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Sintesi conclusiva su Bandito ed esotismo

brigantaggio italiano

4. Bandito ed esotismo

4.6 Sintesi conclusiva su Bandito ed esotismo

Il termine foresta, secondo lo studioso americano Robert Pogue Harrison, appare per la prima volta negli editti dei Longobardi e nei capitolari di Carlo Magno ed è utilizzato per indicare le riserve di caccia reale, dunque quei territori che non erano sottoposti alle leggi comuni ma alla giurisdizione del re. Le origini del termine sono incerte ma la più probabile è il latino foris, che significa “al di fuori”, riferendosi all'estraneità rispetto alla legge comune. Nella letteratura questa dimensione diviene lo spazio per eccellenza di tutti gli emarginati dalla società ed in particolar modo dei banditi in quanto offre loro rifugio e un nuovo habitat nel momento in cui vengono esclusi dalla comunità da cui provengono. Da questo luogo che si trova nell' “ombra della legge” poiché «accompagna la legge come un alter ego, o come la sua coscienza sporca»232 i banditi non si scontrano contro l'ordine costituito ma contro la sua

degenerazione. I banditi diventano gli eroi che combattono per la giustizia naturale mentre la legge istituzionalizzata sembra solo essere l'ombra di un'ideale ormai sbiadito e corrotto.

L'assenza del controllo delle leggi che infiacchisce lo spirito degli uomini nella civiltà permette qui lo sviluppo dell'Io, del genio e delle pulsioni. Le foreste e, con esse, tutti i luoghi in cui il sistema della legge non ha sottomesso lo spirito dell'uomo sono le dimensioni che rendono possibile una vita più genuina e più spontanea. Questa genuinità permette all'uomo di elevare il proprio Io e diventare eroe, oppure cadere nell'abisso del male, della corruzione morale. Questa ambiguità è evidente in un'opera come I masnadieri di Schiller poiché il capo masnadiere Karl Moor ricorre alle foreste con l'utopia di un banditismo ideale e positivo, con il sogno di diventare un Robin Hood che combatte per la giustizia e per aiutare i più poveri. Il suo progetto di creare una banda di masnadieri ispirata ai valori di fratellanza tra gli uomini e

di libertà, secondo lo spirito dell'antichità, si rivela un enorme menzogna poiché in realtà ogni azione compiuta dal gruppo si corrompe e degenera in violenza e crudeltà con il fine dell'arricchimento personale. Tale falsità del banditismo ideale é già implicita nella presenza di un personaggio come Spiegelberg, un bandito che mira solo al proprio vantaggio e, perciò, in contrapposizione agli ideali di Karl. L'inconsistenza dell'ideale di Karl non proviene solo dalla presenza di forze esterne che vi si oppongono ma in realtà è intrinseca alla sua stessa utopia: l'uomo non può ergersi a giustiziere e assumere su di sé il ruolo di Dio, poiché è solo una piccola parte imperfetta dell'universo e non é in grado di giudicare la società nel suo complesso. Nel momento in cui Karl realizza l'illusione del suo ricorso alle foreste, una crisi di coscienza lo affligge fortemente e si rende conto che per lui non è più possibile alcuna felicità nella vita terrena poiché si è ormai allontanato dai dettami di Dio. Alla fine saranno proprio la foresta e i giuramenti fatti ai suoi compagni a frantumare la possibilità di un ritorno alla società e dell'unione felice con la donna amata.

La foresta si trasforma in madre maligna anche per il proscritto di Hugo, Ernani. L'eroe, rimasto solo trova la sua famiglia nella banda di briganti e nella vecchia Catalogna con le sue foreste e le sue montagne. La forza drammatica di Ernani consiste nella naturalità e nella povertà che sono indice di libertà e di indipendenza: in questi luoghi l'uomo ha valore per le sue virtù, in contrasto con la società fondata sulla logica della ricchezza. Egli è il re delle foreste, in opposizione al rivale don Carlos, futuro sovrano di Spagna, così che quando si reintegrerà nella società, riprendendo il titolo di don Juan e abbandonando il suo progetto di vendetta e il suo regno, sarà costretto a morire. La sua morte è legata al giuramento fatto in nome del padre, la cui vendetta lo ha spinto a fare ricorso alla foresta, a divenire bandito. Il suono del corno, strumento simbolico con cui esercitava il potere sui suoi banditi, proveniente dalla foresta nel giorno delle nozze, lo induce alla morte e gli ricorda la vita da bandito e i

giuramenti compiuti. È chiaro che la foresta, simbolo della passata vita da proscritto, non gli consente una vita serena all'interno della società.

Altri ambienti primitivi esaminati sono quelli in cui gli animi degli uomini non sono indeboliti dal giogo delle leggi ed essi vivono secondo un sistema etico e morale che non riproduce quello loro imposto dal potere politico. Stendhal riconosce uno di questi luoghi nell'Italia dell'Ottocento in cui risulta diffusissimo il fenomeno del banditismo. L'Italia è un paese in cui il potere dispotico dei tiranni che la governano è talmente evidente che la popolazione non crede più nelle istituzioni, bensì crea una propria legge basata sulla forza, sul «colpo di pugnale». La realtà italiana è ambigua in quanto più vera e più spontanea ma allo stesso tempo priva di ordine e di disciplina. Per lo scrittore la pre-politicità dell'Italia permette all'uomo di sviluppare più liberamente il proprio genio e le proprie passioni poiché l'Io non è sottoposto al potere censorio del Super-Io costituito dal sistema delle leggi imposte dalle autorità. In questa dimensione la natura, oppressa nei paesi più civilizzati, si reinserisce nella storia e nella società, riportando in luce l'antica e magnifica dialettica tra padrone e schiavo, per mezzo della lotta dei briganti contro le autorità. Il brigantaggio è affascinante proprio perché, per lo scrittore francese, rappresenta la lotta degli individui per affermare il proprio Io, così da generare uomini eroici che divengono il simbolo degli oppressi.

Questa stessa dimensione si riscontra nella Corsica rappresentata da Mérimée. L'isola, sia in Mateo Falcone sia in Colomba, è descritta come un luogo lontano dai codici evoluti borghesi dominanti negli altri paesi europei. In essa vige un codice arcaico fondato sulla famiglia come unità minima e sull'onore, mentre non ha alcun valore la legge del denaro appartenente al codice capitalistico moderno. La figura principale che si stabilisce in questi luoghi è infatti quella del bandit d'honneur, un uomo prettamente naturale, che vive al di fuori dei vincoli sociali e che si fa giustizia da solo, sulla base della propria forza e del proprio

valore. Queste realtà inducono anche negli uomini che hanno subito una civilizzazione più marcata un “ritorno del represso”, degli impulsi dell'Io che sono stati oppressi nelle società ben istituzionalizzate: esso può avvenire in modo conscio o inconscio, dunque indipendentemente dal soggetto in cui si verifica. La riemersione delle pulsioni primordiali coinvolge anche lo spagnolo Don Josè Navarro quando entra in contatto con il mondo zingaro, innamorandosi di Carmen. L'incontro con l'altro fa riaffiorare in lui gli impulsi più primitivi dell'uomo, spingendolo a diventare bandito e ad aderire al sistema etico morale degli zingari. Questo è possibile poiché l'uomo è affascinato dalla personalità perturbante di Carmen, donna completamente libera poiché mai domata dalla società e mai sottoposta ai restringimenti della giustizia, bensì sottostante solo alle forze della libido. Don José é sempre più sopraffatto dagli impulsi del proprio Io ma il suo passaggio al mondo del diverso non è completo: in lui restano le influenze della società borghese di appartenenza che generano la crisi che lo travolgerà, portandolo all'uccisione della donna e alla sua stessa morte.

Il bandito è sempre legato a questi luoghi esotici, primitivi e arcaici, in cui non hanno alcun potere le leggi istituzionalizzate, bensì l'uomo segue i suoi istinti primordiali, le forze naturali, con il duplice risultato di elevarsi e divenire un eroe per le proprie virtù, oppure sprofondare nell'abisso del male e della distruzione, in una parola nel demoniaco.

7. THE'ODORE ROUSSEAU , La foresta di Fontainebleau (Museo d'Orsay): fu il soggetto prediletto della Scuola di Barbizon. Gli artisti di questa scuola sperimentarono il concetto di studio dal vero con cui esprimevano