registrati presso la Procura della Repubblica del Tribunale
TIPOLOGIA DI VISSUTO TRAUMATICO n %
Separazione/divorzio 9 31,0 Malattia 6 20,7 Decesso coniuge 4 13,8 Problemi economico-lavorativi 3 10,3 Conflittualità intrafamiliare 3 10,3
Malattia parente stretto 2 6,9
Aggressione in casa 1 3,5
Parto 1 3,5
tazione (15% del totale) hanno rappresentato le altre due modalità più frequenti tra i suicidi maschili; per quanto riguarda le donne, la precipitazione è uno dei metodi più frequenti (34%) insieme all’impiccamen- to (31%), l’annegamento (9%) e l’avvelenamento da farmaci (7%) sono, invece, meno frequenti ma non trascurabili.[31]
In sintesi, l’impiccamento e la precipitazione sono stati i due metodi di suicidio più frequenti in tutte le fasce d’età.
Il suicidio mediante arma da fuoco, invece, è stato il secondo metodo più frequente tra gli uomini di 45-64 anni e tra i più anziani over 65 anni.[31]
Nel 2014, il Dipartimento della Salute dell’Inghilterra rileva che le seguenti prevalenze: per gli uomini 60% asfissia, 14% ingestione di sostanze tossiche, 26% altri metodi, invece per il genere femminile 38% asfis- sia, 38% ingestione di sostanze tossiche, 25% altri.[32]
Infine, un altro studio ha evidenziato che i maschi scelgono in prima istanza l’ingestione di sostanze tossiche e i le femmine, al primo posto, preferiscono l’ingestione di sostanze tossiche seguita da asfissia. Nella ricerca esposta, per 60/73 soggetti (82,2%) era noto se avessero optato per un omicidio-suicidio, evento non riscontrato in nessuno di essi. Era, inoltre, noto il luogo del suicidio e il lasciato o meno di messaggi d’addio, le cosiddette suici- de notes: per 44/69 soggetti (63,8%) la morte era avvenuta in ambiente domestico, 16/69 soggetti (23,2%) avevano lasciato un messaggio di addio, nello specifico, 14/16 soggetti (87,4%) mediante lettera, 1/16 soggetto (6,3%) mediante sms e 1/16 soggetto (6,3%) mediante telefonata (Tabella 6).
4. CONCLUSIONI
In sintesi, i fattori di natura psichica, come i disturbi depressivi, bipolari, o altre forme di malattie mentale, insieme ai fattori appartenenti al contesto sociale e culturale, sono alcuni degli elementi che influiscono sulle variazioni di tempo e spazio del suicidio ma non sono gli unici. Infatti, a integrazione di questi, sulla scorta dei dati di letteratura riportati e dei risultati della ricerca, emergono dei potenziali campi di appli- cazione che enfatizzano la necessità di indagare a fondo le intenzioni di chi commette il suicidio, il signifi- cato attribuito a tale gesto e l’eziologia del fenomeno. Perché quindi si rinuncia alla propria vita? E quali informazioni, insegnamenti, quali attenzioni ai fattori di rischio e protezione se ne possono trarre, per gli operatori della Giustizia e dei Servizi Socio-Sa- nitari, oltre che per i familiari e i soggetti coinvolti in tali tragiche situazioni, da ricerche e riflessioni
casistiche come quella appena presentata, con tut- ti i limiti quantitativi e qualitativi che presentano? Dalla ricerca appena descritta, si possono trarre una serie di indicazioni di metodo, sia per i cultori
Lutto 6 26,1 Recente licenziamento 4 17,4 Separazione 3 13,0 Fallimento azienda di proprietà 1 4,3 Totale 14 60,8
Tab.4 Prevalenza della tipologia di un evento stressogeno in soggetti con perdite recenti, per tipologia (n=23).
TIPOLOGIA DI PERDITA n % Impiccamento atipico completo 21 28,8 Precipitazione 17 23,3 Impiccamento tipico incompleto 6 8,2 Annegamento 6 8,2 Arma da fuoco 5 6,8 Impiccamento atipico completo 5 6,8 Ingestione di sostanze 5 6,8 Investimento ferroviario 4 5,5 Impiccamento tipico completo 4 5,5 Arma bianca 2 2,7 Soffocamento 1 1,4
Tab.5: Distribuzione dei soggetti analizzati per metodo suicidario adottato (n=73).
METODO SUICIDARIO n %
di discipline forensi sia per coloro che lavorano per prevenire, contrastare, fronteggiare tale fenome- no, sia per coloro che intervengono ai fini valutativi quando purtroppo l’evento si è consumato. È bene denotare che, negli ultimi decenni, molti Pae- si e regioni hanno sviluppato programmi regionali e nazionali di vasta portate per la prevenzione del suicidio, ad esempio Finlandia, Svezia, Belgio, Regno Unito: una strategia nazionale può risultare utile ai fini della riduzione dei tassi di suicidio.
Nel rapporto pubblicato dall’OMS (2012) denomina- to “Public Health Action for the prevention of suici- de: a framework” vengono enunciati e descritti gli elementi chiave di una strategia nazionale per la prevenzione al suicidio: obiettivi chiari, una visione chiara dei fattori di rischio e dei fattori protetti- vi, interventi efficaci, strategie di prevenzione che lavorino su diversi livelli ovvero, miglioramento della registrazione dei casi e della conduzione delle ricer- che, monitoraggio e valutazione degli interventi. Nasce, pertanto, la necessità che la valutazione medico-legale, psicologica e psichiatrico-forense non prescinda da un’analisi criminologica.
L’autopsia psicologica[33], a tale scopo, rappresenta
uno strumento d’indagine utile, che consiste nella «ricostruzione retroattiva della vita di una persona capace di individuare aspetti che ne rilevino le inten- zioni rispetto alla propria morte, di fornire indizi sul
tipo di decesso, sul livello di partecipazione alle dina- miche del decesso e di spiegare i motivi per cui la morte è avvenuta in quel dato momento».[34] L’au-
topsia psicologica, dunque, consente di verificare la presenza di elementi compatibili con atti di tipo sui- cidario e capire in che misura la vittima abbia potu- to avere un ruolo attivo nella crimino-dinamica del decesso; ci si prefigge, quindi, di ristabilire in maniera retrospettiva lo stato mentale della persona che ha messo in atto il gesto autolesivo, per determinare quali siano state le modalità e la sequenza dei fatti in maniera più sostenibile e concreta.
In sintesi, è solo la narrazione dell’intero percor- so esistenziale del soggetto che si suicida che può contribuire a fornire un senso compiuto ad un atto così terribile e tragico.
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Tab.6: Distribuzione dei soggetti per cui era noto il luogo del suicidio (n=69). LUOGO DI SUICIDIO n % Propria abitazione/ proprietà 44 63,8 Luogo pubblico 10 14,5 Luogo di lavoro 5 7,2 Binari ferroviari 4 5,8 Mezzo di trasporto 3 4,3 Luogo di cura 2 2,9 Luogo di detenzione 1 1,5 Totale 69 100,0
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RIASSUNTO
La linea d’azione posta in essere dal Centro Poli- valente Aperto per minori - Associazione Auxe- siaOnlus di Putignano (Ba) prevede uno screening sulle classi terze della Scuola Primaria del Comune di riferimento per l’identificazione di casi a rischio di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Tale linea d’azione si colloca all’interno del Progetto BES, promosso e finanziato dall’Assessorato alle Politi- che Sociali, dal Dirigente 1° Area e dal Responsabile Ufficio Servizi Sociali del Comune di Putignano, il quale, nasce in via del tutto sperimentale e prevede un intervento in rete con la ASL, le Scuole e i Cen- tri Socio-educativi presenti sul territorio, volto ad approfondire i bisogni del territorio e a strutturare un report analitico finale.
PAROLE CHIAVE
Screening, Prevenzione, DSA, Scuola Primaria. INTRODUZIONE
Il Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), è un disturbo che interessa un determinato dominio di abilità (lettura, ortografia, grafia, comprensio- ne e calcolo) in modo significativo, ma circoscrit- to lasciando intatto il funzionamento intelletti- vo generale (Consensus Conference, 2007). I DSA, meglio conosciuti con i termini di Dislessia, Disor-
tografia, Disgrafia e Discalculia sono, quindi, distur-