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Il bandito sociale come riflesso del bisogno di rivoluzionamento dell'esistenza

2. Il banditismo sociale

2.2 Il bandito sociale come riflesso del bisogno di rivoluzionamento dell'esistenza

La figura del bandito sociale, così delineata nella letteratura delle classi subalterne e che avrà grande diffusione dal Romanticismo in poi, esprime il grido di rivolta del popolo stanco di sottomettersi ai soprusi delle autorità e bisognoso di credere che qualcosa possa cambiare, che sia possibile per gli uomini affermare se stessi grazie alle proprie virtù.

Le figure di banditi, che tanto hanno in comune con quella del diavolo, germogliano nella letteratura a partire dalla fine del Settecento proprio per la situazione incerta che si stava delineando a livello storico, di cui emblematici sono la Rivoluzione francese e i molti moti che le seguiranno [fig.4]. La Rivoluzione francese ebbe una portata notevole che influenzò gli animi di molti romantici, anche di coloro che si professavano contrari, proprio per la forza distruttiva che essa conteneva. Con essa il terzo stato guidato dalla borghesia si solleva per il riconoscimento dei propri diritti all'interno della società. Il popolo espresse il desiderio di uscire dalla propria condizione miserevole, di insorgere contro la società, nella speranza di creare un mondo migliore e più equo.

La figura del bandito sociale, ovvero di un singolo individuo che si ribella alla società, che si rifiuta di piegare la testa sotto il giogo imposto dalle autorità, simboleggia l'aspirazione dell'uomo ad affermarsi e ad essere pienamente se stesso contro il mondo quale è. Il bandito sociale è animato dallo stesso spirito che guidò il terzo stato, ma nella lotta rivoluzionaria si ebbe un'organizzazione e un programma su cui né il singolo bandito né le bande poterono contare. Il bandito sociale è un simbolo nel quale ogni persona soggiogata, ogni uomo misero può rispecchiarsi poiché esprime la volontà di affermare la propria individualità in ribellione

alla prigione del mondo in cui si è trovato a vivere. Il bandito sociale manifesta, per mezzo della sua rivolta, la disperazione di essere un'anima incarnata e avvinta nella materia, l'odio nei confronti di un'esistenza intrisa di noia e verso le catene che sono state poste agli uomini dalla società.

Non è un caso che due delle più grandi opere che parlano di banditi e che sono il simbolo del Romanticismo escono in questo momento riscuotendo un enorme successo: Ernani di Victor Hugo [fig.3] e I masnadieri di Friedrich Schiller. Zaragoza ricorda:

«Quando Schiller pubblica I Briganti, ha solo 22 anni, Hugo ne ha 28 al momento della creazione di Hernani [...]. Per i primi due scrittori si tratta evidentemente di opere di gioventù [...]

La creazione delle opere è stata accolta dal pubblico come una vera rivoluzione:

13 gennaio 1782 per I Briganti; l’opera teatrale attrae un pubblico molto numeroso, dura più di quattro ore. Il pubblico molto attento durante i primi tre atti, si entusiasma al quarto, il quinto scatena calpestii, applausi, grida, ecc. Un testimone riferisce: “Il teatro sembrava una casa di pazzi”. Prospero di Barante, uno dei primi traduttori dell’opera drammatica di Schiller (1842), scrive: “Il successo dei Briganti fu prodigioso. Gli studenti della Germania presero la cosa, in alcune città, molto sul serio, e vollero farsi briganti, per riformare meglio la società; affermano che a Fribourg-en-Brisgau si scoprì una congiura della maggior parte della giovane gente della città, che aveva deciso di partire nei boschi e di stabilirsi angeli sterminatori”.

25 febbraio 1830 per Ernani; ecco la testimonianza di Teofilo Gauthier: “Questa data resta scritta nel fondo del nostro passato in caratteri scintillanti: la data della prima rappresentazione di Hernani! Quella serata decise della nostra vita! Là ricevemmo l’impulso che ci spinge ancora e che ci farà camminare fino alla fine della carriera. Molto tempo è trascorso da allora, e il nostro stupore è sempre lo stesso”.»108

108Zaragoza, Héroïsme et Marginalité, cit., p. 45: «Lorsque Schiller publie Les Brigands, il a à peine 22 ans, Hugo en a 28 au moment de la création d'Hernani […]. Pour les deux premiers écrivains, il s'agit d'évidence d'œuvres de jeunesse […].

La création des œuvres a été reçue par le public comme une véritable révolution:

-13 janvier 1782 pour Les Brigands; la puièce attire un public trés nombreux, elle dure plus de quatre heures. Le public trés attentif pendant les trois premiers actes, s'enthousiasme au quatrième, le cinquième déchaîne trépignements, applaudissements, cris, etc. un témoin rapporte: “Le théâtre rassemblait à una maison de fous”. Prospére de Barante, l'un des premiers traducteurs de l'œuvre dramatique de Schiller (1842), écrit: “Les succès des Brigands fut prodigieux. Les étudiants d'Allemagne prirent, dans quelques villes, la chose au grand sérieux, et voulurent se faire brigands, pour mieux réformes la société; on assure q'u° Fribourg-en- Brisgau on découvrit une conjuration des principaux jeunes gens de la ville, qui avaient résolu de s'en aller dans les bois et de s'instituer anges exterminateurs”

-25 février 1830 pour Hernani; voici le téimognage de Théophile Gautier: “Cette date reste écrite dans le fond de notre passé en caractères flamboyants: la date de lal première reprèsentation d'Hernani ! Cette soirée

Il successo di opere che ritraggono banditi, masnadieri e fuorilegge è legato al bisogno di rivoluzionamento della realtà, dell'esistenza, sentito da più parti del popolo. Questa necessità di affermazione dell'individuo oltre ogni limite sociale, religioso ed etico, è alla base della creazione e della diffusione della figura del bandito sociale.