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Le fonti: problemi e metod

ORDINANANZA DEL COMUNE DI PISA (1313)

3.2.3 Il catasto Fiorentino del

Fu promulgato con legge della Repubblica di Firenze46 il 24 maggio del 1427 ed i promotori furono Rinaldo degli Albizi e Niccolò da Uzzano47, appoggiati da Giovanni di Bicci dei

45 Filippo Brunelleschi fu attivo a Pisa tra il 1424 e il 1446; in un primo tempo ristrutturò la Fortezza Vecchia, poi progettò la Fortezza Nuova e sovrintese alla prima fase della costruzione. Cfr. M.G. Bevilacqua – C. Salotti, Le

mura di Pisa, cit., pp. 109-116.

46 Per un’analisi dettagliata delle complesse vicende politiche della Firenze tardomedievale si rimanda a G. Capponi. Storia della repubblica di Firenze, Tomo I, Firenze, 1875 e a R. Davidsohn, Storia di Firenze, Firenze, I- IV, 1956-1968 (edizione originale Geschichte von Florenz, I-IV, Berlin, 1896-1927).

47 Entrambi furono esponenti dell’oligarchia che dominò la vita politica fiorentina nei primi decenni del 1400. Fino a quando Niccolò da Uzzano visse lo scontro fra le famiglie Albizi e Medici fu evitato grazie alle sue capacità di mediazione. Dopo la scomparsa dell’Uzzano, avvenuta nel 1431, Rinaldo degli Albizi fu uno dei fautori dell’esilio di Cosimo dei Medici. Ma nel 1434 prevalse la fazione filomedicea e fu Rinaldo a dover lasciare Firenze e rifugiarsi ad Ancona.

Medici48. Lo scopo dichiarato fu quello di imporre una tassazione proporzionale ai beni posseduti dai cittadini, che servisse a coprire gli ingenti costi del conflitto contro Milano e Filippo Maria Visconti49. Si stabilì che ogni capofamiglia dovesse dichiarare il proprio nome, quello di tutti i familiari, l’età e l’eventuale lavoro di ciascuno, i beni mobili e immobili posseduti dentro e fuori i confini della Repubblica, le somme di denaro, i crediti, i debiti e le transazioni commerciali in corso. L’evasione totale o parziale veniva punita con la confisca dei beni stessi. Furono scelti dieci cittadini (su 60 sorteggiati) per ricoprire la carica di Ufficiali del Catasto e fu loro affidato il compito di redigere i libri contabili50, e calcolare le imposte in base alle rendite. Furono previste detrazioni per chi doveva pagare affitti, pigioni, debiti e obblighi di varia natura51 o per chi era creditore dello stato e possedeva “luoghi di monte”, cioè titoli di debito pubblico52. In un primo tempo la tassa era pari ad un ammontare netto di 10 soldi ogni 100 fiorini, ma successivamente fu introdotto un criterio progressivo. Al di sotto dei 100 fiorini si pagava un’imposta del tre per cento, dai 100 ai 1000 l’aliquota saliva al cinque per cento. Il Catasto53 aveva valore triennale e poi doveva essere aggiornato con una nuova stima. La tassazione fu estesa a tutto il territorio della Repubblica, incluso il contado ed i centri abitati di recente conquista, non senza incontrare resistenze e proteste54. Pisa, divenuta dominio fiorentino nel 1406, non fece eccezione e le nuove imposizioni fiscali gravarono su una città già impoverita da anni di conflitti e recessione economica55.

La fonte, di tipo descrittivo56, registrò con notevole precisione la situazione demografica e socio-economica di Pisa, mettendo in evidenza i sintomi di crisi e di spopolamento che affliggevano la città nel primo Quattrocento. Sebbene non fornisca molti dati utili sull’aspetto degli edifici, si rivela fondamentale per conoscere la distribuzione spaziale delle attività commerciali, consentendo di individuare aree specializzate nella produzione o vendita di specifici generi merceologici. Gli abitanti furono registrati per zona di residenza, sulla base del

48 1360 – 1429. Figlio di Averardo dei Medici, mercante di lana, e nipote di Vieri dei Medici, banchiere, accrebbe notevolmente le ricchezze di famiglia grazie all’attività di prestito e cambio di denaro. Aprì due filiali a Roma e Venezia e finanziò la ricostruzione della chiesa di San Lorenzo. Fu uno dei principali sostenitori dell’istituzione del catasto cittadino e dell’introduzione di una tassazione calibrata sulle entrate ed i possedimenti delle famiglie. 49 1392 – 1447. Figlio del Duca Gian Galeazzo, fu l’ultimo esponente della famiglia Visconti a reggere Milano. Dopo anni di contrasti interni al Ducato, nel 1423 cercò di conquistare Forlì e la Romagna. Le sue ambizioni furono ostacolate da Firenze e Venezia, che entrarono in guerra contro di lui. Nel 1427 fu sconfitto a Maclodio dal comandante delle truppe di ventura veneziane, Francesco Bussone, detto il Carmagnola.

50 In tutto i volumi furono quattro, uno per ogni quartiere di Firenze. 51 Anche il numero di bocche da sfamare fu tenuto in considerazione.

52 Il Monte comune era l’ente che dalla fine del Duecento ricorreva a prestiti forzosi o volontari da parte dei cittadini per finanziare le spese dello stato. Emetteva dei titoli di debito pubblico che in genere avevano un tasso di interesse annuo pari al 5%. Rimase attivo per circa quattro secoli.

53 Trattandosi della dichiarazione dei contribuenti che esprimevano la stima dei loro beni, il termine tecnico non è

catasto, che è un censimento su base topografica, ma un estimo.

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Il malcontento era diffuso anche tra gli abitanti di Firenze, in particolare i più abbienti, che videro le proprie tasse aumentare considerevolmente. Le maggiori manifestazioni di dissenso comunque si ebbero a San Gimignano e Volterra. Nel 1429 i Volterrani, guidati da Giusto Landini, misero in piedi una rivolta che costrinse Firenze a muovere l’esercito.

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Per una analisi dettagliata della situazione socio-economica del periodo si vedano: B. Casini, Aspetti della vita

economica e sociale di Pisa dal catasto del 1428-29, Pisa, 1965, E. Conti, I catasti agrari della Repubblica fiorentina e il catasto particellare toscano: secoli 14-19, Roma, 1966 e D. Herlihy - C. Klapish Zuber, Tuscans and their Families. A Study of the Florentine Catasto of 1427, Yale, 1985.

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Quindi privo di un corredo cartografico. Per la registrazione degli immobili su mappe si dovrà aspettare il Settecento, quando si faranno i catasti veri e propri.

terziere e della cappella in cui vivevano. Analogamente ai cittadini di Firenze dichiararono il numero, nome e mestiere dei componenti della famiglia, i beni mobili e immobili che possedevano in città e all’esterno e le eventuali transazioni commerciali in corso.