narrativi è, inoltre, conseguente alla scelta degli estratti selezionati per la codifica300 (con il rischio di utilizzare dati unicamente per confermare congetture, o di inferire l’applicazione di categorie precostituite).
La scelta dell’unità di analisi da selezionare ha, quindi, un impatto molto signifi-cativo sugli obiettivi della ricerca, e sulle strategie di analisi e interpretazione dei contenuti. Se il ricercatore ha come obiettivo restare aderente il più possibile ai dati
Becoming a political woman: The reconstruction and interpretation of experience throught stories, in A. D. Todd,
S. Fischer (Eds), Gender and discourse: the power of talk, Ablex, Norwood N.J., 1988, pp. 97-123.
299B. Poggio, Mi racconti una storia, 2004, op. cit.
300D. Silverman, Come fare ricerca qualitativa, 2004 op. cit., anche E. De Gregorio, F. Mosiello, Tecniche di
ricerca qualitativa e analisi delle informazioni con ATLAS.ti, 2004, op. cit., anche C.K.Reissman, Narrative analysis, 1993, op. cit., anche C. Seale, The quality of qualitative research, 1998 op. cit.
recuperati, si privilegeranno codifiche riferite ad una singola riga di testo (a prescin-dere dalla sua salienza contenutistica), ma l’unità di testo potrebbe essere circoscritta non ad una singola riga, quanto ad una porzione di testo (più righe), che va a formare un episodio. Infine se l’obiettivo del ricercatore è ricercare temi narrativi, si opterà per la ricerca di sequenze ed eventi, a prescindere dalle dimensioni dell’estratto nar-rativo (riga, paragrafo, porzione di testo più o meno lunga). Questa scelta è quella che tenta, in una ricerca qualitativa, di cogliere tutti gli aspetti nel suo insieme che i parte-cipanti intendono illustrare durante l’interazione di intervista.
Anche C.K. Riessman301 sostiene che l’obiettivo dell’analisi è vedere come i partecipanti ad una ricerca mettono ordine al flusso di esperienza per dare un senso agli eventi e alle azioni dello loro vite, e in questo senso l’analisi strutturale può aiu-tare il ricercatore a comprendere la sequenza degli eventi.
Risulta fondamentale, a prescindere dalla strategia di analisi dei contenuti e dalla scelta dell’unità da codificare, esplicitare il più chiaramente possibile le procedure adottate, come garanzia di rigore metodologico302.