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Mérimée e la selvaggia Corsica in Colomba

brigantaggio italiano

4. Bandito ed esotismo

4.5. Altri ambienti primit

4.5.2 Mérimée e la selvaggia Corsica in Colomba

La Corsica è, al pari dell'Italia di Stendhal, il luogo selvaggio per eccellenza di Prosper Mérimée che vi ha ambientato molte delle sue novelle. In Colomba209, novella scritta

nel 1840210, dopo un viaggio in Corsica per lavoro, la natura primitiva dell'isola viene ancora

una volta legata al banditismo: il bandito diviene l'emblema dell'uomo primitivo, dell'uomo selvaggio, libero dalle costrizioni della società.

La Corsica è rappresentata fin da subito come un luogo arcaico e fuori dalla

208 Ibid., p.130

209 Mérimeé Prosper, Colomba (1840) in Colomba e La venere d'Ille ( tit. or. Colomba et La Venus d'Ille ) trad. a c. Enrico Piceni, Rizzoli, Milano 1950

210 Colomba è un romanzo breve di Prosper Mérimée comparso il 1º luglio 1840 nella “Revue des Deux Mondes" e pubblicato in volume nel 1841 da Magen e Comon. Grazie a questo romanzo e al racconto Carmen, Mérimée fece successo letterario e fu ammesso all’Académie française.

civilizzazione. È proprio questo fatto che induce l'inglese Miss Lydia Nevil ad andare in Corsica: la giovane, una turista annoiata dal viaggio in Italia, poiché non aveva potuto disegnare nel suo album nulla di particolare e originale da mostrare con compiacimento in Inghilterra, decide di visitare l'isola. L'inglesina è mossa dal gusto dell'esotismo che nel diciottesimo secolo coinvolse molti intellettuali e borghesi affascinati da tutto ciò che è primitivo e lontano dai loro civilissimi costumi. Miss Lydia rimane intrigata dai racconti sull'isola del Capitano Ellis:

« All'ora del tè, il capitano divertì ancora Miss Lydia con una storia di vendetta trasversale ancora più bizzarra della prima, e finì con l'entusiasmarla sulla Corsica descrivendone l'aspetto strano, selvaggio del paese, il carattere bizzarro dei suoi abitanti, la loro ospitalità e i loro costumi primitivi. E per concludere, mise ai suoi piedi un grazioso minuscolo stiletto, meno notevole per la forma e la montatura in rame che per l'origine. Un famoso bandito lo aveva ceduto al capitano Ellis, con la assicurazione che esso era stato immerso in ben quattro corpi umani.»211

Sarà proprio questa attrazione per il diverso, mescolata ironicamente alla volontà di mostrare qualcosa di nuovo in Inghilterra e di fare invidia alle altre borghesi per aver visto e disegnato la barbara Corsica con i suoi banditi, ad indurla a compiere il viaggio. Il suo è uno sguardo più che mai eurocentrico, lo sguardo del viaggiatore bianco che si sente superiore rispetto al diverso, all'altro:

« In breve, trovava risposta a tutto, perché mai donna inglese era stata in Corsica; dunque lei ci doveva andare. E che soddisfazione, al ritorno in Saint James's Place, nel mostrare il suo album!»212

Anche il marinaio dell'imbarcazione che conduce i protagonisti all'isola, mette in guardia l'inglesina dalla primitività dell'isola e dei suoi abitanti, affermando:

211 Ibid., p. 13 212 Ibid., p. 14

« - Non c'è giustizia in Corsica, - aveva soggiunto il marinaio, - e io tengo in maggior conto un buon fucile che non un consigliere alla corte reale. Quando si ha un nemico, bisogna scegliere fra le tre S. » 213

Queste tre S riflettono un'espressione nazionale corsa e sono le iniziali dello schioppetto, dello stiletto e della strada (fucile, pugnale, fuga): è evidente che nell'isola vale la legge della forza, la lotta per la sopravvivenza, come se i corsi non avessero alcuna legislazione a cui affidarsi.

Miss Lydia incarna in questo senso la tipica turista in cerca di emozioni provenienti dal diverso, dal pittoresco, da un mondo altro rispetto la ben organizzata società inglese. La giovane è affascinata dall'esotismo dell'isola e dal mito del bandito: si trovano infatti gli stereotipi che caratterizzano l'île de beauté, come l'ospitalità degli isolani, il loro senso d'onore, di libertà e di vendetta. Queste qualità sono incarnate in parte da Orso e, soprattutto, da sua sorella Colomba che desidera vivamente che egli si vendichi contro la famiglia dei Barricini per l'assassinio di loro padre ed è pronta a tutto affinché ciò si verifichi.

Questo desiderio di vendetta è una conseguenza della mancanza di fiducia nella giustizia che induce i corsi a raddrizzare da sé i torti subiti. Se il sistema della giustizia è corrotto e non funzionante allora l'uomo rimane libero, al di fuori della società, in alcun modo legato ai governi o ai poteri e in grado di sviluppare a tutti gli effetti il proprio Io, come sosteneva Stendhal osservando la realtà italiana. La corruzione della giustizia si manifesta mediante il personaggio del prefetto che, alla ricerca della verità sulla morte del padre di Orso, si accontenta di una soluzione truccata rispetto a quella vera, tenacemente sostenuta da Colomba.

Colomba scopre la verità e vuole convincere suo fratello affinché compia la sua vendetta e non permetta che il buon nome della famiglia si macchi di vergogna lasciando il

padre invendicato: è una donna barbara, primitiva e mancante di istruzione, ma proprio per questo sembra essere più forte, più tenace, tanto da riuscire a coinvolgere Orso che diviene, gradualmente e suo malgrado, esecutore della vendetta. Egli, infatti, dopo anni lontano dall'isola per la carriera scolastica e per quella militare, sembra aver preso le distanze da questi valori primitivi, ma ne sarà progressivamente sopraffatto. I due fratelli personificano due realtà diverse: da una parte, la natura selvaggia di Colomba con la sua energia primitiva e le sue passioni che la rendono pronta a tutto, dall'altra, la civiltà che ha ormai infiacchito e represso l'animo passionale di Orso.

« -Miss Lydia,- disse Orso dopo un silenzio abbastanza lungo per diventare imbarazzante;- francamente... che ne pensate di mia sorella?

–Mi piace molto, - rispose Miss Nevil. - Più di voi, -aggiunse sorridendo; - perché lei è veramente corsa, e voi siete un selvaggio troppo incivilito.

–Troppo incivilito!... Ebbene, senza volerlo, mi sento ridiventare selvaggio da quando ho messo piede in quest'isola. Mi agitano, mi tormentano mille terribili pensieri...e avevo bisogno di parlare un poco con voi prima di ingolfarmi nel mio deserto. » 214

La figura che meglio riflette tutte le caratteristiche del popolo corso è, infatti, quella del bandit d'honneur: «ossia un isolano che si dà alla macchia dopo aver compiuto un delitto di sangue (Vendetta anche in francese), o con l'obiettivo di compierlo per riscattare il proprio onore offeso o quello della propria famiglia.»215. Il bandito d'onore è un uomo prettamente naturale, che vive al di fuori dei

vincoli sociali, si fa giustizia da solo, con le proprie armi e con la propria forza, dipendendo esclusivamente dal proprio valore. Egli diviene così l'antitesi della borghesia moderna, in quanto incarnazione di un popolo antico e primitivo. Tale figura è amata ed appoggiata dal popolo, poiché si scontra con l'autorità e con una legge che, pur essendo corrotta e degradata,

214 Ibid., p. 51

215 Tatasciore Giulio, Il banditismo d'onore corso nell'immaginario di viaggio francese (1815-1915), in Diacronie, Studi di Storia Contemporanea, n.15, 3/2013, p.3

pretende di sottomettere gli uomini: egli, infatti, è libero, e «non conosce altro padrone che il proprio capriccio»216.

Questa libertà è rivendicata dagli stessi banditi presenti nella novella che preferiscono la vita nella macchia, lontani dalla società e da ogni forma di autorità e di sottomissione a un potere ritenuto corrotto: essi hanno il colpo di fucile per regolare i propri conti, per raddrizzare i torti subiti da loro stessi e dai più deboli, e vivono così secondo la legge più vera, quella della natura.

« -Sentite, amici,- disse Orso,- voi fate un tristo mestiere; e se non vi capita di finir la carriera su quella piazza che vediamo laggiù, il meglio che vi possa succedere è di cadere nella macchia sotto il tiro di una guardia.

–Ebbene, -fece Castriconi, - è un modo di morire come un altro, migliore della febbre che vi ammazza in un letto, in mezzo alle lagrime più o meno sincere dei vostri eredi. Quando, come noi, si è abituati all'aria aperta, non c'è nulla di meglio che morire con su le scarpe, come dicono i vecchi del nostro paese.

[…]

–E il piacere di sfuggire all'inseguimento, -riprese Castriconi,- non lo contate per niente? Come potete essere insensibile al fascino di una libertà assoluta sotto un bel cielo come il nostro? Con questo tutore – (e indicava il fucile)- si è re dovunque, tanto lontano fin dove arriva una pallottola. Si comanda, si riparano le ingiustizie... E' un passatempo moralissimo, signore, e molto divertente, a cui non rinunciamo. Qual vita più lieta di quella del cavaliere errante, quando si è meglio armati e più giudiziosi di don Chisciotte? Guardate: l'altro giorno seppi che lo zio della piccola Lilla, Luigi, da quel vecchio ladro che è, non voleva darle una dote; io gli scrissi, senza minacciarlo, come è mio sistema; ebbene! Ecco un uomo subito convinto; le ha dato subito marito: e così ho fatto la felicità di due persone. Credetemi, signor Orso, niente è paragonabile alla vita del bandito. Ah! Forse diverreste dei nostri, senza una certa Inglesina che io appena intravidi, ma di cui tutti parlano, a Bastia, con grande ammirazione.»217

Per i banditi non vige la legge del denaro, che invece muove la società borghese, tanto che essi rifiutano con disprezzo e più volte i soldi che vuole offrirgli Orso. Le ragioni di questo rifiuto sono spiegate dal bandito Castriconi, sostenendo che la vita del bandito si fonda esclusivamente sul coraggio, sul valore personale, e sul colpo di fucile che è l'unica

216 Mérimeé, Colomba, cit., p. 79. 217 Ibid., pp.148-149

protezione della vita: si instaura così un'opposizione tra lo stato di natura in cui l'uomo vale per lo spirito e la società in cui vale per le ricchezze.

«- Il denaro può tutto al mondo,- ammise Castriconi; -ma nella macchia conta solo un fegato sano e un fucile che non fa cilecca.»218

In Colomba viene, ancora una volta, messo in scena un mondo lontano dai valori e dalle leggi dell'Europa moderna. Le istituzioni sembrano non essere capaci di offrire agli uomini la giustizia sebbene, alla fine, vengano rivalutate almeno minimamente: la reintegrazione di Orso nella società, dopo essere stato costretto dal duplice omicidio a darsi alla macchia, rioffre un'immagine positiva delle istituzioni che riescono a scagionare l'uomo come innocente e a reintrodurlo nella società.

Tutti questi elementi mettono in luce che nel mondo corso vige un codice diverso rispetto a quello evoluto da cui proviene Miss Lydia; è un mondo in cui la famiglia è l'unità minima ed ha la massima importanza, tanto che, in esso, sono comuni le faide familiari e gli oggetti, le proprietà sono ritenute prosecuzione del proprietario, non autonomi, come dimostrano gli episodi di vendetta sugli animali. A questo proposito Francesco Fiorentino, nell'opera già citata I gendarmi e la macchia, afferma che «non è ancora passata la concezione borghese del cittadino, individualmente responsabile delle proprie azioni; l'unità minima è la famiglia, responsabile in solido»219. Egli nota però che tale conflittualità tra famiglie rimane valida solo all'interno dell'isola tanto che membri di famiglie tra cui è in corso una faida si possono alleare al di fuori della Corsica per difendere l'onore della patria: si narra nel testo di un caso di alleanza a questo scopo tra un Della Rebbia e un membro della famiglia nemica dei Barricini.

I codici contrapposti a quello corso e presentati nel testo sono quello evoluto di Miss

218 Ibid., p. 150

Lydia e del prefetto, ma anche quello dell'onore francese di cui è impregnato Orso, prima di lasciarsi trascinare dalla sorella. Tra il codice evoluto e quello corso non può darsi comunicazione in alcun modo, mentre una forma di interazione è possibile tra quello di Orso e gli altri: egli infatti mantiene per tutto il testo una posizione ambigua che gli permette di essere intermediario tra i vari codici. Il prefetto, infatti, accetterà, come male minore, l'idea del duello tra Orso e Orlanduccio della famiglia dei Barricini, così che si ha un esempio di mediazione tra il codice evoluto e quello dell'onore francese. Più difficile risulta la comunicazione tra quest'ultimo e il codice corso che avviene solo attraverso i fraintendimenti; dice Fiorentino con grande acume:

«Ma le relazioni tra questi due codici prevedono una possibilità intermedia tra l'incomunicabilità e l'accordo: il fraintendimento. Così il fatto che Orso, in segno di ricomposizione delle antiche dispute, entri in paese per la prima volta senza scorta, e attraversi la metà di piazza antistante la casa del sindaco, viene interpretato dagli abitanti di Pietranera in senso opposto: come gesto provocatorio e temerario. E dall'altra parte: il fatto che Colomba mutili il cavallo di Orso sperando che la colpa venga addebitata ai Barricini, è lungi da fare insorgere, come avrebbe voluto la sorella, l'ira del giovane; ché aanzi questi, disgustato dalla presunta viltà di avversari che non osano affrontarlo faccia a faccia, decide a sua volta di non affrontarli.»220

Il susseguirsi di fraintendimenti porterà mano a mano Orso ad aderire al codice corso.

Questo però non significa che tale codice venga rivalutato e si estenda a discapito di quello evoluto della civiltà, bensì resta valido sono all'interno dell'isola tanto che al di fuori di essa anche Colomba subisce una civilizzazione, sebbene inquietante. Si può perciò affermare che solo in questo ambiente speciale e selvaggio sia possibile il ritorno di questo codice che è ritenuto superato: si tratta di un ritorno del represso, inserendoci all'interno degli studi del critico letterario italiano Francesco Orlando (Palermo,1934-Pisa 2010). Esso può avvenire attraverso Orso, sebbene egli non ha alcuna responsabilità. È un ritorno del represso che

Orlando categorizza nel tipo C: un ritorno del represso «conscio e accettato ma che per la sua scandalosità e regressività non può essere propugnato»221. Tutto ciò è ben evidente se si considera che il lettore inizialmente entra nell'isola identificandosi con Miss Lydia, ma da questa posizione è costretto a spostarsi poiché è troppo eurocentrica, per passare a quella di Orso che rimane in una posizione ambigua e, infine, identificarsi con quella di Colomba che riesce a coinvolgere Orso nei suoi piani.

«Questa formulazione sintetica delle strutture di senso dell'opera è intesa a chiarire come, il lettore debba attraversare tutte le posizioni che il testo gli propone, secondo un tragitto che va dalla certezza riposta nelle istituzioni sociali evolute alla simpatia accordata ad usanze primitive e sanguinarie.» 222

In conclusione è evidente come all'interno di questo ambiente selvaggio e primitivo, in cui le leggi sono malfunzionanti, sia possibile un ritorno di ciò che è ritenuto ormai superato, delle istanze primitive e arcaiche degli uomini, della legge della forza, delle barbarie ma, in fin dei conti, solo qui è possibile agli uomini di grande animo sviluppare istanze eroiche.