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Apprendimento informale: aspetti genealogici e critici

Per comprendere alcuni significati attorno al termine apprendimento informale è necessario capire da dove questo termine trae origine e quali e quanti significati si intersecano con esso. Se in un primo periodo l’attenzione si è focalizzata (e forse an-cora oggi ampiamente presente quando ci si riferisce ad apprendimento informale) sui contesti che originano l’apprendimento, oggi il focus si è in parte spostato attorno al processo di intenzionalità soggettiva dell’apprendimento.

110 A.C. Rusaw 1995, Learning by Association: Professional Associations as Learning Agents, in «Human Resource Development Quarterly», 6 (2), 1995, pp. 215-226.

I termini apprendimento informale e non formale (informal learning e non-formal learning), recentemente utilizzati nel contesto dell’educazione degli adulti, derivano dal termine “educazione non formale” (non-formal education), da cui hanno assunto una parziale distanza di significato, accentuando i significati di formalità e informalità del processo di apprendimento, piuttosto che dell’atto educativo in senso stretto112.

Questa posizione selettiva di formalità-informalità dell’apprendimento come ele-mento per distinguere e anche definire gli apprendimenti di tipo informale, ha trovato alcuni sostenitori, ma anche forti critiche.

H. Colley, P. Hodkinson, J. Malcom113, ad esempio, dopo aver esaminato attenta-mente le differenze di apprendimento in termini di formalità e informalità, hanno provato a classificare secondo alcuni criteri l’apprendimento e hanno desunto che si trattava di una classificazione ambigua, soprattutto riferendosi al livello di apprendi-mento codificato in relazione alle condizioni esterne e al tipo di attività.

Un’analisi sul concetto dell’apprendimento unicamente distinto in base al livello di formalità, dimostra che questa definizione non riesce a comprende tutti i livelli di ap-prendimento, specialmente rispetto alle condizioni soggettive e costitutive che gene-rano gli apprendimenti e che sono anche quelle che spesso originano apprendimenti impliciti114. Un'altra caratteristica da considerare è che le azioni sono spesso plasmate dal contesto nel quale avvengono, (rifacendosi ad una prospettiva di tipo

111 D. Beckett, P. Hager, Life, work and learning: Practice in postmodernity, Routledge International Studies in Philosophy of Education, Routledge, London, 2002.

112 G.A. Straka propone un cambiamento di prospettiva di significato del termine apprendimento informale in cinque fasi storiche a partire dal termine “educazione non-formale” assunta dall’Unesco nel 1947, per giungere ad oggi al termine “apprendimento non formale” assunto dall’Unione Europea in connessione con la promozione di una politica dell’apprendimento lungo tutta la vita, cfr. G.A.Straka, Informal Learning: Genealogy, concepts,

antagonisms and questions, Institut Technik und Bildung, Bremen, 2004.

113 I ricercatori hanno estratto alcuni criteri per differenziare gli apprendimenti in termini di formalità e informalità : educazione e non educazione, luoghi di educazione o comunità primarie, apprendimento e insegnamento intenzionale o volontario, apprendimento già strutturato e meno strutturato, apprendimento diversificato in base a criteri di valutazione e riconoscimento, momenti di apprendimento, apprendimento tacito o esplicito, apprendimento riferito ad un contesto specifico o trasversale, generalizzabile. All'interno della sotto-categoria "attività di apprendimento” molti elementi non sarebbero stati categorizzati sullo stesso livello ad esempio : "apprendimento esplicito", ""apprendimento tacito" con la natura di conoscenza, cfr. H. Colley, P. Hodkinson, J. Malcom, Non formal learning: mapping the conceptual terrain. A consultation Report. Leeds,

University of Leeds, (available in http://infed.org/archivies/e-texts/colley_informal_learning_htm), 2002, op. cit.

anche G.A.Straka, 2004, Informal Learning, p.6, op. cit.

114 In prospettiva cognitivista esisterebbero diverse forme di apprendimento a seconda del modello interpretativo assunto, e in particolare a seconda degli stadi di consapevolezza e non consapevolezza, a seconda del minore o maggiore grado di funzionalità del sistema cognitivo, ovvero secondo questa prospettiva una parte delle funzioni apprenditive avverrebbero in modo non consapevole, a livello inconscio, o livello consuetudinario e automatico, e implicito. (cfr. succ. Cap. 2, cfr. anche C. Cornoldi, Metacognizione e apprendimento, Il Mulino, Bologna, 1995, cfr. anche F. Santoianni, M. Striano, 2000, pp. 87-96 op. cit ).

rale, ma potremmo anche dire sociologica) le azioni si svolgono in contesti nei quali le persone apprendono norme di comportamento, valori e obiettivi e influenzano l’apprendimento.

Recentemente D. Colardyn e J. Bjornavold's115 tentarono di dare una nuova defini-zione ai concetti di apprendimento formale, non-formale ed informale, sulla base di due presupposti: l’intenzionalità ad apprendere del soggetto, e il contesto strutturale entro cui si apprende. La domanda che i ricercatori si pongono è se il concetto di in-tenzionalità dell'apprendimento si riferisce solo ed esclusivamente al livello di for-malità e l'inforfor-malità del contesto in cui avviene l'apprendimento. Un apprendimento può essere sia intenzionale che non a prescindere dal tipo di contesti in cui si genera.

Oltre a considerare l’apprendimento a seconda del livello di intenzionalità e non intenzionalità, G.A. Straka, introduce tre termini per comprenderne più fondo il si-gnificato: apprendimento implicito, esplicito e indicentale.116. L'apprendimento inci-dentale può essere integrato tra l'apprendimento esplicito ed implicito, ma non sulla stessa dimensione, perchè sia l'apprendimento esplicito che implicito può anche es-sere indicentale, o avvenire incidentalmente. Ragionare su questi tre livelli di appren-dimento significa considerare l’apprenappren-dimento in particolare secondo una prospettiva soggettiva (sul processo cognitivo e meta cognitivo), e non tanto sulle condizioni e sul contesto, un esempio tipico è il gruppo di pari. Non può esistere senza un'istituzione formale come la scuola (contesto), ma i gruppi di pari si organizzano informalmente senza condizioni pre-costituite quali una classe. Le interazioni in que-sto tipo di setting possono essere di tipo esplicito, implicito e incidentale o avvenire incidentalmente e soprattutto generando apprendimenti informali che non vengono designati o riferiti a specifici organismi istituzionali come la scuola, o non sempre. La stessa situazione informale può essere qualsiasi organizzazione anche quelle di tipo professionale.

L’apprendimento non è un processo connesso esclusivamente al livello di forma-lità, ma anzi apprendimenti impliciti, espliciti ed incidentali hanno luogo indipen-dentemente dal loro contesto.

115 D. Colardyn e J. Bjornavold's, Validation of Formal, Non-fornal, Informal Learning: policy and practices

in EU Member State, in «European Journal of Education», Vol. 39, n. 1, 2004, pp.69-89.

L’apprendimento informale riprendendo la prospettiva di G.A.Straka e a cui vo-gliamo rifarci è un tipo di apprendimento che integra i concetti di formalità del conte-sto, di intenzionalità del soggetto più o meno esplicita e di incidentalità del processo cognitivo. In linea con queste posizioni nel par. successivo vengono descritte alcune ricerche, che si avvicinano seppur in modo diverso, ai termini sopra richiamati, e no-nostante vi siano ancora molte differenziazioni l’apprendimento informale e non-for-male è un fenomeno di rilievo nel dominio delle ricerche in ambito educativo sulle pratiche e le conoscenze dei soggetti adulti.