PARTECIPANTI:
I partecipanti al progetto Mozart sono bambini di seconda elementare dell’Istituto Comprensivo Dan- te-Galiani di San Giovanni Rotondo. Per l’attuazione di tale progetto sono state prese in considerazione due classi in cui il progetto Mozart veniva sommi- nistrato e due classi dove il progetto Mozart non avveniva, ma serviva principalmente per effettuare uno studio in itinere dell’incremento del ragiona- mento aritmetico.
OBIETTIVI
Gli obiettivi generali e specifici del progetto si basa- no su:
Osservazione (tramite somministrazione test che valutano il ragionamento aritmetico) dell’ incremen- to dei bambini di terza elementare:
• Competenze emotive (buon umore, tranquillità,...);
• Cognitive (attenzione, fantasia, creatività,...);
• Comportamentali (abilità psicomotorie, movi- mento, coordinazione, autodisciplina,...);
• Confronto diretto con le classi di controllo, man- tenendo l’anonimato degli studenti;
• Valutazione in step by step (ogni tre mesi), dell’in- cremento del livello logico matematico;. Osservazione, da parte delle maestre facente parti del progetto Mozart , se vi sono state modifica- zioni del comportamento emotivo prima, durante e dopo durante le lezioni di matematica, di Sonata in re maggiore KV 448 di Mozart, Mozart Sinfonia n. 40 K550, KV 456 Allegro Vivace, Piano Concerto No. 17 ed altre sinfonie da concordare successi- vamente.
STRUMENTI UTILIZZATI
• Sub-test “Ragionamento aritmetico” del test WISC - R sia alle classi partecipanti al progetto, sia alle classi di controllo;
• Sub-test “Ragionamento aritmetico” del test WISC - R sia alle classi partecipanti al progetto, sia alle classi di controllo;
RISULTATI
Prima somministrazione
nel gruppo partecipanti al progetto Mozart.
PERTANTO: vi è un incremento su 17 bambini del 6% nel ragionamento aritmetico, mentre i maschi un incremento del 4% femmine 4%.
Seconda somministrazione
PERTANTO: vi è un incremento su 15 bambini del 5,5% 1ª somministrazione 2ª somministrazione 0% 2% 4% 6% 8% 10% 12% 14% 16%
TOTALE MASCHI FEMMINE
13,5 14,5 15,8 9,5 10,5 10,0 1ª somministrazione 2ª somministrazione 0% 2% 4% 6% 9% 11% 13% 15%
TOTALE MASCHI FEMMINE
14,1 14,5 14,2 9,1 8,2 8,7
nel ragionamento aritmetico, mentre i maschi un incremento del 6,3% femmine un incremento del 5,5%.
GRUPPO DI CONTROLLO
Prima somministrazione
PERTANTO: vi è un incremento su 15 bambini del 2,6% nel ragionamento aritmetico, mentre i maschi un
incremento del 3% femmine un incremento del 4,9%.
Seconda somministrazione
PERTANTO: vi è un incremento su 17 bambini del 2,4% nel ragionamento aritmetico, mentre i maschi un incremento del 2,1% femmine un incremento del 2,8%.
Inoltre é stato approfondito, durante l’applicazione del progetto sperimentale, quali sono le aree impu- tate sia nel ragionamento aritmetico sia le aree celebrali imputate all’ascolto della musica. SEDE CEREBRALE DEL
RAGIONAMENTO ARITMENTICO.
I centri del linguaggio sono infatti nell’emisfero sinistro che è più voluminoso del destro,mentre, il destro controlla altre funzioni, ad esempio alcuni aspetti delle funzioni musicali. Utilizzando le tec- niche di “Brain imaging”, come la PET che mette in
evidenza quali aree dell’emisfero sinistro sono più attive quando parliamo, ascoltiamo il linguaggio, leggiamo o scriviamo.
La figura qui sopra indica che parlare -produzio-
ne di parole- dipende dall’area di Broca nel lobo frontale; ascoltare le parole dipende dall’area di Wernicke nel lobo temporale; vedere le paro- RICERCHE Progetto Mozart:
Immagine 1 1ª somministrazione 2ª somministrazione 0% 2% 4% 6% 8% 9% 11% 13% 15%
TOTALE MASCHI FEMMINE
14,1 13,1 12,3 9,2 10,1 9,7 1ª somministrazione 2ª somministrazione 0% 2% 3% 5% 6% 8% 9% 11% 12%
TOTALE MASCHI FEMMINE
11,3 11,7 11,6 8,5 9,6 9,2
le coinvolge il lobo occipitale mentre leggere le parole dipende dal lobo frontale e parietale, sempre di sinistra.
Nella parte inferiore della stessa figura (C) si vede la corteccia temporale di un musicista esperto (in alto) e di una persona normale (in basso): nota-
te le maggiori dimensioni del lobo temporale del
musicista, sia che si guardino gli emisferi dall’alto
che di lato.
In questa immagine tratta da una ricerca di But- terworth, è possibile osservare in A le aree dell’emi- sfero sinistro che si attivano quando vengono effet-
tuati calcoli precisi o approssimativi. Le valutazioni per approssimazione coinvolgono le aree parietali
del cervello (che controllano movimenti delle dita
utilizzati dai bambini per fare i primi calcoli o l’uso del pallottoliere), i calcoli esatti coinvolgono invece le aree
frontali dell’emisfero sinistro implicate anche nel lin- guaggio. In sostanza, l’intelligenza matematica si basa
su due “moduli” diversi, uno concreto, l’altro astratto, così come si verifica per l’intelligenza musicale. CONCLUSIONE
La musica è uno strumento utilizzato per veicolare emozioni e significati, che è presente nella vita di ogni infante e adolescente. Nel presente lavoro si è cercato di sottolineare come la musica e in parti- colare quella di Mozart “definita perfetta nella sua esecuzione“ possa attivare aree celebrali imputate al ragionamento aritmetico, ma soprattutto come l’ascolto in classe della musica possa incrementare le modalità di apprendimento della matematica, non solo, anche l’acquisizione delle regole grammaticali. Inoltre, un altro elemento che è emerso durate l’at- tivazione del progetto Mozart è stato riportato dal- le insegnati, in quando i bambini sottoposti al test avevano sviluppato una dipendenza dalla musica in quando li serviva non solo per appendere le materie scolastiche, ma serviva loro anche per dare calma e tranquillità, ribadendo più volte di imparare tramite la musica, perché erano più calmi. Da questo si può evidenziare come la musica attiva delle aree cele- brali non solo imputate all’apprendimento ma anche al comportamento e al tono dell’umore, determi- nando una vera e propria dipendenza nella musica. SITOGRAFIA
• Dott.ssa Frances H. Rauscher (1993):
https://en.wikipedia.org/wiki/Mozart_effect
• Don Campell (1999):
http://www.doncampbellband.com
• Immagine 1-2-3
www.Slideplayer.It/Slide/553945.
• Sonata in re maggiore KV 448 di Mozart, Mozart Sinfonia n. 40 K550, KV 456 Allegro Vivace, Pia- no Concerto No. 17: - www.classicalarchives.com/
midi/composer/3052.html. Immagine 2
RIASSUNTO
Il presente lavoro, in sintonia con la legge 170/2010 la quale ha fatto sentire l’esigenza di proporre alle scuole attività di screening, ha previsto l’utilizzo di un protocollo completo sia per l’ultimo anno della scuola dell’infanzia che per le classi seconde e terze della scuola primaria.
L’obiettivo è stato quello di individuare precocemen- te gli alunni che potrebbero sviluppare un presunto DSA.
Nello specifico sono state indagate, per i 32 alunni della scuola dell’infanzia (5 anni), le seguenti funzio- ni cognitive: attenzione, memoria a breve termine, ricerca visiva, coordinazione visuo-motoria, deno- minazione e discriminazione fonologica.
Per le classi seconde e terze sono stati analizzati 77 alunni (classi seconde: 48; classi terze: 29) e rispettivamente sono state analizzate le seguenti funzioni cognitive: attenzione, memoria a breve termine, dettato, comprensione, lettura, mate- matica.
Gli studenti sono stati suddivisi in base al numero di funzioni cognitive deficitarie, facendo emergere che soprattutto per le classi seconde, il 27 % degli alunni presentano dalle 3 alle 6 funzioni cognitive deficitarie e il 48 % 1-2 deficit.
Il presente lavoro si propone di fornire un report di tale raccolta.
PAROLE CHIAVE
DSA, screening, scuola, prerequisiti apprendimento.
1. INTRODUZIONE
Lo screening è una metodologia di rilevazione che è in grado di predire un disturbo, non ha le pretese di evidenziarlo in modo inequivocabile, ma di indivi- duare con una buona attendibilità i potenziali sog- getti a rischio, al fine di indirizzare coloro che pre- sentano alcuni indici caratterizzanti, ad uno studio più approfondito (Paoletti e Stella, 2008). L’individuazione precoce di potenziali bambini con DSA, sin dalla scuola dell’infanzia, è di fondamentale importanza al fine di prevenire lo sviluppo futuro di difficoltà negli apprendimenti, garantendo anche un potenziale successo scolastico dei ragazzi. In tale scenario, diviene fondamentale riflettere sul- le modalità di screening precoce che si possono attivare sin dalla scuola dell’infanzia e sui relativi strumenti di assessment da utilizzare (Maniscalco, Martorana et al., 2015).
L’obiettivo del presente lavoro è quello di presentare le aree testate nei bambini durante la fase di scree- ning, evidenziando anche gli strumenti utilizzati sia per la scuola dell’infanzia che per la scuola primaria, analizzare i risultati dello screening suddividendoli per classi e indicare le rispettive proposte operative da adottare con gli alunni che hanno presentato prestazioni deficitarie.
Inoltre si ipotizza che una buona formazione dei docenti, in materia di disturbi dell’apprendimento, possa essere d’aiuto per affrontare e gestire le dina- miche interne creatisi nella classe nel momento in cui ci si trova ad operare con alunni DSA, pertanto
RICERCHE