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EDILIZIA PUBBLICA E PRIVATA SUI LUNGARNI TARDOMEDIEVALI.

59) Palazzo Alliata (C L n 2079).

Il complesso sorge all’angolo di Lungarno Gambacorti con l’attuale Via Mazzini, in un’area che nel Medioevo era divisa tra le cappelle di Santa Cristina e Santa Maria Maddalena.

Grazie ad un accurato studio di Fabio Redi274 conosciamo l’esatta sequenza cronologica con cui il sito si popolò progressivamente di costruzioni; il più antico corpo di fabbrica (n. 1 nella Figura 4.60 ) anche in questo caso275 fu una casa-torre della seconda metà dell’XI secolo, che ebbe la funzione di polo generatore dell’insediamento successivo. Era piuttosto alta (almeno 18 metri), a pianta rettangolare, ripartita su quattro piani e costruita con murature continue di verrucano; le finestre erano poche e la costruzione aveva un aspetto solido e massiccio, quasi le sembianze di una fortezza.

Sette – otto decenni più tardi fu aggiunto un secondo corpo di fabbrica (Figura 4.60n. 2), che non fu attiguo o annesso al precedente, ma rimase isolato, alcuni metri più ad Est; era di altezza paragonabile al n.1 (di circa due metri più alto) e di dimensioni in pianta simili ma aveva caratteristiche strutturali completamente diverse; al posto dei muri pieni presentava pilastri laterali che sorreggevano un arco ogivale di scarico; inoltre era circondato da ballatoi di legno, conformemente allo stile costruttivo tipico del tardo XII secolo.

Figura 4.60

La pianta di Palazzo Alliata, con i diversi corpi di fabbrica.

(Fonte: Il Palazzo Alliata. Un restauro-riuso sui Lungarni Pisani, a cura di G. Nencini, cit., appendice, Tavola X.)

273

Cfr. Pisa. Case Torri – CD Guide 9, cit., p. 169.

274 L’attuale Via Mazzini era precedentemente nota come Carraia di S. Maria Maddalena. Cfr. F. Redi, Il palazzo

Alliata: un complesso edilizio che testimonia dieci secoli di storia, in Il Palazzo Alliata. Un restauro-riuso sui Lungarni Pisani, a cura di G. Nencini, cit., pp. 47-103 ed in particolare pp. 53-59. Si veda anche A. Panajia – A.

Melis, I Palazzi di Pisa, cit., pp. 245-247.

Poco tempo dopo fu eretto un terzo corpo di fabbrica (Figura 4.60n. 3), all’angolo della strada con il Lungarno; era una casa-torre su tre solai con due stretti archi ogivali sulla facciata Nord e si appoggiava alla parete occidentale del corpo 1. All’inizio del Duecento furono costruiti i corpi di fabbrica n. 4 (una ampia domus) e n. 5 sulla Carraia di S. Maria Maddalena e si concluse la prima fase della storia del complesso, in cui il futuro palazzo appariva ancora come un insieme di nuclei isolati, separati da spazi vuoti.

A partire dal corpo di fabbrica n. 6 iniziò il processo di riempimento dei lotti intermedi, che sarebbe stato la premessa dei successivi accorpamenti e fusioni.

I corpi n. 6, 7 e 8 sorsero tutti sul lato dell’attuale Via Mazzini, mentre il n. 9, costruito alla fine del XIII secolo, andò a riempire il lotto libero che ancora esisteva sul lato del Lungarno, tra le torri n. 1 e 2. In questo caso il grande arco ogivale era una struttura portante complementare ed aveva una funzione soprattutto decorativa, essendo il corpo di fabbrica sostenuto su entrambi i lati dalle solide costruzioni preesistenti. Ormai l’epoca dei ballatoi lignei volgeva al termine, così questa parte dell’edificio fu dotata già al momento della costruzione di una grande quadrifora, sorretta da colonnine di marmo ed appoggiata su un arco a sesto ribassato in laterizio. Pochi anni dopo, ma comunque entro la metà del XIV secolo, fu edificato il corpo n. 10 che andò invece a prolungare verso Sud la torre n. 2, riempiendo una parte del cortile interno. Restano dei dubbi a proposito dell’ultimo corpo (n. 11), molto difficile da datare, perché se ne è conservato soltanto un pilastro; probabilmente si tratta di un ampliamento iniziato tra il Duecento e il Trecento e mai portato a termine276.

A causa della scarsità di fonti non sappiamo a chi appartenne questo complesso di edifici nel Medioevo, ma è plausibile che si trattasse di membri del gruppo di famiglie che all’epoca (XII- XIII secolo) possedevano molte altre proprietà nella cappella di Santa Cristina, tra cui spiccavano i già citati Sismondi – Del Cane e i Marignani277. Anche esaminando il Catasto fiorentino del 1428 l’identificazione del palazzo e degli eventuali proprietari risulta difficile ed incerta e il quadro diviene più chiaro soltanto a partire dal XVI secolo.

Nell’anno 1549 il canonico e professore universitario di teologia Pietro Vaglienti278, che abitava il palazzo da qualche tempo come affittuario, comprò dal fiorentino Bernardo Ambrogi l’immobile, pagandolo in totale mille scudi, di cui settecento versati immediatamente e la parte restante in tre rate annuali da cento scudi. Le principali modifiche, tra cui la sostituzione di bifore e trifore con finestre rettangolari e la costruzione di un unico tetto per dare una copertura omogenea ai diversi corpi di fabbrica, risalgono a questa fase: entro i primi decenni del Seicento l’edificio assunse un aspetto molto simile all’attuale.

I Vaglienti mantennero la proprietà fino al 1773, quando Margherita, la loro ultima erede in linea diretta, sposò il conte Tommaso Alliata, di antica nobiltà; i loro discendenti abitarono la dimora fino al XX secolo, ma fino al restauro del 1980 non ci furono altri interventi di rilievo.

276 Ivi, pp. 58-59. Cfr. anche Pisa. Case Torri – CD Guide 9, cit., pp. 170-1. 277 Ivi, pp. 51-52.

278 Cfr. M. Tangheroni, La famiglia degli Alliata: un complesso edilizio che testimonia dieci secoli di storia, in Il

Palazzo Alliata. Un restauro-riuso sui Lungarni Pisani, a cura di G. Nencini, cit., pp. 105-120 ed in particolare le

Dal momento che oggi il prestigioso immobile di cui abbiamo appena parlato porta il loro nome e che a Pisa è esistito un altro palazzo Alliata, può essere utile una breve digressione sulla storia di questa importante famiglia. Gli Alliata279 erano stati protagonisti della vita politica di Pisa fin dal tardo Duecento, quando il capostipite Gerardo, proprietario terriero, aveva lasciato il paese natio di Calcinaia e si era trasferito in città. Nel Trecento l’attività di mercanti aveva garantito loro una rapida ascesa sociale, l’accesso alle principali cariche di governo e l’accumulo di un notevole patrimonio immobiliare. Le case degli Alliata erano concentrate a Nord dell’Arno, nelle cappelle di San Pietro in Vincoli e Sant’Andrea e la domus principale280 sorgeva dove oggi si trova la piazza del Tribunale; in effetti il vero palazzo di famiglia abitato per oltre cinque secoli fu questo edificio oggi scomparso, non la dimora sul Lungarno, di acquisizione fortuita e molto più recente.

Il tramonto della Repubblica e la conquista fiorentina del 1406 non segnarono la fine della fortuna degli Alliata; è vero che un ramo scelse la via dell’esilio ed emigrò a Palermo, dove dette vita ad una dinastia ancora esistente, ma altri membri del casato rimasero a Pisa e si adattarono alla nuova realtà281.

Nel Cinquecento gli Alliata acquisirono lo status di nobili abbandonando definitivamente il commercio282 e nei due secoli successivi molti di loro fecero parte nell’Ordine di Santo Stefano e della Primaziale; il conte Tommaso, sposando alla fine del Settecento Margherita Vaglienti, fu comunque il primo ad estendere le proprietà della famiglia a Sud dell’Arno.

Come si è visto il palazzo ha una storia lunga e complessa, e nel corso del tempo ha subito molte modifiche, ma grazie all’accurato restauro del 1980 le strutture portanti (archi, pilastri) di epoca medievale sono perfettamente visibili ed è possibile distinguere i singoli corpi di fabbrica; per questo motivo l’immobile è classificabile a pieno titolo al livello 2.

Figura 4.61

I prospetti di Palazzo Alliata sul Lungarno e sull’attuale Via Mazzini nel Trecento.

Fonte: Il Palazzo Alliata. Un restauro-riuso sui Lungarni Pisani, a cura di G. Nencini, cit., appendice, Tav. XIII C.

279 Ivi, pp. 106-107.

280 Più tardi convertita in palazzo, danneggiata dal bombardamento del 1943 e finita di demolire nel 1950.

281 Anche se durante la guerra contro Firenze del 1494-1509 furono tra i principali sostenitori dell’indipendenza di Pisa.