• Non ci sono risultati.

EDILIZIA PUBBLICA E PRIVATA SUI LUNGARNI TARDOMEDIEVALI.

54) Palazzo Gambacorti (C L n 1951).

Non ci sono pervenute fonti relative alla costruzione del palazzo, ma soltanto un documento del 1386 che lo definisce “nuovo”243; dal momento che Pietro Gambacorti divenne signore di Pisa nel 1370 e promosse i lavori di ristrutturazione del Ponte Vecchio nel 1383, è ragionevole pensare che la sua dimora sia stata costruita nell’arco di tempo compreso tra queste due date, quindi il settimo-ottavo decennio del Trecento. L’identità del progettista dell’edificio rimane sconosciuta, ma una serie di elementi stilistici e formali, analizzati da Fabio Redi244, suggeriscono che l’anonimo artista appartenesse alla scuola di Tommaso Pisano, scultore e architetto molto attivo a Pisa in quegli anni.

Per erigere quella che oggi è la parte posteriore del complesso furono riutilizzate alcune strutture preesistenti: sul lato affacciato sull’attuale Via Uffizi si accorparono tre diverse case- torri risalenti alla fine dell’XI secolo245, in Via Toselli fu inglobata una loggia su due piani, di cui è ancora possibile vedere una parte delle murature. Nello spazio intermedio fu ricavata una

243 F. Redi, Il complesso Gambacorti-Mosca dei palazzi comunali di Pisa nel Medioevo, in Palazzo Gambacorti a

Pisa. Un restauro in cantiere, a cura di R. Pasqualetti, Milano, 1998, pp. 135-157 ed in particolare pp. 135-138.

Cfr. anche V. Berghini Lupo, Il palazzo Gambacorta, Pisa, 1987. 244

In particolare la somiglianza dei capitelli e delle decorazioni con quelli della cella campanaria della torre pendente.

245 Per maggiori dettagli relativi all’indagine archeologica condotta in questa zona della città nel 2007-2008 si veda. anche A. Anichini – G. Gattiglia, Nuovi dati sulla topografia di Pisa medievale tra X e XVI secolo. Le indagini

archeologiche di Piazza Sant’Omobono, Via Uffizi, Via Consoli del Mare e Via Gereschi in Archeologia Medievale

chiostra porticata, mentre sul Lungarno si costruì ex-novo, creando il grande corpo di fabbrica su quattro livelli246 e a pianta trapezoidale che costituisce il palazzo propriamente detto, o almeno la sua parte più monumentale. Il prospetto principale, rivolto a Nord ed affacciato sul lungofiume, è realizzato prevalentemente in arenaria, ma con inserti in verrucano e calcare; la disposizione delle diverse tipologie di materiali lapidei forma un motivo decorativo a fasce bicrome, che alterna il grigio più scuro ad una tonalità più chiara. Al primo e secondo piano si aprono cinque bifore, mentre al livello della strada, dove prevale il calcare tendente al bianco, troviamo un portone centrale, con un arco a sesto ribassato, e quattro bifore laterali, più piccole di quelle dei piani superiori.

In origine l’altezza dell’edificio era maggiore: al terzo piano esisteva una loggia merlata con sei- otto aperture, sostenuta da un cornicione ad archetti ciechi e verosimilmente coperta da un tetto; diverse fonti iconografiche successive alla fine del Medioevo ne testimoniano l’esistenza e ci forniscono un’idea abbastanza precisa del suo aspetto. Nella prima metà del Settecento la loggia esisteva ancora, ma doveva aver perduto la propria copertura ed essere ormai pericolante; successivamente (entro il 1761, come testimonia la veduta di Gaetano Franchi di Figura. 4.53) questa parte del fabbricato fu demolita, gli archetti ciechi furono sostituiti da un semplice cornicione lineare ed il palazzo assunse la fisionomia attuale. Spostandoci all’interno troviamo altre significative testimonianze del periodo medievale: sul lato del Lungarno è perfettamente conservato il grande atrio trecentesco, con dieci volte a crociera sorrette da quattro grandi colonne in granito con capitelli scolpiti; un analogo salone, con sei volte, si trova sul retro, dalla parte di Via Toselli. Sui soffitti di entrambi i locali sono presenti decorazioni pittoriche a motivi geometrici e floreali, in parte danneggiate dal tempo e dall’umidità, ma restaurate nel 1998. Una delle ragioni per cui Palazzo Gambacorti ha potuto beneficiare di una manutenzione migliore di altri edifici del Lungarno è il fatto che per quasi sei secoli247 ha ospitato senza soluzione di continuità uffici pubblici. Dopo la tragica fine della signoria di Pietro l’immobile rimase per qualche altro decennio di proprietà dei suoi discendenti, ma già nel 1429248 il governo di Firenze lo ottenne in affitto da Lorenzo Gambacorti e vi trasferì la Dogana e più tardi anche l’ufficio dei Consoli del Mare. Tra il Quattrocento e il Seicento Palazzo Gambacorti ebbe molti intestatari, tra cui vale la pena citare soltanto i più noti. Alla fine del Quattrocento fu ereditato dalla famiglia Salviati, eredi dei Gambacorti, e nel 1533 fu comprato dal pisano Filippo del Tignoso, ma i locali continuarono ad alloggiare i funzionari dell’amministrazione fiorentina. L’ultimo e definitivo cambio di proprietà avvenne nel 1689, quando il Granduca Cosimo III dei Medici acquistò il complesso e vi insediò i Priori della città; da allora la funzione dell’edificio non è sostanzialmente cambiata249 perché ancora oggi è la sede centrale del Comune di Pisa.

246 Mi riferisco alla loggia del terzo piano oggi scomparsa, di cui si parlerà poco più avanti. 247 Dagli anni immediatamente successivi alla conquista fiorentina ad oggi.

248

D. Stiaffini, Le vicende della proprietà immobiliare attraverso i documenti dal XIV al XVIII secolo, in Palazzo

Gambacorti a Pisa. Un restauro in cantiere, cit., pp. 135-157 ed in particolare pp. 127-133.

249 Secondo un modello amministrativo ispirato a quello fiorentino, il Gonfaloniere guidava il Collegio dei Priori ed era il principale referente locale del potere centrale. Dopo l’annessione del Granducato di Toscana al Regno di Sardegna (1860) il primo cittadino assunse quasi dovunque la più moderna denominazione di sindaco (durante il fascismo si chiamavano podestà).

Per concludere questa breve panoramica, può essere interessante ricordare che il piccolo edificio porticato all’angolo con Piazza XX Settembre, addossato alla fiancata Est di Palazzo Gambacorti, non è di fondazione medievale: fu costruito tra il 1613 ed il 1620 per iniziativa dell’Accademia dei Lunatici ed ospitò il primo vero teatro pubblico di Pisa, ricordato dalle fonti sei-settecentesche come il “Palco delle Commedie” o lo “Stanzone delle Commedie”. Ampliato all’inizio del XVIII secolo, rimase in funzione fino al 1772, quando i Priori delle città demolirono i palchi ed il palcoscenico, ristrutturando ciò che rimaneva del fabbricato e ricavandone una abitazione per il Cancelliere delle Magistrature cittadine, un alto ufficiale dell’amministrazione granducale. A partire da questa data il principale (e per alcuni decenni unico) teatro cittadino fu quello dei Nobili Fratelli Prini250, ubicato tra la Piazza di San Nicola e la Via del Collegio Ricci.

Palazzo Gambacorti è classificabile al livello 1 perché ha conservato le forme medievali con poche alterazioni e quindi la ricostruzione in 3D non presenta particolari difficoltà.