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Area di San Martino alla Pietra / Palazzo Vigna / Royal Victoria Hotel (C L nn 2825 2815).

EDILIZIA PUBBLICA E PRIVATA SUI LUNGARNI TARDOMEDIEVALI.

17) Area di San Martino alla Pietra / Palazzo Vigna / Royal Victoria Hotel (C L nn 2825 2815).

Quello che oggi si presenta come un compatto edificio di quattro piani, con sei finestre per piano, è il risultato finale di una lunga e articolata sequenza di accorpamenti, fusioni e ristrutturazioni. Fortunatamente è possibile ricostruire con esattezza l’aspetto del complesso alla fine del Medioevo grazie ad una importante fonte iconografica, l’ex-voto cinquecentesco di figura 3.4. Questa zona della città109 in epoca tardo-medievale era nota come San Martino alla Pietra110 e l’edilizia residenziale e commerciale (case-torri e botteghe) si era gradualmente aggregata intorno ad un edificio di culto già esistente nel 1066111. Il Redi ha individuato all’interno dell’isolato che oggi corrisponde all’Hotel Victoria almeno quattordici distinti corpi di fabbrica, edificati in periodi diversi. I più antichi erano la Chiesa e tre torri dell’XI secolo, costruiti in posizione più arretrata rispetto alla strada; nel XIII secolo si aggiunsero altre quattro torri di notevole altezza, tre molto vicine tra di loro112 e una più distanziata.

All’inizio del Trecento, in concomitanza con il diffondersi di nuove tipologie edilizie, fu eretta una domus a due solai.e alcuni decenni più tardi, verso la fine del secolo, fu edificato sul lato Est dell’isolato il palazzo della famiglia Del Vigna Questo edificio, più spazioso ed elegante degli altri e maggiormente proiettato verso l’Arno, aveva bifore ai primi due piani e una loggia coperta al terzo piano; dal punto di vista morfologico somigliava a Palazzo Gambacorti e

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L’area è stata oggetto di un approfondito studio di F. Redi, Un esempio dell’articolazione originaria dei

Lungarni di Pisa: gli edifici in cappella di S.Martino alla Pietra, in Bollettino Storico Pisano; a 51, Pisa, 1982.

110 A causa della presenza di una Chiesa dedicata a San Martino e della Pietra del pesce, luogo deputato al commercio ittico.

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Probabilmente si trattava di una Chiesa a loggia, con una struttura articolata su due piani e pianta rettangolare. 112 Tre delle quali più tardi si fusero nella “Torre delle Ore”.

Palazzo Astai/Agostini, non a caso costruiti negli stessi anni. Come si può dedurre dalla figura 4.23, palazzo Del Vigna (indicato dal n. 23) coincide con la parte più orientale dell’attuale albergo e alcune delle moderne finestre rettangolari si trovano nella posizione occupata dalle precedenti bifore.

La “Torre delle Ore” si formò per aggregazione di tre corpi di fabbrica nel corso del Trecento e fu acquistata dall’Universitas (corporazione) dei Vinaioli; aveva una campana che scandiva le ore della giornata e nei primi decenni del XV secolo fu dotata di un orologio meccanico, raffigurato anche nell’ex-voto del 1542.

Figura 4.22

Il Royal Victoria Hotel come si presenta oggi, dopo molti interventi di modifica e ristrutturazione. (Fonte: http://it.bing.com/maps/).

I proprietari degli edifici furono molteplici, proprio perché non si trattava di un unico blocco; a quelli già citati113 se ne affiancavano molti altri che possedevano piccole parti dei fabbricati, come botteghe o appartamenti all’interno delle case-torri; inoltre, almeno fino alla metà del Seicento rimase attiva la parrocchia di San Martino alla Pietra ed è lecito supporre che almeno una parte delle costruzioni adiacenti al luogo di culto fosse di proprietà della Chiesa.

La trasformazione che portò ad una semplificazione della volumetria fu molto lenta e graduale, ma si possono individuare alcune tappe fondamentali, che ho cercato di illustrare nella figura

4.24 tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento secolo Palazzo del Vigna (n. 23 in figura

4.23) subì una prima ristrutturazione; la loggia dell’ultimo piano fu chiusa, le bifore scomparvero e l’area doveva apparire come nella veduta di figura 4.24 a.

La Torre delle Ore (n. 25) rimase in piedi fino al 1780 circa, quando fu abbattuta e sostituita nella sua funzione dalla nuova torre civica di Palazzo Pretorio e il fabbricato n. 27 si fuse con il n. 23, ma all’inizio dell’Ottocento si poteva ancora vedere il dislivello tra i tetti dei diversi corpi di fabbrica, come si nota in figura 4.24 b.

Entro il 1855 (come ci indica il dagherrotipo di figura 4.24 c) fu costruito il palazzo indicato dalla freccia e rimase visibile soltanto il fabbricato n. 28, con le strette finestre ancora molto simili a quelle dell’ex-voto del 1542. Soltanto nel XX secolo il Royal Victoria Hotel inglobò anche questa piccola costruzione ed assunse l’aspetto attuale, con sei finestre per ogni piano.

Figura 4.23

I fabbricati medievali che hanno dato origine, per successivi accorpamenti, al palazzo del Royal Victoria Hotel. Fonti:

A sinistra, copia dell’ex-voto del 1542 custodita presso Palazzo alla Giornata.

A destra, due elaborazioni di F. Redi, tratte dall’articolo Un esempio dell’articolazione originaria dei Lungarni

Figura 4.24

L’evoluzione del complesso di edifici del Royal Victoria Hotel. Elaborazione grafica di M.Berretta. Fonti:

a sinistra, D.Tempesti, Veduta del Lungarno di Pisa, col gioco del Ponte, Firenze, Uffizi, G.D.S., P.901. 1720 ca. Nel mezzo, Anonimo, Il Ponte e Lung’Arno di Pisa, prima metà del XIX secolo. A destra, E.Van Lint, Panorama

parziale di Pisa ripreso dal Palazzo Pretorio, dagherrotipo del 1855, collezione Scarpellini, Pisa.

Nel cortile interno dell’Hotel comunque si possono ancora vedere le torri indicate con i numeri 16 e 20 in figura 4.23114, appartenenti al primo nucleo (XI secolo), che sul prospetto Nord non sono state nascoste da altri edifici più moderni. La muratura, nelle parti più basse e sugli spigoli, è in conci di verrucano, mentre ai piani più alti è costituita da pietra mista a laterizi.

Figura 4.25

Nel cortile interno si possono ancora vedere almeno due delle case torri che formavano il complesso. (Fonte: Pisa. Case Torri – CD Guide 9, cit., p. 89).

Dal 1837 l’Hotel appartiene alla famiglia Piegaja, albergatori originari di Lucca, e dobbiamo a loro l’elegante sistemazione degli interni e l’arredamento in stile ottocentesco che ancora caratterizza molte camere e suites dell’albergo. A questo periodo appartengono anche le decorazioni parietali e gli affreschi dei saloni, in particolare le vedute e i paesaggi realizzati dal pittore lucchese Martinelli.

Il buono stato di conservazione di ampie porzioni degli edifici medievali permette di classificare questo complesso al livello 2, anche se in questo specifico caso sono le fonti l’iconografiche, ancor più delle persistenze, a dare un contributo fondamentale alla ricostruzione, permettendo una rappresentazione molto precisa e verosimile dei singoli corpi di fabbrica.